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Il nuovo bando “Sport – l’importante è partecipare” della Fondazione Con il Sud mette a disposizione 2,3 milioni di euro per progetti da attivare nel 2021 che mettano al centro la pratica sportiva come strumento di inclusione, partecipazione e integrazione tra persone e comunità che vivono il territorio nel Sud Italia. Le proposte andranno presentate entro il 17 luglio.

“Lo sport dà il meglio di sé quando ci unisce”. In questa breve citazione di Frank Deford, noto scrittore e commentatore sportivo americano, si cela anche la convinzione da parte della Fondazione CON IL SUD di promuovere il suo primo bando dedicato alla promozione della pratica sportiva “con” tutti. Una scelta che acquista anche un valore simbolico in un periodo in cui proprio la socialità e il valore dello stare fisicamente insieme rappresentano dei limiti che purtroppo mettono a dura prova le comunità locali e il mondo del Terzo settore, oltre che i singoli cittadini. È indispensabile attenersi alle disposizioni del decreto del governo sul covid-19 e al rispetto delle regole necessarie per arginare la diffusione del virus, ma è altrettanto necessario e opportuno pensare anche al futuro, si spera sempre più prossimo, di un pieno ritorno alla socialità.

Attraverso il bando “Sport – l’importante è partecipare” la Fondazione mette a disposizione 2,3 milioni di euro di risorse private per sostenere interventi da attivare nel 2021 capaci di mettere al centro l’attività sportiva come strumento di inclusione, partecipazione e integrazione tra persone che vivono in uno stesso, circoscritto, territorio (quartiere, rione, borgo, paese) del Sud Italia. L’iniziativa si rivolge agli enti di Terzo settore di Basilicata, Calabria, Campania, Puglia, Sardegna e Sicilia. Le partnership di progetto dovranno essere composte da un minimo di tre organizzazioni: almeno due non profit, a cui potranno aggiungersi realtà del mondo economico, delle istituzioni, dell’università, della ricerca.

E’ auspicabile, inoltre, il coinvolgimento di organizzazioni sportive. Il Bando promuove una idea di sport inclusivo, aperto a tutti, senza limiti di età o di appartenenza, ma capace di incidere positivamente sulla coesione sociale di una comunità territoriale. L’iniziativa prevede due fasi:  la prima, finalizzata alla selezione delle proposte con maggiore potenziale impatto sul territorio e la seconda, di progettazione esecutiva, con l’obiettivo di ridefinire eventuali criticità rilevate nella fase di valutazione.

Carlo Borgomeo, presidente della Fondazione CON IL SUD: “L’emergenza sanitaria ci costringe al minimo delle relazioni sociali, siamo in una fase di grande paura che ha effetti concreti ma è necessario seguire le direttive e il buon senso. Dobbiamo pensare però anche al dopo, riprogettare la nostra socialità. La pratica sportiva e aperta a tutti, in spazi sicuri secondo quanto prevedono le direttive, può essere un segnale di speranza e coraggio per le nostre comunità, per riappropriarsi finalmente della bellezza dello stare insieme. L’attività sportiva è incontro, condivisione, è sentirsi parte di qualcosa che ci unisce, soprattutto nella possibilità di raggiungere insieme un traguardo. È un potente strumento per rafforzare il senso di appartenenza, per questo motivo abbiamo previsto interventi circoscritti in piccole comunità locali. Lo sport inoltre promuove il rispetto delle regole e in tal senso è anche un’occasione per rafforzare le responsabilità individuali e collettive”.

Le proposte potranno puntare sullo sviluppo di un’offerta sportiva multidisciplinare e inclusiva, la rigenerazione di spazi in un’ottica di condivisione e cura del bene comune, la diffusione di valori educativi e culturali, la promozione del benessere psicofisico attraverso stili di vita sani e attivi, le relazioni basate sulla gratuità e sul dono. Le proposte dovranno essere presentate online, attraverso la piattaforma Chàiros dove nelle prossime settimane verrà aggiornata la sezione di progetto “Finalità e risultati”. Il bando scade il 17 luglio 2020, tutte le informazioni sono presente nell’apposita sezione.

L’ambiente ringrazia


A Milano tutti in coda per comprarsi una bicicletta, l’utilizzo del servizio di bike sharing ha registrato un aumento del 67% e le famiglie corrono a rimodernare i mezzi a due ruote grazie agli annunci di super incentivi, mentre le aziende mettono a disposizione dei dipendenti flotte di bici. Una rivoluzione della mobilità, anche se è presto per capire se la tendenza sopravviverà a fine emergenza e furti.

Nell’ultima settimana in tanti si sono messi in coda per comprare una bici. Tanti anche mossi dagli annunci di super incentivi. Ma in tanti hanno scavato in cantina per mettere in ordine quelle lasciate lì a marcire. Sabato c’era gente che invece di andare a fare l’aperitivo si metteva in coda davanti alle officine della Darsena: anche due ore per una camera d’aria. I ciclisti si sono organizzati bene: molti danno appuntamento per fare la riparazione mantenendo quel distanziamento ormai mantra della società. C’è euforia nel settore, anche se in tanti sanno che Milano si innamora delle mode.

È presto per capire se la tendenza sopravviverà a fine emergenza e furti. “E pure agli incidenti — aggiunge Anna Gerometta, presidente di Cittadini per l’aria —. Per credere davvero al futuro delle bici, bisogna dare sicurezza e spazi, attrezzando la città. È pericoloso spingere sulla ciclabilità con così tante automobili liberate dal blocco di Area C. Questa è un’occasione da non perdere”. Una polemica che sbatte sugli sforzi annunciati dal Comune per aumentare le ciclabili della città: “Stiamo predisponendo 35 chilometri di nuovi percorsi riservati alle bici, da ì aggiungere ai poco più di 200 già esistenti, in tempi compatibili con l’emergenza”, ha annunciato l’assessore alla Mobilità Marco Granelli.

Qualcuno esulta per gli spazi guadagnati, ma c’è chi, come Paolo Pinzuti, editore di Bikeitalia, che fa notare cosa succede altrove. “Ci sarebbe bisogno subito di dieci volte tanto. Nelle ultime settimane, Parigi ha annunciato 650 chilometri su scala metropolitana. Nella cerchia di Manchester ne realizzeranno 1.600. A Lima 300. La stessa Bologna, 10 giorni fa, ha annunciato una nuova rete di 496 chilometri. Milano a settembre dovrà spostare un milione di persone: chi aveva già un piano sta forzando i tempi, qui si è stati costretti a pianificare durante l’emergenza. Sarà un esame durissimo quello di settembre. Ma si accettano miracoli”, dice Pinzuti.

Race for the cure


Domenica la corsa diventa una maratona live sui social. Il servizio di Elena Fiorani.

La più grande manifestazione per la prevenzione e la lotta ai tumori del seno, quest’anno si correrà sui social media. Il coronavirus, infatti, ha fermato la 21^ edizione della Race di Roma organizzata da Komen Italia, ma la maratona di sensibilizzazione e raccolta fondi si svolgerà lo stesso, in modo virtuale, per impedire che a correre siano solo i tumori. Infatti, i dati del policlinico Gemelli di Roma ci dicono che nei prossimi 12 mesi, oltre 2 milioni di donne nel mondo riceveranno questa diagnosi e più di 600.000 perderanno la vita. Anche quest’anno  durante la maratona virtuale sarà possibile effettuare una donazione libera o acquistare i gadget sul sito www.komenitalia.it. Nel corso della diretta un importante spazio sarà dedicato al confronto tra medici  e donne, che convivono con la malattia o l’hanno sconfitta.

Sprint in sicurezza


Il ministro Spadafora ha annunciato la riapertura delle attività sportive per il 25 maggio: una buona notizia commenta l’Uisp, l’Unione Italiana Sport per tutti, anche se si continuano a denunciare alcune incongruenze nell’attuazione delle normative che mettono in difficoltà la ripresa delle attività di base. L’esigenza primaria delle società è quella di garantire la sicurezza dei propri tesserati.

Una mano tesa


Il Comitato italiano paralimpico ha deliberato di stanziare 5 milioni di euro in favore delle Federazioni e Discipline sportive. Obiettivo: sostenere l’associazionismo sportivo di base, in particolare in ausilio alle società impegnate a promuovere lo sport sui territori anche per le persone con disabilità che, a causa dell’emergenza Covid-19, si trovano ad affrontare gravi difficoltà economiche.

Si tratta di “risorse straordinarie recuperate all’interno del bilancio del Comitato Italiano Paralimpico che verranno messe a disposizione delle Federazioni e Discipline sportive cui spetterà il compito, sulla base di specifiche linee guida del Cip, di individuare i beneficiari dell’intervento”. Per il presidente Luca Pancalli, “anche il Cip, nel suo piccolo, ha voluto dare un sostegno concreto a tutte le realtà sportive del nostro Paese che si occupano di sport paralimpico, per affrontare questo momento di crisi sanitaria ed economica. Nelle ultime settimane ci siamo interrogati su quali iniziative adottare per aiutare quell’associazionismo sportivo di base che rappresenta un punto di riferimento per tanti cittadini con disabilità.

Abbiamo dunque deciso di intervenire mettendo a disposizione una parte delle risorse del nostro bilancio per favorire la ripartenza di queste attività. Una misura che si aggiunge a quelle previste dal governo e dalle regioni. Abbiamo tutti la necessità di rimettere in moto lo sport, un settore strategico per il nostro Paese anche sotto il profilo sociale, culturale e sanitario”.

Futuro prossimo


La bozza del Decreto rilancio assegna 135 milioni di euro alle attività per sostenere bambini, ragazzi e genitori nel periodo estivo, ma chi organizza queste proposte è ancora in attesa di novità e indicazioni precise. Bambini e adolescenti hanno vissuto un lungo periodo di desocializzazione, ma non hanno chiare le misure anti Covid, perché in casa non esistevano. Grande importanza rivestiranno sotto questo profilo i centri estivi.

150 milioni in più al Fondo per le politiche della famiglia, per sostenere bambini, ragazzi e genitori nel periodo estivo e contrastare la povertà educativa: è lo stanziamento complessivo previsto nella bozza del decreto “Rilancio”. Nel dettaglio, alla prima voce andranno 135 milioni, alla seconda i 15 restanti: “Al fine di sostenere le famiglie, per l’anno 2020 – si legge nel testo della bozza – a valere sul Fondo per le politiche della famiglia (articolo 19, comma 1, del decreto legge 4 luglio 2006, n. 223, convertito con modificazioni dalla legge 4 agosto 2006, n. 248), una quota di risorse è destinata ai comuni, per finanziare iniziative, anche in collaborazione con enti pubblici e privati, volte a introdurre: a) interventi per il potenziamento dei centri estivi diurni, dei servizi socioeducativi territoriali e dei centri con funzione educativa e ricreativa destinati alle attività di bambini e bambine di età compresa fra i 3 e i 14 anni, per i mesi da giugno a settembre 2020; b) progetti volti a contrastare la povertà educativa e ad implementare le opportunità culturali e educative dei minori”.

La relazione illustrativa e tecnica dispone che tale importo da un lato “sia erogato ai Comuni per il potenziamento, anche in collaborazione con istituti privati, dei centri estivi diurni, dei servizi socioeducativi territoriali e dei centri con funzione educativa e ricreativa, durante il periodo estivo, per le bambine e i bambini di età compresa tra 3 e 14 anni”: dall’altro sia “finalizzato a contrastare la povertà educativa, mediante il finanziamento di progettualità miranti a questo scopo durante il periodo di emergenza e per quando sarà terminata e il lockdown gradualmente sospeso, al fine di recuperare il tempo perso in termini di offerta educativa e culturale”.

Ripartiamo sui pedali


Ieri è stata l’undicesima Giornata nazionale della bicicletta, appuntamento patrocinato dal ministero dell’Ambiente per sensibilizzare sull’utilizzo delle due ruote come mezzo sostenibile e sicuro per gli spostamenti. Il Governo ha previsto incentivi per la mobilità al fine di evitare di congestionare il traffico nei centri urbani, con lo stanziamento di 125 milioni di euro come bonus per l’acquisto di bici.

La Giornata Nazionale della Bicicletta “è una grande occasione per sottolineare l’importanza dell’utilizzo della bici, che permette di muoversi in sicurezza mantenendo le distanze – commenta Enrico Della Torre, direttore generale Vivi Appennino -, ma al tempo stesso è anche motivo per tenere alta l’attenzione sul sistema nazionale di Ciclo-Vie, a partire da quella dell’Appennino che collega il Paese da Nord a Sud.

La Fase 2 dell’emergenza sta infatti portando a un incremento della uscite all’aperto nelle aree appenniniche e verso le seconde case – sottolinea Della Torre -: è un’opportunità per riscoprire zone protette ricche di storia e natura, ai più sconosciute”. Per ogni uscita, spiega la nota, è necessario essere muniti del modello di auto-dichiarazione per gli spostamenti, aggiornato sulla base delle ultime misure adottate per il contenimento della diffusione del virus Covid-19. E’ attesa poi per il 3 giugno la Giornata Mondiale della Bicicletta, istituita dall’Onu.

L’Uisp ha celebrato la giornata con un diretta Facebook in occasione della 34^ edizione di Bicincittà. Un Giro d’Italia virtuale con al centro il tema della mobilità urbana e della bicicletta, con collegamenti da varie città, dal Nord al Sud Italia. Assieme a Vincenzo Manco, presidente nazionale Uisp, ha partecipato Roberto Morassut, sottosegretario al ministero all’Ambiente. Vari ospiti hanno raccontato esperienze cittadine su stili di vita attivi e utilizzo della bici per mobilità pulita. “Le piste ciclabili rappresenteranno sempre di più vere e proprie infrastrutture di mobilità alternativa, sulle quali le politiche pubbliche del nostro Paese dovranno puntare – sottolinea l’Uisp -. E’ urgente intervenire a partire da questo periodo di emergenza e di distanziamento sociale”.

Semaforo verde


Approvata definitivamente la Legge per le Olimpiadi e Paralimpiadi Milano Cortina 2026 e le finali Atp di Torino: l’Italia prova a ripartire con lo sport. Il servizio di Elena Fiorani.

La Fase 2 dell’emergenza CoronaVirus continua a focalizzarsi sullo sport: dai professionisti del campionato di calcio, che forse ripartirà o forse no, ai campioni degli sport individuali che hanno ripreso ad allenarsi, fino ai milioni di sportivi italiani che per ora possono correre o pedalare individualmente. In attesa che vengano risolte alcune incongruenze tra le indicazioni contenute nel Dpcm del 26 aprile e le Linee guida dell’Ufficio per lo Sport per poter ripartire in sicurezza con lo sport di base, quello olimpico si prepara all’evento che ora è “Un segno di speranza e di ottimismo per il futuro”, come ha detto il ministro dello sport Spadafora, ma si spera che diventi un volano di sviluppo economico da qui ai prossimi cinque anni, in modo particolare nei territori più colpiti dal Coronavirus, con positive ripercussioni sulle possibilità lavorative dei giovani.

Chi è l’animale?


In Svezia un fantino italiano è stato escluso dalle corse per sei mesi in nome del benessere equino. Infatti, il driver e l’allenatore sono stati puniti per aver colpito con un paio di violente frustate la cavalla Zarina Bi. Vietato l’accesso alle strutture ippiche svedesi e multa. Ora lo stop potrebbe essere applicato anche in Italia: infatti, il provvedimento è estendibile alle altre nazioni.

A distanza di 72 ore dal caso-Zarina Bi (cavalla ritirata dal veterinario di servizio, sabato a Orebro, e Marco Pedrazzini, collaboratore del team, giustamente deferito per un paio di violente frustate appioppate in sgambatura con le guide riunite in una mano), ieri l’ente tecnico svedese ha comunicato il suo verdetto: Pedrazzini è stato squalificato come guidatore per 18 mesi, nei quali gli sarà anche vietato l’accesso alle strutture ippiche svedesi, ed è stato multato di 20.000 corone (circa 2.000 euro), per le frustate a Zarina Bi (art. 38) e per aver sgambato la cavalla senza essere autorizzato (non ha licenza di driver né di allenatore, quindi da artiere avrebbe dovuto essere segnalato come tale e coperto da clausola assicurativa ad hoc).

Gocciadoro è stato squalificato per 6 mesi come guidatore e inibito per 1 un mese dalle iscrizioni dei suoi cavalli in Svezia, e si è visto revocato il permesso di “scuderia stagionale” concessogli dal 24 aprile scorso, il tutto per aver impiegato persona non affidabile né autorizzata alle sgambature dei cavalli (art. 31) e per aver danneggiato l’immagine delle corse ippiche svedesi (art. 70).

Tornare sotto rete


La US Pallavolo di Senigallia con un team di professionisti della sicurezza sul lavoro, medici, tecnici e legali, ha presentato il progetto “Sport primavera di vita”, con l’obiettivo di ripartire, in modo limitato e rinunciando al tradizionale gioco 6 contro 6 in campo. Ne è nato un protocollo dettagliato per garantire ai ragazzi l’attività sportiva in sicurezza contro la diffusione del Covid-19.

Si tratta di un protocollo che non lascia nulla al caso: dalle modalità di ingresso ed uscita al controllo della temperatura corporea, dall’accesso agli spogliatoi ai bagni, al distanziamento di sicurezza nelle fasi di attività fino ad una suddivisione diversa del tradizionale campo di gioco. Il progetto è stato presentato al sindaco di Senigallia, a cui la società nero-azzurra (prima della Provincia di Ancona e seconda nella regione Marche per numero di tesserati e campionati svolti) ha chiesto un incontro e l’autorizzazione, sulla scorta del progetto, a
partire il 18 maggio.

Al riguardo il presidente Us Pallavolo Senigallia, Gabriele Zazzarini dichiara: “Il nostro progetto, che è sociale prima che sportivo, nasce dalla prioritaria e non oltre rinviabile esigenza di restituire forza vitale ad una intera generazione di giovani. Sentiamo questa responsabilità come società che ha fatto del lavoro nel settore giovanile la propria ragione di vita”.