Speciali

L’Italia è un Paese sicuro ma non per le donne: i numeri della violenza di genere


 

 

Questo sono le sirene delle volanti che hanno trasferito l’anarchico Alfredo Cospito nel carcere di Opera: ieri a Roma incendiate 5 auto nel piazzale della sede della Telecom, atto rivendicato dagli anarchici.

Oggi parliamo di sicurezza e violenza di genere nel nostro Paese. Partiamo dalle parole del Primo presidente della Cassazione Pietro Curzio all’anno giudiziario.

“Nel corso degli anni Novanta del Novecento gli omicidi in Italia erano circa 1900 ogni anno, in parte cospicua commessi da esponenti della criminalità organizzata”, negli ultimi 5 anni si sono ridotti a 300 e nel 2022 sono stati 310: “si tratta di un dato cruciale perchè colloca l’Italia tra i paesi più sicuri in Europa e a fortiori nel mondo”, dice il Curzio.

“Un’ombra inquietante rimane per il fatto che circa la metà degli omicidi sono avvenuti nell’ambito dei rapporti familiari ed affettivi e una parte molto consistente, 122 su 310, vede come vittima la donna, spesso ad opera del partner o ex partner – ha aggiunto – Il dato è ormai costante, anche se proprio nell’anno appena concluso in leggera flessione”.

Su questo tema si è incentrata la rubrica “Luce sui fatti” su Radio Anmil network, condotta dalla giornalista Luce Tommasi, realizzata in collaborazione con Luisa Betti Dakli, giornalista esperta in diritti umani e responsabile del giornale on line DonnexDiritti Network. Ascoltiamo Elvira Reale, psicologa, consulente Commissione Femminicidio al Senato XVIII legislatura e responsabile Centro Dafne Ospedale Cardarelli di Napoli.

Ascolta Ad Alta Velocità, rubrica quotidiana a cura di Giuseppe Manzo – giornale radio sociale

Salute mentale: così la psicoanalisi sta scomparendo dal servizio pubblico


 

 

Il suono della contraerea nella guerra in Ucraina: a meno di un mese dal primo anno di conflitto a parlare sono ancora armamenti e minacce di distruzione.

Oggi parliamo di psicanalisi, un tema che continua ad attrarre un pubblico ampio, non solo di addetti ai lavori. Nel weekend a Roma, sono state in media – tra presenza fisica e online – 120 le persone che hanno partecipato al convegno “50 anni de ‘Lo Spazio Psicoanalitico’. Psicoanalisi tra arte, scenza e società”, un dato a cui vanno dunque aggiunte diverse persone che hanno seguito solo una parte dell’evento, che si è tenuto alla Sala della Protomoteca in Campidoglio.

Lo Spazio Psicanalitico, il centro fondato nel 1972 da Paolo Perrotti, in stretta collaborazione con Cesare Musatti e Adriano Ossicini, si caratterizza proprio per l’attenzione alla realtà sociale e per la costruzione di relazioni con la comunità locale, coinvolgendo i cittadini anche in attività culturali e sociali, fuori dalla classica relazione terapeutica, come avviene nei sei Laboratori Psicoanalitici attivi a Roma in altrettanti quartieri della città. In questa due giorni si è posto il tema partendo da una domanda: la psicoanalisi sta scomparendo dai servizi pubblici?  A rispondere è Daniela Zampa, presidente de Lo Spazio Psicanalitico.

Ascolta Ad Alta Velocità, rubrica quotidiana a cura di Giuseppe Manzo – giornale radio sociale

La sfida dei beni confiscati in Calabria e in tutto il Mezzogiorno


 

 

Le note del violino di Auschwitz I Stammlager, appartenuto a Jon Hillembrand, restaurato dalla Fondazione ILMC.

Oggi parliamo di beni confiscati nelle regioni del Mezzogiorno. Al Sud la sfida è aperta per poter destinare al riuso sociale di beni immobili, aziende e terreni sottratti alle organizzazioni criminali. Due giorni fa Mario Morcone, oggi assessore alla Sicurezza in Campania ma è stato a capo dell’Agenzia dei beni confiscati, ha chiarito che nella sua regione si esclude ogni ipotesi di vendita dei beni confiscati: evenienza che fa preoccupare non poco Libera e il non profit impegnato in questo ambito.

In Calabria, invece, a Lamezia Terme ieri nel salone dell’Oasi Bartolomea si è tenuto il secondo incontro sulla gestione dei beni confiscati voluto da Fondazione CON IL SUD.  L’incontro è stato organizzato dal Forum Terzo Settore Calabria con Fondazione CON IL SUD e Comunità Progetto Sud e vede la partecipazione di associazioni, cooperative e operatori sociali impegnati nella gestione dei beni confiscati su tutto il territorio calabrese. Ascoltiamo le voci raccolte da Maria Pia Tucci, rispettivamente Stefano Consiglio – presidente designato Fondazione Con il Sud; Luigi Lochi – coordinatore gruppo di lavoro Con il Sud; Fernando Verdolotti – direttore generale aziende confiscate di Agenzia beni confiscati; Pietro Molinaro – presidente commissione regionale fenomeni anti-ndrangheta.

Ascolta Ad Alta Velocità, rubrica quotidiana a cura di Giuseppe Manzo – giornale radio sociale

A Scampia i giovani rom sulle tracce di memoria del Porrajmos


 

 

Le parole del sindaco di Castelvetrano di Mazara ieri durante la manifestazione contro la mafia che è passata accanto al covo di Matteo Messina Denaro.

Oggi parliamo della Giornata della Memoria per le vittime della Shoah. A Napoli, più precisamente a Scampia, un gruppo di giovani Rom e Non seguiti dall’Associazione Chi rom e… chi no si muovono sulle tracce del “Porrajmos”: l’olocausto dei rom, durante il quale ci fu il genocidio di 500mila rom e sinti nei campi di sterminio dal 1936 al 1945. Solo tra il 2 e il 3 agosto 1943 più di 4mila persone, in maggioranza donne e minori, furono sterminati nel “campo degli zingari” ad Auschwitz.

Attraverso il progetto “Tracer” e il progetto “La mia Banda è Pop” i ragazzi e le ragazze seguiti dall’associazione in un video raccontano qual è la memoria per le nuove generazioni di una comunità che vive ancora forti discriminazioni in tutto il Paese e in tutta Europa.

Ascoltiamo la voce di questi giovani rom insieme all’educatore Biagio Di Bennardo, in un video realizzato e diffuso dall’associazione.

Ascolta Ad Alta Velocità, rubrica quotidiana a cura di Giuseppe Manzo – giornale radio sociale

Perché riguarda tutti il diritto di informare sul caso Alfredo Cospito


 

 

Le voci del video di Juan Carrito che fece il giro del mondo quando entrò in una pasticceria di Roccaraso: la morte dell’orso ci interroga sul grande enigma di convivenza uomo-natura.

Oggi parliamo del caso dell’anarchico rivoluzionario Alfredo Cospito, detenuto in regime di 41 bis e in sciopero della fame da 100 giorni. È stato condannato per atti di violenza molto gravi che lui stesso ha rivendicato, ma non si considera capo di nessuna organizzazione, soprattutto mafiosa, per cui è previsto questo regime carcerario.

Ora il suo caso diventa anche un polverone sulla censura ai danni di Radio Onda d’Urto di Brescia. Il Dap ha comunicato all’avvocato di Cospito, Flavio Rossi Albertini, il nulla osta alla visita giovedì 26 gennaio in carcere a Cospito da parte della dottoressa di fiducia, dottoressa Angelica Milia, più volte ai microfoni della radio per aggiornare lo stato di salute (sempre più deteriorata) di Cospito. La nota però si chiude in maniera..inaspettata: “visto quanto segnalato dal Direttore Generale della D.G.D.1., con nota pervenuta a questa Direzione in data 20.01.2023, la Dr.ssa Milia viene diffidata a rilasciare a seguito delle visite, dichiarazioni all’emittente radio “Onda d’Urto”, al fine di non vanificare le finalità del regime di 41 bis.

Per il presidente della Fnsi Beppe Giulietti Il tentativo di intimidire e imbavagliare anche il medico di Alfredo Cospito rappresenta oltraggio Articolo ventuno della Costituzione e, come tale, va avvertito anche dai giornalisti. Secondo l’Arci che ieri ha aderito alla giornata di sensibiliazzazione sul caso Il tema è il confine di una detenzione che, scontata in questo modo, rischia di vanificare i principi costituzionali sulla pena e sul carcere. Va ridefinito il sistema di sorveglianza: il 41bis è uno strumento anticostituzionale, contrario alla finalità rieducativa della pena, disumano. Cospito spera che intorno al suo caso si apra una discussione più grande di quella che riguarda il suo caso.

Ieri ai microfoni della radio bresciana è intervenuto anche Luigi Manconi, presidente dell’associazione A Buon diritto. Ascoltiamolo

Ascolta Ad Alta Velocità, rubrica quotidiana a cura di Giuseppe Manzo – giornale radio sociale

Quale Paese ci raccontano le “grandi dimissioni” di 1,6 milioni di italiani nel 2022


 

 

 

Il suono del silenzio degli appennini innevati: il maltempo sta creando disagi in tutta Italia soprattutto con la neve.

Oggi torniamo a parlare della “Great resignation”, le grandi dimissioni. In Italia non è della stessa portata degli Usa ma, dopo la pandemia, il fenomeno delle dimissioni dal lavoro si fa sempre più spazio. Sono oltre 1,6 milioni, infatti, le dimissioni registrate nei primi nove mesi del 2022, il 22% in più rispetto allo stesso periodo del 2021 quando ne erano state registrate più di 1,3 milioni.

La fotografia arriva dagli ultimi dati trimestrali sulle comunicazioni obbligatorie del ministero del Lavoro, ed il numero indica i rapporti di lavoro cessati per dimissioni, e non il numero dei lavoratori coinvolti. Per capirne di più ascoltiamo il giornalista Stefano Milani, direttore di Collettiva.it

Ascolta Ad Alta Velocità, rubrica quotidiana a cura di Giuseppe Manzo – giornale radio sociale

Donna vita libertà: i numeri e le voci della rivoluzione in Iran


 

 

Le sirene della polizia in California dove dieci persone sono state uccise Monterey Park in un locale: 10 morti e altre 10 persone sono rimaste ferite.

Oggi parliamo della lotta delle donne e di tanti giovani in Iran contro il regime. Il movimento per i diritti umani nel Paese ha fornito i numeri dall’inizio delle proteste dallo scorso 17 settembre. Sono stati uccisi al 21 gennaio secondo gli attivisti 525 persone di cui 71 minori. Sono stati arrestati 19.546 persone, di queste i minori in carcere sono 168 e gli studenti sono 768. Le vittime tra le forze del regime sono 68.

I numeri servono a capire la portata di un movimento rivoluzionario contro un regime come quello degli Ayatollah iniziato con l’uccisione di Masha Amini che non aveva il velo. Dalla lotta al grido “donna vita libertà” il movimento si esteso in una rivendicazione politica di impatto internazionale più ampio nel nome dei diritti delle persone con le donne in prima fila. Per capire questa portata ascoltiamo le parole di Rozita Shoaei del Movimento 𝘥𝘦𝘪 𝘤𝘪𝘵𝘵𝘢𝘥𝘪𝘯𝘪 𝘪𝘳𝘢𝘯𝘪𝘢𝘯𝘪 𝘳𝘦𝘴𝘪𝘥𝘦𝘯𝘵𝘪 𝘢 𝘕𝘢𝘱𝘰𝘭𝘪 intervenuta lo scorso 20 gennaio a una iniziativa promosso dal Centro culturale Chikù di Scampia

Ascolta Ad Alta Velocità, rubrica quotidiana a cura di Giuseppe Manzo – giornale radio sociale

Un sostegno psicologico per vittime di incidenti sul lavoro e loro familiari


 

 

La voce di Giuseppe Cimarosa, nipote di Matteo Messina Denaro: ha ripudiato lo zio boss e ha partecipato a una manifestazione a Campobello di Mazara.

Oggi parliamo di incidenti sul lavoro e delle conseguenze per le vittime e le loro famiglie, soprattutto quelle psicologiche. Ieri è stato presentato il Protocollo d’Intesa tra la Fondazione ANMIL “Sosteniamoli subito” ed l’Ordine degli psicologi.

L’accordo nasce con l’intento di fornire le cure psicologiche necessarie, troppo spesso inadeguate, a chi abbia patito traumi psicologici a seguito di shock lavorativi e ha l’obiettivo di cercare di trattare in modo adeguato i disturbi emotivi e relazionali che ne conseguono per la ripresa di una vita dignitosa “normale” e felice.

Parliamo di un tema attuale e di un servizio che, secondo gli ultimi dati Inail disponibili, al 1 gennaio 2021, si rivolge ai circa 570mila disabili con inabilità permanente da lavoro, di cui 490mila uomini e 80mila donne, circa 300mila con disabilità motoria, 120mila con disabilità psico-sensoriali, circa 30mila con disabilità cardiocircolatoria e i restanti 120mila con altre disabilità. Ascoltiamo le parole del presidente nazionale Anmil Zoello Forni.

Ascolta Ad Alta Velocità, rubrica quotidiana a cura di Giuseppe Manzo – giornale radio sociale

Inflazione, situazione drammatica per i redditi bassi: “governo non dà risposte”


 

 

Il suono di una tromba d’aria a Valmontone, vicino Roma: da giorni il maltempo sta causando danni, disagi ed esondazioni di fiumi da nord a sud.

Oggi parliamo di crisi, quella economica e sociale. L’Istat aggiorna le stime del tasso di inflazione che, a dicembre 2022, si attesta al +11,6%. Confermato al +8,1% il tasso del 2022. Mediamente, il tasso di inflazione a questo livello determina ricadute per ogni famiglia di 3.456,80 euro annui. Un dato già di per sé allarmante, che incide, come sottolinea lo stesso Istituto di Statistica, soprattutto sulle fasce più deboli e sui nuclei meno abbienti: nel 2022 l’impatto dell’inflazione è più ampio sulle famiglie con minore capacità di spesa, attestandosi al +12,1% per queste ultime, contro il +7,2% per quelle con maggiore capacità di spesa.

“La corsa all’inflazione, che in questo momento, già molto delicato, rischia di impoverire ulteriormente le famiglie e i più fragili, è un problema molto grave a cui il Governo non sta dando ancora risposte concrete.  – Così le Acli nazionali in una nota diffusa ieri a margine della direzione nazionale dove hanno ribadito la situazione critica per il lavoro di cura nel rinnovo del contratto per le colf e badanti tra i due diritti legittimi di chi lavora e delle famiglie che sono provate dal carovita. Ascoltiamo il vicepresidente nazionale delle Acli Stefano Tassinari.

Ascolta Ad Alta Velocità, rubrica quotidiana a cura di Giuseppe Manzo – giornale radio sociale

Dopo 40 anni il momento di pretendere la verità su Emanuela Orlandi


 

 

 

Il momento in cui la polizia tedesca preleva Greta Thunberg che era tornata a partecipare a una protesta insieme ad altri attivisti vicino a Lützerath, il villaggio che sarà abbattuto per far spazio a una miniera di carbone.

Oggi parliamo di un altro caso su cui si cerca la verità da 40 anni e che dopo la morte di Papa Ratzinger trova una nuova speranza di sapere cosa sia accaduto il 22 giugno 1983: 40 anni fa Emanuela Orlandi spariva nel nulla.

Finalmente la Santa Sede ha deciso di aprire un’inchiesta e in questi giorni si stanno rispolverando tutte le ipotesi investigative già battute in questo infinito lasso di tempo. Numerose sono le piste ma tanti sono i depistaggi e altrettanti gli attori presumibilmente coinvolti nella vicenda. La vicenda è tornata prepotentemente all’attenzione dell’opinion pubblica anche grazie alla serie Vatican Girl su Netflix: un docufilm che ha lasciato troppe domande e troppi sospetti senza risposta.

L’unica certezza è che se ancora se ne parla è soprattutto per l’ostinata e combattiva ricerca della verità della famiglia, soprattutto del fratello Pietro Orlandi che ascoltiamo ai microfoni dei giornalisti durante il sit-in del 14 gennaio.

Ascolta Ad Alta Velocità, rubrica quotidiana a cura di Giuseppe Manzo – giornale radio sociale