Il 10 e 11 settembre a Milano si presenta al mercato Mangerete Cooperazione Alimentare, un network di food e inclusione lavorativa. Ascoltiamo Felice Romeo.

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Sabato 6 settembre il festival Tuscia in jazz for Sla ospiterà 3 giganti del jazz: Enrico Pieranunzi, Rita Marcotulli e Dado Moroni. Al piano, i tre si uniranno alla kermesse che da due anni a Ronciglione, nel Viterbese, raccoglie fondi per la ricerca contro la malattia neurodegenerativa.
L’industria dello sport. Tra il 2023 e il 2024 in Europa l’occupazione nel settore sportivo è aumentata del 6,5%, raggiungendo 1,6 milioni di dipendenti. I dati Eurostat evidenziano come la Svezia sia il Paese con più impiegati nel settore sportivo, seguita da Danimarca e Spagna. Cresce anche il divario di genere: la disparità è evidente nei ruoli dirigenziali ma gli uomini sono più numerosi in tutti i lavori legati allo sport.
Nel 2024, le donne ricoprivano meno di un quarto dei ruoli decisionali di vertice nelle federazioni sportive nazionali dei dieci sport più popolari dell’Ue, da poco meno dell’otto per cento in Slovenia al 51 per cento in Svezia.
La Svezia è in testa, con l’1,50 per cento della sua forza lavoro impiegata nell’industria sportiva, seguita dalla Danimarca con l’1,37 per cento e dalla Spagna con l’1,17 per cento. Al contrario, la Romania (0,21 per cento), la Bulgaria (0,44 per cento) e la Repubblica Ceca (0,47 per cento) hanno la quota più bassa di persone che lavorano in questo settore.
Rispetto alla struttura per età della popolazione totale occupata, la percentuale di giovani impiegati nello sport è più alta rispetto alla media dell’Ue per tutti gli altri settori. L’anno scorso, più di un terzo (36,8 per cento) di tutti i dipendenti aveva un’età compresa tra i 15 e i 29 anni.
In sette Paesi dell’Ue, almeno il 40 per cento delle persone impiegate nello sport erano giovani: Danimarca (52,7 per cento), Finlandia (49,7 per cento), Svezia (49,2 per cento), Paesi Bassi (46,3 per cento), Belgio (43,5 per cento), Spagna (43,5 per cento) e Irlanda (43,2 per cento).
In Bulgaria e Spagna, questa cifra era almeno tre volte superiore a quella degli altri settori di occupazione.
L’industria dello sport è da tempo uno dei settori in cui la disuguaglianza di genere è più visibile. Solo ai Giochi Olimpici e Paralimpici di Parigi 2024 è stata raggiunta la parità di genere tra gli atleti, con un numero uguale di uomini e donne in gara per la prima volta.
Ma il divario di genere nell’occupazione sportiva nell’Ue è aumentato dal 2011. Nel 2024, più di 800mila uomini hanno lavorato nello sport, rispetto a poco più di 700mila donne.
Nella maggior parte dei Paesi dell’Ue, gli uomini sono più numerosi delle donne nei lavori legati allo sport, con i maggiori divari di genere nell’occupazione osservati a Cipro (dove il 69,4 per cento dei dipendenti era di sesso maschile) e in Belgio (66,8 per cento).
Ma in tre Paesi dell’Ue le donne impiegate nello sport erano più numerose degli uomini (Lettonia con il 53,3 per cento, Svezia con il 51,4 per cento e Paesi Bassi con il 50,8 per cento).
La disparità di genere è evidente anche nei ruoli dirigenziali.
Nel 2024, le donne ricoprivano meno di un quarto dei ruoli decisionali di vertice nelle federazioni sportive nazionali dei dieci sport più popolari dell’Ue, da poco meno dell’otto per cento in Slovenia al 51 per cento in Svezia.
Solo il 13 per cento di queste federazioni ha un presidente donna e il 21 per cento ha un vicepresidente donna.
Il Burkina Faso, governato da una giunta militare, ha adottato una legge che prevede pene detentive fino a cinque anni per “gli autori di pratiche omosessuali”. Si tratta della prima legge del genere nel Paese dell’Africa occidentale. Prevede non solo la pena detentiva ma anche multe ed espulsione per gli stranieri.
Leggere i nomi dei giornalisti uccisi finora a Gaza, ad alta voce, in piazza: è l’iniziativa di Articolo 21 e Ordine dei Giornalisti Lazio con molte altre associazioni aderisce il 9 settembre a Roma. Ascoltiamo il presidente di Articolo 21 Beppe Giulietti.
Nel nostro Paese aumenta la conoscenza della responsabilità sociale d’impresa: se nel 2022 il 30% degli italiani dichiarava di conoscere questo concetto, oggi questa quota supera il 40%. Lo rileva un sondaggio di Swg.
La FISPES – Federazione italiana sport paralimpici e sperimentali – grazie al contributo del Fondo Carta Etica di UniCredit, mette a disposizione all’interno del progetto “Formazione del Talento” 60 borse di studio sportive per tutte le persone con una disabilità. Le candidature dovranno essere presentate entro il 15 settembre 2025.
Dall’Isola d’Elba a Piombino a nuoto: ANMIL sostiene la sfida per la sicurezza e l’inclusione. Il servizio di Elena Fiorani.
Partirà domani alle 7 dall’Isola d’Elba la traversata solidale a nuoto verso Piazza Bovio a Piombino, promossa da Andrea Lanari, vicepresidente ANMIL Marche e Testimonial per la sicurezza, che guiderà una squadra di atleti pronti a condividere questa avventura. Il percorso di circa 11 chilometri sarà l’occasione per promuovere la cultura della sicurezza sul lavoro e l’inclusione sociale delle persone con disabilità attraverso lo sport paralimpico. Secondo gli ultimi dati INAIL, relativi ai primi 6 mesi del 2025, in Italia si sono verificati quasi 300 mila incidenti e 502 morti sul lavoro (con un aumento del 7% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente). Le malattie professionali denunciate ammontano a 50.986, con un incremento del 12%.
Otto film su 10, in Italia, sono appannaggio solo degli uomini: sono stati presentati ieri alla mostra del cinema di Venezia i dati dell’università Cattolica sul gender balance. La presenza femminile è forte solo nel reparto costumi (78%), trucco (69%) e scenografia (57%).
Il sisma di 6.0 in Afghanistan ieri ha prodotto centinaia di morti e migliaia di feriti. Ascoltiamo Alessandro Parisi, operations manager di Emergency nel Paese.