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Su Fedez, salute mentale e fragilità: l’inadeguatezza dell’opinione pubblica

di Redazione GRS


 

Il coro di donne in piazza. Nella Giornata internazionale delle donne il pensiero è per le ragazze e studentesse iraniane in lotta contro il regime.

Oggi parliamo di cura e di salute mentale. E lo facciamo su quanto ha detto Fedez in un video su Instagram dove lo ha visto tornare a parlare ai suoi fans.

Il cantante più famoso sui social dopo l’intervento per un tumore al pancreas decide di condividere il suo stato di fragilità e questa volta legato alla salute mentale. Non serve guardare a questa scelta con le lenti di un giudizio morale, è importante invece centrare il punto: lo stato di fragilità che alberga in una persona di qualsiasi posizione sociale e culturale. Fedez come la moglie Chiara Ferragni attira un profondo carico di critiche, spesso rancorose, tanto che l’assenza dai social avevano determinato una serie di congetture e gossip sul matrimonio e anche sulla sua presunta omosessualità.

E anche dopo il suo racconto sono arrivati puntuali articoli e giudizi su quanto male abbia fatto alla salute mentale il suo intervento. Invece Fedez, suo malgrado, mette in luce la difficoltà estrema della comunicazione pubblica su certi temi a partire dalla fragilità, dalla salute mentale, da conseguenze psicologiche dopo un evento post traumatico come il suo intervento oncologico. Il cantante più accusato di strumentalizzare fatti privati per presunti tornaconti riesce, forse senza nemmeno accorgersene, a mettere in luce una grande inadeguatezza dei media e dell’opinione pubblica su fenomeni che invece quotidianamente attraversano la vita di migliaia di persone.

Ascolta Ad Alta Velocità, rubrica quotidiana a cura di Giuseppe Manzo – giornale radio sociale

Matrimoni precoci e forzati, un problema globale. Intervista a Paola Maceroni di Action Aid Italia

di Admin GRS


 

Sono 650 milioni in tutto il mondo le donne che hanno dovuto sposarsi prima dei 18 anni. Ogni anno 12 milioni di bambine e adolescenti rischiano di subire un matrimonio forzato e precoce. È un problema globale ma che riguarda da vicino anche giovanissime ragazze in Italia.
Ne parliamo con Paola Maceroni di Action Aid Italia.

Otto marzo, parole d’odio: la dimensione digitale della violenza di genere

di Redazione GRS


 

 

La voce di una studentessa iraniana di Mashad che testimonia l’odore di gas che nella sua scuola ha provocato malori e svenimenti: questa sarebbe la punizione del regime contro il movimento che da settembre si ribella agli Ayatollah.

Oggi parliamo di violenza di genere e disabilità. Nel 2022, secondo l’ultimo rapporto di Vox, Osservatorio italiano su diritti, che monitora l’odio espresso sui social tramite Twitter, le donne sono state le più colpite, seguite dalle persone con disabilità. La violenza contro le donne è una delle forme più gravi di violazione dei diritti umani basata sul genere ed è un fenomeno mondiale. Da molti anni, gli episodi di violenza di genere contro le donne sono stati amplificati o agevolati dalla tecnologia, in particolare online.

Il 20 ottobre 2021, il GREVIO, Gruppo di esperti/e sulla lotta contro la violenza nei confronti delle donne, organismo indipendente del Consiglio d’Europa che monitora l’applicazione della Convenzione di Istanbul in tutti i paesi che l’hanno ratificata, ha adottato la Raccomandazione generale n. 1 sulla dimensione digitale della violenza di genere. Questo sarà uno dei temi centrali del digital talk “Le mimose non bastano. La dimensione digitale della violenza di genere”, che FISH promuove per mercoledì 8 marzo, in occasione della Giornata internazionale della donna.

L’iniziativa vedrà una tavola rotonda moderata da Silvia Cutrera, coordinatrice del gruppo donne FISH con gli interventi di Silvia Lisena, Gruppo Donne UILDM, Silvia Brena, Vox Diritti, Federico Faloppa, coordinatore Rete nazionale per il contrasto ai discorsi e ai fenomeni d’odio, Laura Abet, Gruppo donne Ledha, Stefania Leone e Haydée Longo del Gruppo Donne della FISH. Ascoltiamo il presidente della Fish onlus Vincenzo Falabella.

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Diritti, Costituzione e democrazia: le tensioni che corrono lungo il Paese

di Redazione GRS


 

Uno dei momenti degli scontri a Torino lo scorso sabato dove gli anarchici sono scesi in piazza per Alfredo Cospito: danni a negozi e auto, lacrimogeni e bombe carta durante il corteo.

Oggi parliamo delle tensioni che corrono lungo il Paese, da Torino a Firenze passando per i fatti di Crotone. All’inizio abbiamo accennato agli scontri durante la manifestazione degli anarchici mentre nel capoluogo toscano l’Anpi ha chiamato a raccolta associazioni, sindacati e partiti per una mobilitazione antifascista dopo l’aggressione ai danni di due studenti da parte di militanti dell’organizzazione di estrema destra Azione studentesca fuori al liceo Michelangiolo.

Le reazioni del ministro Valditara dopo la lettera della preside del Da Vinci e la mancata condanna da parte della maggioranza in Parlamento e al governo. In mezzo ci sono i fatti di Cutro con le parole del ministro Piantedosi e la difesa della premier Meloni che dice “’Davvero si pensa che non abbiamo voluto salvarli?”.

Sono fuochi di tensioni e polemiche sui diritti, sull’agibilità democratica e sul rispetto del dettato costituzionale che in questo inizio anno infiamma la piazza e il palazzo. Ascoltiamo ora le parole di Gianfranco Pagliarulo, presidente nazionale Anpi.

Ascolta Ad Alta Velocità, rubrica quotidiana a cura di Giuseppe Manzo – giornale radio sociale