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Nel Paese che invecchia politiche e (nuovi) metodi per la cura degli anziani

di Redazione GRS


 

La voce di Steve Kerr, coach della Nba americana, che con le lacrime agli occhi grida la sua rabbia per l’ennesima strage in una scuola in Texas da parte di un 18enne armato fino ai denti.

Dall’infanzia negata negli Usa, patria delle armi, passiamo alla terza età nel nostro Paese. Oggi molti, troppi, anziani sono afflitti da un insieme di condizioni (sanitarie, economiche sociali, ambientali, abitative) che rendono l’ultima stagione della loro vita particolarmente faticosa in un Paese in cui l’invecchiamento della popolazione incide in maniera determinante.

Rimuovere questa condizione deve essere, secondo Auser, “impegno prioritario di tutta la comunità. Per farlo è necessario promuovere nel Paese e in Europa un serio programma politico per l’invecchiamento attivo”.

Poi ci sono quegli anziani non autosufficienti. Ad esempio secondo l’OMS la demenza è la 25^ causa di disabilità nel mondo, la 7^ causa di morte negli ultimi vent’anni e rappresenta una condizione che coinvolgerà un numero sempre maggiore di persone e famiglie. Le varie forme di demenza, tra cui l’Alzheimer, non colpiscono solo gli anziani che ne sono affetti, ma incidono in maniera considerevole sull’ambiente di vita della persona, costringendo i familiari a cambiamenti e adattamenti importanti nella presa in carico quotidiana.

La Regione Piemonte ha adottato nella propria normativa il metodo Gentlecare di Ottima Senior che da 10 anni propone un approccio innovativo. Ascoltiamo il fondatore di Ottima Senior Enzio Angiolini.

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Reddito cittadinanza “primo nemico”, non disuguaglianze e povertà da lavoro

di Redazione GRS


 

La voce del giornalista Paolo Mondani che con Sigfrido Ranucci e tutta la redazione di Report ieri ha subito perquisizioni dopo la puntata del 23 maggio sulla strage di Capaci.

Parliamo di reddito di cittadinanza, ieri con Oxfam abbiamo dato i numeri sulle disuguaglianze a livello globale. Nel nostro Paese gli indicatori ci parlano di povertà aggravate con la pandemia e di un rischio anche per chi lavora. Nel mirino di ampi settori della politica e dell’imprenditoria c’è la misura che raggiunge circa 2 milioni di famiglie e complessivamente 3,3 milioni.

Italia Viva vuole addirittura promuovere una raccolta firme per abolirlo mentre associazioni di commercianti e imprese denunciano in varie zone d’Italia la mancanza di lavoratori stagionali additando proprio il reddito di cittadinanza.

Ascoltiamo Roberto Rossini, portavoce dell’Alleanza contro la povertà che ieri è intervenuta con una nota nel dibattito pubblico che si è sviluppato anche sui social.

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Con la pandemia 573 nuovi miliardari: profitti record su cibo, energia e salute

di Redazione GRS


 

Il suono del conflitto in Ucraina giunto al terzo mese di combattimenti da quell’alba del 24  febbraio.

Oggi parliamo di ricchezza, povertà e disuguaglianze. Che affare la pandemia, ha prodotto 573 nuovi miliardari, uno ogni 30 ore, mentre, quest’anno, un milione di persone ogni 33 ore potrebbe finire in condizione di povertà estrema, vale a dire 263 milioni.

La ricchezza dei miliardari è aumentata, in termini reali, più in 24 mesi di COVID-19 che nei primi 23 anni delle rilevazioni di Forbes ed è ora equivalente al 13,9% del PIL mondiale. Sono alcuni dei dati di Oxfam in apertura del World Economic forum di Davos.

Le imprese nei settori energetico, alimentare e farmaceutico – caratterizzati da situazioni di forte monopolio – registrano profitti da record. Chi sono le multinazionali che hanno fatto ingenti profitti in questi due anni? Ascoltiamo Francesco Petrelli, portavoce di Oxfam Italia

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La strage di Capaci, la voce di Falcone: la verità lontana 30 anni dopo

di Redazione GRS


 

La voce di Giovanni Falcone, nel giorno in cui si ricordano i 30 anni dalla strage di Capaci che uccise lui, la moglie Francesca Morvillo e gli agenti della scorta  Vito Schifani, Rocco Dicillo e Antonio Montinaro.

Nel trentennale di quell’attentato che squarciò la democrazia già debole di un Paese in piena tangentopoli e instabilità politica la sera del 23 maggio 1992 a Palermo oggi si ritrovano mille studenti con il ministro Bianchi e la presidente della Fondazione Giovanni Falcone, la sorella Maria. E in città ci sarà anche il presidente della repubblica Sergio Mattarella. A queste e altre generazioni non ancora nate o appena nate 30 anni serve ascoltare la voce del magistrato

Don Luigi Ciotti sulla Via Libera dice: “Luigi Ciotti: “Non servono parole leggere ma scelte e gesti pesanti: meno celebrazioni sterili e più attenzione all’oggi, col suo carico di ingiustizie e sofferenze”. Infatti oggi serve la verità, ancora lontana e appena percepita dai processi come a Rainews ha detto Roberto Scarpinato: “a decidere le modalità di quella attentato fu un livello più alto”.

Perché Falcone poteva essere ucciso a Roma senza troppo clamore invece si scelse il tritolo che aprì la stagione stragista che continuò con Borsellino e poi con le bombe di Firenze, Roma e Milano contro il patrimonio culturale e religioso. Un biennio di piombo dove Cosa Nostra fu la mano armata di un potere tanto nascosto quanto tutt’oggi potente perché ancora riesce a non scrivere la storia italiana a cavallo tra la prima e la seconda repubblica.

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