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GRSWEEK 15-16 DICEMBRE 2018 – LIBERI TUTTI

di Redazione GRS


 

Bentrovati all’ascolto del GRS week da Katia Caravello
Il 13 maggio 1978 fu approvata la legge 180, meglio conosciuta come legge Basaglia, con la quale venne sancita la chiusura dei manicomi. Il 23 dicembre dello stesso anno Gli articoli di questa norma furono inclusi nella legge istitutiva del Servizio Sanitario Nazionale.
La legge Basaglia segna nel nostro Paese la fine di una legislazione speciale e la restituzione della dignità alle persone affette da disturbi mentali, che diventano a tutti gli effetti cittadini cui lo Stato deve garantire e rendere esigibili i fondamentali diritti costituzionali. Da questo momento in poi i malati di mente non possono più essere ignorati.
L’Italia è oggi l’unico Paese nel quale non esistono le istituzioni manicomiali.

Ma ascoltiamo, dalla voce del Presidente della Società Italiana di Psichiatria Enrico Zanalda, perché l’approvazione di questa norma è stata una rivoluzione nel mondo della psichiatria.

Nella scheda di Giuseppe Manzo sono riassunte le principali disposizioni introdotte dalla legge 180 e i risultati, in termini numerici, conseguenti alla sua applicazione.

Ogni anno circa 800mila italiani sono assistiti nei Dipartimenti di salute mentale, significa che circa venti milioni di persone, in quarant’anni, sono state curate e seguite senza essere rinchiuse nei manicomi. È la stima degli esperti della Società italiana di psichiatria (Sip), in occasione dei quarant’anni di vita della legge 180 che porta il nome di Franco Basaglia. Ed ecco i punti di una legge di grande civiltà per i diritti umani nel nostro Paese: Eliminazione del concetto di pericolosità per sé e gli altri: trattamento sanitario in psichiatria basato sul diritto della persona alla cura e alla salute. Rispetto dei diritti umani (ad esempio, diritto di comunicare e diritto di voto). Disposizione di chiusura degli Ospedali Psichiatrici. Strutture alternative al manicomio. Servizi psichiatrici territoriali come fulcro dell’assistenza psichiatrica. Istituzione dei Servizi Psichiatrici di Diagnosi e Cura (Spdc) all’interno degli ospedali generali . Trattamento sanitario di norma volontario: prevenzione, cura e riabilitazione. Trattamento sanitario obbligatorio (TSO) e introduzione del concetto di continuità terapeutica.

La legge Basaglia però non è stata accolta positivamente da tutti: c’è chi l’ha definita una legge incompleta che, chiudendo i manicomi senza che fossero già ben strutturati i servizi territoriali, ha scaricato il peso della cura dei malati interamente sulle famiglie: abbiamo chiesto al dott. Zanalda di farci un bilancio dopo 40 anni dalla sua entrata in vigore.

E’ tutto, per riascoltarci e saperne di più sul sociale: www.giornaleradiosociale.it

 

GRSWEEK – Giornata internazionale del volontariato 2018

di Clara Capponi


Bentrovati all’ascolto del GRS week da Katia Caravello

“Quando le persone fanno la differenza” è questo il titolo che hanno scelto Forum Terzo Settore, CSV net e Caritas Italiana per celebrare la 33° Giornata del volontariato indetta dall’Onu, che si è svolta il 5 dicembre.

Oltre 200 rappresentanti del terzo settore si sono incontrati a Roma per un confronto su un tema sempre attuale che oggi, alla luce delle novità introdotte dalla recente riforma del terzo settore, offre nuove chiavi di lettura, opportunità e sfide da esplorare.

Il volontariato tiene unite le comunità e in ogni fase storica, non solo in quelle di maggiore crisi, è chiamato a svolgere un ruolo fondamentale per la tenuta del paese e per la democrazia.

Ascoltiamo le parole di Claudia Fiaschi, portavoce del Forum del Terzo Settore

“Il volontariato ha vinto perché il nuovo codice gli ha assegnato una funzione centrale e strategica per tutti gli enti di terzo settore riconoscendo l’azione di tutti i cittadini responsabili e solidali. Senza le persone l’iniziativa civica non esiste. Le persone sono il motore che fa partire tutto, la scintilla in grado di dare vita ad azioni collettive volte a rispondere con innovazione e creatività ai problemi delle comunità. La riforma del terzo settore – conclude Fiaschi – rilancia una nuova stagione di impegno civico e organizzato”

Il tema delle sfide aperte dalla nuova normativa è stato ripreso anche dall’intervento di Francesco Marsico, responsabile dell’area nazionale di Caritas italiana

“La riforma recepisce la liquidità del volontariato capace di convivere tra forme organizzative diverse, mantenendo una propria identità. Il volontariato di ieri era spesso militanza in forma associata, oggi è sempre più spesso esperienza in modalità destrutturata. Ci sono definizioni del passato che vanno maneggiate con cautela, come quella della ‘purezza del volontariato’. Dobbiamo pensare invece al compromesso come punto di partenza per l’azione. Il volontariato deve essere dentro ai processi e saper scendere a compromessi. Viviamo un tempo  in cui è impossibile capire cosa fare ma è importante essere al servizio dei processi che mettano al centro la persona più che occupare spazi”

La celebrazione è stata anche un’occasione per riflettere sulla natura della cultura del dono e dell’impegno gratuito, come ha ribadito Stefano Tabò, presidente di CSVnet

“La cultura del volontariato è unica: è un modo di essere della persona nell’ambito dei rapporti sociali, che esprime socialità e la arricchisce della dimensione del dono. Questa modalità ha a che fare con il modello di cittadinanza che vogliamo perseguire e che dobbiamo valorizzare e tutelare con cautela”. “Il volontariato non è una pianta selvatica ma un fiore di serra  perché ha bisogno di cure e attenzione. Ma non è la serra il luogo in cui è chiamato ad agire: il suo ruolo è quello di tenere unite le comunità e la ricerca sugli empori realizzata da CSVnet e Caritas italiana è lo specchio di questa capacità”.

E’ stata anche l’occasione per presentare i dati del 1° rapporto sugli empori solidali realizzato da Caritas e CSV net, i sempre più numerosi luoghi che permettono di dare risposte concrete ed omogenee a temi come la povertà, il recupero delle eccedenze alimentari e l’aiuto a persone in situazione di disagio economico. Ascoltiamo la scheda di Clara Capponi

Sono 178 gli empori solidali attivi in Italia, distribuiti in 19 regioni; e almeno altri 20 sono pronti ad aprire entro il 2019. È uno dei dati principali contenuti nel primo rapporto sul fenomeno realizzato da Caritas Italiana e CSVnet.

Si tratta di una forma innovativa di aiuto alle famiglie che vivono situazioni temporanee di povertà; spesso costituiscono un’evoluzione delle tradizionali e ancora molto diffuse (e indispensabili) distribuzioni di “borse-spesa”. Nell’86% dei casi infatti prestano ulteriori servizi ai beneficiari come accoglienza e ascolto, orientamento al volontariato e alla ricerca di lavoro.

Nella quasi totalità sono gestiti da organizzazioni non profit, spesso in rete fra loro. Gli empori sono aperti per 1.860 ore alla settimana per un totale di oltre 100 mila ore all’anno. Dall’apertura al 30 giugno 2018 tutti gli empori attivi hanno servito più di 99 mila famiglie e 325 mila persone, di cui il 44% straniere. Una utenza anagraficamente molto giovane: il 27,4% (di cui un quinto neonati) ha meno di 15 anni, appena il 6,4% supera i 65.

Ed è tutto, per riascoltarci e saperne di più sul sociale: www.giornaleradiosociale.it