La situazione nello Yemen è molto critica dopo gli scontri delle scorse settimane ed i bombardamenti aerei iniziati il 26 marzo. A denunciarlo è Medici Senza Frontiere, che riferisce delle proprie difficoltà nel fornire soccorso alla popolazione civile a causa della chiusura degli aeroporti internazionali, delle restrizioni ai porti e della pericolosità degli spostamenti all’interno del paese. Per far fronte all’intensificarsi delle violenze infatti, sono necessarie più forniture mediche e personale sanitario.
Gli operatori di Medici Senza Frontiere raccontano le difficoltà nell’assistere la popolazione: “Sono rimasti pochissimi attori umanitari nel paese, mentre i bisogni diventano sempre più pesanti.” “Abbiamo dovuto usare il nostro ufficio per accogliere i feriti, mettendo dei materassi nelle nostre stanze.” “Con il proseguimento del conflitto, il rischio di una carenza di forniture mediche è reale. Dobbiamo avere la possibilità di portare assistenza nel paese per via aerea, marittima o terrestre.”
Secondo il dottor Greg Elder, direttore delle operazioni di MSF “Dobbiamo al più presto trovare il modo di far arrivare aiuti umanitari e personale all’interno del paese.”
Per questo motivo l’organizzazione umanitaria chiede a tutte le parti del conflitto di rispettare la neutralità delle strutture e del personale medico, e di consentire ai feriti l’accesso incondizionato all’assistenza medica.
Archivio Fabio Piccolino
“Next Stop Soweto”, musica dall’apartheid
26 Marzo 2015Negli anni terribili dell’apartheid sudafricano la scena musicale nera era in grande fermento nonostante le rigide leggi che governavano la vita pubblica del paese.
La Strut Records di Londra ha pensato di raccontarla attraverso una serie di compilation dal titolo emblematico “Next Stop Soweto”, di cui è appena uscito il quarto volume.
Dentro c’è la musica che non ti aspetti: sperimentazioni sonore che vanno a mescolare le tradizioni zulu con il rock e la disco. La scoperta del Mbaqanga, genere peculiare del Sudafrica dagli anni ’60 in poi, un jazz che riscopre le radici rurali zulu e le trasforma in moderna world music.
Il Sudafrica dell’apartheid scoraggiava l’integrazione, attraverso leggi che confinavano i musicisti a seconda della loro appartenenza geografica e tribale: a Sophiatown, sobborgo di Joannesburg, si sviluppò tuttavia il centro artistico della cultura nera sudafricana, che attrasse gli artisti più curiosi delle nuove forme musicali, diventando in breve tempo un punto di incontro dello sviluppo della cultura musicale nera.
Gli abitanti di Sophiatown vennero in seguito sgomberati e l’intero quartiere raso al suolo, ma nessuno potè cancellare quello che era nato tra quelle strade: la musica non ha barriere e non ha mai voluto averne.
I quattro volumi di “Next Stop Soweto” raccolgono vari momenti della storia musicale del Sudafrica e sono un viaggio sonoro a 360 gradi: quello appena uscito è il periodo 1975 – 1985 e mette insieme rock progressive, soul funk e disco. Quello precedente va dal 1963 al 1984 e analizza il jazz sudafricano, mentre il volume 2 (1969-1976) ha dentro brani R&B, soul e psichedelia. Fino al primo volume della serie, che raccoglie le radici di quello che è stato.
I brani di Next Stop Soweto hanno una grande forza: ascoltarli e perdersi dentro queste note mutevoli significa rivivere un piccolo miracolo dentro una storia paurosamente drammatica.
Ebola, l’emergenza non è finita
23 Marzo 2015Secondo gli ultimi dati dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, l’epidemia di Ebola, che nei mesi scorsi ha causato oltre diecimila vittime tra Guinea, Liberia e Sierra Leone, non è ancora conclusa.
L’Oms riferisce che attualmente il contagio è confinato in un corridoio geografico piuttosto ristretto, ma c’è ancora il rischio di nuovi focolai.
La Liberia non è ancora ufficialmente fuori dal contagio, poiché è necessario che siano passati 42 giorni dall’ultimo caso; dopo 20 giorni senza nessun nuovo ammalato, qualche giorno fa c’è stato un nuovo caso a Monrovia.
In Guinea ci sono stati 95 nuovi contagi, in Sierra Leone 55.
Intanto la stessa Organizzazione Mondiale della Sanità è nella bufera: alcuni documenti infatti dimostrerebbero che l’Oms ha rinviato per due mesi l’annuncio dell’epidemia di Ebola nell’Africa occidentale temendo di danneggiare le economie dei Paesi coinvolti.
Amazzonia, nasce il corpo speciale contro il disboscamento
16 Marzo 2015Combattere il disboscamento illegale della foresta amazzonica: questo l’obiettivo della nuova Compagnia per le operazioni ambientali brasiliana, un corpo di polizia speciale che impiegherà 200 agenti in diversi punto strategici della regione.
Il provvedimento mira a contrastare un fenomeno in preoccupante aumento negli ultimi anni: secondo l’organizzazione ambientalista Imazon, nel 2014 sono stati rasi al suolo 402 km quadrati di foresta, il 290% in più rispetto al 2013, per destinare il terreno ad altro uso.
Greenpeace ha denunciato nei mesi scorsi il traffico illegale di legname nello stato del Parà, tagliato illegalmente e traferito per seere lavorato ed esportato in Europa, Cina, Giappone e Stati Uniti.
La creazione del nuovo corpo speciale prevede un investimento di circa dieci milioni di dollari.
Uomini col burqa per i diritti delle donne afghane
6 Marzo 2015Uomini con il burqa a Kabul per raccontare la condizione della donna: è l’idea messa in piedi da un gruppo di giovani afghani in vista dell’8 marzo.
L’iniziativa è stata organizzata insieme alla ong Afghan Peace Volounteers e mira a denunciare le violenze di genere e le violazioni cui le donne sono sottoposte anche dopo la caduta del regime talebano: il burqa, simbolo dell’annullamento dei diritti delle donne, è ancora molto diffuso in tutto il paese.
Alla fine del 2013 Human Right Watch ha denunciato che il Ministero della Giustizia afghano stava valutando di reintrodurre la lapidazione per reati morali come l’adulterio, ipotesi scongiurata a causa della forte mobilitazione della comunità internazionale.
Secondo un’indagine della Global Rights, in Afghanistan oltre l’87% delle donne ha subito un abuso, che avvengono per lo più in zone rurali; sono molto frequenti inoltre i matrimoni forzati e precoci.
La differenza di genere è ancora molto marcata: solo il 5,8% delle donne afghane ha un titolo di scuola superiore, contro il 34% degli uomini, mentre la presenza delle donne sul mercato del lavoro è pari al 15,7% del totale.
Matrimonio gay, sì in Slovenia
4 Marzo 2015Le coppie gay potranno sposarsi in Slovenia: il parlamento di Lubiana infatti ha approvato la legge che equipara le unioni delle coppie omosessuali a quelle delle coppie eterosessuali. Si tratta dell’undicesimo paese europeo e il ventunesimo nel mondo a varare una norma che consente le unioni tra persone dello stesso sesso.
Il nuovo decreto prevede anche la possibilità di adozione dei bambini: la legge è stata proposta dal partito d’opposizione della Sinistra Unita e ha avuto l’appoggio del partito centrista e da quello socialdemocratico.
Durante la firma in Parlamento tuttavia, duemila persone hanno manifestato la loro contrarietà al matrimonio gay, annunciando l’intenzione di promuovere una raccolta di firme per un referendum abrogativo della norma.
Sanremo, la tradizione e la locura
11 Febbraio 2015Quando la famiglia Anania ha calcato il palco dell’Ariston, dentro ho sentito un misto di incredulità e disgusto.
L’immagine della “famiglia più numerosa d’Italia” e di quel padre che invocava continuamente alla provvidenza, allo Spirito Santo e al Signore Gesù mi ha sinceramente turbato, e ci ho messo un po’ ad elaborare queste sensazioni iniziali.
Ho visto tutta la serata inaugurale del Festival di Sanremo come faccio ogni anno, perchè sono convinto che si tratti dello spettacolo pop per eccellenza e che il teatro Ariston, in questi giorni di febbraio, offra una rappresentazione del paese da cui non si può prescindere se si è interessati ai fenomeni sociali e culturali.
Così, mi sono chiesto perchè Sanremo 2015 sia iniziato con questo piglio.
La scelta di Carlo Conti come direttore artistico e presentatore è chiara fin dall’inizio: dopo le due edizioni di Fabio Fazio, rivoluzionarie secondo gli standard del Festival, quest’anno ci vuole “tradizione”.
Ma che cos’è la tradizione?
Nella prima serata di Sanremo 2013, il primo condotto da Fazio, sul palco sono saliti Stefano e Federico, una coppia gay che si è sposata a New York.
I due, riproponendo un video che ha avuto molto successo su youtube, aprivano in diretta televisiva il dibattito sulla condizione delle coppie omosessuali in Italia, esibendo una serie di cartelli esplicativi. “Ci amiamo/Vogliamo sposarci/Ma a New York/Perchè le leggi di questo paese non ce lo lasciano fare” era il mood dell’esibizione.
La famiglia omosessuale e la famiglia devota con sedici figli. Fazio contro Conti.
Quest’anno, avranno pensato alla Rai, rimettiamo le cose al loro posto. Che, si sappia, è questa la famiglia tradizionale. Stravagante e un po’ singolare forse, ma molto religiosa e sopratutto, con un padre e una madre.
Forse è proprio questa è la tradizione evocata da Sanremo 2015, con garbo e con rispetto solo apparenti. Perché sì, l’omosessualità esiste e va rispettata, ma stavolta la sua rappresentazione non deve in nessun modo essere associata alla famiglia.
L’omosessualità quest’anno è raffigurata come una caratteristica bizzarra, un vezzo da artisti.
Può essere gay Tiziano Ferro, il primo dei superospiti di questa edizione (che per inciso, esibendo una voce impeccabile ha impietosamente sottolineato la qualità di molti dei cantanti in gara).
Può essere gay Platinette, che qui sveste gli abiti della drag queen e si presenta come Mauro Coruzzi con una canzone male assortita proprio sull’ambivalenza uomo/donna e sul pregiudizio.
Può essere gay Conchita Wurst, ospite della seconda serata, che per molti non è altro che la donna con la barba.
Ma Fazio o Conti rappresentano due Italie che coesistono e convivono per non cambiare mai. Per un anno ci travestiamo da tolleranti progressisti e mettiamo al centro del dibattito i temi sociali.
L’anno successivo ci stracciamo le vesti e invochiamo la famiglia tradizionale e la divina provvidenza.
Due facce diverse di una medaglia che è sempre la stessa e che va mantenuta com’è, senza troppi stravolgimenti.
E poco importa se dentro ci sono le offese alla diversità camuffate da cabaret (Alessandro Siani contro il bambino in sovrappeso), le battute che non fanno ridere del gruppo Boiler, la patetica reunion di Al Bano e Romina, che si lanciano sguardi di odio ma che cantano una Felicità che entrambi hanno trovato altrove.
O ancora, Biggio e Mandelli, meglio conosciuti come “I soliti idioti”, a mettere sul piatto una comicità volgare e vetusta e allo stesso tempo innocua, indolore, senza troppe conseguenze.
Forse è proprio questo il tema.
Quello che esce dagli schermi è un’Italia ingiallita e sempre uguale a sé stessa, anche se travestita di nuovo, e proprio per questo terribilmente rassicurante.
In una delle ultime puntate di Boris, la serie televisiva che tra il 2007 e il 2010 ha messo alla berlina la televisione, lo spettacolo e l’Italia tutta, c’è una scena che riassume tutto questo alla perfezione.
Alla ricerca disperata di un modo per salvare la fiction “Gli occhi del cuore” e riconquistare l’affetto del pubblico, uno dei tre sceneggiatori ha un’illuminazione. Quello che serve è la locura.
“La tradizione, ma con una bella spruzzata di pazzia. Il peggior conservatorismo che però si tinge di simpatia, di colore, di paillettes. In una parola, Platinette.
Platinette ci assolove da tutti i nostri mali, da tutte le nostre malefatte. Sono cattolico ma sono giovane e vitale perchè mi divertono le minchiate del sabato sera. Ci fa sentire la coscienza a posto, Platinette.
Questa è l’Italia del futuro: un paese di musichette mentre fuori c’è la morte”.
L’intollerabile situazione della carceri cambogiane
23 Gennaio 2015La vita nelle prigioni della Cambogia è un vero inferno. A svelare una situazione drammatica è il rapporto Rights at a Price: Life Inside Cambodia’s Prisons dell’organizzazione per i diritti umani cambogiana Licadho.
Quello che emerge è che discriminazione, sfruttamento sono nella norma, mentre i detenuti vengono privati dei diritti fondamentali.
Istituti di pena sovraffollati dove regna lo squallore e dove, come si legge nel rapporto, “per i detenuti la disponibilità di denaro definisce le condizioni della detenzione, il trattamento, la possibilità di visite e l’accesso a cose essenziali come cibo, acqua, luce diurna e aria”.
Prigionieri con problemi mentali, donne incinta e minori non sono risparmiati dai trattamenti disumani e vengono anzi sottoposti a vessazioni anche da carcerati di più lunga anzianità detentiva e maggiori possibilità.
A favorire questo stato di cose è la corruzione del sistema politico, che utilizza il carcere come strumento di contrasto agli oppositori politici, spesso innocenti e costretti a lunghe detenzioni.
Berlino contro il razzismo e l’islamofobia
14 Gennaio 2015Diecimila persone hanno manifestato a Berlino per dire no al razzismo e all’islamofobia sei giorni dopo l’attentato di Parigi al settimanale Charlie Hebdo.
Un incontro di pacificazione organizzato dalle comunità musulmane tedesche con l’obiettivo di abbattere i pregiudizi e contrastare le generalizzazioni, nel nome del dialogo tra culture diverse.
All’evento ha partecipato anche il cancelliere Angela Merkel: “Dobbiamo usare ogni mezzo a nostra disposizione per combattere l’intolleranza e la violenza”.
La Porta di Brandeburgo è stata illuminata con i colori della bandiera francese.
Joachim Gauck, presidente della Repubblica federale e ex attivista per i diritti umani ha ricordato l’importanza del ruolo degli immigrati in Germania: “Non vi regaleremo la nostra paura, il vostro odio è il nostro motore”
10/12/2014 – Intervista integrale a Federica Corsi della campagna 005
11 Dicembre 2014Nulla di fatto. Al vertice dell’Ecofin è stata rimandata di un anno l’entrata in vigore della Tobin Tax, la tassa sulle transazioni finanziarie. L’imposta avrebbe potuto ottenere un gettito di cinque miliardi di euro da redistribuire a sostegno della famiglie italiane più povere. Federica Corsi della campagna 005.