Il rumore sordo dopo la caduta del missile in Polonia: sia il segretario Nato che il presidente polacco Duda hanno detto che non ci sono prove che sia un attacco deliberato.
Oggi parliamo ancora di infanzia e adolescenza nella settimana che conduce alla Giornata mondiale del 20 novembre. Ieri due diverse ricerche hanno fornito un quadro allarmante su salute, disuguaglianza e povertà educativa del nostro Paese. Il primo riguarda l’Atlante di Save the children che ha dedicato l’edizione di quest’anno proprio sulla salute dei minori. Ascoltiamo in sintesi alcuni dati dell’Atlante.
Sempre ieri impresa sociale Con i bambini nell’ambito de fondo contro la povertà educativa minorile ha pubblicato l’indagine svolta con Demopolis. Nell’ultimo anno scolastico segnato dal Covid, oltre 80 mila studenti non hanno maturato una frequenza a scuola sufficiente per poter essere scrutinati, cioè sono stati bocciati per troppe assenze: una città di studenti fantasma grande quasi come Brindisi o Como, ad aggravare il problema dell’abbandono scolastico che è un nefasto primato del nostro Paese. Si tratta, per il 67% degli italiani, di un fenomeno “allarmante” e da affrontare con “urgenza”.
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Infanzia: un sistema di tutela dei bambini per promuovere comunità educanti
La voce di una donna nell’Afghanistan dei Talebani : spiega come da qualche giorno le donne non possono più andare nei parchi di Kabul.
Oggi parliamo di infanzia nella settimana che ci conduce alla giornata mondiale dei diritti di bambini e adolescenti il prossimo 20 novembre. Nello specifico lo facciamo andando a Milano con il progetto di Koinè cooperativa sociale che ha voluto elaborare un proprio Sistema di Tutela – Child Safeguarding Policy per promuovere una cultura che metta al centro il benessere, la felicità e l’opportunità di un futuro sereno per tutti i bambini e gli adolescenti che incontra nel proprio lavoro quotidiano e per fare in modo che questa cultura di cura e attenzione oltrepassi i confini dei servizi e contribuisca a promuovere comunità educanti, attente e rispettose.
Per quale motivo Koinè ha deciso di codificare un Sistema di tutela? La risposta è affidata a Sara Chinnici, responsabile pedagogica della cooperativa.
La bomba che riporta il terrore a Istanbul: le parole di un manager italiano
I cori nelle università iraniane dove giovani e donne continuano la loro protesta per i diritti e per l’autodeterminazione.
Oggi parliamo dell’attentato a Istanbul di domenica scorsa. Il terrore torna nel pieno centro della città turca e in uno scenario di grande tensione internazionale per la guerra in Ucraina. Le sei persone che hanno perso la vita sono tutti cittadini turchi.
Lo ha fatto sapere il prefetto cittadino Ali Yerlikaya esprimendo vicinanza alle famiglie delle vittime, tra cui ci sono una madre e sua figlia, un padre e sua figlia, una coppia sposata e un’altra persona. Su 81 feriti in tutto, 50 sono stati dimessi mentre 31 si trovano ancora in ospedale e due sono gravi, ha aggiunto Yerlikaya.
La terrorista arrestata è una donna di nazionalità siriana e secondo il governo turco le responsabilità sono riferite al Pkk, il partito degli indipendentisti del Kurdistan. Per capire cosa significa un evento di questo tipo ascoltiamo la testimonianza Andrea Leo, general manager di una società italiana, che vive proprio a Istanbul.
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Napoli, a Ponticelli associazioni e cittadini combattono (soli) i clan in guerra
Il suono sinistro del momento dell’esplosione ieri a Istanbul, nel quartiere Taksim: ci sono morti e decine di feriti per quello che secondo le autorità si tratta di un attentato.
Oggi parliamo di mafie e criminalità, nello specifico torniamo Napoli dove lo scorso 11 novembre si è svolta una marcia promosso da Libera e da altre associazioni nel quartiere Ponticelli per ricordare la strage del bar Sayonara del 1989.
Il giorno precedente, però, si è verificato un agguato davanti a una scuola del rione dove un uomo è stato gambizzato. Il quartiere è una terra di nessuno dove da messi i clan sono in guerra sparando e ammazzando ad ogni ora del giorno.
I commercianti sono pronti alla serrata perché si sentono abbandonati ed è scoppiata anche la polemica per l’assenza dell’Amministrazione comunale di Napoli alla marcia di venerdì scorso. Ascoltiamo il coordinatore di Libera Campania Mariano Di Palma.
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Perchè migrazioni e cittadinanza possono essere dei “flussi di energia”
Il momento della scossa di terremoto a largo di Pesaro negli studi di una tv locale: dopo l’alluvione ancora paura per la popolazione marchigiana.
Oggi parliamo di migrazioni o meglio di libertà di movimento. Lo scorso 9 novembre si è tenuto un convegno promosso dall’Assessorato alle politiche sociali di Roma Capitale, ed organizzato dal Forum Per Cambiare l’Ordine delle Cose, con la partecipazione della campagna Ero Straniero che è nato da una consapevolezza precisa: l’urgenza di pretendere che le persone possano muoversi e viaggiare liberamente, per lavoro, per studio, per realizzare i propri progetti di vita.
Dalla considerazione dei limiti attuali, ma anche dal riconoscimento delle potenziali opportunità rappresentate da una gestione dei flussi razionale e a lungo termine. La tavola rotonda ha posto diverse domande: Come liberare flussi di energia, cioè di immigrazione regolare? Come garantire il diritto alla mobilità delle persone e immaginare modi sicuri e regolari per attraversare confini e frontiere? Come programmare e gestire i flussi migratori per lavoro e studio per poter garantire tutele e dignità a chi arriva in Italia e per andare incontro ai fabbisogni odierni del mercato del lavoro? Come proteggere la sicurezza delle persone e dei paesi di transito e di approdo permettendo così la regolarità dei viaggi? E, infine, come garantire il diritto alla fuga e all’accoglienza di chi è costretto a partire dal proprio paese, senza che il sistema venga intasato da chi non ha interesse alla protezione internazionale?
Ascoltiamo Gianfranco Schiavone, giurista del Forum Per Cambiare l’ordine delle cose.
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Sicurezza sul lavoro, inarrestabile aumento degli incidenti nel 2022
Le voci del team di Medici senza frontiere dopo l’annuncio che a Catania lo sbarco è stato completato e tutti i naufraghi sono in salvo.
Oggi parliamo di sicurezza sul lavoro. Sono stati giorni con diversi tremendi incidenti sui posti di lavoro. Secondo l’Osservatorio indipendente di Bologna nel 2022 al 7 novembre sono morti complessivamente 1317 lavoratori, 675 di questi sui luoghi di lavoro gli altri sulle strade e in itinere
Ad alzare la voce è il Presidente ANMIL Zoello Forni. “Pochi giorni fa l’INAIL ha diffuso i dati dei primi 9 mesi del 2022 che, rispetto all’anno precedente – afferma Forni – hanno confermato un aumento di ben il 35,2% rispetto allo stesso periodo del 2021; un dato inaccettabile ma che lascia davvero sconcertati il fatto che rispetto ai primi nove mesi del 2019, antepandemia, si riscontri una crescita del 14,4% e i morti che abbiamo contato in queste ultime 24 ore ne sono una tragica conferma che dovrebbe scuotere tutti, mentre sembra solo una conta mensile di cui nessuno si rende conto che corrisponde a vite umane e a famiglie che si ritrovano a piangere per una morte ingiusta”.
Ora ascoltiamo la testimonianza di Damiano Marini, vittima di un incidente sul lavoro e autore del libro “La musica è nella mia testa”, intervenuto a RADIO ANMIL NETWORK.
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Da Catania al decreto Cartabia: in piazza per affermare il diritto di cronaca
Le voci delle attiviste di tutto il mondo che chiedono giustizia climatica in vista della Cop27 iniziata ieri in Egitto.
Oggi parliamo di bavaglio all’informazione o almeno l’accusa che arriva dalla categoria dei giornalisti al decreto Cartabia e dopo i fatti di Catania. Ieri in piazzale Clodio Articolo 21, il coordinamento cronisti romani, Fnsi, Giulia giornaliste e altre associazioni hanno svolto un presidio perchè la presunzione di innocenza è diventato un ostacolo per l’informazione e loro decidono sottolinearlo ad alta voce. Una legge rivolta ai magistrati e ai pubblici ufficiali ma, di fatto, utilizzata per imbavagliare i giornalisti. Ascoltiamo ora le voci della piazza con Alessia Marani del coordinamento cronisti romani e di Beppe Giuletti, presidente Fnsi.
Anche l’Ordine dei giornalisti era in piazza ieri a Roma. Ascoltiamo il presidente dell’Ordine del Lazio Guido D’Ubaldo e della segretaria nazionale Paola Spadari.
Anche per Marino Bisso, della Rete NoBavaglio, si tratta di «una battaglia non solo per i giornalisti, ma soprattutto per i cittadini. Nessun procuratore e nessun questore – osserva – può decidere cosa va sul giornale e cosa no. Questo è il nostro lavoro. In una democrazia compita si dovrebbe facilitare la verifica delle notizie e non si dovrebbe ostacolare la funzione di informare in modo corretto»
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Geo Barents, far sbarcare i migranti è un “dovere morale e legale”
Oggi parliamo di nuovo della situazione a Catania con la Geo Barents dove sono a bordo ancora decine di migranti bloccati dalle autorità italiane. La tensione è altissima e ieri tre giovani migranti tra i 215 passeggeri, si sono tuffati in mare nel tentativo di raggiungere la terraferma. Hanno nuotato fino ad un galleggiante e poi sono stati recuperati dalle autorità e portati sul molo vicino alla nave di Medici senza frontiere.
I tre stanno bene. I migranti ancora a bordo hanno realizzato cartelli con pezzi di cartone, con le scritte ‘Help Us’ e li hanno esposti all’esterno. La Commissione Europea, attraverso una portavoce, ribadisce che vi è il “dovere morale e legale di salvare le persone in mare, in base alle leggi internazionali” e ha salutato con favore lo sbarco di ieri dei migranti in Italia. Il ministro Piantedosi ha risposto che il governo si sta comportando “con umanità ma fermezza sui principi”
Per capirne di più ascoltiamo il legale di Sos Humanity Riccardo Campochiaro che ha fatto un esposto al Tar.
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Migranti: lo sbarco “selettivo” a Catania e i giornalisti “ingabbiati” nel porto
Gli insulti di un uomo di mezza età tifoso dell’Atalanta sugli spalti di Bergamo: ad ogni partita si ripetono questi cori contro i napoletani sugli stadi.
Oggi parliamo di sbarchi e migrazioni dopo un weekend di tensioni a per l’attesa delle navi con profughi a bordo a largo della Sicilia. Ieri sera donne e bimbi accompagnati dalle madri sono tra i primi ad essere sbarcati, nel porto di Catania, dalla Geo Barents, nave di ricerca e soccorso di Medici Senza Frontiere, arrivata con a bordo 572 naufraghi. Tra le persone che hanno lasciato la nave ci sono tre donne incinte, 50 minorenni non accompagnati e altri dieci minorenni assieme alle loro famiglie.
Si tratta della seconda nave presente nel porto di Catania: la notte tra sabato e domenica nel molo levante ha attraccato la Humanity 1, con a bordo 179 migranti, di cui 144 sbarcati a seguito dell’ispezione a bordo. Sulla vicenda è intervenuto anche il Papa che ai giornalisti ha detto: “La vita va salvata, il Mediterraneo è un cimitero, forse è il cimitero più grande” ma “l’Italia, questo governo, non può fare nulla senza l’accordo con l’Europa”.
Intanto ieri nel porto di Catania i giornalisti sono rimasti “ingabbiati” all’arrivo della Geo Barents come ha denunciato con video su twitter il corrispondente di Radio Radicale Sergio Scandura. Ascoltiamo le sue parole
Dopo la pandemia arriva il “terzo tempo” dell’impresa sociale
Un estratto del trailer Vatican Girls: il docufilm sul caso Emanuela Orlandi molto seguito e che prova a riaccendere la luce sul caso della 15enne scomparsa nel 1983.
Oggi parliamo di finanza e terzo settore, nello specifico di impresa sociale. Intesa Sanpaolo e AICCON (Associazione Italiana per la promozione della Cultura della Cooperazione e del Non Profit) hanno pubblicato la XI edizione dell’Osservatorio su Finanza e Terzo settore.
Aumenta la soddisfazione delle cooperative e imprese sociali per la relazione con gli istituti di credito. Circa il 32% delle cooperative e imprese sociali prevede di coprire i fabbisogni finanziari futuri ricorrendo al credito bancario per investimenti in capitale umano e tecnologia.
L’Osservatorio si arricchisce con l’Outlook Intesa Sanpaolo dell’Impresa Sociale, un’analisi curata da Ipsos Italia e AICCON, in collaborazione e con il patrocinio di Confcooperative-Federsolidarietà e Legacoopsociali, volta a rilevare il sentiment e le prospettive future di sviluppo delle imprese sociali: quest’anno emerge che le imprese sociali ampliano il proprio raggio d’azione: il 36% ha operato in nuovi settori d’intervento, il 78% ha collaborato con soggetti aventi forma giuridica differente dalla propria e il 50% ha ricercato all’esterno competenze complementari. Ascoltiamo Paolo Venturi di Aiccon
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