Archivi categoria: Diritti

Lezioni speciali


Il presidente nazionale dell’UICI (Unione italiana ciechi e ipovedenti), Mario Barbuto, annuncia la nuova iniziativa in collaborazione con il Ministero della Pubblica Istruzione sulle esperienze educative a distanza in favore di tutti i ragazzi con disabilità visive. Questa volta sarà il canale Facebook “MI social” del Ministero dell’Istruzione ad ospitare domani alle ore 16 l’incontro. Sarà anche l’occasione per i tiflologi (specialisti dei problemi della vista) per presentare alcune esperienze di didattica a distanza realizzate insieme ai ragazzi ciechi, ipovedenti e con disabilità aggiuntive. La diretta sarà condivisa su SlashRadio dell’Uici.

Troppo tardi


“Tutti si sono dimenticati di noi, salvo accorgersene solo adesso dopo tante morti di anziani”. È la denuncia dei medici di una casa di riposo del Milanese, che con una lettera aperta esprimono la loro rabbia per essere stati abbandonati dalle istituzioni. “Ora sentiamo che si aprono fascicoli in Procura e che arriveranno i Nas a controllare le Rsa – scrivono i geriatri della Fondazione Castellini di Melegnano – perché non hanno pensato di mandarci consulenti infettivologi e fornirci una formazione specifica?”

“Non fermateci”


Il Forum del Terzo Settore lancia una nuova campagna nazionale. In gioco questa volta c’è il futuro di tutti. Il servizio di Paolo Andruccioli.

“Non possiamo interrompere la nostra attività che oggi sostiene migliaia di persone fragili che devono poter continuare a contare su di noi”. Con queste parole la portavoce nazionale del Forum del Terzo Settore, Claudia Fiaschi, ha spiegato ieri il senso della campagna #Nonfermateci lanciata attraverso i social dal Forum con il sostegno di 87 associazioni in rappresentanza di oltre 350.000 organizzazioni di volontariato, associazioni di promozione sociale, imprese sociali, per complessivi 5 milioni e mezzo di volontari e 850.000 lavoratori. La campagna consiste in cinque ‘card fotografiche’ per ricordare quanto siano importanti le attività ed il lavoro silenzioso, ma costante, svolto dalle organizzazioni del Terzo settore, dai volontari e dagli operatori.

“Anziani deportati?”


Se lo chiede senza usare mezzi termini su Redattore Sociale, don Vinicio Albanesi, presidente della Comunità di Capodarco, secondo il quale non ci sono solo i reati commessi nelle Residenze Sanitarie Assistenziali, su cui indaga la magistratura. C’è da ripensare tutto il progetto di accoglienza: evitare di creare strutture con un numero eccessivo di ospiti, personalizzare la presa in carico, coinvolgere i parenti e creare un clima comunitario con sostegni alle famiglie.

Pubblici, ma non per tutti


In un momento in cui l’informazione è fondamentale per combattere la pandemia, è diventata palese la discriminazione nei confronti delle persone con disabilità, che spesso non hanno la possibilità di accedere alla rete e quindi ai dati.  Si dovrebbe invece applicare la Direttiva Europea che stabilisce gli standard di accessibilità per i siti web e le applicazioni mobili degli Enti Pubblici, recepita in Italia nel 2018.

Meno reclusi


Il Dap, il Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria, fornisce l’aggiornamento sul numero dei detenuti in carcere e sui casi di contagio. Ad oggi si contano 55.036 presenze a fronte delle 61.230 del 29 febbraio scorso, con una riduzione di oltre 6 mila unità. Sono 94 quelli attualmente positivi al virus, quasi tutti asintomatici. Contagiati anche 204 agenti di Polizia Penitenziaria.

Politica comune


Nella Ue l’assistenza sanitaria è gestita dai governi nazionali, ma è necessario garantire i diritti di tutti in modo omogeneo. Questo l’impegno del Commissario europeo per il Lavoro e i Diritti Sociali, Nicolas Schmit, secondo il quale “il Fondo Sociale Europeo e il Fondo per l’aiuto europeo agli indigenti dovrebbero essere utilizzati appieno dai Paesi dell’Unione, che possono richiedere denaro per sostenere le persone con disabilità”.

Una brutta selezione


In epoca Covid le persone colpite da Alzheimer rischiano più di prima di essere escluse dalle cure. Un appello dei “terapisti occupazionali”. Il servizio è di Paolo Andruccioli.

E’ necessario evitare che una semplice diagnosi rappresenti per una persona affetta da demenza senile o Alzheimer il diniego all’accesso alle cure. Le scarse risorse finanziarie non possono essere una giustificazione per trascurare un milione di persone che in Italia sono affette da questa malattia penalizzando contemporaneamente 3 milioni di familiari che li seguono quotidianamente. E’ l’appello lanciato dall’AITO (Associazione Italiana Terapisti occupazionali, operatori sanitari che si occupano di riabilitazione). «Ribadiamo il nostro impegno per un approccio alla demenza basato sui diritti umani – sostengono – Una diagnosi di demenza da sola, infatti, non dovrebbe mai essere una ragione per rifiutare alle persone l’accesso ai trattamenti, alla cura e al supporto”. Stesso messaggio quello di Alzheimer Europe.

Grazie, ma non basta


“Mi auguro che a maggio si vada oltre la misura dei buoni spesa. L’emergenza è emergenza, ma il disagio di molti purtroppo è una normalità che attende risposte da anni”: Lo afferma Gianmario Gazzi, presidente dell’Ordine degli assistenti sociali. Ascoltiamolo. (sonoro)

Un tetto anche per loro


Tutte le sedi italiane dell’Associazione Avvocato di strada hanno inviato ieri lettere al Ministero Interno, ai Prefetti, ai Presidenti di Regione e Sindaci per chiedere di non multare le persone senza dimora, che hanno diritto all’abitazione e alla salute. “Di fronte alla pandemia non siamo tutti uguali”, sottolinea Antonio Mumolo, presidente dell’Associazione.