Archivi categoria: Economia

Torno al Sud


A Vaccarizzo, in provincia di Cosenza, avviato un processo di trasformazione sociale con la partecipazione degli abitanti e non solo: coinvolto anche il Mit di Boston. Dall’Italia e dall’estero arrivano richieste di case e già si intravede l’emigrazione di ritorno. Tra i prossimi passi l’apertura della “putiga”, la bottega in dialetto

Povera salute


La Fondazione Francesca Rava – da 20 anni attiva nel campo dell’aiuto sanitario alle persone in difficoltà – nel corso del 2019, ha raccolto oltre 230 mila farmaci pediatrici e prodotti baby care, aiutando e supportando 36 mila minori. In una ricerca, la Fondazione parla di oltre 4 milioni di persone in Italia costrette a rinunciare alle visite specialistiche per problemi economici

Un’altra strada


La crescente disuguaglianza nei Paesi in via di sviluppo e in quelli sviluppati potrebbe esacerbare le divisioni e rallentare la crescita generale. È quanto rivela l’ultimo studio sul tema pubblicato dalle Nazioni Unite, il World Social Report 2020. La politica però balbetta. Ascoltiamo il commento del presidente delle Acli, Roberto Rossini. (sonoro)

Impresa pulita


A Napoli un’operazione di polizia ha messo sotto scacco un clan della zona vesuviana. Sos Impresa-Rete per la legalità, associazione anti-racket, plaude e incoraggia a denunciare: “Liberare i nostri territori dalla criminalità e lavorare per uno sviluppo economico sano e libero dalle mafie è possibile”.

Vite a giornata


Le condizioni dei braccianti stranieri in Basilicata nel rapporto di Medici Senza Frontiere. Il servizio è di Giuseppe Manzo
“In tutta la mia vita non ho mai visto un posto peggiore di questo”. È una delle testimonianze del lavoro raccolto nel report “Vite a giornata, precarietà ed esclusione nelle campagne lucane”, presentato a Matera. Il rapporto fotografa la realtà di marginalizzazione e invisibilità delle persone incontrate nella zona, in totale circa 2000, in maggioranza di origine straniera e impiegate in agricoltura, come braccianti. Lavoratori stagionali che si spostano sul territorio secondo il periodo della raccolta a cui si sommano i migranti che risiedono in Basilicata e gli esclusi dall’accoglienza. In tutto sono 7 gli insediamenti (3 in provincia di Matera e 4 in provincia di Potenza) in cui il team di Msf è intervenuto: si tratta di ex aree industriali, capannoni e vere e proprie baraccopoli a cielo aperto, dove le condizioni di vita sono totalmente fatiscenti. In tutti i siti visitati manca l’acqua potabile e l’elettricità, così come un sistema di smaltimento di rifiuti, che aggrava le condizioni igienico sanitarie e mette a rischio la salute delle persone.

Generazione ingiustizia


In Italia i ricchi sono soprattutto figli dei ricchi e i poveri figli dei poveri. Oltre il 30% degli occupati giovani guadagna meno di 800 euro lordi al mese. Il 13% degli under 29 italiani versa in condizione di povertà lavorativa. Sono i dati pubblicati da Oxfam nel rapporto sulle disuguaglianze. Il quadro globale è impressionante: sono solo 2153 i miliardari che posseggono nel mondo una ricchezza superiore al patrimonio complessivo di 4,6 miliardi di persone.

Le facce della povertà


Dalla distribuzione di cibo all’accesso ai servizi. “WelfareLAB”, cofinanziato dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali e promosso da Acli, Cta, Next e UsAcli è un progetto che mira a contrastare le tante sfaccettature della povertà, facendosi carico delle persone in difficoltà economica.

Non sono immortali


Secondo la rilevazione ISTAT, sette milioni di famiglie evitano una condizione di povertà grazie alla pensione di uno suoi componenti. Si profilano così rischi per la tenuta sociale del Paese. Ascoltiamo Vincenzo Costa, presidente nazionale Auser. (sonoro)

Europa verde


La Commissione ha presentato la prima proposta legislativa del Green Deal dell’Unione. Uno strumento finanziario di 100 miliardi di euro tra risorse pubbliche e private, cruciale per sostenere la decarbonizzazione delle regioni del vecchio continente senza lasciare indietro nessun cittadino. Per Legambiente si tratta di un piano importante, ma ancora da migliorare, a partire dai criteri di utilizzo delle risorse.

Arancia meccanica


A dieci anni dalla rivolta degli immigrati di Rosarno, scoppiata tra il 7 e il 9 gennaio 2010 – in seguito al ferimento di due africani da parte di sconosciuti che spararono con una carabina ad aria compressa – sulla piana di Gioia Tauro tutto è rimasto come prima. Il servizio è di Giuseppe Manzo

Un’emergenza umanitaria che si ripete vergognosamente ogni anno e che non accenna a scomparire. Sono passati dieci anni da quando Rosarno, piccolo centro della Piana di Gioia Tauro fino ad allora conosciuto solo per gli agrumeti e per la presenza capillare della ndrangheta, è divenuto noto per la cosiddetta “Rivolta di Rosarno”. A dieci anni di distanza, il numero dei braccianti resta pressoché invariato – dopo aver raggiunto picchi di oltre 3000 presenze negli anni passati – e altrettanto sconcertanti restano le condizioni di vita e di lavoro. Lo denuncia in una nota Medu (Medici per i diritti umani). “Ieri come oggi – sottolinea l’ong – le istituzioni locali – spesso commissariate per infiltrazioni mafiose – e quelle nazionali appaiono incapaci di qualsivoglia pianificazione politica efficace, coraggiosa e lungimirante, limitandosi invece a riproporre il circolo vizioso sgombero-tendopoli-baraccopoli, che da dieci anni lascia invariate le piaghe dello sfruttamento lavorativo, del degrado abitativo e dell’abbandono dei territori”.