Sono passati dieci anni dal terremoto che nel 2010 devastò Haiti e che costò la vita a oltre 230 mila persone: secondo il Rapporto di Medici Senza Frontiere, il sistema sanitario dell’isola caraibica è sull’orlo del collasso nel mezzo di una grave crisi politica ed economica. Ascoltiamo il servizio di Fabio Piccolino.
La crescita dell’inflazione, la mancanza di sviluppo economico, le continue ondate di violenza sono alla base di numerose proteste e blocchi che negli ultimi mesi hanno paralizzato il paese: in questo contesto, le strutture mediche non riescono a rispondere ai bisogni della popolazione e a fornire servizi di base a causa della carenza di farmaci, ossigeno, sangue, carburante e personale. Secondo Medici Senza Frontiere “La situazione è peggiore di quanto si possa immaginare: ora è necessario che altri attori si mobilitino per rispondere ai bisogni sanitari di Haiti”.
Una brutta aria
Il cambiamento climatico è tra le cause degli incendi che in Australia hanno colpito 8 milioni di ettari di territorio. Tutti gli studi scientifici smentiscono i negazionisti. Secondo il ricercatore dell’Università di Milano, Giorgio Vacchiano, il 2019 è stato l’anno più caldo e secco dell’ultimo secolo nel paese e il riscaldamento globale ha triplicato gli effetti della siccità e del fenomeno climatico conosciuto come IOD, che indica l’alternarsi di situazioni climatiche differenti e contrastanti tra loro.
Sulle spalle dei bambini
Il recente aumento delle violenze in Libia ha causato “conseguenze devastanti sull’istruzione, con 5 scuole distrutte e 210 chiuse”: è l’allarme lanciato dall’Unicef che ha spiegato come ad Est di Tripoli ci siano oltre centomila minori privati di questo diritto. Secondo l’organizzazione “nessun genitore dovrebbe mai scegliere fra l’educazione dei figli e la loro sicurezza”.
I maltrattamenti sulle donne sono una sconfitta per tutti
Il 2019 è stato un anno record per la violenza di genere in Spagna: sono state infatti 55 le donne uccise dai loro partner o ex nel corso dell’anno. Una tendenza preoccupante che alcuni analisti collegano alla crescita del partito di estrema destra Vox. Nell’80% dei casi, le vittime non avevano mai denunciato minacce o aggressioni alle autorità.
Fermiamo la guerra
L’assassinio del generale iraniano Soleimani sta determinando un innalzamento della tensione in tutto il mondo. Le prime reazioni dei pacifisti. Il servizio di Fabio Piccolino.
“L’uccisione del generale iraniano Qassem Soleimani è un atto irresponsabile”: è il commento dell’associazione di solidarietà internazionale “Un Ponte Per” all’indomani dell’azione militare in Iraq decisa dall’amministrazione Trump, che sta provocando un inasprimento della tensione globale. L’organizzazione chiede a tutti i governi europei di dissociarsi da questa scelta di guerra che, se non fermata subito, “rischia d’infiammare l’intera regione del Medio Oriente, allargandosi a macchia d’olio anche nel Mediterraneo”. Un Ponte Per ha inoltre ribadito la propria vicinanza al popolo iracheno, denunciando il rischio di un nuovo bagno di sangue che vanifichi la rivolta dei giovani che da due mesi occupano le piazze di tutto il paese per chiedere la fine della corruzione, del sistema delle quote settarie introdotto dall’occupazione statunitense e la fine delle interferenze iraniane nella vita politica irachena”.
Medaglia arcobaleno
Il Parlamento europeo ha assegnato il Premio Sakharov per la libertà di pensiero a Ilham Tohti: economista e militante per i diritti del popolo uighuro e delle altre minoranze in Cina, dal 2014 sta scontando una condanna all’ergastolo. Pacifista e promotore del dialogo, è considerato da Pechino un pericoloso estremista. Da Strasburgo l’appello per la sua immediata liberazione.
L’Australia brucia
Quasi 200 mila gli ettari di boschi e foreste distrutti dalle fiamme. Sydney è invasa dal fumo che rende pericolosa la qualità dell’aria. Ascoltiamo Isabella Pratesi del Wwf. (sonoro)
Umanità perduta
Sono più di 70 milioni in tutto il mondo le persone in fuga da guerre, persecuzioni e conflitti. È il dato drammatico che accompagna la giornata internazionale dei migranti che si celebra oggi. Un’occasione per chiedere alla politica di mettere in campo soluzioni lungimiranti e non più emergenziali.
Si può fare di più
Al via a Ginevra il primo Forum globale sui rifugiati. Una conferenza, che si chiude domani, il cui obiettivo è trasformare il modo in cui il mondo risponde all’emergenza migratoria. L’Unhcr si appella ai Paesi più ricchi affinché contribuiscano a trovare soluzione partendo dal tema umanitario.
Nulla di fatto
La Cop25 è un mezzo fallimento: sul clima non si raggiunge l’accordo. Il servizio di Fabio Piccolino. (sonoro)
“La comunità internazionale ha perso un’importante occasione per mostrare maggiore ambizione nel contrastare l’emergenza climatica”: sono le parole del segretario generale Onu Antonio Guterres a margine della COP25 di Madrid, conclusa con un sostanziale nulla di fatto. Nel corso della conferenza infatti, non sono state prese decisioni particolarmente rilevanti e non è stato trovato un compromesso su uno dei temi più delicati, cioè il meccanismo che in futuro dovrebbe permettere ai paesi più “green” di cedere la quota rimanente di gas serra ai paesi che inquinano di più. A porre un freno sui punti in programma sono stati prima di tutto gli interventi di Brasile e Stati Uniti: gran parte delle controversie dovranno ora essere risolte entro la prossima conferenza sul clima che si terrà a Glasgow nel 2020.