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I nuovi desaparecidos


Sono le migliaia di migranti scomparsi in mare. Un progetto per dare voce alle loro storie e a quelle delle loro famiglie. Il servizio di Fabio Piccolino. (sonoro)

Si chiama “Missing at the borders” il progetto che vuole dare voce al dolore delle famiglie di chi è scomparso in mare nel tentativo di raggiungere l’Europa. L’iniziativa è autofinanziata e promossa da una rete di organizzazioni attive su entrambe le sponde del Mediterraneo, tra cui Milano senza frontiere, che organizza da tre anni, ogni primo giovedì del mese, una marcia silenziosa a piazza della Scala con le foto di alcuni migranti algerini e tunisini scomparsi durante o dopo la traversata nel Mediterraneo, sullo stile delle madri argentine di Plaza de Mayo. L’obiettivo è quello di conoscere la verità sulla vita di tante persone e di permettere ai migranti di entrare regolarmente in Europa senza rischiare la vita.

In cerca di giustizia


Amnesty Italia chiede al premier Conte quali passi in avanti siano stati fatti in questi mesi sulla vicenda di Giulio Regeni. Ad un anno del ripristino delle normali relazioni diplomatiche tra Italia ed Egitto, l’organizzazione sottolinea come la ricostruzione della verità sia dovere politico e istituzionale.

Viva L’Europa


Il Parlamento ha approvato la risoluzione dell’europarlamentare olandese Judith Sargentin che accusa l’Ungheria di violare i principi della democrazia. “Un voto storico”, commenta Amnesty International. Ora spetta al Consiglio dei capi di Stato e di governo dei vari Stati decidere se attivare la procedura dell’articolo 7 del Trattato dell’Unione che potrebbe portare a sanzioni, come la sospensione del diritto di voto.

Allo stremo


Una persona su nove nel mondo non ha accesso a un nutrimento adeguato: sono i dati del Rapporto sulla sicurezza alimentare e sulla nutrizione curato dalla Fao, secondo cui il 10.9% della popolazione del Pianeta soffre la fame. Una tendenza in aumento soprattutto a causa di guerre e cambiamenti climatici: tra le aree più colpite, l’Africa subsahariana e i paesi dell’Asia.

Per non dimenticare


Ad Acapulco, in Messico, un gigantesco murales per ricordare le vittime del narcotraffico. Nel 2017 la città nello stato di Guerrero era stimata come la terza città più pericolosa del mondo, con un tasso di 106, 63 omicidi ogni 100mila abitanti. Il memoriale, finanziato dalla Fondazione Santina di Roma, vuole essere un segno di speranza per un futuro di pace.

Nulla di fatto


Il fallimento dei colloqui di pace in Yemen proiettano il Paese di nuovo nel caos. Il servizio di Fabio Piccolino.

Sarebbero dovuti essere i primi negoziati dopo due anni di guerra: ma di pace non si è neanche iniziato a parlare, dopo che la delegazione dei ribelli Houthi ha rifiutato di partecipare.
Adesso per lo Yemen il futuro è ancora più nero: fino ad oggi, secondo le Nazioni Unite sono morti nel conflitto oltre 17 mila civili, la maggior parte dei quali vittime degli attacchi aerei della coalizione a guida saudita. Secondo Oxfam Italia, è una situazione paragonabile al far west, in cui vengono perpetrati regolarmente crimini di guerra. E se nel solo mese di agosto sono stati uccisi circa 300 minori, i riflettori sono in questi giorni puntati sul governo spagnolo che ha deciso di ripristinare il contratto per la fornitura di 400 bombe di precisione all’Arabia Saudita da utilizzare proprio nel conflitto in Yemen.


Vincono i diritti. L’omosessualità non è più reato in India. La Corte Suprema ha infatti cancellato la norma che puniva severamente le persone gay fino a dieci anni di prigione. Nella sentenza si evidenzia la libertà di scelta individuale e la necessità di una parità tra i cittadini. Diversi attivisti hanno festeggiato la notizia, attesa dopo anni di battaglie.

“Un altro giorno di morte in America”


E’ il titolo dell’inchiesta del giornalista del Guardian Gary Younge sull’utilizzo delle armi da fuoco negli Stati Uniti, che ogni giorno causano la morte di sette bambini o adolescenti. Il volume si concentra in particolare sulle vittime afroamericane e su come i media raccontano, spesso ignorandoli, gli omicidi.

Caos Libia


Apprensione da parte di associazioni e ong per l’instabilità nel paese africano. Aoi si dice preoccupata per lo stato di emergenza di Tripoli e condanna le violazioni dei diritti umani nei centri di detenzione. Unhcr invita le parti in conflitto a risparmiare i cittadini e le infrastrutture civili e a consentire l’accesso ad aree più sicure alle persone che cercano protezione.

Abbiate pietà


E’ l’appello di Unicef Italia in difesa dei minori siriani. Secondo il portavoce Andrea Iacomini “i bambini di Idlib stanno per pagare un prezzo troppo alto in quella che sarà l’imminente offensiva delle forze governative contro i ribelli”. L’invito è che prevalga il buon senso, in una zona in cui si profila un vero incubo umanitario.