Il numero dei migranti ambientali e climatici salirà a 48 milioni nel corso del 2017: è la stima di Avvenia che già in passato aveva lanciato l’allarme su questo fenomeno. Alluvioni, siccità ed altri eventi metereologici estremi stanno provocando enormi spostamenti di persone, per lo più provenienti da Siria, Yemen, Iraq, dall’Asia meridionale e da alcuni paesi africani.
Il numero dei migranti ambientali è in forte crescita: nel 2011 erano 18 milioni. Nella maggioranza dei casi si tratta di migrazioni interne, ma cresce anche la quota di chi rischia la vita per raggiungere le coste europee. Secondo gli analisti di Avvenia, la situazione peggiorerà: tra pochi anni infatti, le attuali migrazioni in direzione dell’Europa sembreranno di modesta entità rispetto a quelle che verranno, spinte da fenomeni come l’attuale ritmo di emissioni di gas a effetto serra che porterà ad un innalzamento di oltre un metro del livello dei mari entro questo secolo.
Europa disuguale
Mentre Barcellona si mobilita a favore dei rifugiati, sul tema migrazione l’Italia torna di fronte alla Corte per i Diritti Umani. Il servizio di Fabio Piccolino.
Mentre l’Europa si interroga sulle politiche migratorie e da più parti la chiusura delle frontiere è già realtà, oltre 160 mila persone sono scese in piazza a Barcellona per chiedere al governo spagnolo di accogliere più migranti. La manifestazione aveva l’obiettivo di sensibilizzare le istituzioni e l’opinione pubblica sul fatto che la Spagna ha finora accolto molti meno rifugiati di quanto previsto dal sistema delle quote. L’Italia intanto torna di fronte alla Corte Europea per i Diritti Umani per il rimpatrio forzato di 40 cittadini sudanesi. Si tratterebbe di una violazione voluta, che mira a non rispettare i trattati internazionali per fermare l’arrivo di persone via mare. Un’ipotesi, quest’ultima, fortemente criticata dalle maggiori organizzazioni per la tutela dei diritti umani.
In Gran Bretagna multa ai taxi non “accessibili”
I taxi e anche i veicoli per trasporto a noleggio privato di Inghilterra, Galles e Scozia, designati come accessibili (tutti quelli di Londra e un numero significativo anche negli altri principali centri urbani), che si rifiuteranno di far salire una persona in carrozzina o che proveranno a farle pagare un supplemento di tariffa, verranno sanzionati, a partire dal 6 aprile prossimo, con una multa che ammonterà fino a 1.000 sterline (al cambio di oggi, poco meno di 1.177 euro), rischiando anche di andare incontro alla perdita della licenza.
Lo si legge in una nota ufficiale del Ministero dei Trasporti britannico (Department for Transports), il cui responsabile Andrew Jones dichiara che tale provvedimento rientra in un percorso volto a “costruire un Paese che funzioni per tutti, ciò che passa anche per la garanzia, alle persone con disabilità, di avere il medesimo accesso ai servizi e alle opportunità di chiunque altro, incluso il diritto alla mobilità”.
A questo link è disponibile il comunicato del Ministero dei Trasporti della Gran Bretagna.
Tempo scaduto
L’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati ha espresso forte preoccupazione per la drammatica situazione del Sud Sudan, dove il conflitto dura da ormai quattro anni, con oltre un milione e mezzo di rifugiati e due milioni di sfollati interni. Oltre metá della popolazione ha problemi di malnutrizione.
Amara sconfitta
Con 408 voti favorevoli, 254 contrari e 33 astensioni il Parlamento europeo ha approvato l’accordo commerciale tra Canada e Ue. Caduti nel vuoto i ripetuti appelli agli europarlamentari da parte di associazioni e ong sui rischi del trattato: da quelli ambientali alla perdita di diritti per i lavoratori, dalle privatizzazioni a ulteriori regali per le multinazionali.
Insieme si può
Oggi è la giornata mondiale contro il cancro infantile: la onlus Soleterre ha sviluppato il Programma Internazionale per l’Oncologia Pediatrica, con l’obiettivo di innalzare i tassi di sopravvivenza nei Paesi in via di sviluppo e garantire cure di qualità in Italia. Secondo l’organizzazione, la possibilità di ammalarsi e di curarsi dipende da diversi fattori sociali, ambientali, economici e politici.
L’Organizzazione Mondiale della Sanità stima che nel 2030 saranno diagnosticati oltre 20 milioni di tumori: una crescita esponenziale che colpirà soprattutto i paesi a basso reddito.
L’ineguaglianza sociale alla base della malattia si mostra particolarmente evidente nel cancro pediatrico. L’80% dei tumori infantili si presenta già oggi nei Paesi più poveri. Essi sono l’1% dei casi totali di cancro nei Paesi ad alto/medio reddito, ma ben il 4% in quelli a basso reddito. La differenza nei tassi di sopravvivenza segna un’ulteriore diseguaglianza. In occidente sopravvive il 75-85% dei bambini a cui viene diagnosticato un cancro, nei Paesi a medio e basso reddito tra il 50 e il 20%. Il Programma Internazionale per l’Oncologia Pediatrica (PIOP) è un intervento multidisciplinare con azioni che includono educazione alla salute, diagnosi precoce, sostegno psico-socio-educativo, accoglienza e networking. Nel 2015, il PIOP ha coinvolto 10 ospedali, 29 associazioni e 18 enti pubblici in sei Paesi (Italia, Ucraina, Marocco, Costa d’Avorio, Uganda e India) e garantito sostegno a più di 18.000 beneficiari tra bambini malati, familiari, medici e personale sanitario.
No, grazie
Alla vigilia dal voto del Parlamento Europeo sul Ceta, l’accordo di libero scambio tra Canada e Unione europea, le ong internazionali chiedono agli europarlamentari di non firmare: ne va della salute e della sicurezza dei cittadini. Ai nostri microfoni Alberto Zoratti, presidente di Fairwatch. (sonoro)
Week of action
Una settimana di azione per la messa al bando delle armi nucleari nel mondo. Italia compresa. Il servizio di Fabio Piccolino.
Uno stop definitivo alle armi nucleari: è l’obiettivo della week of action, la campagna internazionale a sostegno dei negoziati per la messa al bando degli armamenti atomici, che si svolgeranno nel 2017 in sede Onu. Lo scorso 23 dicembre infatti, le Nazioni Unite hanno adottato a larga maggioranza una storica risoluzione per il disarmo nucleare: per la prima volta c’è la possibilità concreta di rendere illegali e non solo immorali, queste terribili armi di distruzione di massa. Una settimana di mobilitazione globale per concentrare centinaia di azioni e iniziative in tutto il mondo e fare sentire la propria voce: in Italia, Senzatomica e Rete Italiana per il Disarmo chiedono che anche il Governo del nostro paese partecipi ad una scelta di coraggio e lungimiranza per conto dell’umanità presente e futura.
(Foto: Difesa Online)
Emergenza continua
In Yemen la sanità è al collasso a causa del conflitto che dura dal 2015. Secondo Medici senza frontiere “c’è una totale mancanza di rispetto per la protezione dei civili, delle strutture sanitarie, del personale medico e dei pazienti”. La situazione è particolarmente critica a Taiz, terza città più grande del Paese.
Ospedali danneggiati e carenza di staff e forniture essenziali hanno causato il sostanziale collasso del sistema sanitario di Taiz, compromettendo gravemente l’accesso alle cure mediche salvavita per la popolazione. La paralisi del sistema sanitario, insieme alle sempre più difficili condizioni di vita, ha causato un peggioramento della salute delle persone, con conseguenze particolarmente gravi per i gruppi vulnerabili, come le donne incinte, i neonati e i bambini piccoli. La maggior parte delle famiglie oggi vive in assenza o con scarsa energia elettrica e insufficienti quantità di cibo e acqua. Molti sono stati costretti ad abbandonare le loro case per scappare dai combattimenti e ora vivono in ripari di fortuna o edifici sovraffollati, spesso con servizi igienici inadeguati e senza materiali essenziali come materassi, coperte o attrezzi per cucinare. I servizi sanitari gratuiti sono molto limitati e l’assistenza privata può essere estremamente costosa, per cui le persone decidono di farvi ricorso solo in caso di estremo bisogno, quando sono molto malate, ma potrebbe essere già troppo tardi.