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Ttip, no grazie


Domani in tutto il mondo è la giornata di mobilitazione contro il Trattato di libero scambio tra Europa e Stati Uniti. Diverse le iniziative promosse da associazioni e ong. Ai nostri microfoni le richieste di Monica Di Sisto del comitato promotore.

Sos contagio


Un’epidemia di colera scoppiata in Mozambico ha colpito anche le città al confine con lo Zimbabwe. Nella zona si contano numerosi cumuli di immondizia che vengono lasciati incustoditi in molte discariche improvvisate. E i bambini, non avendo idea del pericolo, continuano a giocarci dentro: la ricetta perfetta per ottenere un disastro.

Cartellino rosso


Oltre 47.000 morti dal 2007 ad oggi: è il prezzo che il Brasile sta pagando per la “pacificazione” delle favelas in vista dei Mondiali di calcio prima e delle Olimpiadi poi. Il contrasto alla criminalità si è trasformato rapidamente in violazione dei diritti umani, scatenando proteste in tutto il Paese.

#BringBackOurGirls


Un anno dopo il rapimento delle 276 studentesse nigeriane da parte del gruppo estremista Boko Haram, il mondo si mobilita con una serie di iniziative per combattere il terrorismo. 57 di loro riuscirono a fuggire, ma da allora delle altre 219 ragazze non si sa più nulla.

Emergenza Yemen


Dall’inizio dei bombardamenti oltre 600 morti e 1.800 feriti. Il servizio di Fabio Piccolino. Nello Yemen è in corso una vera crisi umanitaria. Dall’inizio dei bombardamenti ad opera dell’Arabia Saudita, partiti lo scorso 26 marzo, il bilancio è di 600 persone uccise e 1800 feriti. Un resoconto che per l’Organizzazione Mondiale della Sanità è ancora più grave se si considera che due terzi della popolazione yemenita era a rischio malnutrizione già prima dell’intervento saudita. Unicef ha denunciato l’uccisione di 77 bambini dall’inizio del conflitto, auspicando misure di sicurezza più efficaci per scuole ed ospedali. Le Nazioni Unite hanno chiesto una pausa umanitaria immediata che consenta di distribuire gli aiuti ed aiutare la popolazione in stato di necessità, in una situazione che sta degenerando giorno per giorno: secondo Oxfam i prezzi dei beni di prima necessità sono raddoppiati e il costo della benzina quadruplicato.

Fine della storia


All’università di Città del Capo è stata rimossa la statua di Cecil Rhodes, magnate delle miniere e politico britannico simbolo del passato coloniale e razzista del Sudafrica. Gli studenti, che avevano protestato a lungo chiedendone l’abbattimento, hanno festeggiato con canti e balli.

Mai più


Ventuno anni fa il Rwanda viveva il suo olocausto: in cento giorni la furia genocida degli Hutu massacrò un milione di tutsi. Una delle pagine più drammatiche della storia africana. La testimonianza di Valens Musa-bye-mungu che all’epoca dell’eccidio aveva dieci anni.

Svolta verde


L’India corre ai ripari contro l’inquinamento. Il governo ha lanciato un nuovo indice della qualità dell’aria e parlato di regole per lo smaltimento dei rifiuti e di misure per la riduzione delle emissioni e del traffico automobilistico. Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, New Delhi è la città più inquinata del mondo.

Afghanistan: per i diritti delle donne non si fa abbastanza


afghan_womenAmnesty International accusa il governo dell’Afghanistan e la comunità internazionale di non fare abbastanza per proteggere le donne che difendono i diritti umani.
Nel Rapporto “Le loro vite in gioco”, infatti, l’organizzazione umanitaria spiega che chi sostiene i diritti delle bambine e delle donne, come dottoresse, insegnanti, avvocate, poliziotte e giornaliste, vengono prese di mira non solo dai talebani ma anche dai signori della guerra e da rappresentanti del governo, subendo costantemente minacce, aggressioni e violenze.
Le leggi vigenti non vengono applicate e le autorità ignorano o rifiutano di prendere sul serio le minacce contro le donne; poche le indagini, pochissime le condanne.
Anche la comunità internazionale sta facendo poco per contrastare questa situazione. Secondo Salil Shetty, segretario generale di Amnesty International, “col ritiro delle truppe quasi completato, in troppi nella comunità internazionale sembrano felici di nascondere l’Afghanistan sotto il tappeto. Non possiamo abbandonare questo paese e coloro che mettono in gioco le loro vite per difendere i diritti umani, compresi i diritti delle donne”.
Il rapporto di Amnesty si conclude con una serie di richieste: garanzia di protezione senza discriminazioni, specialmente per le donne che vivono nelle zone rurali; procedimenti giudiziari, usando le leggi a disposizione; stroncare  la cultura delle molestie nelle istituzioni pubbliche e le abitudini che favoriscono gli abusi.

Pratiche tribali


Giro di vite in Malawi per difendere gli albini, che in alcune zone vengono rapiti ed uccisi per ragioni di stregoneria. Abusi diffusi anche in altri paesi africani, tanto che le Nazioni Unite hanno nominato un commissario per indagare sulla situazione.