30 milioni di persone in Sudan, pari a metà della popolazione, hanno bisogno di aiuti umanitari. Ascoltiamo Matteo D’Alonzo di Emergency.
Profit e cooperazione insieme per una nuova Comunità energetica a Salerno
Clima, l’appello di Action Aid: serve un piano globale equo e solidale
Verso la COP30 – In vista della Conferenza sul clima che si terrà in Brasile, Action Aid chiede un piano globale per una transizione giusta. Ascoltiamo Cristiano Maugeri dell’organizzazione.
Economia sociale, Pasolini e il gol di Maradona: il punto di Ivano Maiorella
Gaza, il cessate il fuoco non ferma le sofferenze della popolazione palestinese
Il cessate il fuoco non ha messo fine alle sofferenze della popolazione di Gaza. Ascoltiamo Rosa Mazzone, operatrice di Medici Senza Frontiere.
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Sudan, Rete Pace e Disarmo chiede il cessate il fuoco immediato
Rete Italiana Pace e Disarmo ha lanciato un appello alla comunità internazionale affinché si promuova un cessate il fuoco immediato in Sudan, l’apertura di corridoi umanitari sicuri e garantiti e il blocco di tutte le forniture e il commercio di armi.
La Rete Italiana Pace e Disarmo chiede con forza che il Governo italiano, l’Unione Europea e la comunità internazionale:
Promuovano un cessate il fuoco immediato, sostenendo con urgenza ogni sforzo diplomatico per fermare le ostilità e avviare un processo politico inclusivo sotto l’egida delle Nazioni Unite e dell’Unione Africana.
Sostengano l’apertura di corridoi umanitari sicuri e garantiti, per permettere l’accesso immediato degli aiuti alle popolazioni intrappolate, in particolare nella regione del Darfur e nella città di Al Fashir.
Blocchino tutte le forniture e il commercio di armi verso le parti in conflitto, in applicazione del Trattato sul Commercio delle Armi (ATT) e delle normative europee ed italiane in materia di export militare. Nessun Paese deve contribuire — direttamente o indirettamente — a questa carneficina.
Sostengano l’attivazione urgente del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, affinché la crisi sudanese sia posta all’ordine del giorno come priorità assoluta, con la richiesta di istituire una commissione d’inchiesta indipendente sui crimini di guerra e contro l’umanità.
Incrementino il sostegno alle organizzazioni umanitarie attive sul campo, sia internazionali che sudanesi, che stanno operando in condizioni estreme per salvare vite umane sia nelle zone colpite direttamente dal conflitto che in quelle che stanno accogliendo i rifugiati interni
Rafforzino la pressione diplomatica sui Paesi che alimentano il conflitto, in particolare gli Emirati Arabi Uniti, affinché cessino ogni forma di sostegno armato o logistico alle fazioni in guerra.
Il Sudan non può essere abbandonato al silenzio e all’indifferenza. Serve un’azione immediata, coraggiosa e coordinata per fermare il massacro e restituire una prospettiva di pace a milioni di persone. La comunità internazionale, e in particolare l’Italia e l’Unione Europea, devono assumersi la responsabilità di agire — non solo con parole di condanna, ma con atti concreti di solidarietà, disarmo e diplomazia di pace.
Mobilità sostenibile: serve informazione sulle auto elettriche, la survey di Adiconsum
Gaza, 68mila morti in due anni: l’appello di Emergency per la pace
Lo chiede Emergency per Gaza dove le bombe sono tornate a cadere prima di un nuovo cessate il fuoco. Un palestinese su 33 è morto in 2 anni per 68mila vittime e 170mila feriti: questi i numeri che la Ong ha diffuso mentre senza aiuti e risorse nella Striscia di prova a ricominciare a vivere.
Questi numeri raccontano la portata della tragedia umana e umanitaria già vissuta dalla popolazione palestinese negli ultimi due anni.
In queste ore, mentre le persone a Gaza cercano di ripartire “da meno di zero” – senza risorse e aiuti essenziali – nuovi attacchi tornano a colpire la Striscia. Altra violenza, altre vittime, altra sofferenza.




