FIAB e Bikenomist in campo a Monza con una campagna bike friendly fatta dagli studenti per promuovere la mobilità sostenibile. Al termine di un anno di formazione i ragazzi hanno confermato di desiderare una città con un maggiore rispetto nei confronti di chi si muove a piedi e in bicicletta ed hanno realizzato una campagna con cinquanta manifesti di grandi dimensioni affissi in città per quindici giorni.
#muoviti, #usalabici, #rallenta, #stoptraffico. Una serie di hastag(le «etichette»utilizzate sui social network come aggregatori tematici), accompagnati da un’immagine grafica coordinata, per promuovere la mobilità sostenibile. È la campagna di comunicazione ideata da una classe di terza geometra del «Mosé Bianchi» nell’ambito del progetto «Mo.Bi.Scuola – – Monza in Bici a scuola e al lavoro», sostenuto dal Comune di Monza, da «FIAB» («Federazione Italiana Ambiente e Biciletta») e da «Bikenomist».
Giovani in gamba
Cinquanta ragazzi milanesi hanno preso parte al progetto nato dalla collaborazione tra The Walt Disney Company Italia e Sport Senza Frontiere onlus. Il servizio di Elena Fiorani. (sonoro)
Per il terzo anno consecutivo cinquanta bambini e adolescenti delle periferie milanesi hanno vissuto un’intera stagione condividendo l’esperienza di far parte di una realtà sportive. A supportare la tesi che lo sport abbia innumerevoli benefici, soprattutto per I più giovani, arrivano i dati raccolti da Quattro Università italiane che hanno misurato l’impatto sociale di un anno di sport e il conseguente miglioramento avvenuto a livello personale e collettivo: i vantaggi si sono infatti riflessi sull’intero tessuto sociale circostante, coinvolgendo insegnanti, allenatori, genitori, amici, compagni di classe, il quartiere e, infine, le associazioni. I ragazzi hanno avuto miglioramenti in particolare per quanto riguarda la nutrizione, l’acquisizione di fiducia in se stessi e la capacità di coltivare rapporti sociali
Capitale di tutti
Da oggi a domenica a Roma i lavori del Governing Board dell’International Paralympic Committee, massimo organismo mondiale dello sport paralimpico. Stasera gli Italian Paralympic Awards: la consegna dei riconoscimenti ai migliori atleti della scorsa stagione e a coloro che nella cultura, nell’informazione, nelle istituzioni hanno dato un contributo per la crescita e lo sviluppo del movimento.
Al tavoli di lavoro parteciperà anche Luca Pancalli, presidente del Comitato Italiano Paralimpico e primo italiano a far parte del Governing Board dell’IPC; insieme a lui, i membri dell’esecutivo internazionale paralimpico si incontreranno per pianificare i lavori dei prossimi mesi e assumere le decisioni strategiche in vista dei prossimi Giochi Paralimpici di Tokyo2020. “La presenza del Governing Board in Italia – spiega Pancalli – è motivo di orgoglio per il movimento paralimpico italiano nonché un importante riconoscimento al lavoro svolto in questi anni. Il movimento paralimpico internazionale sta diventando un modello di riferimento per chi crede nello sport come strumento di crescita civile e di inclusione sociale. Un modello che ha saputo contagiare virtuosamente la nostra società e abbattere numerose barriere fisiche e culturali”.
Piccoli sportivi crescono
A Venezia il progetto 6Sport che prevede un voucher del valore di 180 euro per incentivare le famiglie ad avviare all’attività fisica 6500 bimbi dei comuni del territorio che da settembre frequenteranno la prima elementare.
44 federazioni sportive affiliate al Coni regionale, altre 16 discipline associate, 13 enti di promozione, la gamma e l’offerta sportiva è vastissima nel nostro territorio. A questo proposito, dal prossimo mese di luglio verrà attivato un apposito portale web dove ciascuna società o associazione sportiva potrà registrarsi presentando il corso della disciplina che propone, assieme a una scheda di presentazione che conterrà i risultati sportivi ottenuti, la storia sociale, i nomi dei tecnici e dei dirigenti che la compongono, in un’ottica di massima trasparenza
L’attivazione del voucher: Le oltre 6500 famiglie dei bambini residenti nei comuni della Città metropolitana di Venezia e iscritti alla prima classe della scuola primaria riceveranno nelle prossime settimane una comunicazione a firma del sindaco metropolitano Luigi Brugnaro e del sindaco del Comune di residenza, in cui saranno descritte le modalità di fruizione del voucher. Dal mese di settembre, sempre attraverso il portale, una volta visionata l’offerta dei corsi, i genitori potranno scegliere, quindi, a quale corso iscrivere i propri figli e attivare on-line il voucher.
Come funziona: La Città metropolitana verserà l’importo del voucher all’associazione/società sportiva scelta che organizza il corso in due rate: la prima entro febbraio 2020, non superiore al 35% dell’ammontare totale del voucher, e solo nel caso in cui il bambino abbia partecipato almeno al 50% delle lezioni svolte nel trimestre ottobre-dicembre, la seconda entro giugno 2020, e solo nel caso in cui il bambino abbia partecipato almeno al 50% delle lezioni totali. Se non verranno rispettate le scadenze o il bambino verrà ritirato dai corsi il voucher potrà essere utilizzato l’anno seguente.
In movimento
Tra giugno e luglio un calendario di iniziative nei parchi di Verona per la promozione dell’attività motoria a tutte le età, proposte all’aria aperta. Obiettivo: promuovere benessere contrastando le malattie croniche legate alla sedentarietà e all’invecchiamento. L’idea progettuale è stata sviluppata dall’Uisp Verona in collaborazione
con il Dipartimento di Prevenzione dell’Azienda Ulss 9 Scaligera, 2^ e
6^ Circoscrizione del Comune di Verona, Fondazione Valentini e Comune di
Legnago. Il programma si propone di favorire la pratica di attività
fisica all’aperto, in ambito non agonistico, in spazi di vita quotidiana
piacevoli e rilassanti. Decisivo per la realizzazione del progetto è il
coinvolgimento delle Associazioni sportive del territorio che
collaborano e, grazie al progetto, promuovono le loro attività.
Con questa iniziativa i cittadini potranno riappropriarsi dei parchi
cittadini, polmoni verdi delle città, e lo faranno con il sostegno di
istruttori qualificati. Obiettivi del progetto: prima di tutto far
conoscere il movimento che per tutti, giovani e meno giovani, è il mezzo
migliore per contribuire a rafforzare sia la salute che il benessere.
Inoltre, il movimento serve anche a combattere la solitudine e quindi
contribuisce al benessere fisico e mentale: infatti, per le persone sole
diventa un momento di aggregazione e di condivisione delle esperienze
L’attesa è finita
Alle 21 si gioca in Francia la prima partita dei campionati del mondo di calcio femminile. L’Italia scende in campo domenica alle 13 e potremo vederla sulla Rai. Il servizio di Elena Fiorani. (sonoro)
Cicloturismo accessibile
Alex Zanardi ha lanciato l’handbike a pedalata assistita che sarà a disposizione gratuitamente per i turisti con disabilità che raggiungeranno l’isola d’Elba. Dal prossimo autunno saranno disponibili quattro esemplari, che permetteranno di viaggiare a chi non può farlo solo con le proprie braccia e il motore permetterà di affrontare anche le salite più insidiose.
Pedalata retribuita
Il primo mese di Muvt, innovativo progetto barese di sostegno all’uso della bici che prevede rimborsi chilometrici e bonus per gli iscritti ha premiato 262 ciclisti, che a maggio hanno scelto di recarsi al lavoro, a scuola o all’università sulle due ruote. Sono stati percorsi 31mila chilometri e in totale il Comune pagherà poco più di 2mila euro, per ottenere meno traffico e meno smog.
Ogni utente in media ha attraversato la città per 120 chilometri e ha guadagnato circa 8 euro in un mese. Significa che l’amministrazione comunale dovrà retribuire i lavoratori e gli studenti che pedalano ogni giorno per arrivare in ufficio, a scuola o all’università per un totale di 2.053,16 euro. Ogni chilometro percorso in bici sul tragitto casa-lavoro vale 20 centesimi mentre le altre tratte vengono rimborsate con 4 centesimi a chilometro. In un mese il guadagno massimo è di 25 euro e ogni giorno vale al massimo 1 euro. Gli utenti monitorati attraverso l’app di Pin Pike, sviluppata da una start up pugliese, utilizzano la bici soprattutto per andare a lavoro, così ogni giorno vengono percorsi mille chilometri. Gli utenti che hanno beneficiato dell’incentivo all’acquisto della bicicletta e che si sono iscritti al programma “Muvt, più pedali, più guadagni” sono stati 479 anche se quelli attivi nel primo mese sono stati poco più della metà, ovvero 262.
L’obiettivo, annunciato dall’amministrazione comunale targata Decaro, è quello di proseguire su questa strada. “Estenderemo il programma con i bonus chilometrici anche a chi non ha acquistato la bicicletta perché ne ha già una e utilizza quella – spiega l’assessore all’Ambiente e allo Sport Pietro Petruzzelli – e vogliamo rendere permanente questa sperimentazione”.
Operatori di inclusività
Questo il ruolo di una cinquantina di ragazzi con disabilità tirocinanti sulle spiagge venete nella stagione estiva. Saranno affiancati da un tutor e al servizio dei turisti per vivere momenti di svago e socializzazione attraverso lo sport. Al termine dell’estate l’esperienza diventerà anche un cortometraggio che sarà presentato alla Mostra del Cinema di Venezia.
L’iniziativa è giunta alla terza edizione: “Le finalità del progetto ‘Turismo sociale e inclusivo’ – ha sottolineato l’assessore regionale a Sanità e Politiche sociali, Manuela Lanzarin – sono lo sviluppo e l’incremento dell’offerta ricettiva per turisti con disabilità nelle spiagge del litorale veneto, frequentato ogni anno da 24 milioni di presenze, il potenziamento della rete tra i SIL (servizi per inserimento lavorativo) delle 9 aziende sanitarie del Veneto e la possibilità di creare nuove assunzioni di persone disabili presso gli operatori delle spiagge venete, anche attraverso gli strumenti offerti dalla legge 68/1999 sul collocamento obbligatorio”.
Media, Donne, Sport: Uisp e Giulia-giornaliste per una rivoluzione culturale
“Fisico da urlo”, “icona di stile”, ma uno su tutte, “belle e brave”. Sono solo alcuni dei clichè più ricorrenti quando si scrive di atlete e donne di sport. Molti i giudizi sull’apparenza anzichè sulle prestazioni sportive. Per questa ragione, martedì 28 maggio a Roma nella sede della Federazione Stampa Nazionale Italiana (Fnsi), Uisp e Giulia Giornaliste hanno presentato il manifesto “Media, Donne e Sport: idee guida per una diversa informazione”. Cinque i punti base per promuovere un buon giornalismo scevro da stereotipi e pregiudizi, “informare sulle discipline sportive con competenza di merito; evitare di soffermarsi sull’aspetto o i look non più di quanto si scriva dell’aspetto tecnico e delle prestazioni; evitare di focalizzarsi sulle parti del corpo ammiccanti”, e ancora, “dare alle discipline femminili pari visibilità, declinare i ruoli, le funzioni e le cariche al femminile ed evidenziare le discriminazioni e le discrepanze in termini di benefit, premi e tutele”.
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L’ Uisp vuole “mettere in campo delle buone pratiche” come ha detto Vincenzo Manco, presidente nazionale Uisp. “Da tempo la nostra associazione è impegnata in un percorso di maturità sul fronte delle pari opportunità nello sport. In questo senso una tappa fondamentale di questo processo è stata la scelta nel 2013 di non avere all’interno della nostra governance il Coordinamento donne. Piuttosto che restringere la discussione solamente all’interno di questo organo abbiamo preferito allargare le problematiche di genere a tutto l’apparato associativo”. Nel suo intervento Manco ha anche aggiunto che “nel percorso di emancipazione delle donne non c’è solo un problema di linguaggio ma anche di spazio. Spesso e volentieri, infatti, i social, le testate, la televisione non danno abbastanza importanza allo sport al femminile”.
Anche il viceministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, Lorenzo Fioramonti, ha voluto inviare un saluto in occasione della presentazione, non potenzo partecipare personalmente. “Sono quindi completamente d’accordo con il Manifesto nel considerare una narrazione giornalistica attenta, corretta e consapevole come uno strumento efficace per superare pregiudizi e modelli stereotipati e favorire una maggiore presenza femminile nello sport, a tutti i livelli, al superamento di gap e discriminazioni, in vista dell’obiettivo centrale della promozione dello sport come pratica di vita sana e di cittadinanza attiva – scrive nel messaggio il ministro – Ci sono molte cose che attraverso il Ministero si possono fare: in primo luogo la promozione di azioni
formative per operatrici e operatori del settore dei media e dello sport a tutti i livelli, anche dirigenziali, che
parta da una collaborazione tra organizzazioni della stampa e dei media e l’università, ma che deve
coinvolgere anche la scuola sia per quanto riguarda i linguaggi, sia per quanto riguarda l’utilità e la bellezza
della pratica sportiva fin dall’infanzia per uno sviluppo armonico delle nuove cittadine e dei nuovi cittadini”. Per leggere il messaggio integrale clicca qui
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Perciò, secondo Manuela Claysset, responsabile delle politiche di genere Uisp, “i punti sanciti dal manifesto, nato dal matrimonio tra Uisp e Giulia Giornaliste, rappresentano il blocco di partenza per costruire un mondo plurale e amichevole tra i sessi e i generi, ma anche per sollecitare il resto della società nell’impegno sui diritti delle donne. Con una rete sempre più estesa da associazioni e federazioni si può migliorare”. Un concetto ribadito anche da Marina Cosi, presidente Giulia Giornaliste. ASCOLTA L’AUDIO dell’intervento di Manuela Claysset a Radio 1 Rai
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Cambiare la comunicazione è importantissimo “perchè arriva ovunque e può porre le basi per la produzione di politiche attive.Il lavoro da fare è quello di instaurare la consapevolezza dell’importanza del linguaggio che non è necessariamente parlato, ma anche visivo”, ha detto Laura Moschini, Gender Interuniversity Observatory.
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Nella deformazione della rappresentazione delle donne nello sport – atlete, giornaliste, allenatrici, politiche e donne nelle istituzioni – l’informazione svolge un ruolo fondamentale e talvolta contribuisce a promuovere stereotipi e narrazioni discriminatorie, per questo è una “piccola soddisfazione la ribellione che è partita dal commento di Fulvio Collovati in materia di donne che non si devono occupare di tecnica perchè non ne capiscono”, la sua sospensione “a due settimane almeno, è un segnale importante”, ha dichiarato Vittorio Di Trapani, segretario generale aggiunto Fnsi e segretario nazionale UsigRai, che ha ribadito che “in questi casi bisogna essere intransigenti con le palesi violazioni di tutti i nostri codici deontologici”. A questo proposito, Fabio Appetiti, associazione Italiana Calciatori (Aic) ha spiegato che “si incontrano forti resistenze nel mondo dello sport, per questo portiamo avanti questa battaglia. Una mentalità patriarcale – ha aggiunto- è quella che spinge l’ondata crescente della violenza di genere, da qui è nata la nostra campagna ‘Facciamo gli uomini’, per ribadire, attraverso la visibilità di alcuni calciatori, che la violenza di genere è anche un tema maschile. Il tema serio è la mentalità degli uomini che deve cambiare. Per questo vanno coinvolti”. L’incidenza delle atlete è in graduale aumento ma le donne rimangono sottorappresentate negli organi decisionali delle istituzioni sportive, “nella mia carriera ho trovato diverse discriminazioni”, ha raccontato Valentina Casaroli, calciatrice di serie A e portiera della Roma. A Valentina non interessa essere chiamata portiere o portiera, anzi se deve dirla tutta, forse perchè non è usuale, “mi sento più di definirmi un portiere”.
GUARDA IL VIDEO MESSAGGIO di Katia Serra, responsabile calcio femminile Aic e opinionista Sky
GUARDA IL VIDEO MESSAGGIO di Raffaella Masciadri, presidente della Commissione atlete del Coni e rappresentante delle giocatrici di basket nel Consiglio Giba
Ma sono le discriminazioni reali che l’atleta ha portato oggi all’attenzione dei giornalisti e delle giornaliste. “Io non so se è giusto mantenere questo linguaggio o no, questo me lo dovete dire voi, ma le discriminazioni reali sono tante, in tutti i sensi, come le ‘quote rosa’ in allenamento che non premiano la tecnica o nelle scuole di calcio maschili dove le bambine non devono pagare la stessa quota associativa in quanto bambine. Non è discriminazione anche questa?”. Paola Spadari, presidente dell’Ordine dei Giornalisti Lazio, rivolgendosi alla calciatrice della Roma ha detto che “è per una resistenza, anche da parte delle istituzioni, che anche tu nel percepire questi termini declinati al femminile, li percepisci come non gradevoli. È perchè non c’è l’abitudine, che se si parla di portiera non si pensa all’atleta dello sport ma ad un altro mestiere”. “Sono i valori tecnici spettacolari, agonistici, le capacità stilistiche che noi abbiamo il dovere di enfatizzare, null’altro. Credo francamente che questa sia la strada maestra”, ha chiosato Carlo Verna, presidente dell’Ordine dei Giornalisti.(Fonte: Agenzia Dire)
ASCOLTA L’AUDIO dell’edizione di martedì 28 maggio del Giornale Radio Sociale, con l’intervento di Manuela Claysset