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Freed by Football


È il programma educativo condiviso da Figc e Tribunale per i Minorenni di Reggio Calabria, rivolto ai giovani sottoposti all’istituto della “messa alla prova”, minori stranieri non accompagnati e minori cresciuti in famiglie mafiose o in contesti di deprivazione socio-familiare. Al centro c’è la conoscenza e la pratica del gioco del calcio quale strumento di socialità e di riabilitazione.

Il presidente della Federazione Italiana Giuoco Calcio Gabriele Gravina e il presidente del Tribunale per i Minorenni di Reggio Calabria Roberto Di Bella hanno siglato un importante protocollo, che ha come obiettivo l’avvio di un progetto pilota sull’educazione, la rieducazione e l’integrazione di ragazzi costretti in situazioni di marginalità.
Inoltre, valorizzare la dimensione sportiva equivale ad investire sulla salute e sul sano sviluppo dei giovani e della società civile.

Giovani alla meta


Al via domani, in occasione del match Italia-Francia del Sei Nazioni, la collaborazione tra Save the Children e Federazione italiana rugby. Il servizio di Elena Fiorani. (sonoro)

Nasce una nuova alleanza per contrastare la povertà educative e nasce all’insegna dello sport: Federazione Italiana Rugby e Save the Children fianco a fianco per sostenere i bambini e gli adolescenti delle periferie delle città italiane. Una collaborazione grazie alla quale la FIR, attraverso la sensibilizzazione delle società sportive locali ad essa aderenti, potrà coinvolgere nella pratica del rugby e nella conoscenza dei forti valori alla base di questo sport i minori che frequentano i Punti Luce di Save the Children. Oggi, nel nostro Paese, più di 7 minori su 10 non svolgono attività ricreative o culturali, e più di 4 su 10 non hanno la possibilità di fare sport, tagliati fuori così da opportunità formative essenziali per la loro crescita e per il loro benessere. Non soltanto a causa delle condizioni di svantaggio economico delle loro famiglie, ma anche per la carenza di servizi e spazi adeguati nei territori in cui vivono.

No bulli


È la campagna di prevenzione e contrasto che prevede incontri nelle scuole per insegnare ai ragazzi le regole dello stadio e il rispetto reciproco. Portavoce del messaggio di amicizia e rispetto saranno i bambini delle scuole calcio di Roma, Lazio e Frosinone che per tutta la stagione indosseranno magliette con il logo dell’iniziativa.

Roma, Lazio e Frosinone insieme perché “lo sport è l’antidoto migliore” contro ogni prevaricazione. Testimonial della campagna Ciro Immobile, attaccante della Lazio e della nazionale italiana, Alessandro Florenzi centrocampista della Roma e della nazionale italiana, e Daniel Ciofani attaccante del Frosinone di cui è capitano. Portavoce del messaggio di amicizia e di rispetto reciproco saranno i bambini delle scuole calcio di Roma, Lazio e Frosinone che per tutta la stagione indosseranno in campo le magliette delle rispettive squadre sulle quali è stato cucito il logo “No bulli”. L’iniziativa rientra nell’omonima campagna presentata in Consiglio regionale. La Regione Lazio è stata la prima, nel 2016, ad emanare una legge che disciplina gli interventi per la prevenzione e il contrasto del fenomeno del bullismo.

Va di moda


La Rage Sport è un’azienda di abbigliamento sportivo nata a Caserta dall’idea di due ragazzi della squadra di calcio popolare antirazzista RFC Lion. Sono ormai decine le squadre di tutto il mondo che indossano le loro magliette. Con i proventi, al netto delle spese, vengono finanziati progetti sociali.

“La nostra squadra è composta per lo più da rifugiati – spiega Maurizio, uno dei fondatori dell’azienda, insieme a Vincenzo – ci sembrava un controsenso giocare con magliette prodotte chissà in quale paese, in quale stato e da quali bambini, così abbiamo deciso di fare un prodotto made in Italy che lanciasse un messaggio antirazzista”. “La MFC di Parigi ci ha commissionato una maglia che richiamasse la lotta del popolo palestinese – aggiunge Vincenzo – il 50% dei proventi della vendita finanzierà la creazione di una biblioteca itinerante per i bambini di Betlemme”.

Buona visione


La Rai trasmetterà i Mondiali di calcio femminile che si disputeranno in Francia dal 7 giugno al 7 luglio. La novità, non ancora ufficiale, è stata annunciata dal presidente Figc Gabriele Gravina durante una trasmissione sportiva. Le azzurre disputano il torneo continentale dopo vent’anni di assenza.

“Abbiamo anche il dovere morale di far vedere che il calcio femminile è serio e bello – ha detto qualche giorno fa il ct delle azzurre Milena Bartolini – proprio per abbattere tutti i pregiudizi e gli stereotipi, poi io credo che giocando bene arriveranno anche i risultati. Il fatto che la nazionale maschile non sia andata ai Mondiali è una sconfitta per tutto il movimento, le ragazze hanno però avuto anche una motivazione in più, per dire: guardate ci siamo anche noi che stiamo facendo questa grande cosa. Quindi magari da una cosa così negativa può essere nata anche una spinta in più per le ragazze per dimostrare il loro valore e che gli fosse anche riconosciuto pubblicamente e così è avvenuto“.

Un S.e.l.f.i.e sociale


È l’acronimo che sta per Soft skills, Empowerment, Leadership, Football, Inclusion, Education ed è il titolo del progetto lanciato da Balon mundial che promuove un calcio capace di creare impatto solidale attraverso il suo potenziale educativo. In programma un corso in 5 moduli, per formare gli operatori sportivi sulla gestione e mediazione dei conflitti e contro le discriminazioni.

“S.e.l.f.i.e nasce con l’idea, ambiziosa, di creare una nuova classe di dirigenti sportivi, in particolare migranti, capaci di usare lo sport per creare impatto sociale, per agire sulla comunità e combattere ogni forma di discriminazione”, ricorda Tommaso Pozzato, presidente dell’associazione e coordinatore del progetto insieme ad Elena Bonato. Ciò che viene promosso non è tanto l’atleta, quanto la persona. Il percorso vuole favorire il football4good, il calcio capace di creare impatto sociale attraverso il suo potenziale educativo, per partecipare all’attività democratica di costruzione di comunità. S.e.l.f.i.e progetto pensato e sviluppato dalla A.s.d. Balon Mundial Onlus – nata a Torino nel 2012 per promuovere progetti antirazzisti grazie allo sport -, in collaborazione con partner come Uisp, Nrg, Centro Studi Sereno Regis, è sostenuto da contributi della Fondazione San Paolo.

Maramao si racconta


Domani al Circolo velico Casanova di Venezia una serata davvero speciale. Il servizio di Elena Fiorani. (sonoro)

I protagonisti della serata saranno ragazzi e ragazze del Team Special Olympics Tuttachioggiavela, appassionati di vela e navigazione hanno una disabilità, csa che non impedisce loro di navigare e di vincere le regate. La loro avventura è partita nel 2013 e dal 2016, quando la Vela è stata riconosciuta da Special Olympics, si presenta come il primo Team costituito in Italia che partecipa ufficialmente alle competizioni. L’iniziativa è nata dal Maramao Sailing Team: durante l’estate si organizzano uscite in mare, a vela, cui partecipano i ragazzi con disabilità intellettiva, che si sono rivelati abilissimi in mare e straordinari nei rapporti umani. La squadra ha anche partecipato alla Barcolana e il 23 marzo prenderà parte alla Regata Rosa

Mens sana in corpore sano


Anche se in Svezia circa il 70% delle persone pratica attività fisica, sta prendendo piede in diverse aziende l’obbligo per i dipendenti di dedicarsi allo sport per un’ora a settimana durante l’orario di lavoro. Un sistema semplice per ottenere diversi risultati: maggiore salute delle persone, un team più affiatato e un rendimento migliore.

Muoversi e fare sport fa bene al fisico e anche alla salute mentale. La cosa è presa molto sul serio in Svezia dove in azienda i dipendenti sono invitati (e in alcuni casi addirittura obbligati) a fare attività motoria per un’ora a settimana in orario di lavoro. E’ il caso della Björn Borg, società fondata dal noto campione di tennis, che ne ha fatto un vero e proprio punto di forza e che vuole essere coerente con quanto produce e commercializza: ossia abbigliamento sportivo.
Gli uffici dell’azienda svedese e il negozio, infatti, si fermano ogni venerdì per offrire l’opportunità a chi vi lavora di tenersi in forma. Dalle 11 alle 12 tutti gli impiegati devono allenarsi in palestra e la motivazione si legge in un cartello che possono leggere tutti, dipendenti e visitatori:“Non ci sono scuse. La nostra missione è essere il marchio numero 1 nell’abbigliamento sportivo per persone che vogliono sentirsi attive e attraenti. Quindi chiudiamo l’ufficio e facciamo un’ora di sport insieme. Ci impegniamo con passione verso nuovi e audaci obiettivi, ci sfidiamo a vicenda e siamo chi vogliamo essere”. Anche altre aziende lo stanno seguendo e, magari senza ancora obbligare, invitano caldamente i propri dipendenti a seguire lezioni di ginnastica, yoga, pilates, ecc.  in orario di lavoro.

Darwin: noi, nuovi cittadini


Ha preso il via il progetto che intende favorire l’integrazione e il futuro inserimento sociale e lavorativo dei minori stranieri non accompagnati presenti nell’area metropolitana di Firenze. L’iniziativa è un lavoro di squadra che punta sull’attività sportiva al fianco della formazione. I ragazzi coinvolti potranno praticare calcio, canoa e nuoto.

L’iniziativa è un lavoro di squadra che coinvolge l’Uisp di Firenze, il Comune, la cooperativa ConVoi, Anelli Mancanti Onlus, Associazione Nosotras e Associazione di promozione sociale Ancescao di Firenze.
L’obiettivo è promuovere, attraverso l’attività sportiva, corsi di italiano ed informatica, apprendistato nelle botteghe artigiane e visite ai musei, il reale inserimento dei ragazzi. A Firenze sono circa 600 i minori che si trovano in strutture di accoglienza: un terzo di questi provengono da paesi balcanici come Kosovo e Albania, un altro terzo risulta inserito in progetti Fami-Fondo asilo migrazione e integrazione e Sprar-Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati, i restanti sono italiani.
Il progetto Darwin, della durata di un anno è finanziato dalla Regione Toscana e si propone di fornire un’educazione di qualità, equa e inclusiva nell’ottica di combattere la disoccupazione e le disuguaglianze. Lo sport gioca un ruolo di primo piano sia a livello individuale che di inserimento collettivo e sociale. Le attività sportive previste si svolgono presso gli impianti gestiti dall’Uisp. Si va dai corsi di nuoto nell’impianto della piscina Costolina, al calcio presso i campi sportivi della Trave, sono previste attività anche nella palestra di Scandicci, mentre la canoa verrà proposta presso la delegazione Uisp Valdisieve e in alcune delle polisportive affiliate.

Con Davide nel cuore


Un anno fa veniva a mancare Astori che in future sarà un esempio anche per i bambini di Betlemme: infatti nella città palestinese verrà realizzato un campo da calcio a 5 in erba sintetica, con spogliatoi, tribune ed illuminazione. La struttura è destinata ai giovani ed intitolata al capitano della Fiorentina tragicamente scomparso l’anno scorso ad Udine. L’iniziativa rientra nella campagna “Assist for peace”, sostenuta da grandi campioni dello sport.

L’impianto sorgerà in prossimità di due scuole, accanto alla basilica della Natività. Da due anni è attivo il campetto polivalente di Gerusalemme, sorto nell’oratorio di una scuola del quartiere armeno, nel cuore della città, a cento metri dal Muro del Pianto, è simbolo dell’integrazione per bambini di ogni religione: la speranza è che questo nuovo “assist per la pace”, nel nome di Davide Astori, possa ripercorre il successo del suo ambizioso predecessore.