Ha preso il via la nona edizione dell’iniziativa del Centro sportivo italiano di Reggio Calabria. In calendario partite fra ragazzi di venti nazionalità diverse, ospiti della Comunità di primissima accoglienza di Porelli. Oltre alle parrocchie coinvolte anche due Comunità che da decenni di occupano di tossicodipendenza e disagio.
Due formazioni hanno dato il via a quello che può essere definito il campionato dell’inclusione sociale: a ospitare questa sfida il PalaCsi di Gallina, una “casa aperta” per quello che rappresenta la risposta concreta ai bisogni di tantissimi giovani immigrati. Una contaminazione che sta sviluppando a Reggio Calabria una politica sportiva che integra e promuove concreti processi di cambiamento. Il tema dell’anno lanciato dall’Arcivescovo di Reggio Calabria – Bova, padre Giuseppe Morosini, ha come tema la vocazione. In questa direzione va l’azione del Csi nel progetto educativo “ChiamatinCampo”, grazie all’assistenza del consulente ecclesiastico, don Mimmo Cartella. Una chiamata alla corresponsabilità, al protagonismo dei ragazzi fragili, mettendo in campo risorse, talenti e fatiche. Lo sport diviene, infatti precisa una nota del Csi calabrese, «uno strumento che educa alla cittadinanza attiva e responsabile. Le tante parrocchie coinvolte sono chiamate a vivere mesi dove, spesso, la partita più importante si gioca fuori dal campo da gioco. Non solo immigrati nel campionato Csi, ma un’attività inclusiva per eccellenza. Come quell’esperienza bellissima dei ragazzi della Comunità ministeriale di Reggio Calabria coinvolti da protagonisti all’interno di una società sportiva parrocchiale». Allenamenti, partite, feste e terzo tempo per i ragazzi del Cereso e di Exodus. Quindi «un Campionato dove integrazione, tolleranza, legalità e condivisione diventano i “punti in classifica” da conquistare. Infatti – prosegue la nota – accanto all’attività sportiva è significativa la presenza di percorsi formativi, che saranno a breve presentanti, che quest’anno assumeranno le connotazioni delle Serate Dirigenti, con un’esperienza, unica nel suo genere, del terzo tempo sociale ed i percorsi di volontariato con la giustizia riparativa». Itinerari che fanno del progetto Csi un’esperienza significativa per i più giovani. “ChiamatinCampo” tantissimi giovani e adulti delle parrocchie, pronti e disponibili a rispondere alla convocazione più importante: promuovere e la bellezza nello sport e con lo sport.
Piccoli ragazzi dai grandi cuori
Un’idea di uno studente dell’Enrico Fermi di Lucca è diventata realtà. I tornei e i corsi sportivi gratuiti che rientrano nelle tradizioni dell’Istituto, grazie a una cifra di iscrizione simbolica, quest’anno aiuteranno gli alunni colpiti dal terremoto.
Il pallone che unisce
Provengono da Gambia, Nigeria, Senegal, Bangladesh, Pakistan. Sono giovani tra i 20 e 25 anni, fino a pochi mesi fa vivevano a migliaia di chilometri gli uni dagli altri, ma ora sono diventati una squadra di calcio amatoriale e partecipano ad un Campionato. Tutto questo è possibile grazie all’iniziativa del Centro di Solidarietà di Genova.
Qualcuno li chiama migranti, altri profughi. La definizione corretta è “richiedenti asilo politico” in quanto perseguitati nei loro paesi.Nel frattempo la loro passione per il calcio abbatte ogni barriera sociale. Sono ragazzi prestanti, la cui fisicità non passa inosservata. Non hanno ancora un gioco d’assieme e certamente la loro cultura calcistica è ben distante dagli esasperati tatticismi del calcio italiano, ma il loro entusiasmo è al settimo cielo, per loro giocare al calcio è una emozione incredibile, considerando che solo fino a pochi mesi fa erano dei perseguitati. All’interno del Campionato CSEN Calcio Liguria questi ragazzi si stanno ritagliando uno spazio importante, dimostrando di poter essere competitivi. Dopo due sconfitte consecutive la squadra ha ottenuto la prima vittoria in campionato, superando gli avversari della Pimpao con un netto 10-3.
Calcio sociale
Da domani a Empoli, un nuovo campo da gioco aperto a tutti. Dai dieci ai novant’anni, maschi o femmine, potranno partecipare a una partita in pieno spirito di squadra, senza panchine o riserve.
Nessuno può segnare più di tre gol a testa, nel rispetto di tutti i giocatori, e l’arbitraggio è autonomo. Supportare chi sbaglia e scegliere a fine partita il ‘social player’ che si è comportato meglio verso i compagni sono le altre regole. Partecipa al calcio sociale qualsiasi persona in grado di fare attività fisica, anche con disabilità, aggregando padri e figli, fratelli e sorelle, chiunque sia in una situazione di disagio o di svantaggio sociale, per formare un momento di divertimento e di educazione.
Black Panthers
La squadra di profughi ospitati a Milano è stata premiata dalla Fondazione Ismu, per la sua battaglia contro le discriminazioni, in occasione della presentazione del rapporto sulle migrazioni 2016. “Sul campo siamo imbattibili, ma nella vita giochiamo una partita impari – hanno detto ringraziando per il premio – c’è un trattamento diverso tra migranti economici e richiedenti asilo”.
(Foto: milanoinmovimento.com)
Vita sana
Si tiene oggi a Roma, alla Camera dei Deputati, l’evento conclusivo del progetto Impala.net. La rete europea, promossa da Università di Cassino e Unione Italiana Sport Per tutti, lancia un appello per una nuova cultura del movimento. Ai nostri microfoni Raffaella Chiodo, coordinatrice Uisp del progetto. (sonoro)
Una città su due ruote
È Copenaghen la capitale europea del traffico green, infatti i ciclisti hanno superato gli automobilisti: 265.200 contro 252.600. Merito di una politica sostenibile e delle piste ciclabili monitorate direttamente dai cittadini. Salgono in sella 41 pendolari su cento.
La Danimarca è da anni la società più felice del mondo secondo e Copenaghen è diventata la prima metropoli europea dove centro circolano più biciclette che non automobili private. Negli ultimi vent’anni il traffico di bici è aumentato del 68 per cento. C’è un solo rischio, per così dire: che la rapidissima costruzione di un’ampia rete di metropolitana, che dovrà essere completata entro il 2019 riduca un po’ il numero di utenti della bici a vantaggio dei passeggeri della metro. Per quanto sui treni S (metro regionali come la Rer a Parigi o la DS- Bahn in Germania) e sulla metro senza pilota che collega la città all’enorme aeroporto di Kastrup, hub del grande nord, è possibile salire con la bicicletta per poi proseguire a due ruote dopo la stazione d’arrivo. A Copenaghen in un solo anno comunque il traffico di bici è cresciuto del 15%, quello di auto calato dell’1%. Mentre gli abitanti della cinta interna della capitale aumentavano da 600mila a 715mila.
Salute e attività fisica: convegno a Roma
Come promuovere la buona salute per tutti i cittadini europei, in tutte le età della vita? Come farlo in Italia, dove i tassi di sedentarietà sono tra i più alti? Occorre una nuova cultura del movimento e sani stili di vita, occorrono politiche pubbliche più integrate, sia a livello nazionale, sia europeo. Non c’è tempo da perdere: le politiche comunitarie e quelle degli stati membri hanno bisogno di nuovi baricentri culturali e sociali, che assumano come indicatori di benessere la salute e la pratica fisica quotidiana.
L’appello viene dalla rete europea Impala.net, nata sulla spinta dell’Università di Cassino e dell’Uisp-Unione Italiana Sport Per tutti, promotori intorno ai quali si sono aggregati altri soggetti della ricerca e della società civile.
Questi sono i temi che animeranno l’incontro pubblico “Strategie per l’attività fisica e il benessere dei cittadini”, evento conlcusivo del progetto Impala.net, che si terrà venerdì 2 dicembre a Roma, presso la Camera dei Deputati, Sala della lupa, dalle 10 alle 13.30.
L’incontro verrà aperto dall’on. Filippo Fossati, Intergruppo Parlamentare Sport e Commissione Affari sociali; Antonio Naddeo, Direttore Ufficio Sport Presidenza del Consiglio; Joao Breda, Direttore Nutrizione, Attività Fisica e Obesità dell’ Ufficio Regionale per l’Europa OMS; Loriana Castellani, Direttrice del Dip.to Scienze Umane, Sociali e della Salute Università di Cassino e del Lazio Meridionale (UNICLAM).
Sono previste tre sessioni: la prima è: “Advocacy nelle promozione dell’attività fisica. Dalle istituzioni,dalla società civile”, con gli interventi di Vincenzo Manco, presidente Uisp; Mogens Kirkeby, presidente ISCA; Francesca Russo, direttrice Prevenzione Regione Veneto; l’on. Laura Coccia, dell’intergruppo parlamentare sport. Modera Raffaella Chiodo coordinatrice Uisp del progetto IMPALA.NET. A seguire il progetto Impala.net verrà illustrato da Alfred Rutten, dell’Università di Erlangen-Norimberga, Germania.
La seconda sessione si occuperà di “Raccomandazioni HEPA, Linee guida IMPALA e Strategia sull’Attività fisica dell’OMS: esperienze d’attuazione in Italia ed Europa a confronto”. Interverranno: Michael Dieck, Università di Erlangen-Norimberga, Germania; Michael Kolb, Università di Vienna , Austria; Tomas Kukenys, Lithuanian Sports University, Lituania; Kimmo Suomi, Università di Jyväskylä , Finlandia; Eline Vlasblom, NO Innovation for Life, Olanda; Simone Digennaro, Università di Cassino e del Lazio Meridionale, Italia. Modera Antonio Borgogni coordinatore UNICLAM del progetto IMPALA.NET.
La terza sessione verterà su: “Esperienze dei partner nazionali del progetto IMPALA .NET con gli esponenti di istituzioni e organizzazioni della società civile impegnati nel progetto. Le conclusioni dell’on. Filippo Fossati e dei coordinatori del progetto Impala.net sono previste alle 13.15.
Durante l’incontro verrà diffusa la pubblicazione curata dall’Uisp con la traduzione in italiano delle “Strategie per l’attività fisica OMS-Organizzazione Mondiale della Sanità 2016-2025”.
Scalata vincente
In arrivo la Kbike, un’innovativa carrozzina che promette di essere un efficace strumento di libertà per le persone con disabilità. Questo ausilio è stato ideato e messo a punto dall’associazione Biosophia per permettere a chi ha problemi motori anche gravi di partecipare alle escursioni in montagna.
Per realizzare questo ausilio Biosophia ha lavorato su diversi prototipi per quasi 18 mesi, per passare alla produzione, grazie all’intervento di un’azienda specializzata nella costruzione di mezzi sportivi per disabili; la Offcarr. La Kbike si presenta come una sorta di portantina su due ruote singolarmente ammortizzate ed è dotata di due freni a disco e tanti altri accorgimenti per garantire sicurezza e controllo sul mezzo. E’ costruita con materiali leggeri e resistenti, è di facile montaggio e può essere trasportata da una comune auto. In più si può adattare alle esigenze di diverse tipologie di disabilità e grazie alla mobilità delle ruote, alle difficoltà di diversi percorsi di montagna.
(Foto: Piuturismo)