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Fermi solo per prendere la rincorsa. Con una dedica speciale


 

Ad alta velocità ha fatto un pit stop. Tra lockdown e smart working ha raccontato la fase calda dell’emergenza senza salire sui treni bloccati dalla quarantena. Si è fermata solo per prendere la rincorsa e ripartire con i temi del giorno, con lo sguardo di quel pezzo del Paese che non mette il profitto al primo posto.

Il treno dei fatti e della cronaca riprende a correre e lo farà per questa estate che possa mettere via definitivamente l’incubo del coronavirus e pensare a come risollevare la penisola che ha l’economia a pezzi.

E questa puntata in cui riprende il cammino Ad alta velocità ha una dedica speciale. Voglio ricordare Andrea Folchitto, Folk per amici e colleghi. A soli 38 anni ha deciso di lasciare tutti noi e i suoi 2 piccoli bimbi nella prima domenica d’estate. Andrea si occupava di mutualismo e poi di terzo settore nell’ufficio legislativo e fiscale di Legacoop.

È troppo presto per andare via a questa età, c’era troppa strada ancora da fare ma quella strada percorsa ci ha fatto conoscere un ragazzo gentile, ironico e convinto delle proprie idee che volevano un Paese diverso.

Ci mancherai Folk.

Giuseppe Manzo – giornale radio sociale

Tasse più eque per uscire dalla crisi Covid. Intervista a Misha Maslennikov di Oxfam


 

Uscire dalla crisi eliminando le disuguaglianze. La proposta di Oxfam, insieme a Joseph Stiglitz, docente alla Columbia University e Premio Nobel per l’economia nel 2001 e Thomas Piketty, docente all’École des hautes études en sciences sociales alla Paris School of Economics sono quelle di promuovere una maggiore equità del sistema di tassazione delle multinazionali, porre una battuta d’arresto al dumping fiscale e favorire una governance più inclusiva, legittima e rappresentativa della cooperazione fiscale tra i Paesi.
Ne abbiamo parlato con Misha Maslennikov, Policy advisor di Oxfam Italia.

Covid, Nord e Sud: cosa avrebbe detto il grande Massimo Troisi


 

Sono questi i tempi in cui è facile chiedersi cosa avrebbe detto o pensato quel personaggio che non c’è più. Uno di questi è Massimo Troisi che moriva il 4 giugno 1994, a soli 41 anni e troppo presto per quello che avrebbe potuto dire e dare a Napoli e al Paese.

Come in questi mesi di lockdown e polemiche tra Nord e Sud avrebbe saputo liquidare in una battuta le isterie di un certo leghismo che “in fondo ascolta Peppino Di Capri”. Oppure avrebbe dato il suo sguardo su ciò che attraversa l’animo umano e le sue miserie in un momento di grande incertezza, paura, disorientamento.

Avrebbe parlato con Dio chiedendo perché poi alla fine tocca sempre ai poveri subire tutto questo. E a lui il ricordo va con le bellissime parole di Roberto Benigni che gli dedicò una poesia nel decennale della sua morte (ascolta cliccando sul player in alto).

Giuseppe Manzo giornale radio sociale