Speciali

Diritti, Costituzione e democrazia: le tensioni che corrono lungo il Paese


 

Uno dei momenti degli scontri a Torino lo scorso sabato dove gli anarchici sono scesi in piazza per Alfredo Cospito: danni a negozi e auto, lacrimogeni e bombe carta durante il corteo.

Oggi parliamo delle tensioni che corrono lungo il Paese, da Torino a Firenze passando per i fatti di Crotone. All’inizio abbiamo accennato agli scontri durante la manifestazione degli anarchici mentre nel capoluogo toscano l’Anpi ha chiamato a raccolta associazioni, sindacati e partiti per una mobilitazione antifascista dopo l’aggressione ai danni di due studenti da parte di militanti dell’organizzazione di estrema destra Azione studentesca fuori al liceo Michelangiolo.

Le reazioni del ministro Valditara dopo la lettera della preside del Da Vinci e la mancata condanna da parte della maggioranza in Parlamento e al governo. In mezzo ci sono i fatti di Cutro con le parole del ministro Piantedosi e la difesa della premier Meloni che dice “’Davvero si pensa che non abbiamo voluto salvarli?”.

Sono fuochi di tensioni e polemiche sui diritti, sull’agibilità democratica e sul rispetto del dettato costituzionale che in questo inizio anno infiamma la piazza e il palazzo. Ascoltiamo ora le parole di Gianfranco Pagliarulo, presidente nazionale Anpi.

Ascolta Ad Alta Velocità, rubrica quotidiana a cura di Giuseppe Manzo – giornale radio sociale

Napoli: il marzo donna di Dedalus, storie di riscatto da violenza e sfruttamento


 

Queste le parole rivolte da un cittadino calabrese al presidente Mattarella che ieri ha omaggiato le vittime del naufragio a largo di Crotone.

Oggi andiamo a Napoli e parliamo di Marzo donna, il mese in cui ci sono iniziative in tutta Italia dedicate alle donne e alla questione di genere. Dedalus mette al centro il tema del riscatto dalla violenza e dallo sfruttamento attraverso i percorsi di protagonismo e autodeterminazione femminile.

In particolare c’è la storia di Patrizia e Grace (due nomi di fantasia): la prima, napoletana, vittima di violenza domestica perpetrata per oltre vent’anni e l’altra, nigeriana, caduta nella rete della tratta di esseri umani e costretta anche a subire l’allontanamento dal figlio, sono state protagoniste di percorsi complessi, che hanno visto l’impegno in sinergia di operatrici e operatori di diverse aree di intervento della cooperativa. Oggi, entrambe sono riuscite ad autodeterminarsi pienamente anche grazie al lavoro, che ha dato a ciascuna di loro la possibilità di essere pienamente autonoma, poter provvedere ai propri figli e anche riuscire a esprimere se stessa.

Ascoltiamo Tania Castellaccio, responsabile area accoglienza donne per cooperativa Dedalus.

Ascolta Ad Alta Velocità, rubrica quotidiana a cura di Giuseppe Manzo – giornale radio sociale

In Umbria un modello innovativo PA-Terzo settore per ridare vita a luoghi in disuso


 

Questa è la voce del giornalista di BBC news Kostas Kallergis che su twitter mostra le immagini del gravissimo incidente avvenuto ieri notte in Grecia: lo scontro frontale tra un treno passeggeri e uno merci avvenuto nei pressi della città di Larissa. Si contano decine di morti e dispersi, 130 le persone ferite.

Oggi parliamo di “Pratiche di Amministrazione Condivisa” che è anche un convegno organizzato dal Comune di Spoleto, dalla Cooperativa Il Cerchio e dal Forum del Terzo Settore tenutosi lo scorso 24 febbraio al cinema Sala Frau di Spoleto.

Davanti a oltre 100 persone in presenza e altre online sono stati fatti approfondimenti su un modello organizzativo innovativo, in grado di ottimizzare i servizi e riportare in vita alcuni luoghi in disuso delle città.  Inoltre si è dato spazio anche ad alcune esperienze sul territorio con il racconto di alcune pratiche di co-progettazione umbra.

Per capire cosa significa amministrazione condivisa e co-progettazione in un nuovo rapporto tra terzo settore e pubblica amministrazione ascoltiamo Luciano Gallo – referente innovazione amministrativa Anci emilia romagna – e Vanessa Palucchi, portavoce Forum Terzo Settore.

Ascolta Ad Alta Velocità, rubrica quotidiana a cura di Giuseppe Manzo – giornale radio sociale

Crotone, la città di Pitagora piange e si impegna dopo la strage di migranti


 

Le voci dall’Iran dove le studentesse di diverse scuole sono state avvelenate con gas tossico: secondo l’agenzia Irna membri del governo hanno ammesso l’intenzionalità dell’avvelenamento.

Oggi torniamo Crotone. Le vittime continuano a salire con i corpi che riemergono dal mare e oggi è il giorno del dolore per questa strage di migranti. Oggi cerchiamo di capire come ha reagito la comunità della cittadina calabrese.

Siamo in un contesto che vive grandi difficoltà sociali e gravi carenze di servizi, Crotone è agli ultimi posti negli indici di vivibilità tra le città del nostro Paese. Eppure nella terra dove approdò Pitagora c’è un tessuto civile di grande impegno con associazioni, volontariato e cooperazione sociale in prima linea e una storia di accoglienza per persone che arrivano da altri Paese.

Ascoltiamo Fabio Riganello della cooperativa Agorà Kroton che da 35 anni opera sul territorio.

Ascolta Ad Alta Velocità, rubrica quotidiana a cura di Giuseppe Manzo – giornale radio sociale

Migranti, la strage di Cutro: “urla e morte un monito per chi ha il cuore sordo”


 

Questo è il momento in cui i tifosi della squadra turca del Besiktas hanno lanciato in campo pupazzi e giocattoli da donare ai bambini colpiti nella regione del terremoto del 6 febbraio.

Oggi parliamo della strage di migranti tra cui tanti bambini nel naufragio di Cutro a Crotone: il bilancio è di 63 vittime recuperate. Ieri è stato il giorno delle polemiche e dello scontro. Secondo Marco Bertotto – direttore programmi Medici senza frontiere Italia “le prime dichiarazioni del governo italiano sono poco più di un triste scaricabarile, l’ennesimo schiaffo sul volto delle vittime e dei sopravvissuti di questa e altre tragedie. Sono il tragico danno collaterale di politiche – italiane ed europee – di protezione dei confini e riduzione dei canali regolari di accesso. Impossibile evitarle senza ripristinare un sistema istituzionale di soccorso in mare”.

Ad alzare la tensione sono la minaccia di querela a Orlando Amodeo, medico soccorritore, dopo il video in cui attacca chi parla di “carico residuale”. E poi le stesse parole del ministro dell’Interno Piantedosi che ora ascoltiamo.

Di fronte a queste parole che hanno lasciato basiti operatori, volontari e tante associazioni si contrappongono altre parole, quelle scritte sui bigliettini di mazzi di fiori che tanti calabresi hanno lasciato sulla spiaggia. Uno di questi recita: “che le vostre urla e la vostra morte sia un monito per chi ha il cuore sordo”.

Salute e sanità in Terra dei Fuochi: il grido di allarme dei pazienti oncologici


 

Questa è la voce rotta dal pianto di Orlando Amodeo, ex dirigente polizia, oggi volontario della Croce Rossa davanti alla spiaggia di Cutro dove ieri si è verificata l’ennesima strage di migranti.

Oggi andiamo in Campania e parliamo di salute e sanità nella Terra dei Fuochi. La questione ambiente e salute in quei territori è tornata a non essere al centro dell’attenzione politica e mediatica ma sabato scorso nella Chiesta di San Pasquale a Marcianise associazioni e comitati hanno tenuto un convegno con medici ed esperti internazionali.

A lanciare un grido d’allarme sono i pazienti oncologici che denunciano le difficoltà di cure pubbliche in quella regione. Ascoltiamo Teresa Tartaglione che insieme ad altri pazienti ha raccolto decine di migliaia di firme in una petizione popolare e padre Maurizio Patriciello.

La prevenzione è l’anello debole oltre alla gestione pubblica per esami e diagnosi. Il registro tumori è fermo al palo e non aggiornato. Ascoltiamo Luigi Costanzo – medico di medicina generale e Isde Medici per l’ambiente – e Antonio Giordano, presidente dello Sbarro Institute di Filadelfia.

Ascolta Ad Alta Velocità, rubrica quotidiana a cura di Giuseppe Manzo – giornale radio sociale

Ucraina, un anno di guerra: civili in fuga e uccisi nel “nuovo” mondo “bipolare”


 

Questo è il suono delle mitragliatrici in Ucraina: a un anno esatto dal conflitto le armi sono le uniche protagoniste di una guerra poco lontano da casa.

Oggi parliamo della guerra in Ucraina dopo 365 giorni di conflitto da quel 24 febbraio del 2022 quando all’alba le edizioni speciali e le breaking news mostravano i bombardamenti fino a Kiev. Dopo un anno sul terreno ci sono vittime, feriti, profughi e disperazione.

La guerra in Ucraina sta avendo un impatto drammatico sulla vita e sul futuro dei 7,8 milioni di bambini del paese: di questi 3,4 milioni hanno bisogno di assistenza umanitaria nel paese e 3,9 milioni hanno bisogno di aiuto nei paesi che li ospitano come rifugiati. Dal 24 febbraio al 2022 al 15 febbraio 2023 le vittime civili della guerra in Ucraina sono state circa 21.293.

Le armi esplosive sono responsabile del 90% delle vittime civili.  Sono i dati raccolti dall’Associazione nazionale vittime civili di guerra. Poi ci sono i 5 milioni di sfollati interni, gli 8 in altri paesi del mondo e 9.6 milioni di persone presenta sintomi da stress post traumatico e necessita di supporto medico qualificato.

Domani decine di piazze in Italia saranno teatro di manifestazioni e sit in per chiedere che si aprano negoziati di pace e cessino i combattimenti. Per capire invece sullo scacchiere geopolitico internazionale questo anno di conflitto ascoltiamo il giornalista Alessio Postiglione, autore del libro “Calcio e geopolitica” edizioni Mondo nuovo.

Ascolta Ad Alta Velocità, rubrica quotidiana a cura di Giuseppe Manzo – giornale radio sociale

Costituzione e ambiente, un anno dopo: ora tocca a Governo e Parlamento


 

 

Le voci dei giovani in piazza a Firenze dopo l’aggressione agli studenti del liceo Michelangiolo: “il fascismo in Italia è nato ai bordi di un marciapiede qualunque”, scrive in una nota diventata virale sui social la preside Annalisa Savino di un altro Liceo, il Da Vinci.

Oggi parliamo di Costituzione, ambiente e futuro. Per accelerare la transizione verso lo sviluppo sostenibile dell’Italia occorre dare effettiva attuazione alla modifica della Costituzione approvata lo scorso anno: spetta ora a Governo e Parlamento dotarsi di strumenti adeguati per garantire la coerenza delle politiche per lo sviluppo sostenibile,  in particolare introducendo criteri per valutare la costituzionalità delle nuove leggi, misurandone gli effetti sui 17 Obiettivi dell’Agenda 2030, in un’ottica di giustizia intergenerazionale e definire la sostenibilità ambientale e sociale degli investimenti pubblici. Va inoltre recepita al più presto la direttiva europea sulla rendicontazione dell’impatto sociale e ambientale dell’attività delle imprese.

È quanto emerge dall’incontro “Costituzione, ambiente e future generazioni: un anno dopo, a che punto siamo?” organizzato dall’Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile (ASviS) alla Biblioteca Casanatense di Roma. Un’occasione per riflettere sulla importante riforma, in vigore dal 22 febbraio 2022, che inserisce tra i compiti della Repubblica (articolo 9) la tutela dell’ambiente anche nell’interesse delle future generazioni e il principio in base al quale l’attività economica privata non può svolgersi danneggiando l’ambiente e la salute (articolo 41).

Ascoltiamo il direttore di Asvis Enrico Giovannini e il presidente di Legambiente Stefano Ciafani.

Ascolta Ad Alta Velocità, rubrica quotidiana a cura di Giuseppe Manzo – giornale radio sociale

Turchia e Siria dopo il sisma, voci da Antiochia: “emergenza a lungo a termine”


 

 

I suoni dell’aereoporto di Lampedusa dove ieri sono stati trasferiti 187 migranti a Crotone: dopo gli ultimi sbarchi l’hotspot è strapieno e in totale sono 457 da trasferire.

Oggi torniamo a parlare delle conseguenze del terremoto in Turchia e Siria. Ieri una nuova scossa ha fatto piombare nel terrore le persone con altri crolli e vittime. «La crisi nelle zone colpite dal sisma andrà ben oltre i tre mesi di stato d’emergenza previsti: è fondamentale prevedere aiuti materiali e psicologici a lungo termine».

A lanciare l’allarme è Lorena D’Ayala Valva, vicedirettrice generale e responsabile per le emergenze di Fondazione CESVI, attiva in maniera particolare nelle province turche di Kahramanmaraş e Adiyaman, tra quelle maggiormente devastate ma meno raggiunte dagli aiuti internazionali. «Nelle dieci province turche più colpite dal terremoto – aggiunge – vivevano 13,5 milioni di persone: oltre 2,2 milioni sono sfollate altrove, ma per chi resta è urgente la necessità di aiuti e riparo in questo gelido inverno. Ai traumi psicologici della tragedia si aggiunge il rischio di gravi malattie, da quelle respiratorie al colera. Raggiungeremo, nei prossimi 6 mesi, 25mila persone su vari fronti, dalla distribuzione di beni salvavita all’assistenza psicologica per adulti e bambini». Ascoltiamo le operatrici sul campo ad Antiochia.

Ascolta Ad Alta Velocità, rubrica quotidiana a cura di Giuseppe Manzo – giornale radio sociale

Il problema della sicurezza urbana non è un ostello per senza dimora


 

 

Oggi è la giornata nazionale del Braille: l’alfabeto che da circa 200 anni permette a persone con disabilità della vista di poter essere incluse nella lettura, nella scrittura e nella vita sociale.

Oggi parliamo della povertà ma legata alla questione della sicurezza urbana. Andiamo a Roma dove c’è stato un botta e risposta tra Federalberghi e la Caritas sulla situazione di degrado nella zona della stazione Termini. “In una città dove ogni notte più di 8 mila persone dormono in strada o in alloggi di fortuna è immorale affermare che il problema della sicurezza alla Stazione Termini sia l’Ostello Don Luigi Di Liegro della Caritas di Roma che dal 1987 ospita 180 senza dimora tra uomini e donne. Non c’è contrapposizione tra l’accoglienza dei poveri, l’esigenza di maggiore sicurezza e tutela dei legittimi interessi economici nell’area della stazione Termini”.

Così il direttore della Caritas di Roma, il diacono Giustino Trincia, commenta in una nota le dichiarazioni di Federalberghi Roma, che vedono nella struttura per senza dimora situata in Via Marsala una delle cause del degrado in cui versano le strade limitrofe al principale scalo ferroviario nazionale e chiedono il trasferimento della struttura.

“Da trentacinque anni l’Ostello è un presidio di solidarietà e di legalità – continua Trincia – opera fuori dalla stazione Termini e in una zona periferica rispetto a quella degli alberghi, in cui si è concretizzata la collaborazione tra le istituzioni, in modo particolare Roma Capitale, le Ferrovie dello Stato, azienda che in tutta Italia ha fatto delle politiche d’inclusione un elemento strategico della sua responsabilità sociale, e le tante forze di volontariato”.

Questo acceso dibattito ripropone non solo il tema della povertà ma delle misure di contrasto all’emarginazione e ripropone quello dell’attacco al reddito di cittadinanza di questi mesi. In tal senso ascoltiamo il vicepresidente delle Acli Antonio Russo che nel Grs Week è intervenuto sul tema delle povertà.

Ascolta Ad Alta Velocità, rubrica quotidiana a cura di Giuseppe Manzo – giornale radio sociale