Speciali

Quel movimento per la pace che non ha mai smesso di mobilitarsi


 

La disperazione nelle strade di Kiev durante il lancio di missili e bombe: persone che corrono al riparo in metropolitana sperando di sfuggire all’attacco.

Oggi parliamo di pace in tempi di guerra durissimi dove parlano le armi e le bombe. E parliamo del movimento pacifista nel nostro Paese, dopo le elezioni i partiti riscoprono la piazza e lanciano in ordine sparso diversi appuntamenti. C’è poi chi in piazza non ha mai smesso di andarci.

La coalizione Europe for Peace, formata dalle principali reti per la pace in Italia con l’adesione di centinaia di organizzazioni, profondamente preoccupata per l’escalation militare che ha portato il conflitto armato alla soglia critica della guerra atomica, torna  per il weekend dal 21 al 23 ottobre (ad otto mesi dall’invasione russa e alla vigilia della Settimana ONU per il Disarmo) ancora una volta con l’invito – rivolto ad associazioni, sindacati, gruppi che già sono attivi da mesi – ad organizzare iniziative di varia natura per rilanciare l’appello già diffuso a luglio con la richiesta di cessate il fuoco immediato affinché si giunga ad una Conferenza internazionale di Pace. Ascoltiamo Francesco Vignarca della Rete Pace e Disarmo.

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A Napoli la “normalità” di grandi eventi e di cultura nelle periferie


 

Il suono delle bombe cadute su Kiev ieri in risposta a quelle sul ponte in Crimea: il conflitto continua, le armi sono le uniche protagoniste.

Oggi parliamo di periferie e nello specifico quelle di Napoli. Sono spesso raccontate per casi di cronaca nera o giudiziaria ma molto più spesso esprimono capacità progettuali di rigenerazione e aggregazione. A Scampia lo scorso weekend si è rotto un tabù: un evento musicale nazionale molto atteso e promosso da Redbull che sul palco ha portato i principali rapper italiani da Marracash a Fabri Fibra. Sono arrivati decine di migliaia di giovani, tutto si è svolto in modo ordinato e il quartiere con le sue associazioni dell’area nord.

Dall’altra parte, invece, a Ponticelli ieri è arrivata la Carovana pedagogica di Arci, si svolgerà fino al 15 ottobre ed è anche l’occasione per l’apertura di un nuovo punto lettura con Arci Movie che nel quartiere è una realtà radicata da molti anni. Ascoltiamo il presidente Roberto D’Avascio.

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Una ricerca sul Dte potrebbe aiutare a comprendere e contrastare l’Alzheimeir


 

I cori delle ragazze curde nelle strade dell’ovest dell’Iran: la rivolta delle donne continua.

Oggi parliamo di medicina aerospaziale. Lo scorso 7 ottobre si è concluso il ventiduesimo convegno nazionale dell’Associazione Italiana di Medicina Aeronautica e Spaziale. Si è parlato di futuro in termini di ricaduta socio-sanitaria come gli aereporti già attivi in Canada o Australia, baluardo della salute perché capaci di analizzare la presenza di un virus. E poi il focus sul Disorientamento topografico evolutivo.

Proprio un gruppo di ricercatori italiani, guidati dall’Università di Sapienza hanno scoperto l’esistenza del DTE. Lo studio è stato condotto su 1.698 persone, di cui 1063 uomini, senza disturbi neurologici, di età compresa tra 18 e 35 anni e con una media di 14,8 anni di istruzione a tempo pieno. È emerso che circa il 3% delle persone è affetto da disorientamento topografico evolutivo: una ricerca questa che potrebbe aiutare a comprendere ed a contrastare malattie come l’Alzheimer.

Maria Pia Tucci ha raccolto le parole del tenente Paola Verde e del presidente di Aimas Enrico Tomao. Ascoltiamo.

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Donne in campo per i diritti


 

Maria Grazia Pinna è stata la prima donna in Italia ad arbitrare nel 1979 una partita di calcio ufficiale, Colonnata contro Florenza, nel circuito Uisp. Domenica scorsa, Maria Sole Ferrieri Caputi è stata la prima arbitra nella storia della serie a maschile. Mentre pochi mesi fa, a luglio, alle calciatrici della serie A femminile è stato ufficialmente riconosciuto lo status di professioniste. Si tratta di piccoli passi avanti verso il riconoscimento di una vera parità di genere, che deve essere tanto materiale, quanto culturale e che, proprio per questo, ha bisogno anche della forza del linguaggio. Ne abbiamo parlato con la giornalista sportiva Mimma Calligaris.

Il monopolio dello spazio in cui si prendono le decisioni è un tema caldo per lo sport in Italia. Su 44 federazioni sportive, solo una è presieduta da una donna, nonostante siano raddoppiate nel 2021 le consigliere e aumentate le vicepresidenti. Nello spazio fisico dello stadio, invece, pochi mesi fa, avevano fatto ritorno le donne iraniane dopo 40 anni, un evento accolto con clamore dai media. Eppure l’uccisione di Masha Amini, per aver indossato il velo in modo non conforme, e la sanguinosa repressione delle proteste delle ultime settimane, ci fanno riflettere sul rapporto tra sport e diritti, quando di mezzo c’è lo spettacolo. L’analisi della giornalista sportiva Chiara Di Paola.

 

Nel 2021 in Italia record di reati contro i minori: oltre 6mila casi


 

I cori di teenager iraniane verso un paramilitare della Guardia islamica chiamato a parlare in una scuola e zittito: in Iran la rivolta delle donne continua.

Oggi parliamo dei reati che si consumano contro i minori. In Italia nel 2021 il dato segna uno sconfortante record, superando per la prima volta quota 6mila: i casi sono stati 6.248, per il 64% ai danni di bambine e ragazze e alimentati dalla violenza sessuale, che registra anch’essa un record assoluto con 1.332 casi, di cui le giovani sono l’88% delle vittime.

I dati, elaborati dal Servizio Analisi Criminale della Direzione Centrale Polizia Criminale, sono stati resi noti ieri dalla Fondazione Terre des Hommes nel Dossier indifesa “La condizione delle bambine e delle ragazze nel mondo” 2022 in occasione della Giornata mondiale delle bambine del prossimo 11 ottobre.

Il 2021, secondo anno di pandemia da Covid-19, ha registrato un balzo drammatico dell’8% dei reati a danno di minori dal 2020 (5.789 casi) e dell’89% dal 2004 (3.311 casi). In tutti i reati a sfondo sessuale considerati, la prevalenza delle vittime è largamente di genere femminile.

Fra questi le fattispecie che registrano la percentuale più alta di vittime bambine sono la violenza sessuale aggravata (per cui si registra una percentuale dell’88% di vittime femmine) e la violenza sessuale (per cui le vittime di genere femminile sono l’87%). Ed è così anche per gli atti sessuali con minorenne (83%) la detenzione di materiale pornografico (82%) la corruzione di minore (76%) la prostituzione minorile (67%) e per la pornografia minorile (69%). Ascoltiamo Paolo Ferrara, direttore scientifico della campagna Indifesa.

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Nel nome di Lorenzo e degli altri caduti la Giornata per le vittime sul lavoro


 

Le voci di giovani studentesse iraniane mentre distruggono una foto dell’Ayatollah Khamenei: in Iran la rivolta delle donne continua.

Oggi parliamo di morti sul lavoro. Il prossimo 9 ottobre si terrà la 72ª Giornata Nazionale per le Vittime degli Incidenti sul Lavoro con manifestazioni organizzate dall’ANMIL – Associazione nazionale mutilati e invalidi per il lavoro – in tutta Italia, sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica e con il Patrocinio della Rai, Dai numeri che emergono dagli Open Data INAIL sembra che nulla cambi nonostante la tecnologia, la consapevolezza e le norme stringenti.

La manifestazione principale quest’anno si svolgerà a Fiume Veneto, nell’azienda Claber S.p.a., e sarà rivolta in particolare ai giovani, come Lorenzo Perelli, che hanno perso la vita durante uno stage di alternanza scuola-lavoro, ma anche a tutte le persone che in questi anni ci hanno lasciato per la mancata sicurezza. Ascoltiamo Emidio Deandri, vicepresidente nazionale di Anmil.

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Italia sempre più lontana dagli obiettivi di sviluppo sostenibile 2030


 

le voci delle studentesse iraniane che gridano “morte al dittatore” continuando la loro rivolta per i diritti delle donne.

L’Italia è in ritardo nel raggiungimento degli Obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Agenda 2030 Onu. La crisi sistemica del modello di sviluppo dominante accelerata dalla pandemia, dalla guerra in Ucraina e dai cambiamenti climatici sta aumentando le disuguaglianze sociali. È questo lo scenario che emerge dal settimo Rapporto annuale presentato dall’ASviS, l’Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile, oggi al Palazzo delle Esposizioni di Roma nella giornata inaugurale del Festival dello Sviluppo Sostenibile 2022, in programma da ieri fino al 20 ottobre, con oltre 900 eventi in tutta Italia e online.

Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in un messaggio inviato all’ASviS e letto in apertura dei lavori, esprime “apprezzamento per i propositi del Festival, diretti a creare una diffusa cultura della sostenibilità, fondamento di un’economia equilibrata e inclusiva a beneficio della collettività”. Dal 2016, Il Rapporto annuale “L’Italia e gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile” dell’ASviS fa il punto della situazione italiana rispetto all’Agenda 2030 grazie al contributo degli esperti provenienti dagli oltre 300 Aderenti all’Alleanza. Ascoltiamo il presidente Pierluigi Stefanini.

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Guerra e pace nelle “transizioni sociali”: a Narni il Festival della sociologia


 

Le voci della protesta in Iran dove è stata arrestata Alessia Piperno, il padre Alberto con un appello sui social ha chiesto che venga accesa la luce su sua figlia.

Oggi parliamo di una settimana molto intensa per i temi della sostenibilità e dell’economia sociale. Nel Grs week vi abbiamo già presentato le Giornate di Bertinoro che si terrano il prossimo fine settimana mentre parte oggi il Festival di Asvis, alleanza per lo sviluppo sostenibile: ne parliamo nel notiziario Grs più tardi.

Dal 6 ottobre invece al via la settima edizione del Festival della Sociologia di Narni,. Il tema scelto per quest’anno è “Transizioni sociali”. Di quante e quali transizioni si tratta? Una, nessuna o centomila. Perché la sociologia è scienza della transizione sociale e si occupa dell’attore sociale come essere cognitivo relazionale, ma anche come essere intuitivo e dotato di sensazioni e sentimenti. Una tre giorni ricca di eventi, incontri, con spazi artistici aperti, pubblici e partecipati

Ascoltiamo la direttrice scientifica del Festival Maria Caterina Federici e Stefano Brancorsini, direttore Polo didattico di Terni per l’Università di Perugia.

L’Italia del gender gap: così le donne giovani sono a rischio povertà


 

La voce di Luciano Spalletti in conferenza stampa sabato scorso: anche dal mondo del calcio giunge un gesto per le donne iraniane in rivolta.

Oggi parliamo di donne e nello specifico di gender gap su salario e reddito. Nello scorso weekend ad Assisi si è tenuto il 54° Incontro nazionale di Studi, dedicato al tema “Dignità e Lavoro: vie per la Speranza”. In questa 3 giorni è stata presentata la ricerca realizzata dall’Istituto di Ricerca IREF-Acli sulla disparità di genere e salariale che ha certificato come le donne giovani siano quelle più a rischio povertà.

“Più della metà delle donne under 35 raggiunge al massimo i 15.000 euro di reddito complessivo annuo, contro il 32,5% dei coetanei maschi”. La ricerca ha beneficiato della possibilità di accedere alle banche dati del Caf e del Patronato Acli, che ogni anno incontrano centinaia di migliaia di persone, garantendo loro servizi fondamentali. Nel 2021, presso il Patronato Acli le pratiche aperte per il reddito di cittadinanza sono state per il 57,5% femminili, 54% quelle per il reddito di emergenza. Un ulteriore indicatore di fragilità delle donne nel mercato del lavoro è rappresentato dalle pratiche per la Naspi, che sono state per il 61,3% femminili nel 2021.

Ascoltiamo sui temi dell’incontro nazionali alcuni passaggi degli interventi di Vanessa Pallucchi, portavoce del Forum terzo settore, e di Emiliano Manfredonia, presidente delle Acli.

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