Mario Paciolla lavorava in Colombia come osservatore delle Nazioni Unite per il rispetto degli Accordi di Pace, e aveva precedentemente lavorato in altri paesi come la Giordania e l’India.
Mario Paciolla lavorava in Colombia come osservatore delle Nazioni Unite per il rispetto degli Accordi di Pace, e aveva precedentemente lavorato in altri paesi come la Giordania e l’India.
Questa Europa è una camera a gas. Parafrasando una vecchia canzone di Gianna Nannini si possono commentare così i dati sulle morti premature per l’inquinamento dell’aria nel vecchio continente.
È responsabile, infatti, di oltre 400mila morti premature all’anno nell’Unione europea. Seguono l’inquinamento acustico, che contribuisce a 12mila morti premature, e gli effetti del cambiamento climatico, in particolare le ondate di calore.
Lo segnala la relazione dell’Agenzia europea dell’ambiente. ‘Ambiente sano, vita sana: come l’ambiente influenza la salute e il benessere in Europa’. “I cittadini europei, infatti – segnala AEA – sono esposti a molteplici rischi in ogni momento, tra cui inquinamento dell’aria, dell’acqua e acustico, nonché a sostanze chimiche, che si combinano e in alcuni casi agiscono contemporaneamente con conseguenze sulla salute”.
Secondo la commissaria per la Salute e la sicurezza alimentare anche il Covid-19 è un chiaro “n altro campanello d’allarme e ci ha resi profondamente consapevoli della relazione tra i nostri ecosistemi e la nostra salute”.
Giuseppe Manzo giornale radio sociale
L’esile Willy, 21 anni, ucciso di botte a Colleferro voleva fare il cuoco. Il suo sorriso nelle foto che hanno inondato i social fa da contraltare alle immagini dei suoi aggressori. Sguardi da cattivi, pose con addominali scolpiti, tatuaggi in bella mostra e frasi ad effetto in pieno stile Suburra o Gomorra.
È stata messa in evidenza la motivazione razziale o anche la politica con le idee neofasciste del gruppetto di picchiatori ma non basta: c’è una evidente autorappresentazione che viene da modelli ben precisi. Il mito del boss che incute paura, l’agonia narcisista a suon di photoshop si identificano nel fascino di una certa mafiosità, quel potere che si applica con due strumenti: soldi e violenza.
I fratelli Bianchi somigliano ai carabinieri della caserma di Piacenza e fanno pensare alle parole dello psichiatra Vittorino Andreoli: “L’Italia è un paese malato di mente: esibizionisti, individualisti, masochisti, fatalisti”. E se allarghiamo a tutto il Paese quel monologo dei film i Cento Passi su Peppino Impastato, oggi, avremmo le parole adatte per spiegare come muore di botte un ragazzo: “la mafia la vogliamo. Ma non perché ci fa paura, perché ci dà sicurezza, perché ci identifica, perché ci piace e quelli come Willy sono “nuddu mischiato con niente”.
Giuseppe Manzo giornale radio sociale
“Le chiacchiere chiudono il cuore della comunità. Il grande chiacchierone è il Diavolo che sempre va dicendo le cose brutte degli altri. Perché lui è un bugiardo che cerca di disunire la Chiesa, allontanare i fratelli e non fare comunità. Facciamo lo sforzo di non chiacchierare. Il chiacchiericcio è una peste più brutta del Covid. Facciamo uno sforzo: niente chiacchiere”
Lo ha detto il Papa ieri all’Angelus, come dargli torto. Il chiacchiericcio si può declinare in tanti modi. È la fake news che in epoca di emergenza sanitaria mira a creare il caos, a destabilizzare gli scenari politici e formare schiere di automi cospirazionisti come quei no mask riuniti a Roma perché non credono al contagio da coronavirus.
E poi il chiacchiericcio uccide comunità e persone. È delazione e diffamazione, sui social e nella vita reale che trasforma le parole in proiettili per colpire, isolare e umiliare chi è oggetto di odio e di bugie. Ecco, con questa rubrica quotidiana che sta per compiere un anno vogliamo seguire il suggerimento di Bergoglio: niente chiacchiere, solo fatti e buona informazione.
Giuseppe Manzo giornale radio sociale