Archivio Pietro Briganò

Se ne è andato Ettore Scola

di Pietro Briganò


Ettore_ScolaL’Italia e il mondo della cultura dicono addio al maestro del cinema italiano Ettore Scola. Se ne è andato ad 84 anni dopo aver raccontato attraverso i suoi film il nostro paese e le sue trasformazioni dagli anni sessanta ad oggi con l’ultimo lavoro Ridendo e scherzando, il documentario firmato dalle figlie, Paola e Silvia che ci restituisce un ritratto inedito del grande cineasta realizzato attraverso materiale di repertorio.

C’eravamo tanto amati, Brutti sporchi e cattivi, Una giornata particolare e poi La Terrazza, per citare solo alcuni dei capolavori di Scola, La Famiglia, Splendor, Che ora è, La Cena e Concorrenza sleale rimarranno capisaldi della cinematografia italiana apprezzati da un pubblico vasto e non solo nel nostro paese.

Vi proponiamo un’intervista del 2009 realizzata da Esperienza Italia al Cinema Massimo nel 148° anniversario dell’unità d’Italia

 

 

 

 

 

Addio a Franco Citti

di Pietro Briganò


Decameron-CittiSe ne è andato il protagonista de l’Accattone di Pier Paolo Pasolini, il film che lo rese celebre nel 1961. Un’adolescenza passata tra “ladri, truffatori, papponi, mignotte, spie, ruffiani, cornuti e ubriaconi” per poi passare al cinema e al teatro. Pasolini lo volle anche per Porcile, Il Decameron, I racconti di Canterbury (Satana), in Il fiore della Mille e una notte ma lavorò anche con altri registi fra cui il fratello Sergio e Valerio Zurlino. In teatro, ha recitato in Salomè di Carmelo Bene mentre sul piccolo schermo ha lavorato in I promessi sposi di Salvatore Nocita.

Il Ministro dei Beni e delle attività Culturali e del Turismo Dario Franceschini: “Attore di straordinaria intensità, legato a Pier Paolo Pasolini fin dall’esordio alla regia in Accattone, ha segnato una stagione importante della nostra cinematografia. Nel ruolo di Vittorio, così come negli altri film diretti da Pasolini, ha portato quella poesia di strada che rimarrà per sempre uno dei tratti distintivi del nostro cinema”.

Vento dell’Est

di Pietro Briganò


Mentre scriviamo dell’attualità del messaggio di Svetlana Alexsievic, ricorrono le immagini del massacro nella piazza della stazione di Ankara. Era (solo) una manifestazione per la pace trasformata in un inferno. Pace, pace, pace è il vento che soffia da est. La risposta è dolore. Lo stesso dolore raccontato dal premio Nobel per la letteratura.

“Opera polifonica, un monumento al coraggio e al dolore della contemporaneità”  è la motivazione che ha spinto l’Accademia di Svezia a consegnare il premio a Svetlana Aleksievic. Classe 1948, nata in Ucraina e ora in esilio a Parigi perché il regime del presidente bielorusso Aleksandr Lukashenko l’ha perseguitata con l’accusa di essere un’agente della CIA. Lei che, attraverso i suoi personaggi, racconta il regime di Putin. Il suo è un monito che chiarisce: “Amo la Russia ma non Putin”.

In una Europa attraversata da una profonda crisi politica, sociale, economica ma soprattutto culturale il nobel alla Aleksievic arriva come una boccata di ossigeno, una ventata di aria fresca che soffia sulle ceneri di chi, prima di lei, ha avuto il coraggio di contestare un regime. Un impegno condiviso da molti, tra cui Anna Politkovskaja, la giornalista russa anch’essa scomoda al regime, di cui in questi giorni si è celebrato l’anniversario dell’assassinio avvenuto a Mosca il 7 ottobre del 2006.

Perché contestare un regime resta ancora, per chi si impone perpetrando la manipolazione delle coscienze, motivo per uccidere. Si ripiomba, come in un incubo, nel clima descritto ne “Le Vite degli altri”, il bellissimo film diretto da Florian Henckel von Donnersmarck ambientato nella Berlino del 1984, vincitore del Premio Oscar per il miglior film straniero nel 2006. Chi contesta è spacciato. Ma quella è un’altra storia.

Svetlana Aleksievic racconta di un regime, come quello della Bielorussia a cui dedica il Premio, guidato ininterrottamente dal 1994 dal dittatore Lukashenko, che si prepara ad ottenere l’ennesimo plebiscito. Un paese sull’orlo della recessione, vista anche la dipendenza da Mosca con un tasso di inflazione intorno al 20% e dove chi si candida come alternativa finisce poi nelle patrie galere.

Non c’è spazio per la contestazione, per contrastare un regime che insabbia e non c’è spazio per la cultura. Così le testate giornalistiche che hanno visto la Alexsievic muovere i primi passi come cronista non ci sono più. E quei pochi dissidenti che restano sono costretti a nascondersi.

Un articolo pubblicato da Internazionale il 26 marzo del 2010 e riproposto in questi giorni chiarisce, più di qualunque parola, il valore dei suoi articoli che pesano come macigni sulle coscienze di ciascuno di noi.

Nella nostra casa vivono due guerre di Svetlana Aleksievic

 

Saronno sarà Città europea dello sport 2016

di Pietro Briganò


La decisione è stata presa dall’Aces che promuove i valori olimpici. Gli obiettivi della sfida: attività fisica piacevole, spirito e sentimento di collettività; correttezza e rispetto nell’attività sportiva e miglioramento della salute.

Piccola Enciclopedia precaria

di Pietro Briganò


Arriva sugli scaffali il libro curato da Cristina Morini e Paolo Vignola. Il volume raccoglie gli scritti pubblicati nei “Quaderni di San precario”, redatti da ricercatori, giornalisti, insegnati, esperti di diritto per far emergere dall’invisibilità una condizione sociale e lavorativa sempre più diffusa. Edizioni Agenzia X.

La più grande crisi dimenticata

di Pietro Briganò


È quella della Repubblica Centrafricana. Il servizio di Fabio Piccolino.

Quella della Repubblica Centrafricana è la più grande crisi dimenticata del nostro tempo.
Due anni dopo l’inizio del conflitto, sono 460 mila i rifugiati nei paesi vicini, mentre le persone che necessitano di aiuti umanitari sono quasi tre milioni.
Fino ad oggi, la risposta dai paesi occidentali non è stata in grado di fermare le violenze, né di garantire la  sicurezza dei profughi e di sostenere i bisogni umanitari della popolazione.
Secondo l’Agenzia Onu per i Rifugiati tuttavia, il lavoro delle Ong ha permesso di compiere importanti passi in avanti: proprio per questo “non possiamo permettere che queste conquiste siano vanificate dalla mancanza di fondi e di sostegno”.

Giovani e competenze sociali

di Pietro Briganò


Al via il progetto  organizzato dal Csv di Verona, grazie al contributo della Fondazione Cariverona. Undici ragazzi tra i 21 e i 26 anni, inizieranno altrettante esperienze lavorative nel mondo del Terzo settore per un percorso professionalizzante della durata di dieci mesi.

Ancora nel tunnel

di Pietro Briganò


I sussidi per i disoccupati previsti dal Jobs act sono entrati in vigore il primo maggio, ma serviranno a poco per combattere l’indigenza. Questo è il giudizio del comitato tecnico che ha messo a punto il Reis, il Reddito per l’inclusione sociale. Secondo i loro numeri, un povero su tre non vedrà alcun beneficio.

Accoglienza, quella sconosciuta

di Pietro Briganò


Nel fine settimana altri dieci morti nel Canale di Sicilia. Sull’emergenza sbarchi l’Europa non ha dato risposte adeguate. È unanime il coro dell’associazionismo contro la politica del vecchio continente. Donatella Parisi del Centro Astalli. (sonoro)