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Il Paese ignorato


Il welfare al collasso, migranti dimenticati nei centri e nelle campagne. Il servizio è di Giuseppe Manzo.

Serve un fondo straordinario e un Piano nazionale. Perché il welfare è ormai al collasso. Lo dicono le principali organizzazioni sociali come Alleanza cooperative sociali, sindacati e Forum nazionale Terzo settore. Servono soldi per le protezioni degli operatori socio-sanitari e servono soldi per salvare gli enti e le cooperative che stanno andando verso il baratro. La richiesta di un fondo straordinario arriva in modo unitario dalle associazioni di rappresentanza e le sigle sindacali che ormai parlano con un’unica voce. “Rischia di collassare il sistema di aiuto rivolto a migliaia di persone in condizioni di marginalità e fragilità – spiega Claudia Fiaschi, portavoce del Forum nazionale terzo settore – alle quali l’epidemia di Coronavirus sta aggiungendo ulteriori sofferenze”: questa è una conseguenza molto vicina. Infine, si aggiunge anche l’appello di decine di associazioni, giuristi e operatori sociali per il silenzio sulle condizioni dei braccianti, senza dimora e richiedenti asilo dei centri di accoglienza: vivono in condizioni che non rispettano ciò che chiedono i decreti e fanno appello a interventi urgenti. Non c’è più tempo da perdere per le fasce più deboli ed escluse di questo Paese.

Salvate il welfare


Coronavirus: “Costituire un fondo nazionale straordinario e temporaneo di sostegno e compartecipazione per la continuità dei servizi sociali e socio-sanitari essenziali”. Lo chiedono in modo unitario le centrali cooperative e i sindacati che rilanciano la richiesta di un Piano nazionale per il welfare

Amazon ci ripensa


Alla fine, sotto la pressione delle proteste dei lavoratori e di una parte dell’opinione pubblica, il colosso dell’e-commerce ha deciso: è interrotta la vendita di tutti i prodotti non essenziali per far fronte al numero crescente di ordini dovuti alla situazione di emergenza causata dal coronavirus. La scelta è drastica: sono eliminati dal catalogo (anche se provvisoriamente) tutti i prodotti non necessari.

Avanti insieme


Coronavirus, 40 milioni dalle fondazioni bancarie. Il comitato esecutivo dell’Acri ha deliberato l’attivazione di un Fondo di garanzia rotativo a sostegno delle esigenze finanziarie delle organizzazioni del Terzo settore nelle varie Regioni del Paese.

Nella direzione giusta


Questo il primo commento della Portavoce del Forum del Terzo Settore, Claudia Fiaschi, alle misure a sostegno delle organizzazioni sociali contenute nel decreto Cura Italia, approvato lunedì dal Consiglio dei Ministri. “Non ci fermiamo – sottolinea Fiaschi – Non lo abbiamo mai fatto e continueremo ad andare avanti, compatibilmente con le disposizioni di legge”.

Tsunami sociale


Per l’emergenza sanitaria a rischio lavoro e welfare. Il servizio è di Giuseppe Manzo.

L’emergenza Coronavirus rischia la rottura della coesione sociale. Uno tsunami si sta abbattendo su un sistema già fragile nella protezione e nell’inclusione degli esclusi e delle fasce più deboli. Lo denuncia il Forum Disuguaglianze Diversità che chiede di non perdere tempo: “agire solo a tutela di alcune categorie d’individui – è scritto in una nota – magari di quelli che hanno una voce più forte, sarebbe profondamente errato e ingiusto. Secondo requisito cruciale è che le misure adottate siano di attuazione semplice e tempestiva: intervenire senza effetti certi e immediati, infatti, sarebbe fatale”. In particolare la situazione più esplosiva riguarda la cooperazione sociale con i servizi socio-sanitari al collasso. Sono 6 milioni gli italiani che vedrebbero annullati i servizi di welfare e 300mila i lavoratori che assistono disabili, anziani, minori, sofferenti psichici, malati gravi, migranti e soggetti deboli a rischio occupazione. L’Alleanza delle cooperative sociale chiede un Piano nazionale per salvare questa parte del Paese per il quale restare a casa non è sufficiente. Fate presto, fermate lo tsunami prima che sia troppo tardi.

Salvate il welfare


Un Piano Nazionale a sostegno dei servizi sociali, sociosanitari ed educativi per il contenimento del coronavirus e per far fronte alle ricadute di più lungo periodo. È ciò che propone l’Alleanza delle cooperative sociali per 300mila operatori socio-sanitari che hanno bisogno di protezioni e agibilità per continuare a svolgere il proprio lavoro.

Lavoro a rischio


Se badanti e baby sitter continuano a operare anche (e ancor di più) in questo periodo, le colf in molti casi sono licenziate, o restano a casa senza retribuzione. L’allarme di Aclicolf: “La mancanza di ammortizzatori sociali espone centinaia di migliaia di persone, soprattutto donne, a rischio impoverimento”

Crac sociale


Sono a rischio 200 mila occupati che erogano servizi di welfare a 6 milioni di italiani. Lo scrivono Confcooperative – Federsolidarietà, LegacoopSociali, Agci Solidarietà insieme ai tre sindacati confederali in una lettera al Presidente del Consiglio, ai ministri del Lavoro e dell’Economia, ai presidenti della Conferenza Stato Regioni, dell’Anci e dell’Upi per lanciare l’allarme sui presidi sociosanitari, sociali ed educativi che il mondo della cooperazione sociale sta garantendo.

Le richieste delle cooperative


“Chiediamo che si provveda a estendere gli ammortizzatori in deroga a tutte le imprese, comprese le micro nel segmento 1–4 lavoratori e di adottare interventi urgenti con iniezioni di liquidità per consentire anche alle ditte più fragili di accedere alla moratoria siglata con Abi sulla sospensione dei mutui”. Sono le richieste dell’Alleanza delle cooperative al Governo dopo il varo del decreto da 25 miliardi sull’emergenza coronavirus.