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CHI FINANZIA L’INNOVAZIONE SOCIALE?


social-innovation-600x270Con la crisi dei sistemi di welfare tradizionali e il progressivo svincolarsi dello Stato dal ruolo di principale fornitore di risposte ai bisogni della società, l’innovazione sociale avviene, da anni, sempre di più per mano di attori non pubblici.
Associazioni, organizzazioni, gruppi di cittadini diventano infatti fondamentali nell’interpretare i cambiamenti socio-economici e culturali del nostro Paese e nel proporre soluzioni ai problemi sociali. L’innovazione sociale consiste proprio in questo: nel realizzare pratiche e prodotti che incontrano le esigenze della società, ma ponendo l’accento su nuove modalità di interazione tra gli attori economici e sociali e sullo sviluppo di soluzioni tecnologiche alternative.
Se da una parte, però, l’attore pubblico arretra nel campo dell’attuazione delle iniziative di innovazione sociale, dall’altra la sua posizione rimane forte per quanto riguarda i finanziamenti. In base al Secondo Rapporto sull’Innovazione Sociale elaborato dal Ceriis (Centro di ricerche internazionali sull’innovazione sociale), infatti, gli attori pubblici (Ministeri, Province, Comuni e Regioni) sono stati negli ultimi due anni i primi investitori in questo settore.
Il rapporto, realizzato con il sostegno dell’Università Luiss Guido Carli e della Fondazione ItaliaCamp, prende in esame, negli anni 2014 e 2015, un totale di 33 bandi per iniziative di innovazione sociale. L’insieme dei fondi stanziati ammonta a oltre 39 milioni di euro (quasi 19 milioni del 2014 e 20 milioni nell’anno successivo). Ne risulta che il 47% dei bandi è stato stanziato da attori pubblici, il 29% da fondazioni e il 24% da attori privati.
Se però si considera l’effettivo ammontare dei finanziamenti suddivisi per le tre categorie di attori, emerge che oltre la metà dei finanziamenti (il 57%) è stato erogato dalle fondazioni, il 38% dal pubblico e solo il 5% da soggetti privati.
“In questo senso”, si legge nel rapporto, “i dati mostrano che, almeno in una prima fase, l’attore pubblico svolge ancora un ruolo primario, con la differenza che assume il ruolo di finanziatore e non più di attuatore. La distinzione tra finanziatore e attuatore serve a raggiungere una maggiore efficienza economica da parte delle organizzazioni che effettivamente erogano prodotti o servizi”.
Il rapporto del Ceriis mostra anche quali sono stati i principali ambiti di intervento. Più della metà dei bandi (65%) è stata dedicata al finanziamento di nuove imprese (start-up), mentre il 24% è stata rivolta a progetti che richiedono fondi per la crescita dell’iniziativa. La ricerca rappresenta solo l’1%.
I dati, inoltre, rilevano come l’assistenza sanitaria sia il settore maggiormente finanziato, seguito subito dopo dai servizi di welfare e dalla smart technology. In coda rimangono i progetti di sharing economy, sostenibilità ambientale, co-working e agricoltura.
In generale, l’innovazione sociale in Italia si caratterizza ancora come un fenomeno non omogeneo, che risente della mancanza di una politica organica. Sebbene il governo nazionale e le amministrazioni locali rappresentino importanti finanziatori, essi non svolgono ruoli particolarmente innovativi e, al contrario, “gli ostacoli normativi e burocratici sono una delle criticità che frenano l’innovazione sociale”. Le organizzazioni no-profit, invece, che costituiscono i principali attuatori dei progetti, sono spesso dotati di “strutture economico-finanziarie intrinsecamente deboli”, con la conseguenza, tra le altre, che molte iniziative hanno difficoltà a raggiungere visibilità presso il largo pubblico.

Si può fare


Anche per il 2016 la regione Veneto rifinanzierà il Reddito di inclusione attiva. Già lo scorso anno nei sette capoluoghi quasi 500 persone hanno beneficiato di questa forma di sostegno economico.

Salute in prestito


Chi non possiede la necessaria liquidità per le spese sanitarie sceglie sempre più spesso un prestito personale. I dati emergono dallo studio di Facile.it che ha analizzato oltre 20 mila richieste di finanziamento presentate in Italia scoprendo che la finalità “spese mediche” rappresenta ormai quasi il 4% delle motivazioni dichiarate.

Donne al comando


Donne al comando. Simona Giommi, 39 anni, socia lavoratrice dal 1997 e attualmente coordinatrice del Centro Antiviolenza Parla con Noi, è la nuova presidente della coop sociale Labirinto di Pesaro. “Sono convinta – ha detto – che la nostra cooperativa debba continuare ad essere un esempio di democrazia ed essere sempre più un luogo dove la partecipazione non è una parola ma un valore”.

Risparmio tradito


Risparmio tradito. Continuano in tutta Italia i presidi organizzati dalle associazioni dei consumatori e dai comitati vittime del salva banche, per tutelare i cittadini che hanno visto andare in fumo i risparmi e chiedere il rimborso della somme perse. Cosa dovrebbe fare ora il governo nelle parole di Andrea Baranes, portavoce della campagna Sbilanciamoci. (sonoro)

Titoli di coda


Non sono bastati i numerosi appelli, l’Agenzia Misna chiude definitivamente i battenti. L’editore ha rifiutato l’ultima proposta della Cei per salvare l’agenzia di stampa internazionale nata per dar voce a tutti i Sud del mondo. A casa 4 giornalisti, 2 collaboratori e 3 traduttori. Alessia De Luca del comitato di redazione.

 

La svolta di Prato


Secondo una ricerca dell’istituto Iris nella città toscana con la più alta percentuale di cittadini cinesi sono stati assunti 355 italiani tra il 2010 e il 2015, pari al 19% del totale degli avviamenti. Secondo lo studio, “questo fenomeno accresce l’integrazione”.

Aggiungi un pasto a tavola


Alla Saeco di Gaggio Montano, in provincia di Bologna, sono 243 lavoratori a rischio licenziamento. Tredici di loro hanno lasciato il presidio che da quaranta giorni va avanti davanti alle sede dell’azienda per servire alla mensa cittadina perché, dicono, “c’è sempre qualcuno meno fortunato”.

Diritti senza tetto


Diritti senza tetto. Riutilizzare i beni comuni in disuso e abbandonati da anni, come le caserme, per fare nascere una realtà che accompagni e ospiti 250 persone privi di un’abitazione. A chiederlo, con una lettera indirizzata al nuovo arcivescovo di Palermo Corrado Lorefice, è il comitato di lotta per casa 12 luglio.

Campanella stonata


Dopo molti annunci e spot il piano del governo sull’edilizia scolastica fallisce. È la denuncia che arriva dall’Unione degli studenti. Il decreto, infatti, rimanda al 31 dicembre 2016 la messa a norma degli edifici, attualmente coperti da una normativa del 1992. “I fondi non utilizzati, sottolinea l’Uds, saranno assegnati tra un anno”.