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L’Italia è spaccata


È quanto emerge dal nuovo rapporto Coop. Un Paese diviso, dove si rinuncia a tutto e dove si allargano i divari tra generazioni e tra Nord e Sud. Marco Pedroni, presidente di Coop Italia.

Un bene comune


È la villa romana di uno dei boss della banda della Magliana che, dopo la confisca, è diventato un centro per l’infanzia. Il servizio è di Giuseppe Manzo: La mega villa del boss della Magliana diventerà un centro per l’infanzia. Si trova nel complesso residenziale di Castel De Ceveri, tra Roma e Formello, sarebbe rimasta abbandonata all’incuria per almeno sei anni. Tra il 25 e il 31 agosto, invece, la cooperativa sociale “Sinergie” ha organizzato insieme a Libera un campo antimafia. Obiettivo per il futuro: dare vita ad una casa famiglia per minori. “Strappare un immobile all’illegalità e riportarlo nell’economia reale, dargli una funzione sociale, restituirlo alla comunità. E’ questo il ruolo importantissimo che ha assunto la cooperativa Sinergie nel momento in cui ha deciso di impegnarsi in questo progetto: ha dimostrato grande senso civico e grande coraggio perché questa iniziativa è portatrice di una grande innovazione sociale – ha spiegato Pino Bongiorno, responsabile di Legacoopsociali Lazio”

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Due italiani su tre hanno tagliato la spesa in qualità e quantità, con pesanti effetti su tutta la filiera agroalimentare dal campo alla tavola. È quanto emerge da un’analisi della Coldiretti sui dati Istat sul commercio al dettaglio. Rispetto allo scorso anno si evidenzia un crollo record delle vendite nei piccoli negozi alimentari.

Buone pratiche


Oltre 30 milioni di euro sotto forma di sgravi fiscali e contributivi per le imprese che assumono i lavoratori detenuti. È quanto prevede un decreto ministeriale firmato dal Guardasigilli Andrea Orlando per favorire l’attività occupazionale dei carcerati finalizzata alla loro rieducazione e al reinserimento nella società.

Insieme contro la tassa sulla solidarietà – #NoProfitNoIva


NoprofitNoIVA29 agosto – Continua in questi giorni la campagna  #NoProfitNoIva, che Corriere della Sera e Tg La7 hanno lanciato nei giorni scorsi dopo il caso di Cavezzo, e lo  scandalo dell’Iva pagata sulla ricostruzione della scuola distrutta dal terremoto. Tante le organizzazioni che hanno aderito alla campagna sul web, con l’obiettivo di chiedere una detassazione dell’Iva e facilitazioni fiscali per le organizzazioni non profit. No alla tassa sulla solidarietà quando i soldi servono al finanziamento di un’opera pubblica di utilità collettiva, un bene comune.

Con il lavoro non si scherza: gli spot inediti creati da diciottenni


lavoroAffrontare il tema del lavoro in tutte le sue sfaccettature con le nuove generazioni. Era l’obiettivo del progetto “Lavoro, fadiga, work…”, che nello scorso anno scolastico ha coinvolto gli studenti di varie scuole della provincia di Pesaro-Urbino (dalle primarie alle superiori) attraverso un percorso teorico-pratico che desse luogo, tra l’altro, a contributi video originali e innovativi. Uno dei prodotti migliori di questa esperienza sono stati cinque spot su lavoro, legalità, diritti e sicurezza, ideati e realizzati dal liceo artistico “Scuola del libro” di Urbino, istituto d’eccellenza e fucina di alcuni tra i più grandi autori al mondo di cinema di animazione (tra tutti Roberto Catani, Simone Massi, Gianluigi Toccafondo), e sede tra l’altro del Centro territoriale permanente per la formazione e l’istruzione degli adulti.

I video, ideati sullo stile delle campagne di “Pubblicità progresso” e finora praticamente inediti, si riferiscono con crudezza o ironia amara ai temi della disoccupazione, della sicurezza sul lavoro, della precarietà: il lavoro vissuto come una lotteria, in cui troppo spesso si pesca il biglietto perdente (mobbing, maternità…); la situazione occupazionale futura come instabile e a rischio, simboleggiata da una trottola che senza la giusta spinta finirà inevitabilmente per arenarsi; uomini e donne immobili distesi su un lenzuolo testimoniano muti il dramma delle morti bianche; una busta paga bruciata in un piatto vuoto; infine una mano in guanti da lavoro schiacciata inesorabilmente, per ricordare che il lavoro può uccidere e che non si può tollerarlo.
Il progetto è stato portato avanti da dieci scuole aventi come capofila l’istituto comprensivo “Faà di Bruno” di Fano-Marotta, ed è stato coordinato dal regista Daniele Segre. Partner del progetto sono stati l’Inail e i ministeri del Lavoro e dell’Istruzione.
Guarda gli spot creati dai ragazzi

ALLARME USURA AL SUD


USURA227 agosto – A lanciare il grido di allarme è l’Associazione Artigiani Piccole Imprese di Mestre che recentemente ha manifestato grande preoccupazione per la Campania, Calabria e Abruzzo. Negli ultimi due anni la situazione è peggiorata soprattutto in virtù del fatto che le banche hanno erogato a famiglie e imprese 100 miliardi di euro in meno in concomitanza con l’aumento della disoccupazione.

La situazione più critica si presenta in Campania: l’indice del rischio usura è pari a 164,3 (pari al 64,3% in più della media Italia), in Calabria a 146,6 (46,6% in più rispetto alla media nazionale), in Abruzzo si ferma a 144,6 (44,6% in più della media Italia). Seguono la Puglia a 139,4 (39,4% in più della media nazionale) e la Sicilia il livello raggiunge quota 136,2 (36,2% in più della media Italia). Mentre la realtà meno “esposta” a questo fenomeno è il Trentino Alto Adige, con un indice del rischio usura pari a 51,8 (48,2 punti in meno della media nazionale).

TEMPO DI SALDI ANCHE NELLA P.A.


scioperoDal primo settembre avranno attuazione i tagli ai distacchi e permessi sindacali indetti dal Ministro per la Semplificazione e Pubblica Amministrazione Marianna Madia. Entro una settimana le prerogative sindacali verranno dimezzate, grazie ai tagli del 50% su distacchi e permessi.

La motivazione – come afferma afferma il sito del ministero – risiede nella razionalizzazione e riduzione della spesa pubblica. Sempre dalla pagina del sito si legge che l’operazione avverrà nel pieno rispetto «del contratto collettivo nazionale quadro sulle prerogative sindacali, nonché delle altre disposizioni di tutela».
Nella circolare del ministero, giunta due giorni dopo la pubblicazione della legge in Gazzetta Ufficiale, stabilisce inoltre che “la decurtazione del 50 per cento non trova applicazione qualora l’associazione sindacale sia titolare di un solo distacco”. Vi è poi un’ulteriore eccezione riguardante il personale sia direttivo e dirigente che non delle Forze di polizia ad ordinamento civile e il Corpo nazionale dei vigili del fuoco dove “in sostituzione della riduzione del 50% si prevede che alle riunioni sindacali indette dall’amministrazione possa partecipare un solo rappresentante per associazione sindacale”.
Dura la reazione dal mondo sindacale, che, pur accettando le scelte normative, non potrà fare altro che rispettarne l’applicazione.

IL DECRETO ART-BONUS SU TURISMO E ACCESSIBILITA’


disabili7 agosto – Il decreto Art-bonus guarda lontano.

Il fatturato di un’impresa turistico – culturale può aumentare dal 18,3% al 19.7% se si punta sul mercato del Turismo e della Cultura accessibili. È quanto dimostrano diversi studi effettuati dalla Commissione Europea.

Di conseguenza, rendere accogliente a tutti la ricettività del Turismo e della Cultura è sì una responsabilità sociale, ma anche un valido strumento per promuovere la competitività dei servizi turistici (alberghi, B&B, ristoranti, pub, discoteche ecc.) e dei luoghi d’interesse artistico, storico e culturale (chiese, musei, pinacoteche, parchi archeologici, parchi ambientali ecc.).

«Siamo lieti di constatare – afferma la Presidente della onlus Diritti Diretti, la giornalista Simona Petaccia – che, al fine di migliorare la qualità dell’offerta ricettiva e accrescere la competitività delle destinazioni turistiche, il nuovo Decreto Art-Bonus miri a incentivare questo tipo di imprenditorialità riservando misure urgenti a supporto dell’accessibilità nel settore culturale e turistico attraverso: un credito d’imposta del 30% delle spese sostenute per interventi di ristrutturazione edilizia ed eliminazione delle barriere architettoniche; un credito d’imposta del 30% dei costi sostenuti per la progettazione, la realizzazione e la promozione digitale di proposte di offerta innovativa in tema di inclusione e di ospitalità per persone con disabilità».

POVERO SUD SENZA NIDI D’INFANZIA


oarco85 agosto – Il dibattito sui Pac, con il primo riparto dei fondi per l’infanzia e le nuove strategie per i prossimi 500 milioni di euro, si inquadra in un contesto di divario estremo tra Sud e Nord per quanto riguarda i servizi per l’infanzia.

Sud più povero del Nord. A far emergere il divario, questa volta non relativo al Pil o al benessere economico, è la fotografia scattata dall’Istat sulla disponibilità di servizi alla prima infanzia e, in particolare, di asili nido.  Secondo l’istituto nazionale di statistica, infatti, nel corso dell’anno scolastico 2012/2013 i bambini tra i 0 e 2 anni che hanno frequentato asili comunali o finanziati dai Comuni sono soltanto il 3,6% nelle regioni meridionali. Un dato che cozza inesorabilmente con il 17,5% del Centro Italia. Ma non basta. Le disparità territoriali riguardano anche la percentuale dei Comuni che garantisce questo servizio: solo il 22,5% al Sud, il 76,3% al Nord-Est.

 

Risultati che fanno riflettere, se si pensa che l’offerta di asili nido da parte dei comuni italiani – sotto forma di strutture o di trasferimenti alle famiglie per l’utilizzo di servizi privati – è passata dal 32,8% del 2003/04 al 50,7% del 2012/13 e che fra il 2004 e il 2012, al netto della compartecipazione pagata dalle famiglie, si è registrato un incremento del 48% della spesa corrente per gli asili nido (pari, nel 2012, a circa 1 miliardo e 559 milioni di euro).

 

Lo studio Istat conferma dunque la carenza di strutture nelle regioni meridionali e delinea un quadro molto difficile per il nostro Mezzogiorno, con un incremento della distanza tra le regioni in cui il sistema di servizi per la prima infanzia è più consolidato e quelle in cui l’offerta pubblica è tradizionalmente più carente.Nella distribuzione regionale dell’indicatore di presa in carico degli utenti per l’anno 2012/2013, ai due estremi vi sono la Calabria, con il 2,1% (in calo dal 2,5% dell’anno precedente) e l’Emilia-Romagna, con il 27,3% (in lieve aumento dal 27,2% dell’anno precedente).

 

Eppure 2011 e 2012 sono stati anni non felici per gli asili nido. Per la prima volta dal 2004 è diminuito il numero di bambini che frequenta asili comunali (-0,04% nel 2011, -1,4% nel 2012), con 2600 iscrizioni in meno a cui vanno ad aggiungersi minori contributi dei Comuni alle strutture private e alle famiglie (circa 300 bambini in meno).

 

Nell’anno scolastico 2012/13 sono stati 152.849 i bambini di età tra 0 e 2 anni iscritti agli asili nido comunali; altri 45.856 usufruiscono di asili nido privati convenzionati o con contributi da parte dei Comuni. Ammontano così a 198.705 i bambini che beneficiano dell’offerta pubblica complessiva. Sommando quelli degli asili nido e dei “servizi integrativi”, sono in totale 218.412 i minori che si avvalgono di un servizio socio-educativo pubblico o finanziato dai Comuni, il 4,8% in meno rispetto all’anno scolastico precedente.

 

Il calo è più accentuato per i servizi integrativi per la prima infanzia(oltre 8mila bambini in meno rispetto al 2011/12), più contenuta la diminuzione dei bambini degli asili nido (circa 2900 in meno).