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Ecco l’identikit dei percettori del Reddito di cittadinanza: la doppia indagine presentata dall’Inapp


Serve reddito

L’identikit dei percettori del Reddito di cittadinanza. E Alleanza contro la povertà attende la nuova misura. Il servizio è di Giuseppe Manzo.

A Roma l’Alleanza contro la povertà ha eletto Antonio Russo nuovo portavoce nazionale. Russo ha ribadito l’errore di procedere con il taglio dei costi in attesa della nuova misura annunciata dal governo.
Sono prevalentemente donne (60%), sui 49 anni, sole e/o con figli le principali beneficiarie delle misure di sostegno al reddito, vale a dire Reddito d’inclusione prima e Reddito di cittadinanza poi. È questo l’identikit che ha tracciato l’Inapp, che ha presentato una doppia indagine. Per quel che concerne il Rdc, per meno dell’8% dei percettori c’è stata un’attivazione lavorativa o formativa.

Lavoro domestico, servirebbero fino a 23 mila lavoratori non comunitari l’anno


Lavoro di sostegno

Per coprire il fabbisogno familiare di cura e assistenza domestica in Italia servirebbero fino a 23 mila lavoratori non comunitari l’anno da assumere nei ruoli di colf e badanti. È quanto emerge dalla ricerca commissionata dall’Associazione Nazionale dei Datori di Lavoro Domestico e realizzata dal Centro Studi e Ricerche Idos.

Migrazione sanitaria, Fondazione Gimbe: oltre 3 miliardi di euro trasferiti dal Sud al Nord


Divario di salute

La pandemia ha frenato la migrazione sanitaria ma oltre 3 miliardi dal Sud si sono trasferiti al Nord. Sono i dati del report della Fondazione Gimbe. Alle “autonomiste” Emilia Romagna, Lombardia e Veneto il 94,1% del saldo della mobilità attiva; l’83,4% del saldo passivo grava su Campania, Lazio, Sicilia, Puglia, Abruzzo e Basilicata.

Settimana corta, per oltre 7 italiani su 10 lavorare meno significherebbe lavorare meglio


 

 

 

Lavorare meno giorni

In un sondaggio di Swg i lavoratori concordano sul vantaggio della settimana corta. Il servizio è di Fabio Piccolino.

Settimana corta, cosa pensano i lavoratori? Intervistati da Swg esprimono un certo scetticismo circa la reale fattibilità di questa soluzione, ritenuta inapplicabile alla propria realtà dal 30% dei dipendenti, mentre un altro 38% per quanto la ritenga fattibile, pensa che non verrà attuata nella propria impresa. Al tempo stesso sarebbe un vantaggio soprattutto per chi ha famigliari di cui prendersi cura o svolge lavori particolarmente usuranti. Per oltre 7 italiani su 10 lavorare meno significherebbe lavorare meglio, anche a costo di farlo per più ore.