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Troppo tardi


Dopo l’uccisione dell’attivista e giornalista Jamal Khashoggi, Human rights watch punta il dito contro l’Arabia Saudita e i leader della comunità internazionale che non hanno intrapreso azioni contro Riad, tenendo in vita i rapporti commerciali, soprattutto quelli che riguardano l’export di armi. Secondo l’organizzazione inoltre, è necessario che il paese saudita modifichi in modo significativo le leggi sui diritti umani.

Voglia d’arcobaleno


I gruppi per la difesa dei diritti Lgbti negli Stati Uniti si stanno mobilitando contro il piano del Dipartimento Sanità che non riconosce le persone transgender. Il nuovo orientamento della Casa Bianca rappresenta infatti un significativo passo indietro dalle politiche di Obama che hanno permesso alle persone di scegliere la propria identità sessuale.

Misure urgenti contro i morti in mare


Appello di Unhcr e Oim ai leader europei. Il servizio di Fabio Piccolino. (sonoro)

E’ necessario adottare misure urgenti per contrastare le morti nel Mediterraneo: è l’appello che l’Alto Commissario Onu per i Rifugiati e Organizzazione Internazionale per le Migrazioni rivolgono ai Capi di stato e di governo dell’Unione Europea. I decessi in mare infatti sono drasticamente aumentati nell’ultimo anno: nel solo mese di settembre una persona su otto è scomparsa nel tentativo di raggiungere l’Europa, nella maggior parte dei casi a causa di una riduzione nella capacità di ricerca e soccorso. Unhcr e Oim propongono inoltre un accordo regionale che renderebbe le operazioni di sbarco e accoglienza prevedibili e rapide, sollecitando i leader europei a soluzioni pratiche da adottare con la massima urgenza.

Parigi città aperta


La capitale francese ospita in Comune i senza tetto. Il prossimo inverno i saloni dell’Hotel de Ville saranno disponibili giorno e notte per una cinquantina di persone. Un provvedimento “permanente” che fa parte di un piano più ampio per l’accoglienza di migliaia di clochard e senza fissa dimora.

Zero umanità


In Ungheria è guerra ai senzatetto e ai clochard. Il governo di Viktor Orban ha deciso che chi è costretto a vivere in strada potrà essere multato dalla polizia, o anche arrestato se recidivo. Il provvedimento è stato accorpato all’emendamento costituzionale passato nel giugno scorso contro migranti e ong che li aiutano a passare il confine.

Senza niente


Si celebra oggi la giornata internazionale per l’eliminazione della povertà. Una piaga che nel mondo interessa 2,2 miliardi di persone, la metà vive con appena 1,25 dollari al giorno. Africa sub-sahariana e Medioriente restano le zone a più alto tasso di indigenza.

Fino all’ultimo bambino


È il nome della campagna globale lanciata da Save the Children con lo scopo di salvare i minori che soffrono di malnutrizione e che muoiono con una frequenza impressionante: cinque ogni minuto. A determinare questa situazione sono principalmente conflitti, disastri naturali provocati dai cambiamenti climatici e povertà.

Nel mondo, oltre 50 milioni di bambini sotto i cinque anni stanno soffrendo le gravissime ripercussioni della malnutrizione acuta, che provoca nel bambino una rapidissima e pericolosa perdita di peso dovuta a un’improvvisa carenza di cibo e nutrienti. Un minore su 4, vale a dire 151 milioni di bambini, è invece malnutrito cronico e rischia di subire fortissimi ritardi nella crescita, sia dal punto di vista fisico che cognitivo, che possono compromettere irrimediabilmente il suo stesso futuro. Il numero di persone che oggi soffrono la malnutrizione e l’insicurezza alimentare, inoltre, è ancora aumentato, passando da 804 milioni nel 2016 a 821 milioni nel 2017, circa una persona su 9 al mondo. “Solo nel 2017, grazie ai nostri programmi di salute e nutrizione, siamo riusciti a raggiungere 33 milioni di bambini in tutto il mondo, fornendo loro semplici soluzioni salva-vita e trattamenti contro la malnutrizione, seguendo le loro mamme prima, durante e dopo la gravidanza e lavorando insieme alle comunità locali per creare le condizioni affinché ogni bambino possa crescere in salute. Continueremo ogni giorno a fare di tutto per salvare i bambini più a rischio, quelli costretti a crescere in luoghi segnati dai conflitti, dove dilaga la povertà o dove gli effetti dei cambiamenti climatici provocano siccità e carestie dannosissime, perché nessuno di loro venga più lasciato indietro e possano tornare a vivere finalmente l’infanzia che meritano”, ha affermato Valerio Neri, direttore generale della nostra Organizzazione.

Tu qui non hai alcun diritto


È il rapporto di Amnesty International sulle politiche migratorie di Donald Trump. Il servizio di Fabio Piccolino. (sonoro)

Dal suo insediamento, l’amministrazione Trump ha messo in atto politiche che hanno causato danni irreparabili alle vite di migliaia di persone migranti. E’ la denuncia di Amnesty International, che nel Rapporto “Tu qui non hai alcun diritto”, mette in evidenza i respingimenti illegali di massa di richiedenti asilo alla frontiera tra Messico e Stati Uniti, le detenzioni arbitrarie e i maltrattamenti. Dal 2017 sono stati separati circa 8 mila nuclei familiari; i bambini portati via con la forza dai loro genitori e trasferiti in rifugi gestiti dal governo, spesso a centinaia di chilometri di distanza. Dopo le denunce delle associazioni umanitarie e lo sdegno dell’opinione pubblica, il presidente Trump ha dovuto rivedere la sua politica di separazione dei minori dalle famiglie: ma non c’è alcun piano per riunire gli oltre duemila bambini che hanno subito questo trattamento inumano.

A pieni voti


Uno studio multipaese condotto da Inclusion International e Unicef per affermare il diritto all’istruzione delle persone con disabilità. La ricerca prenderà in considerazione i sistemi di Colombia, Paraguay e Perù e fornirà indicazioni utili sulla progettazione di programmi e politiche di educazione inclusiva e su come sostenere le organizzazioni della società civile.

Discriminate fin da piccole


Una giovane ragazza su 3, rispetto a 1 ragazzo su 6, non lavora e non riceve alcuna istruzione. Basterebbe questo per dire che bambine e bambini nel mondo non godono di pari opportunità. La Giornata internazionale delle ragazze, che ricorre ogni 11 ottobre, vuole ricordare proprio questo e vuole quindi sensibilizzare governi, istituzioni, enti pubblici e privati ad impegnarsi di più per cambiare le cose.