Amnesty International denuncia la più ampia ondata di arresti di massa in Egitto dall’arrivo al potere del presidente al-Sisi. Il servizio di Fabio Piccolino. (sonoro)
Amnesty International l’ha definita “la più grande ondata repressiva dall’arrivo al potere di Al-Sisi”: è quella messa in atto dalle autorità egiziane a partire dallo scorso 20 settembre e che ha portato finora all’arresto di oltre 2300 persone, tra cui più di cento minorenni. Avvocati per i diritti umani, giornalisti, attivisti, esponenti politici, ma anche soltanto manifestanti pacifici: una stretta che, se arriverà a giudizio, darà luogo al più grande procedimento penale della storia egiziana per fatti relativi a manifestazioni di piazza. Secondo Amnesty “Il governo ha orchestrato questa campagna repressiva per abbattere il minimo segnale di dissenso: chiunque sia considerato una minaccia sarà colpito”.
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Qualunque Paese può ordinare a Facebook di eliminare post, fotografie e video e limitarvi l’accesso a livello mondiale: è quanto stabilito oggi dalla Corte di Giustizia europea. La sentenza implica che i Paesi possano espandere i divieti su certi contenuti ritenuti illegali oltre i propri confini. Non solo, la piattaforma è chiamata a togliere sua sponte anche commenti “equivalenti” a quelli denunciati.
Sempre peggio
Associazioni e ong contro Donald Trump che ha fissato a 18.000 il numero di rifugiati che saranno ammessi nel 2020. Il presidente statunitense ha emanato anche un ordine esecutivo che consente alle amministrazioni locali e statali di non accogliere nei loro territori profughi già ammessi negli Usa mediante programmi federali.
Verso l’arcobaleno
Parte oggi da New Delhi la Marcia mondiale per la giustizia e la pace. 14.000 chilometri che saranno percorsi a piedi dall’India a Ginevra contro le ingiustizie, le disuguaglianze e le violenze che continuano a uccidere nel mondo. Un evento straordinario in un tempo in cui i problemi stanno diventando sempre più esplosivi.
Bersaglio mobile
Parte a Vienna la prima conferenza internazionale di due giorni dedicata alla discussione del grave impatto umanitario rappresentato dalle armi esplosive nei centri abitati. Novanta Stati, tra cui l’Italia, hanno annunciato la loro partecipazione e il risultato atteso è l’avvio delle negoziazioni per l’adozione di una dichiarazione politica per migliorare i meccanismi di protezione dei civili coinvolti nei conflitti.
Cina a metà
Il Paese asiatico diviso tra tradizione e conflitto interno. Il servizio di Fabio Piccolino.
Due facce della stessa medaglia: da un lato la Cina che si appresta a festeggiare i settant’anni dalla fondazione della Repubblica Popolare, con la pubblicazione del “Libro Bianco” che ribadisce l’importanza di una leadership centralizzata e unificata. Dall’altro Honk Kong, che ha appena concluso la diciassettesima settimana di proteste contro Pechino e in favore della democrazia, proprio mentre nel mondo si celebrava la Giornata globale contro i totalitarismi. Una corrispondenza che ha accentuato ancora di più gli scontri e il livello di tensione tra polizia e manifestanti e che esaspera un conflitto tra due concezioni opposte, difficilmente conciliabili.
Fermare il razzismo in rete
È l’appello delle Nazioni Unite che in una lettera aperta si rivolgono ai governi e ai patron dei social media esprimendo preoccupazione per la crescente diffusione di espressioni di odio contro migranti e altre minoranze da parte di personalità pubbliche. “Si tratta – dicono – di una minaccia ai valori democratici, alla stabilità sociale e alla pace”.
Si salvi chi può
Cicloni, uragani e tifoni diventeranno più potenti in futuro: è il quadro dipinto dagli esperti Onu sul clima che prevedono per i prossimi anni anche l’innalzamento del livello dei mari, a causa della riduzione delle calotte di ghiaccio. Secondo Greenpeace si tratta di uno scenario “agghiacciante e convincente” a cui bisogna porre rimedio con un’azione politica senza precedenti.
Con l’acqua alla gola
“Le persone più povere del mondo hanno meno di un centesimo al giorno per resistere agli effetti dei cambiamenti climatici”. È la nuova denuncia di Oxfam che in report mostra le conseguenze più drammatiche del global warming. Milioni di persone in Africa sono a rischio di carestie e malattie a causa dell’alternarsi di siccità prolungate e cicloni distruttivi.
A salve
La Colt, storica azienda americana di armi, ha deciso che non produrrà più l’Ar-15, il fucile d’assalto utilizzato in molte delle stragi degli ultimi anni. La decisione è stata accolta favorevolmente dalle associazioni che si battono per la messa al bando delle pistole ed è considerata un segnale di una maggiore sensibilità sul tema da parte dell’opinione pubblica degli Stati Uniti.




