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La vendetta di Trump


Il presidente americano stravolge la strategia africana del suo predecessore, Barack Obama. Un taglio di quasi 3 miliardi di dollari sulla cooperazione diplomatica, allo sviluppo e gli aiuti umanitari e fondi da ri-orientare su programmi di assistenza militare. A rischio progetti per la lotta contro l’Aids e il sostegno alla società civile.

#StandAsOne


Al via la petizione internazionale promossa da Oxfam in favore dei diritti dei migranti. Una firma per dire no alle disumane politiche europee. Come racconta ai nostri microfoni Elisa Bacciotti, direttrice delle campagne della ong. (sonoro)

Sos Venezuela


Caritas ha pubblicato un dossier sull’emergenza nel paese che dura ormai da almeno quattro anni ma che oggi ha raggiunto vette di gravità assoluta: un bambino su due è gravemente malnutrito. Dal 2016 la mortalità materna è aumentata quasi del 70%.

Lo schiaffo di Parigi


Si dice europeista, ma taglia i fondi alla cooperazione internazionale. Ong francesi in rivolta contro Macron. Il servizio di Fabio Piccolino (sonoro).

 

140 milioni in meno per la cooperazione allo sviluppo: è il piano di austerity imposto dal presidente francese Macron e dal premier Philippe per la riduzione della spesa pubblica allo scopo di contenere il deficit. Associazioni e Ong sono sul piede di guerra: secondo Oxfam, la drastica riduzione dei fondi pubblici avrà conseguenze drammatiche su milioni di vite umane. La piattaforma Coordination Sud si interroga sulla credibilità del presidente riguardo agli accordi sul clima, mentre la ong One France sottolinea che i tagli previsti consentono a quasi un milione e mezzo di persone colpite dal virus dell’HIV di avere accesso ad un trattamento vitale. In campagna elettorale Macron si era impegnato a riservare lo 0,7 del Pil nazionale agli aiuti pubblici allo sviluppo

 

Fraternité


In occasione della Festa della Repubblica francese ong e associazioni italiane chiedono al Paese transalpino di cambiare rotta sui migranti e di aprire il territorio a politiche di accoglienza. Ai nostri microfoni Silvia Stilli, portavoce di Aoi. (sonoro)

Malta legalizza i matrimoni gay


Malta ha legalizzato i matrimoni tra persone dello stesso sesso. Nel 2014 il parlamento aveva approvato una legge sulle unioni civili che permetteva alle coppie omosessuali l’adozione di minori.

Negli ultimi anni, grazie alle misure adottate contro le discriminazioni ed in favore della comunità gay, Malta è stata nominata due volte come paese europeo che più rispetta i diritti delle lesbiche, dei gay, dei bisessuali, dei transessuali e delle persone intersessuali dall’associazione ILGA-Europe.

L’isola rimane un paese a grande maggioranza cattolica che solo nel 2011 ha introdotto il divorzio e dove l’aborto è tuttora vietato.

Malta si unisce così agli altri paesi europei che hanno legalizzato il matrimonio tra i sessi, tra cui la Germania, la Francia, il Belgio e i Paesi Bassi.

Fuori controllo


Nelle ultime dieci settimane ci sono state oltre 300 mila infezioni di colera in Yemen: l’allarme arriva dal Comitato internazionale della Croce Rossa che denuncia oltre 1700 decessi e 7000 nuovi casi ogni giorno. Nel Paese il sistema sanitario e quello idrico sono al collasso dopo due anni di conflitto.

Lo scorso 24 giugno l’Organizzazione mondiale della sanità ha dichiarato che lo Yemen stava affrontando “la peggior epidemia di colera nel mondo”, con più di 200.000 casi sospetti. In poco più di due settimane, altre 100.000 persone sono state contagiate, un aumento che il direttore regionale del Medio Oriente della Croce Rossa Roberto Mardini, ha definito “inquietante”.

In cerca di futuro


Il Mali vive una crisi umanitaria senza precedenti. A fianco della popolazione, operano diverse ong, con progetti di sviluppo rurale, per la sicurezza alimentare e la generazione di reddito, possibili alternative alle migrazioni. Sentiamo Abdoulaye Diarra, mediatore culturale di Terra Nuova. (sonoro)

Il boia non si ferma


239 condanne a morte: sono quelle eseguite dall’inizio dell’anno in Iran, la metà dei prigionieri è stata giustiziata per reati di droga. Il Paese arabo è uno dei pochissimi al mondo che continua a mettere a morte minorenni al momento del reato: nel 2017 sono stati già tre.

Si può fare


La Svezia limita severamente la vendita di armamenti a dittature, paesi autocratici e Stati che violano i diritti umani. Il servizio di Fabio Piccolino.

 

Stop alla vendita di armamenti a dittature, paesi autocratici e Stati che violano i diritti umani: è la scelta della Svezia, primo paese al mondo vicino a varare una legge che pone dei limiti etici all’industria delle armi. Una mossa coraggiosa se si considera inoltre che quello bellico è uno dei settori di traino dell’economia di Stoccolma. Nella scrittura del testo c’è il tentativo di realizzare un compromesso tra le esigenze delle industrie e il rispetto dei diritti umani, ma si pone in maniera chiara la condizione della democrazia. Una decisione che dovrebbe far riflettere anche nel nostro paese: nell’ultimo anno le esportazioni italiane di sistemi militari hanno superato i 14 miliardi di euro, coinvolgendo spesso paesi fuori dalla Nato, come l’Arabia Saudita.