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Crack Venezuela


Economia fuori controllo, tre milioni in fuga. Il servizio di Fabio Piccolino. (sonoro)

L’Agenzia Onu per i rifugiati e l’Agenzia delle Nazioni Unite per la migrazione, hanno comunicato che il numero di rifugiati e migranti dal Venezuela ha raggiunto i tre milioni, in fuga da un’economia fuori controllo e da condizioni di vita sempre più dure. La crisi che ha colpito il paese sudamericano ha generato un esodo a cui devono far fronte in parte i paesi confinanti, costretti a sostenere costi sempre più elevati per garantire un accoglienza dignitosa ai profughi: ad ospitare il maggior numero di cittadini venezuelani c’è la Colombia, con oltre un milione di esuli, seguita da Perù, Ecuador, Argentina, Cile, Panama e Brasile. Secondo Eduardo Stein, rappresentante di UNHCR, la capacità di accoglienza di questi paesi è al limite, ed è necessaria una risposta più concreta e immediata da parte della comunità internazionale.

Non c’è più tempo


“In Yemen una tragedia umana senza precedenti, che il mondo non può restare a guardare”. E’ l’appello di Graziano da Silva, direttore generale della Fao, intervenuto alle Nazioni Unite a New York. Nel Paese, ha ricordato, 14 milioni di persone sono a rischio di grave insicurezza alimentare, compresi i bambini che ne affrontano le conseguenze pi gravi.

Un’America più democratica


Religione, scelte sessuali, origine etnica ed età. Le elezioni di medio termine segnano un importante punto di svolta sotto il profilo del rinnovamento culturale all’interno del Congresso. Icona è Alexandria Ocasio-Cortez, stella emergente dei dem, con i suoi 29 anni entra alla Camera come la più giovane parlamentare mai eletta negli States.

Pericolosa deriva


In Giappone sono in aumento i suicidi di minorenni: secondo i dati del ministero dell’istruzione sono stati 250 tra il 2016 e il 2017. Tra le cause più frequenti le preoccupazioni per il futuro, i problemi familiari e diverse forme di bullismo. Nella maggior parte dei casi però i motivi sono difficili da stabilire.

La carovana della speranza


Sono migliaia i migranti in cammino verso il confine tra Messico e Stati Uniti. Cercano un lavoro, un futuro per i propri figli. Li aspetta un presidente ostile che proprio oggi è impegnato nelle elezioni di midterm. Ascoltiamo la testimonianza del regista Andrea Segre che ha documentato questo esodo. (sonoro)

Oltre duemila


Sono i morti di chi, quest’anno, ha attraversato il Mediterraneo per raggiungere l’Europa. Il servizio di Fabio Piccolino. (sonoro)

Oltre duemila morti dall’inizio del 2018: sono i numeri dell’ultimo rapporto di Oim, Organizzazione mondiale per le migrazioni, che mostra come la strage delle persone che cercano di raggiungere l’Europa attraversando il mare non si è fermata. Secondo i dati, l’emergenza dei flussi si è spostata verso la Spagna dove nel solo mese di ottobre sono sbarcati in diecimila, stabilendo il record degli ultimi cinque anni. Il Mediterraneo rimane la rotta più letale per i migranti, con i due terzi dei decessi nelle acque tra il Nord Africa e la Sicilia. In Italia nei primi dieci mesi dell’anno si sono registrati circa 22 mila arrivi, in netto calo rispetto ai 111.000 nello stesso periodo dello scorso anno.

Nulla è scontato


Vivere in un paese ricco non garantisce un accesso equo ad un’istruzione di qualità. Lo si evince dalla Report Card 15 del Centro di Ricerca Innocenti dell’Unicef. Dal rapporto emerge che i bambini dei paesi meno ricchi spesso hanno rendimenti scolastici migliori nonostante minori risorse nazionali.

Non è più carnevale


“Il nuovo presidente del Brasile ha portato avanti un programma apertamente ostile ai diritti umani e ha fatto dichiarazioni discriminatorie sui differenti gruppi sociali”. Così Amnesty International all’indomani dell’elezione di Jair Bolsonaro. L’organizzazione umanitaria ha parlato di enorme rischio per le popolazioni native, le persone Lgbti, i giovani neri, le donne e gli attivisti.

Mani in alto


Dopo la strage alla Sinagoga di Pittsburgh, torna il dibattito sull’uso delle armi negli Stati Uniti. Il servizio di Fabio Piccolino.  (sonoro)

L’attacco che sabato scorso ha causato la morte di undici persone in una sinagoga di Pittsburgh ha acceso nuovamente i riflettori sul tema del possesso delle armi negli Stati Uniti. March for our lives, il movimento nato dopo il massacro di Parkland, in Florida nello scorso febbraio, che chiede una maggiore restrizione sulla vendita di pistole e fucili, ha rinnovato il proprio impegno. “Le vittime di Pittsburgh, si legge in un tweet, “ci ricordano che non viviamo in una nazione pacifica e che dobbiamo affrontare l’odio giorno per giorno”. L’organizzazione ha lanciato una campagna in vista delle elezioni di midterm del prossimo 6 novembre: eleggere moralmente solo candidati che si impegnano a porre fine alla violenza armata in America.

Non c’è (s)campo


Una ricerca pubblicata dall’Alliance for Affordable Internet mostra che oltre 2,3 miliardi di persone nel mondo vivono completamente offline. L’accesso universale alla rete, reso troppo costoso, non è più un sogno, è un’utopia. Con inevitabili conseguenze socio-economiche sulla crescita e lo sviluppo, in particolare in Africa.