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Umanità al gelo


Migranti_binari_afp adnkronosNelle isole greche e lungo le frontiere dei Balcani, migliaia di migranti e rifugiati sono bloccati al freddo, sotto la neve o la pioggia, senza i ripari adeguati. Secondo Medici Senza frontiere, “le sofferenze patite da queste persone non sono dovute al fenomeno atmosferico in sé, ma sono una conseguenza delle politiche europee”.

 

L’Alto commissariato Onu per i rifugiati (Unhcr) ha lanciato un appello ai governi affinchè le oltre 15 mila persone ospitate nelle numerose isole dell”arcipelago greco – più esposte ai rigori dell’inverno – siano trasferite sulla terra ferma o in altri centri nel resto d’Europa.
In Serbia più di 7.500 persone sono bloccate in campi sovraffollati e insediamenti informali. Il paese ha stretto un accordo con l’Unione Europea per ospitare fino a 6.000 persone, di cui solo 3.140 vivono in strutture adatte alle condizioni invernali. A Belgrado, circa 2.000 giovani, provenienti soprattutto da Afghanistan, Pakistan, Iraq e Siria, dormono in edifici abbandonati nel centro della città, mentre le temperature precipitano fino a meno 20. Negli ultimi mesi, le autorità serbe hanno drasticamente limitato la possibilità di fornire assistenza umanitaria a queste persone, accettando solo semplici distribuzioni di cibo e coperte da parte di volontari.

 

(Foto: Adnkronos)

Tutti uguali


bambini-africaniÈ il nome della campagna per donare protesi ai bambini con disabilità del Camerun. Nel Paese africano, il 23% dei minori tra i 2 e i 9 anni ha almeno una difficoltà motoria o psichica, spesso dovuta a malattie come malaria, lebbra, morbillo e aggravata dalla malnutrizione.

Un cupo presente


turkish-flagDopo gli ultimi due attentati terroristici, la Turchia vive tra paura e la voglia di riscatto, sopita però dal pugno duro di Erdogan. Da Istanbul la testimonianza di Serena Tarabini, giornalista freelance. (sonoro)

La guerra dimenticata


yemen453423Nel silenzio generale in Yemen si continua a morire e a farne le spese sono soprattutto i bambini. Il servizio di Fabio Piccolino.

In Yemen otto milioni di bambini non hanno accesso alle cure sanitarie. Il dato è contenuto nella ricerca “Lottare per la sopravvivenza” realizzata da Save the Children, che denuncia l’aumento della mortalità infantile nel paese asiatico. Sono oltre 1200 infatti  i minori rimasti uccisi durante il conflitto tra la coalizione araba e i ribelli, che dal marzo  2015 infiamma il paese,  e il sistema sanitario è ormai al collasso: più della metà delle strutture  mediche sono chiuse o  funzionanti solo in parte. Save the Children ha lanciato un appello per chiedere alle parti in conflitto di rimuovere gli impedimenti per le azioni umanitarie, oltre a consentire l’accesso rapido e senza ostacoli per gli interventi di aiuto alla popolazione.

Buona speranza


door-349807_960_720La pena di morte negli Stati Uniti è sempre meno applicata: nel corso del 2016 ci sono state in tutto venti esecuzioni, otto in meno dell’anno precedente. Secondo i dati raccolti dal Death penalty information center, il sostegno dell’opinione pubblica verso la pena capitale è al minimo da quattro decenni.

 

E’ diminuito anche il numero dei nuovi condannati a morte, il più basso dal 1972. La pena di morte è ammessa in 31 stati americani, ma nel 2016 è stata applicata solo da quattro di questi. Ad influire su questo risultato c’è anche il lavoro fatto dal presidente Barack Obama, che nel corso della sua presidenza ha firmato moltissimi atti di clemenza.

#AleppoDay


aleppodayOggi è la giornata per informare, raccontare e sensibilizzare l’opinione pubblica sulla tragedia siriana. A partire dai bambini. Ai nostri microfoni il portavoce di Unicef, Andrea Iacomini. (sonoro)

Ai ferri corti


ankaraDopo l’omicidio dell’ambasciatore russo ad Ankara, i rapporti tra Putin ed Erdogan rischiano di far degenerare la situazione nell’aria mediorientale. L’analisi di Mariano Giustino, direttore della rivista Diritto e libertà.

(sonoro)

 

(Foto getty images)

Madri sulle orme dei figli


imagesLa carovana, organizzata dall’associazione messicana Movimiento Migrantes Mesoamericano da 13 anni compie un viaggio di venti giorni con tappe in tutto il Paese. È composta da un gruppo di parenti che insegue le tracce dei propri cari scomparsi: 27.000 negli ultimi due anni.

Più ricchi, meno accoglienti


imagesSecondo le analisi di Oxfam, i Paesi con maggiore benessere sono quelli che non si impegnano a reinsediare sul loro territorio i rifugiati. Il servizio è di Giovanna Carnevale.

 

5 milioni di rifugiati siriani, ma solo il 3% è stato accolto dai Paesi ricchi. Libano, Giordania e Turchia gli Stati che hanno offerto maggiore protezione. A rivelarlo è l’ultimo rapporto di Oxfam, che analizza le politiche di reinsediamento in Paesi come Australia, Germania, Regno Unito, Stati Uniti, Spagna e Canada. Quello che manca, denuncia l’organizzazione umanitaria, è la volontà politica di accogliere: soprattutto nell’ultimo anno i leader politici hanno iniziato ad assecondare sempre di più spinte xenofobe, con ripercussioni tragiche sui rifugiati. L’appello di Oxfam si rivolge anche all’Italia: secondo gli accordi presi in sede di Unione europea, il nostro Paese avrebbe dovuto accogliere circa 2000 rifugiati, ma ad oggi è stato reinsediato solo un terzo.

 

(Foto: Askanews)

Fuga da Aleppo


aleppo7Ancora in corso l’evacuazione di ribelli e civili. Il servizio di Fabio Piccolino.

 

L’evacuazione dei civili da Aleppo ha acceso nuovamente i riflettori su una delle peggiori crisi del nostro secolo: il conflitto in Siria dura dal 2011 ed è costato la vita a oltre trecentomila persone e causato quasi cinque milioni di sfollati. In queste ore le associazioni umanitarie stanno facendo sentire la propria voce: Amnesty International ha chiesto il dispiegamento di osservatori delle Nazioni Unite per proteggere le migliaia di civili in fuga da potenziali rappresaglie e altre violazioni dei diritti umani, mentre Unicef ha invitato le parti in conflitto a raggiungere immediatamente una tregua e ad autorizzare le organizzazioni umanitarie a prestare urgente assistenza alla popolazione. Medici Senza Frontiere infine ha espresso indignazione per le violenze contro i civili e preoccupazione per il loro destino.