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Non c’è pace


Nonostante il cessate il fuoco, sono almeno 240 i morti in Siria negli ultimi dieci giorni. Le violenze persistenti mettono a rischio la ripresa dei negoziati tra il governo e le opposizioni, prevista entro il 14 marzo. Le Nazioni unite intanto chiedono un’accelerazione nella consegna degli aiuti umanitari.

Aria di guerra


Si fa sempre più probabile l’ipotesi di un imminente intervento militare in Libia che coinvolgerebbe anche il nostro Paese. Un errore da non fare secondo lo storico Angelo Del Boca. Ascoltiamolo. “La guerra aerea, abbiamo visto quello che sta accadendo in Siria. Si abbattono soprattutto ospedali, case civili; tutti i giorni ci sono 30-40 morti di gente che non c’entra niente con la guerra. Se si farà una guerra a terra sarà una guerra difficilissima. Ci penseranno molte volte prima di fare un attacco che sia un’aggressione, perché in questo senso sarebbe un’aggressione.”

Carta straccia


In Turchia la libertà di stampa sempre più a rischio. Il servizio di Fabio Piccolino. “”Il governo del presidente Erdogan sta asfaltando la libertà d’informazione”. E’ il duro commento di Riccardo Noury, portavoce di Amnesty Italia, dopo la vicenda che venerdì scorso ha coinvolto il quotidiano turco Zaman, commissariato dal tribunale per le sue posizioni anti-governative e vittima di un duro blitz delle forze dell’ordine. Reporter senza frontiere ha invitato l’Unione europea ad usare il pugno duro: secondo il segretario generale Christophe Deloire, Bruxelles deve esercitare tutto il suo potenziale per impedire che vengano calpestati i valori europei fondamentali. La mobilitazione è partita: l’organizzazione Index on Censorship ha lanciato un appello per chiedere alla comunità internazionale di prendere posizione contro i ripetuti tentativi di soffocare i media liberi e indipendenti.”

Infanzia rubata


La violenza, gli arresti e le restrizioni alla libera circolazione a Hebron e nelle altre aree occupate continuano ad avere un terribile impatto sui minori. Lo denuncia Sos Villaggi dei bambini, ong attiva in Palestina. In aumento insonnia e incubi, sentimento di morte e distruzione della sfera simbolica affettiva nel vedere la morte o l’umiliazione dei propri genitori impotenti.

I rischi delle trivelle


La multinazionale Shell è stata citata in giudizio per i danni causati nel delta del Niger. Per la seconda volta in cinque anni, l’azienda petrolifera olandese dovrà difendersi in tribunale per una fuoriuscita di greggio. Due comunità di pescatori e diverse ong chiedono risarcimenti e la bonifica dove l’acqua è contaminata dal benzene.

Crisi dimenticata


In Sud Sudan un terzo della popolazione sta affrontando una situazione di scarsità di cibo e insicurezza alimentare. L’allarme delle ong: non è ancora carestia, ma senza aiuti umanitari 40mila persone rischiano la vita.

Nuova emergenza


Sono almeno 42 le vittime del ciclone Winston che si è abbattuto sulle isole Figi, e che ha lasciato 35 mila persone senza casa. Mentre la macchina della solidarietà si è messa subito in moto, Save the Children denuncia lo stato di precarietà in cui versano moltissimi minori. La cooperazione italiana ha stanziato circa 100 mila euro per aiutare la popolazione.

Una fragile tregua


In Siria il cessate il fuoco resta l’ultima speranza per un ritorno alla normalità dopo cinque anni di guerra. Il servizio di Fabio Piccolino. “Una tregua fragile, fragilissima. E’ quella partita lo scorso sabato nella Siria martoriata da cinque anni di guerra: un accordo storico accettato da oltre 100 gruppi ribelli di opposizione. Ma anche se l’inviato speciale delle Nazioni Unite Staffan De Mistura si è detto fiducioso che da questa interruzione delle ostilità possano riprendere i colloqui di pace, violazioni al cessate il fuoco si sono registrate in più zone del paese, come denunciato dall’Osservatorio siriano per i diritti umani. Guardare al futuro con fiducia è in ogni caso molto difficile: i rifugiati all’estero sono 4 milioni, mentre gli sfollati interni più di sette milioni: dall’inizio della guerra, un siriano su due ha perso la propria casa.”

Passo avanti


Soddisfazione delle ong internazionali dopo la storica decisione del Parlamento Europeo di adottare una risoluzione sullo Yemen che richiama la necessità di porre fine alla guerra in corso. Strasburgo ha anche votato un esplicito emendamento che richiama la necessità di fermare il flusso di armi nella regione.

Verità per Giulio


Ad un mese dalla scomparsa prima e dalla morte poi di Regeni, il giovane ricercatore italiano torturato e ucciso al Cairo, troppe ancora le reticenze dell’Egitto per far luce sulla vicenda. Ai nostri microfoni Giuseppe Acconcia, giornalista ed esperto di Medioriente. “Il caso Regeni è pieno di depistaggi, perché subito sono state avanzate delle ipotesi che poi nettamente vengono scartate, dalla pista dell’incidente stradale alla pista del delitto sessuale, alla pista della rapina fino al coinvolgimento dei Fratelli Mussulmani e alla pista dello spionaggio. E’ evidente che una completa verità e una completa giustizia nel caso Regeni è molto difficile che venga raggiunta date le condizioni politiche in cui si trova l’Egitto in questo momento.”