È quella della Repubblica Centrafricana. Il servizio di Fabio Piccolino.
Quella della Repubblica Centrafricana è la più grande crisi dimenticata del nostro tempo.
Due anni dopo l’inizio del conflitto, sono 460 mila i rifugiati nei paesi vicini, mentre le persone che necessitano di aiuti umanitari sono quasi tre milioni.
Fino ad oggi, la risposta dai paesi occidentali non è stata in grado di fermare le violenze, né di garantire la sicurezza dei profughi e di sostenere i bisogni umanitari della popolazione.
Secondo l’Agenzia Onu per i Rifugiati tuttavia, il lavoro delle Ong ha permesso di compiere importanti passi in avanti: proprio per questo “non possiamo permettere che queste conquiste siano vanificate dalla mancanza di fondi e di sostegno”.
Due pesi e due misure
Due pesi e due misure. Le persone gay possono essere escluse dalla donazione di sangue perché a rischio di trasmissione di Aids. Fa discutere la sentenza della Corte di giustizia europea in merito alla legge francese che impone questo divieto dal 1983. Secondo i giudici però si deve fare tutto il possibile per eliminare la discriminazione in base all’orientamento sessuale.
In macerie
In macerie. In Nepal i morti causati dal terremoto sono più di diecimila. Nel Paese asiatico è lotta contro il tempo per portare aiuti umanitari. Piuttosto critica è la situazione per oltre un milione di bambini. Come racconta, ai nostri microfoni, il portavoce dell’Unicef Andrea Iacomini.
Un’altra Ferguson
Gli Stati Uniti tornano a fare i conti con l’odio razziale. Dopo l’ennesima morte di un afroamericano, Freddie Gray, a seguito di un arresto della polizia, la protesta della comunità nera si accende a Baltimora. Una situazione molto tesa che mette ancora una volta il razzismo al centro del dibattito.
Ecatombe Nepal
Sempre più grave il bilancio delle vittime e dei danni causati dal terremoto. Tutto il mondo si mobilita con gli aiuti verso il Paese asiatico. Il servizio di Fabio Piccolino.
Il terremoto che ha sconvolto il Nepal è tra i più gravi di sempre. Mentre il bilancio dei morti continua drammaticamente a salire, il mondo si mobilita. La priorità in questa fase è garantire accesso all’acqua potabile e riparo, perchè sono migliaia le persone che hanno perso tutto. Un bilancio che secondo padre Pius Perumana, direttore di Caritas Nepal, sarebbe potuto essere peggiore, visto che il sisma si è verificato di giorno e durante una festività, cogliendo molte persone all’aperto.
Save the Children sta organizzando sostegno psicologico ai bambini e alle famiglie colpite, mentre Action Aid racconta di una mobilitazione trasversale, in cui le persone condividono tutto quello che hanno.
Occorre però fare in fretta, anche se la situazione è molto complicata. Oxfam racconta che le linee telefoniche non funzionano e non c’è elettricità, mentre la gente è ancora molto spaventata.
Col fiato sospeso
Attualmente l’altro nostro connazionale ancora nelle mani dei terroristi è Padre Paolo Dall’Oglio, rapito nel luglio 2013 in Siria. Il sacerdote è un sostenitore del dialogo interreligioso con la comunità musulmana. Secondo alcune fonti sarebbe ancora vivo e detenuto in una delle prigioni dell’Isis a Raqqa.
Soluzioni (dis)umanitarie
Associazioni e ong disapprovano le opzioni militari in discussione oggi a Bruxelles, nel Consiglio straordinario dei capi di stato e di governo europei per far fronte all’emergenza sbarchi.
Ai nostri microfoni Loris De Filippi, presidente di Medici senza Frontiere.
Giornata della Terra e fame nel mondo
Oggi un incontro a Roma in vista di Expo e dei nuovi obiettivi dell’Onu per uno sviluppo sostenibile. Ascolta il servizio di Pietro Briganò
In fuga
In fuga. Più di novantamila persone scappano dalle violenze dell’Isis nella provincia irachena di Anbar. Secondo le Nazioni Unite la priorità è portare assistenza alle persone che stanno fuggendo: cibo, acqua e riparo. Dall’inizio del 2014 sono 2,7 milioni gli sfollati all’interno del Paese.
Intorno al boia
Intorno al boia. Negli Stati Uniti continua il dibattito sulla pena di morte, tra sostenitori e boicottaggi. Il servizio è di Fabio Piccolino.
L’Oklahoma utilizzerà l’azoto per eseguire le condanne a morte. La decisione è stata presa in seguito alla crescente difficoltà nel reperire i farmaci letali dopo il boicottaggio di alcune aziende farmaceutiche europee.
L’inalazione del gas da parte del condannato è una delle alternative possibili in assenza dell’iniziezione letale; per lo stesso motivo, lo Utah ha ripristinato il plotone di esecuzione mentre il Tennesse la sedia elettrica.
Negli Stati Uniti che sembrano non preoccuparsi del giudizio della comunità internazionale sul tema delle esecuzioni capitali, fa discutere il caso dei genitori di Martin Richard, il bambino di otto anni morto durante l’attentato alla maratona di Boston nel 2013, che hanno chiesto che non sia applicata la pena di morte per uno dei colpevoli della tragedia.