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Rubinetti chiusi


750 milioni di persone nel mondo non hanno accesso all’acqua potabile e oltre due miliardi non possono contare su servizi igienico-sanitari. Il servizio di Fabio Piccolino.

Si è celebrata ieri in tutto il mondo la Giornata mondiale dell’acqua, ricorrenza istituita dalle Nazioni Unite per sensibilizzare sulla sua importanza come bene comune vitale per l’umanità e per il pianeta.
750 milioni di persone nel mondo non hanno accesso all’acqua potabile e oltre due miliardi non possono contare su servizi igienico-sanitari, concentrate per lo più in Africa sub-sahariana, Cina, India, e in molte zone di guerra.
L’occidente da parte sua, ne consuma più di quanto immaginiamo: un recente studio infatti ha dimostrato che molta acqua viene utilizzata per produrre cibi: fino a quindicimila litri per un chilo di carne.
Il futuro non è roseo:  entro il 2050 la domanda diacqua nel mondo aumenterà del 55%.

Ebola, l’emergenza non è finita


ebolaSecondo gli ultimi dati dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, l’epidemia di Ebola, che nei mesi scorsi  ha causato oltre diecimila vittime tra Guinea, Liberia e Sierra Leone, non è ancora conclusa.
L’Oms riferisce che attualmente il contagio è confinato in un corridoio geografico piuttosto ristretto, ma c’è ancora il rischio di nuovi focolai.
La Liberia non è ancora ufficialmente fuori dal contagio, poiché è necessario che siano passati 42 giorni dall’ultimo caso; dopo 20 giorni senza nessun nuovo ammalato, qualche giorno fa c’è stato un nuovo caso a Monrovia.
In Guinea ci sono stati 95 nuovi contagi, in Sierra Leone 55.
Intanto la stessa Organizzazione Mondiale della Sanità è nella bufera: alcuni documenti infatti dimostrerebbero che l’Oms ha rinviato per due mesi l’annuncio dell’epidemia di Ebola nell’Africa occidentale temendo di danneggiare le economie dei Paesi coinvolti.

Direzione Kobane


La cooperativa sociale Noncello è in viaggio nel Kurdistan turco. L’obiettivo non è raccontare la guerra ma conoscere la società curda così da costruire una vera cooperazione internazionale per il superamento dei conflitti e dei confini. Il diario è consultabile sul sito nelpaese.it.

Vince la paura


Israele sceglie nuovamente Benjamin Netanyahu. Un voto che rischia di isolare ancora di più il Paese dalla comunità internazionale. Il commento di Nurit Peled-Elhanan, attivista israeliana per i diritti umani. (sonoro)

In fuga


Sei milioni di persone in Colombia hanno abbandonato le loro abitazioni a causa di un conflitto che dura da più di mezzo secolo. L’agenzia Onu per i rifugiati riferisce che si tratta della peggiore crisi di sfollati e rifugiati al mondo dopo quella siriana, per la quale è più che mai urgente trovare una soluzione basata sui diritti umani.

Amazzonia, nasce il corpo speciale contro il disboscamento


OLYMPUS DIGITAL CAMERACombattere il disboscamento illegale della foresta amazzonica: questo l’obiettivo della nuova Compagnia per le operazioni ambientali brasiliana, un corpo di polizia speciale che impiegherà 200 agenti in diversi punto strategici della regione.

Il provvedimento mira a contrastare un fenomeno in preoccupante aumento negli ultimi anni: secondo l’organizzazione ambientalista Imazon, nel 2014 sono stati rasi al suolo 402 km quadrati di foresta, il 290% in più rispetto al 2013, per destinare il terreno ad altro uso.
Greenpeace ha denunciato nei mesi scorsi il traffico illegale di legname nello stato del Parà, tagliato illegalmente e traferito per seere lavorato ed esportato in Europa, Cina, Giappone e Stati Uniti.

La creazione del nuovo corpo speciale prevede un investimento di circa dieci milioni di dollari.

In ginocchio


Dopo quattro anni di guerra, in Siria continua la crisi umanitaria. Il servizio di Fabio Piccolino.

Sono passati quattro anni dall’inizio della guerra in Siria, un conflitto per cui sembra impossibile trovare una soluzione. Fino ad oggi sono morte 215 mila persone, di cui oltre diecimila bambini; i rifugiati sono quasi quattro milioni.
Il rapporto diffuso da 21 ong tra cui  Oxfam, Save the children e Medici del mondo è impietoso: le risoluzioni del consiglio di sicurezza Onu hanno fallito tutti i loro obiettivi.
La fotografia di un paese devastato ed impaurito è un’immagine buia: secondo la coalizione #withsyria, che riunisce 130 organizzazioni non governative, infatti,  l’83 per cento delle luci visibili di notte in Siria si sono via via spente dal marzo 2011: ad Aleppo sono il 97%.
E’ per questo che fino al 19 marzo Palazzo Vecchio a Firenze sarà illuminato di rosso. Una luce di solidarietà contro il silenzio.

Mercato troppo libero


Continua in tutto il mondo la mobilitazione contro il Trattato transatlantico sugli investimenti tra Europa e Stati Uniti. Un firma che avrebbe ripercussioni negative su ambiente, agricoltura e consumatori. Come ci racconta Simona Maltese della Campagna No Ttip.

Mai più.


A quattro anni dal disastro nucleare di Fukushima, la zona attorno alla centrale danneggiata dallo tsunami è ancora deserta. Restano veicoli abbandonati, spazzatura contaminata da materiale radioattivo e case danneggiate. La ricostruzione è ancora lontana dall’essere completata, anche se il governo aveva promesso ai residenti la possibilità di tornare nelle proprie abitazioni entro il 2016.