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Così non va


Il Consiglio d’Europa bacchetta l’Italia. Secondo la Commissione antirazzismo nel nostro Paese mancano adeguata assistenza per i richiedenti asilo e un programma di reinserimento per i rom espulsi dai campi. E sono ancora troppo limitati i poteri dell’Ufficio nazionale antidiscriminazioni.

Senza tregua


In Ucraina gli ospedali sono allo stremo. L’associazione Zaporuka, assieme all’italiana Soleterre, lancia l’allarme per i bambini malati di tumore. Nosocomi chiusi e senza medici all’est, sfollati interni e reparti pieni di richieste d’aiuto a Kiev. In tutto il Paesi, farmaci che mancano, prezzi alle stelle, corruzione e borsa nera.

Vergognosa e inefficace


È la risposta globale alle atrocità dei gruppi armati secondo l’ultimo rapporto di Amnesty International. Il servizio è di Fabio Piccolino.
Il 2014 è stato un anno nero per i diritti umani. Lo rivela il rapporto di Amnesty International che prende in esame la situazione di 160 paesi nel mondo: in almeno 35 di questi, i gruppi armati hanno commesso crimini contro i civili, abusi, persecuzioni e discriminazioni.
La presentazione del dossier è anche l’occasione per sottolineare l’inefficacia delle risposte della comunità internazionale, e sollecitare i leader mondiali ad agire con urgenza.
Secondo Antonio Marchesi, presidente di Amnesty International Italia, “i governi devono finirla di affermare che la protezione dei civili è al di là dei loro poteri e devono invece contribuire a porre fine alla sofferenza di milioni di persone, avviando un cambiamento fondamentale nel modo di affrontare le crisi nel mondo”

Sos Libano


Sono migliaia i bambini che vivono per strada, vittime dell’esclusione sociale, della vulnerabilità delle famiglie e dell’incremento della criminalità. A raccontarlo è uno studio dell’Organizzazione internazionale del lavoro, Unicef e Save the Children. Ad aggravare la situazione, l’arrivo nel Paese di oltre un milione di profughi siriani.

Dramma balcanico


Medici senza Frontiere denuncia la situazione dei rifugiati e richiedenti asilo in Serbia, costretti a condizioni disumane. Il servizio è di Fabio Piccolino.

Abbandonati nelle foreste o in edifici fatiscenti, sotto i colpi del gelido inverno. E’ il destino di molti richiedenti asilo, giunti in Serbia dopo aver rischiato la vita per arrivare nel vecchio continente.
Con il sogno di raggiungere l’Europa del nord, lo scorso anno  sono arrivati nel paese balcanico in circa 16.500 tra rifugiati e migranti. Per trovare protezione e  sfuggire alle  terribili condizioni di accoglienza di Grecia e Bulgaria, sono dovuti ricorrere a vie illegali e reti di trafficanti, abbandonati a loro stessi in attesa dei documenti.
A raccontarlo è Medici Senza Frontiere, che chiede alle autorità serbe e agli stati membri dell’Unione Europea di garantire a queste persone aiuto e protezione.

Vecchio e povero continente


In Europa una persona su tre vive in uno stato di indigenza relativa. Lo sottolinea il rapporto di Caritas sull’impatto della crisi. Sono oltre 122 milioni a rischio esclusione sociale. A passarsela peggio gli Stati affacciati sul Mediterraneo.

Sos Yemen


Il programma alimentare delle Nazioni Unite lancia l’allarme per la situazione nel Paese asiatico. Già prima della crisi politica che ha portato alle dimissioni del presidente Mansur Hadi più del 40% degli abitanti viveva una condizione di insicurezza alimentare, di cui 5 milioni in maniera grave. Il rischio è una crisi umanitaria.

L’inutile guerra


Le associazioni pacifiste e disarmiste italiane fanno fronte comune per dire no ad un intervento militare in Libia. Il servizio è di Fabio Piccolino.

“La guerra non è la soluzione per la Libia”: è il grido unanime che arriva da Rete della Pace, Campagna Sbilanciamoci e Rete Italiana per il Disarmo dopo le notizie delle ultime ore su un possibile intervento nel paese nordafricano.
Fermare la violenza è possibile costruendo una politica fondata sul rispetto dei diritti umani, dell’autodeterminazione dei popoli, del diritto internazionale, dello sviluppo sostenibile e della giustizia sociale. Secondo le organizzazioni pacifiste è necessario che il governo italiano promuova  una soluzione reale del conflitto in Libia che coinvolga le popolazioni e che metta in campo  le forze diplomatiche.
Occorre inoltre che si realizzi il blocco dei flussi finanziari e delle forniture di armamenti a sostegno dell’Isis.

Fuga dalle responsabilità


L’Unione europea propone quote fisse per ogni Paese in cui possono entrare i richiedenti asilo. Proposta non condivisa dal direttore del Consiglio italiano per i rifugiati, Christopher Hein. Ai nostri microfoni

World press freedom


Il rapporto sulla libertà di stampa nel mondo vede arretrare l’Italia di 24 posizioni. Il servizio è di Fabio Piccolino.

Reporter senza Frontiere  ha stilato la classifica della libertà di stampa nel mondo e la situazione sembra essere peggiorata in due terzi dei 180 paesi censiti.
Il 2014 è stato un anno nero per i giornalisti: 85 sono stati uccisi, 800 arrestati, 168 sequestrati.
Tra i criteri di valutazione del rapporto  c’è la relazione tra giornalismo e potere e le difficoltà contro cui i reporter devono cimentarsi, come la narrazione nelle zone di guerra.
I paesi più liberi si confermano Finlandia, Norvegia e Danimarca, mentre la maglia nera va a Turkmenistan, Corea del Nord ed Eritrea.
L’Italia precipita al settantatreesimo posto, mai così in basso: a pesare, per il nostro paese,  le minacce mafiose e i  procedimenti per diffamazione ingiustificati.