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Guerra tra poveri


Il contrasto tra popolazione residente e immigrati cresce dove entrano in conflitto gli ultimi nella scala sociale. Ma ci sono possibili vie d’uscita. Il servizio di Fabio Piccolino.

L’intolleranza nei confronti dei migranti è in crescita in tutto il mondo. Secondo un sondaggio della società di consulenza americana Gallup, Perù, Colombia ed Ecuador sono tra i paesi in cui la presenza degli stranieri è meno accettata, principalmente a causa della massiccia presenza delle persone che fuggono dall’instabilità del Venezuela.

Uno studio del Migrant Acceptance Index, indica che l’arrivo di rifugiati dal Mediterraneo e attraverso la Turchia ha peggiorato l’atteggiamento dei cittadini europei, anche per l’incapacità di una gestione univoca della questione da parte dell’Unione Europea. Secondo il portavoce dell’Agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati Charlie Yaxley, a fare la differenza devono essere politiche di integrazione che permettano ai migranti di contribuire alle nuove comunità in cui vengono accolti.

2035


E’ l’anno in cui verrà vietata la vendita di nuovi veicoli a benzina e gasolio in California. Lo ha annunciato il Governatore Gavin Newsom come misura per contrastare il riscaldamento globale, incentivando le case automobilistiche a produrre modelli elettrici o a idrogeno. Il piano riguarderà  anche i mezzi pesanti, a partire dal 2045.

Vistosa dimenticanza


“Cara Ursula Von Der Leyen, con grande delusione, leggendo il “Patto sulle migrazioni” non abbiamo trovato l’annuncio di un’operazione europea di ricerca e salvataggio”. Si apre così la lettera che Sea Watch, Open Arms, Mediterranea e altre organizzazioni umanitarie hanno inviato alla Presidente della Commissione Europea dopo la presentazione della proposta per il superamento del Regolamento di Dublino che punta soprattutto sulla condivisione dei rimpatri dei migranti.

Disuguaglianza da CO2: Intervista a Elisa Bacciotti di Oxfam Italia


 

In 25 anni, l’1% più ricco della popolazione mondiale – pari a 63 milioni di abitanti – ha emesso in atmosfera il doppio di CO2 rispetto a 3,1 miliardi di persone, la metà più povera del pianeta.
Occorre ridurre di un terzo le emissioni globali.
Ne abbiamo parlato con Elisa Bacciotti, responsabile campagne di Oxfam Italia.

Disuguaglianza climatica


Negli ultimi 25 anni, l’1% della popolazione mondiale ha emesso nell’atmosfera il doppio di CO2 rispetto alla metà più povera del pianeta. Sono i dati del Rapporto di Oxfam Italia presentato alla vigilia dell’Assemblea generale della Nazioni Unite che vede i leader mondiali impegnati a discutere di sfide globali, tra cui l’ambiente.

Ai nostri microfoni Elisa Bacciotti, responsabile campagne dell’organizzazione.

Diritti primari


Con oltre tre  milioni di persone bisognose di assistenza alimentare, il Burkina Faso è ufficialmente una emergenza umanitaria. Gli effetti del lockdown sull’economia locale hanno influito pesantemente su un Paese già segnato dall’insicurezza e dagli scontri tra gruppi armati e forze governative.  Secondo Intersos, occorre intervenire tempestivamente per garantire alla popolazione l’accesso all’acqua e al cibo.

Voltare pagina


Mentre l’Unione europea si prepara a varare le nuove norme sull’immigrazione che superano l’accordo di Dublino, arriva un nuovo appello per i profughi di Moria. Il servizio di Fabio Piccolino

“È arrivato il momento di porre fine alle politiche europee di migrazione che intrappolano migliaia di persone in condizioni disumane sulle isole greche”. E’ l’appello lanciato da Medici Senza Frontiere dopo l’incendio che ha colpito il campo profughi di Moria lo scorso 9 settembre.
Secondo l’organizzazione infatti, si tratta del simbolo di come l’Europa tratta le persone in fuga da guerra e persecuzione. Un cambio di rotta necessario che vede l’Unione Europea di fronte a decisioni che possono modificare la vita di migliaia di persone.

Il nuovo Patto sull’immigrazione e l’asilo verrà presentato il prossimo 23 settembre e dovrebbe segnare la fine del regolamento di Dublino, con l’introduzione di meccanismi di redistribuzione obbligatoria dei richiedenti asilo, l’aumento degli accordi di rimpatrio, una stretta collaborazione con i Paesi di origine e transito.

La famiglia come paravento


In Polonia sono quasi un centinaio i comuni che nell’ultimo anno si sono auto-proclamati “zone libere dall’ideologia LGTBI”. Pur non avendo validità legale, l’iniziativa discrimina l’orientamento sessuale delle persone in nome dei nuclei tradizionali. Il Parlamento europeo ha chiesto alle autorità polacche di condannare ogni violazione dello stato di diritto.

Violenza continua


Il governo del Venezuela ha commesso crimini contro l’umanità: lo dichiarano le Nazioni Unite che, attraverso l’Alto commissariato per i diritti umani, hanno accertato casi di omicidi, torture, detenzioni arbitrarie e sparizioni. Le  forze dell’ordine sarebbero coinvolte in violenze sistematiche con lo scopo di reprimere l’opposizione politica e più in generale di creare terrore nella popolazione.

 

Ai primi posti


Nella classifica mondiale sulle risposte statali al coronavirus primeggia un paese africano. Il servizio di Fabio Piccolino.

Secondo uno studio della rivista statunitense Foreign Policy, il Senegal è tra i migliori Paesi al mondo ad aver combattuto l’epidemia di coronavirus. Il rapporto si basa sulla  prevenzione dei contagi, la reazione da parte delle autorità, le condizioni del sistema sanitario, la rilevazione dei dati, e i rischi della propagazione del virus.

A determinare positivamente questo risultato sono state la rapidità con cui si fanno i tamponi e le misure di prevenzione e la sensibilizzazione nei confronti della popolazione. L’epidemia di Ebola che ha colpito l’Africa occidentale tra il 2013 e 2016 ha fatto in modo che il Senegal reagisse con prontezza a questa nuova emergenza.