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Un grido dalla foresta


Parte oggi la grande campagna mondiale per salvare l’Amazzonia. Il servizio di Fabio Piccolino.

Verrà lanciato oggi alle 16, ora brasiliana, le 21 in Italia, la campagna “Amazoniza-te”, a sostegno dei popoli che vivono nel polmone verde del mondo. L’iniziativa è promossa dai leader delle popolazioni e delle comunità tradizionali, da ricercatori e scienziati, dalla chiesa e dalla Conferenza nazionale dei vescovi del Brasile e vuole contrastare le continue violazioni delle norme sulla protezione ambientale che hanno l’obiettivo di liberalizzare ed espandere illegalmente le attività di compagnie minerarie, agroalimentari, taglialegna e allevatori.

La situazione dell’Amazzonia è peggiorata con l’emergenza Coronavirus, con la crescita delle attività di deforestazione, accaparramento della terra e violenza ai danni dei popoli tradizionali.

Qui ci vuole una Pandemic tax


E’ la proposta di Oxfam per contrastare le disparità generate dal Covid. Negli Stati Uniti infatti 17 multinazionali hanno tratto vantaggio dall’epidemia, guadagnando almeno 85 miliardi di dollari in extra-profitti, mentre nel Paese si accentuano le disuguaglianze. L’introduzione di questa misura  potrebbe generare 80 miliardi di dollari per garantire l’accesso universale alle cure.

Il fine giustifica la deroga


Secondo una nuova legge approvata nei giorni scorsi in Francia, i medici potranno violare il segreto professionale per denunciare casi di violenza domestica e rivolgersi alle autorità. Il numero di persone uccise dal partner è aumentato negli ultimi anni e le misure imposte per contrastare il Covid19 hanno spinto il governo transalpino ad accelerare le misure di contrasto a questo fenomeno.

Via dai banchi


Via dai banchi. Nuovo allarme per milioni di minori africani che subiscono gli effetti indiretti più pesanti della pandemia. Il servizio è di Fabio Piccolino

Dopo il significativo aumento  del numero di contagi da Coronavirus in Sudafrica e in molti altri Paesi del continente, Save The Children lancia l’allarme: 265 milioni di bambini rischiano di non andare più a scuola, mentre oltre 20 milioni di minori potrebbero finire sotto la soglia di povertà. I mesi di apprendimento perduto infatti hanno accresciuto il divario di competenze, aumentando le probabilità di abbandono. La dispersione scolastica è un problema che riguarda il continente in modo particolare: secondo l’organizzazione sono africani 9 dei 12 paesi in cui questo rischio è più concreto.

Voci strozzate


A causa delle pressioni ricevute nelle ultime settimane, i giornalisti del sito di notizie magiaro Index denunciano come la loro indipendenza sia in “grave pericolo”. Fondato nel 1999, la testata raggiunge in poco tempo i vertici della stampa ungherese grazie a una serie di inchieste di successo, un giornalismo serio e competente e una linea editoriale trasparente che promette di perseguire solo l’interesse dei lettori. Attualmente il suo sito riceve circa 1,5 milioni di visite al giorno, in un paese con una popolazione di 10 milioni, ma per la prima volta dalla sua creazione, il barometro sull’indipendenza del giornale è passato dal verde al giallo, ovvero da ‘pienamente indipendente’ a ‘in pericolo’.

Secondo un recente report firmato dalle principali organizzazioni per la difesa del diritto all’informazione, l’Ungheria è alle prese con un sistema di censura e controllo dei media paragonabile al regime comunista. Negli ultimi anni, i sostenitori del primo ministro nazionalista Viktor Orban hanno assunto gradualmente il controllo dei media ungheresi. Il leader di Fidesz ha progressivamente adottato politiche sempre più autoritarie, tra le altre cose prendendo il controllo dei media indipendenti del paese. A poco a poco, circa 500 società di media, tra cui portali online, giornali locali, radio e canali televisivi, sono state raggruppate in una fondazione, “Kesma”, il cui unico scopo sarebbe quello di fare propaganda al governo.

Contemporaneamente l’Ungheria è passata dal 23esimo all’89esimo posto su 180 paesi nell’indice sulla libertà di stampa stilato da Reporter senza frontiere. Il rapporto dice che la fondazione filo-governativa “domina il panorama dei media e la distorsione del mercato della pubblicità statale verso i media è ancora in corso”. Tra le misure adottate dal Governo Orban ha fatto discutere un bavaglio imposto alla stampa, che rende punibile con fino a 5 anni di carcere chiunque diffonda informazioni «false» riguardanti la gestione dell’epidemia. Ancora una volta, la parola finale su cosa sia vero o meno spetta in modo arbitrario al premier stesso o ai suoi vicinissimi. Rsf stessa ha definito la decisione come una «legge orwelliana» che, di fatto, introduce un sistema di censura controllato dallo Stato e minaccia la sopravvivenza di qualsiasi forma di stampa indipendente.

di Pierluigi Lantieri

Sospendere il debito


Pesanti le ripercussioni della pandemia per molti Paesi africani. Le proposte di Oxfam per affrontare la drammatica emergenza. Il servizio di Fabio Piccolino.

L’epidemia di Coronavirus sta mettendo sempre più in difficoltà i più poveri del pianeta: 73 Paesi in via di sviluppo infatti, devono pagare oltre 33 miliardi di dollari a creditori privati e istituzioni multilaterali. Si tratta del doppio della cifra che nazioni come Uganda, Zambia e Malawi spendono ogni anno per la Sanità e che comprometterebbe in maniera irreparabile le loro fragili economie.

È per questo che Oxfam ha chiesto ai Paesi del G20 la sospensione dei pagamenti del servizio del debito, necessaria per “evitare la catastrofe che incombe su centinaia di milioni di persone”.

Diritto di cronaca


Il New York Times ha trasferito un gruppo di giornalisti da Hong Kong a Seul dopo l’approvazione della nuova legge sulla sicurezza nazionale. Una misura frutto della preoccupazione diffusa tra gli operatori della comunicazione nell’ex colonia britannica, che vedono minacciata la libertà di informazione per l’arbitrarietà di interpretazione della nuova norma.

Puntura salvavita


A causa dell’interruzione dei servizi dovuti all’epidemia di Covid-19, nel mondo c’è stato un allarmante declino del numero di bambini che stanno ricevendo i vaccini. L’allarme arriva da Unicef e Oms secondo cui questa interruzione minaccia di invertire i progressi duramente conquistati nel corso degli ultimi anni.

La scuola negata


Dieci milioni di bambini potrebbero non tornare mai più sui banchi scolastici a causa del Coronavirus: è l’allarme lanciato da Save The Children nel nuovo rapporto “Salvate la nostra educazione”. Se nella fase più acuta dell’emergenza infatti il 90% degli studenti nel mondo ha dovuto interrompere le lezioni, i tagli all’istruzione e la crescente povertà dovuta alla pandemia potrebbero essere decisivi per il futuro di molti bambini e ragazzi.