Uno spazio per i giovani. A Torre Annunziata riparte il centro per i ragazzi a rischio: tornano sport, laboratori e momenti formativi per aiutare quaranta giovani, ancora più in difficoltà a causa dell’emergenza Covid. In questa nuova fase verrà favorita una strategia educativa da vivere all’aperto tra volley, calcio, esperienze artistiche e di comunità.
Sono ripartite venerdì, dopo lo stop del 29 gennaio dovuto all’emergenza Covid-19, le attività del Centro diurno per minori “Casa Valdocco” – salesiani Torre Annunziata. Sono stati rimodulati le attività e gli interventi educativi rivolti ai tantissimi ragazzi seguiti dagli operatori del Centro. Ragazzi che in questi mesi sono rimasti chiusi nelle loro case, dove spesso, in una sola stanza si tentava di seguire la DAD condividendo lo stesso telefonino tra più fratelli e impossibilitati ad un confronto con i coetanei e gli educatori.
I minori sono inviati dai servizi sociali dell’ambito N.30 (Comuni di Torre Annunziata, Boscoreale, Boscotrecase, Trecase), su segnalazione delle scuole e dal Servizio Sociale del Centro di Giustizia Minorile per percorsi di giustizia riparativa. L’aspetto innovativo della nuova fase di questo servizio è la realizzazione di una comunità educante in cui è favorita l’esperienza dell’educativa outdoor oltre a quella di indoor. Una prospettiva di uscita dallo spazio fisico del Centro Diurno in favore di una strategia educativa all’aperto in cui far confluire le esperienze sociali, culturali, sportive e di volontariato della rete territoriale. La progettualità orienta concretamente a contenuti educativi, favorendo una fruizione anche di spazi aperti attraverso la sperimentazione di attività in favore della collettività. I ragazzi, ad esempio, sono coinvolti in progetti di volontariato, come pure in interventi di riqualificazione urbana.
Tra le attività anche laboratori di legalità, scrittura creativa e riciclo artistico. I circa 40 ragazzi partecipano a corsi e laboratori di pizzeria, box, pasticceria, caffetteria, vela, volley, calcio, danza, rugby, art attack, grazie a progettualità, servizi integrati e partenariati della “Piccoli Passi Grandi Sogni aps” appartenente alla rete “salesianixilsociale”.
“Perché solo noi chiusi?”: la protesta degli Enti di Promozione Sportiva
“Perché solo noi chiusi?”: Gli Enti di Promozione Sportiva contestano la scelta del governo di vietare le proprie attività nelle zone rosse d’Italia. Secondo le organizzazioni, che chiedono un incontro con il Ministro Speranza, si tratta di una “disparità di trattamento che sta causando la morte per asfissia di migliaia di associazioni e società sportive dilettantistiche”.
Ecco il comunicato integrale:
“Perché solo noi chiusi? Ora ci spieghi Ministro Speranza. Protocolli rigidi come quelli delle Federazioni Sportive nazionali ma ancora costretti a osservare in panchina ingiusta razzia”.
Gli Enti di Promozione Sportiva rimarcano ancora una volta la discriminazione che stanno subendo attraverso il divieto di poter organizzare le proprie attività nelle zone rosse d’Italia. Una disparità di trattamento che giorno dopo giorno sta causando lentamente la morte per asfissia di migliaia di ASD e società sportive dilettantistiche la cui unica attività possibile è rimasta quella di contare quanti tesserati perdono in favore di altri organismi sportivi.
È sotto gli occhi di tutti il fatto che il Governo, attraverso scelte basate su pesi e misure differenti, abbia consentito soltanto alle Federazioni la possibilità di organizzare eventi “di interesse nazionale” nelle cosiddette zone rosse e non solo certo quelli delle categorie di vertice assoluto.
E allora, ancora una volta, ci domandiamo come sia possibile che il rischio di contagiosità al Covid-19 sia considerato alto solo nei nostri eventi sportivi (“di preminente interesse nazionale”), ma non in quelli organizzati dalle Federazioni nazionali? Chiediamo di avere la stessa possibilità di riapertura che GIUSTAMENTE è stata concessa alle FSN, per un movimento, quello della promozione sportiva di base, da sempre impegnato su azioni quotidiane di prevenzione e promozione della salute. Viceversa, la diretta conseguenza di questa politica dello sport di base a una sola marcia, è che si sta innescando una sorta di “razzia” a scapito degli Enti di Promozione sportiva.
È quanto abbiamo anche sottolineato alla Sottosegretaria allo Sport Valentina Vezzali nel corso del primo incontro con gli EPS svoltosi la settimana scorsa. Comprendiamo che si è appena insediata e che non ha vissuto in prima persona tutte le vicende dei DPCM legati agli Enti di Promozione Sportiva, ma proprio per questo e proprio perché da tale incontro non sono scaturite molte speranze di modifica delle prescrizioni del Governo e di prossime riaperture, chiediamo ora di poter incontrare al più presto il Ministro della Salute, Roberto Speranza, che evidentemente è stato indicato come il principale responsabile di tali decisioni, vedendo palestre e impianti sportivi ancora come pericolosi luoghi di contagio così come le stesse competizioni.
Al Ministro vorremmo invece spiegare, dati alla mano, che se sul territorio ci sono luoghi sicuri e protetti, quei luoghi sono proprio le palestre e gli impianti sportivi che il Governo ha scelto di riaprire solo in parte, lasciandone chiusi migliaia in tutta Italia senza, a questo punto, alcuna fondata motivazione.
Ripetiamo, il virus non guarda in faccia nessuno, ma noi siamo qui a ribadire che abbiamo le stesse identiche credenziali delle Federazioni ed è arrivato il momento di farci rientrare in campo senza più alcuna disparità.
Tutto questo sta causando, oltre a pesanti danni sociali, ingentissimi danni economici, acuiti anche dal fatto, situazione che cogliamo l’occasione per denunciare nuovamente, che non siano ancora stati previsti, neppure dall’ultimo Decreto, adeguati sostegni per le associazioni e le società sportive di base per la loro mancata attività istituzionale.
Abbiamo atteso troppo in panchina, ora meritiamo anche noi la giusta attenzione.
Antonino Viti – ACSI
Bruno Molea – AICS
Luca Stevanato – ASC
Claudio Barbaro – ASI
Luigi Fortuna – CSAIN
Francesco Proietti – CSEN
Vittorio Bosio – CSI
Luigi Musacchia – CSN Libertas
Antonio Dima – CUSI
Paolo Serapiglia – ENDAS
Gian Francesco Lupattelli – MSP
Marco Perissa – OPES
Ciro Bisogno – PGS
Tiziano Pesce – UISP
Damiano Lembo – US Acli
La partita solidale: Asd Nautilus in campo al fianco di Aisla
Acquisti che fanno bene. Parte oggi la partita solidale dall’Asd abruzzese Sottomarino nautilus che venderà i propri prodotti brandizzati per raccogliere fondi a favore dell’Associazione italiana Sclerosi laterale amiotrofica. Gli acquisti nel market place, quindi, non saranno fini a se stessi, ma rappresenteranno un aiuto concreto per i malati di Sla.
I prodotti brandizzati dall’Asd Sottomarino saranno destinati al sostegno della sezione abruzzese dell’Associazione italiana Sclerosi laterale amiotrofica il cui referente Marco Di Norcia sottolinea: «I ragazzi dell’Asd con la loro iniziativa ci permetteranno di supportare i progetti di “operazione sollievo” per l’assistenza alle nostre famiglie ma, anche, di realizzare i sogni dei figli delle persone affette da Sla».
«Dodici mesi fa ci siamo trovati di fronte ad una scelta: rimanere un’anonima squadra di calcio dilettante con davanti a sé tanti mesi di mesta inattività o provare a rompere gli schemi e dare un segnale positivo e di fratellanza», spiega Lorenzo Rapino, presidente dell’Asd Sottomarino. «Io, ma soprattutto il gruppo, che mi ha aiutato e sostenuto nella realizzazione, non abbiamo avuto dubbi e ci siamo messi al lavoro per creare qualcosa di buono. Ed eccoci qua».
Gli acquisti nel market place, quindi, non saranno fini a se stessi, ma rappresenteranno un aiuto concreto per i malati di Sclerosi laterale amiotrofica e le loro famiglie, sostenute dalle sedi territoriali de L’Aquila, Chieti e Pescara. Dalle magliette all’abbigliamento, alle tazze e ai boccali da birra, fino agli orologi da parete e l’arredo per la casa, tutti con il distintivo sottomarino azzurro: nella descrizione di ogni prodotto presente sul sito è indicata anche la quota che verrà devoluta a livello regionale ad Aisla, attraverso dei bonifici periodici destinati alle sezioni abruzzesi dell’Associazione. «Siamo consapevoli che il nostro aiuto rappresenti una goccia nel mare, ma goccia dopo goccia, siamo certi che riusciremo a sconfiggere la Sla», aggiungono dall’Asd Sottomarino.
Il fischio d’inizio dell’iniziativa solidale sarà online, in diretta Facebook, sulla pagina di Centralmente Sport lunedì 29 marzo dalle ore 19, a condurre Giovanni Bianchi Sidoni della testata Centralmente, mentre interverranno Lorenzo Rapino e Marco di Norcia di Aisla L’Aquila. «La vicinanza dimostrata dall’ Asd è stata una bellissima sorpresa», dice Marco Di Norcia, referente della sezione Aisla L’Aquila in rappresentanza di tutta la comunità Sla e dei volontari del territorio abruzzese, «i ragazzi dell’Asd con la loro iniziativa ci permetteranno di supportare i progetti di “operazione sollievo” per l’assistenza alle nostre famiglie ma, anche, di realizzare i sogni dei figli delle persone affette da Sla. Il ricavato che riceveremo dall’evento, infatti, sarà destinato a finanziare l’attività sportiva e le iscrizioni ai centrisportivi di questi ragazzi, perché non rinuncino alla possibilità di continuare a fare sport».
Pensieri e pallone: il calcio secondo Pasolini
La poesia del calcio. Il progetto “Smisuratamente e pazzamente Pasolini” approfondisce la passione del grande intellettuale per il pallone. Il servizio di Elena Fiorani.
Genova e il calcio di Pasolini, una storia appassionante e romantica che ci riporta al 1975 e alla partecipazione dello scrittore a un derby benefico con la maglia del Genoa. La grande passione di Pier Paolo Pasolini per il calcio, sarà raccontata in un progetto promosso da Università di Genova, Fondazione Ansaldo e Teatro Pubblico Ligure.
L’iniziativa è intitolata “Smisuratamente e pazzamente Pasolini”, nasce da un’idea di Massimo Minella e Sergio Maifredi, ed è articolata in una serie di incontri visibili sui canali Youtube e social dell’università. Si parlerà anche del derby in cui Pasolini giocò con la maglia numero 7 del Genoa: “Lui sbaglia un rigore, ma tutto lo stadio è per lui” ha spiegato Minella. All’iniziativa partecipano giornalisti e personaggi del mondo dello spettacolo ,che porteranno le loro testimonianze.
Una corsa a ostacoli: oggi l’incontro online su donne e sport
Una corsa a ostacoli: quella che ogni giorno devono compiere le atlete donne. Se ne parlerà oggi alle 19 in un incontro on line, per ripercorrere la storia della donna nello sport professionistico e illustrare i contenuti della riforma recentemente approvata, oltre ad illustrare gli stereotipi e i pregiudizi presenti in questo mondo.
Per molto tempo in Italia il ruolo della donna nello sport professionistico è stato condizionato dalla Legge n. 91/1981. Nel 2019, con la Legge Delega n. 86, il Parlamento ha affidato al Governo il compito di rinnovare l’intera materia. I decreti attuativi, salvo uno, sono ancora in fase di approvazione da parte del Parlamento. Come cambierà la vita delle atlete? Avranno finalmente opportunità, diritti e protezioni adeguati? A queste e ad altre domande, PWNRome insieme con Rete per la Parità cercheranno di fare chiarezza, approfondendo il tema con illustri ospiti del mondo dello sport, in questo evento nato per celebrare i sessant’anni della sentenza che eliminò le discriminazioni contro le donne nelle principali carriere pubbliche (sentenza n. 33 della Corte costituzionale – 13 maggio 1960).
Le atlete non hanno diritto ancora oggi a essere considerate “professioniste” ma anche le donne che operano nelle organizzazioni e istituzioni sportive occupano nella maggior parte dei casi ruoli secondari: sono sottorappresentate nelle posizioni amministrative direttive. E sono ancora prevalentemente maschili i vertici del Comitato Olimpico Internazionale, dei Comitati Olimpici Nazionali, che controllano gli sport olimpici nelle diverse nazioni ‒ come il CONI in Italia ‒, e della Federazione Internazionale dello Sport.
“Si può poi notare – sottolinea Anna Benini, Presidente Professional Women’s Network Rome – come le stesse atlete professioniste siano sovente meno pagate e meno visibili nei media rispetto ai loro colleghi maschi. Vi sono in realtà disparità anche grandi fra i diversi sport, così come nella vita di tutti i giorni. Essendo noi da sempre impegnate in tematiche di leadership e professionalità femminile ci sembrava importante approfondirle anche in ambito sportivo. D’altro canto, la Carta Olimpica contro la discriminazione nello sport condanna le discriminazioni non solo razziali, religiose e politiche, ma anche quelle legate al genere. Si tratta oggi di trasformare quanto oggi sulla carta in prassi quotidiana agita”.
Rosanna Oliva de Conciliis, presidente di Rete per la Parità ha individuato, da tempo, nella normativa attuale del professionismo sportivo una delle forme di discriminazione formale ancora esistenti nel nostro ordinamento, nonostante sia in contrasto con i principi costituzionali e la Carta Olimpica citata dalla presidente Anna Benini. “A quarant’anni dalla legge del 1981 non potremo accontentarci di norme solo formalmente innovative che non eliminano gli ostacoli che nella vita sportiva e privata devono affrontare atlete che illustrano l’Italia anche a livello internazionale”. Nel corso dell’evento sarà dunque affrontato a tutto tondo il tema della carriera delle donne nel mondo dello sport, approfondendo aspetti di natura legislativa e anche indagando sugli stereotipi e i pregiudizi presenti in questo mondo.
Saranno ascoltate le esperienze di chi in questo mondo vive da tempo (atlete, campionesse italiane, esperte di formazione e comunicazione). PWN Rome ha, con la collaborazione dell’associazione Rete per la Parità, da sempre sensibile a questi temi, coinvolto in questo evento online Luisa Rizzitelli, Presidente di ASSIST, l’associazione da lei fondata 20 anni fa per approfondire i temi affrontati nell’evento – Antonella Bellutti (due ori olimpici ciclismo su pista e candidata alla Presidenza del CONI) – Emma Severini (Calciatrice italiana, centrocampista della Roma) – Greta Adami (Centrocampista della Fiorentina e della nazionale italiana) – Stefano Soatto (Direttore Operativo SportManager Group). Modera l’incontro Francesca Cipollaro, Board Member di PWN Rome. Interverranno all’incontro la Presidente dell’Associazione Rete per la parità, Rosanna Oliva de Conciliis e la Presidente di PwnRome, Anna Benini.
Stelle nello sport: al via la 22º edizione
Partita la 22^ edizione dell’evento dedicato a scuola e attività sportiva della Liguria. L’iniziativa non si fa fermare dalla pandemia e propone come sempre molteplici attività, dalle aste solidali agli incontri nelle scuole fino al premio fotografico. Intanto da oggi si può votare per eleggere gli sportivi e le società dell’anno.
Aperta la partecipazione al Premio Fotografico Nicali-Iren: è possibile inviare un massimo di 3 foto di sport alla mail foto@stellenellosport.com. Ad aprile scatterà il videocontest “Lo Sport ai tempi del Coronavirus” per raccontare come le società sportive resistono e reagiscono alle difficoltà. Ogni settimana Stelle nello Sport racconta nel proprio Magazine Tv su Primocanale-Telecittà storie ed eventi di tutti gli sport. Sono già iniziati gli incontri nelle Scuole nell’ambito del filone “Una Classe di Valori”. I “talent” di Stelle nello Sport trasmettono ai giovani i valori dello sport raccontando le proprie esperienze. Alcuni incontri sono dedicati all’importante tematica “Sport, alimentazione e ambiente”. Straordinaria la partecipazione al concorso scolastico “Il Bello dello Sport” con oltre 13 mila elaborati distribuiti nelle scuole primarie e secondarie di primo grado. Sulla piattaforma CharityStars(www.charitystars.com/stellenellosport) si apre anche l’ormai storica “Asta delle Stelle” a favore della Gigi Ghirotti. Scendono “in campo” tanti campioni con i loro cimeli autografati.
Questa settimana sono all’asta le maglie di Pandev (Genoa) e Ramirez (Sampdoria) e il body azzurro delle ginnaste Alice e Asia D’Amato. Nelle prossime settimane toccherà anche a Spezia ed Entella, poi alcune delle più importanti squadre di Serie A, e tanti nazionali di varie discipline tra cui spicca il “genovese” Federico Chiesa. A giugno uscirà la 14° edizione dell’Annuario ligure dello Sport, una preziosa vetrina per tutto il movimento sportivo e un fondamentale strumento di lavoro per giornalisti, dirigenti e operatori dello sport. Un percorso intenso e lungo che porterà al 22° Galà delle Stelle programmato per venerdì 24 settembre al Porto Antico di Genova dove si svolgerà, come per tradizione, la Festa dello Sport (25 e 26 settembre). Un momento atteso che tutto il mondo sportivo auspica possa essere una vera e propria ripartenza.
Game over razzismo: combattere le discriminazioni con un videogioco
Game over razzismo. E’ un’azione di prevenzione e contrasto alle discriminazioni, che utilizza come strumento un’attività educativa di intrattenimento: il videogioco Cube World, realizzato dal Comitato Internazionale per lo Sviluppo dei Popoli con la supervisione scientifica di Mauro Valeri, sociologo esperto di razzismo, scomparso lo scorso anno.
Realizzato dal Comitato Internazionale per lo Sviluppo dei Popoli(CISP) per la XVII Settimana d’azione contro il razzismo, Game over razzismo! vuole stimolare attivamente negli adolescenti a percezione concreta che le differenze (di abilità fisiche, sesso, cultura, provenienza) rappresentano un potenziale sociale che può avvantaggiare tutta la comunità. Il progetto vuole promuovere il coinvolgimento delle principali figure educative di riferimento: genitori e insegnanti e adolescenti giocheranno insieme, rafforzando così lo spirito di aggregazione tra le generazioni. Il gioco Cube World è stato prodotto nel 2017 da CISP e ACCESS POINT, con la supervisione scientifica di Mauro Valeri, nell’ambito di un progetto pilota in una scuola di Roma, co-finanziato della Regione Lazio.
Il gioco si rivolge principalmente a ragazzi e ragazze di scuola secondaria di primo grado, sia per tipologia di gioco, sia per le domande che sono state costruite. Cube World è pensato per supportare i docenti e le scuole nella prevenzione e contrasto di situazioni di discriminazione e razzismo, e per essere combinato ad una proposta formativa che valorizzi le differenze e migliori le competenze sociali e civiche negli alunni coinvolti. Fino ad oggi c’è stato un ottimo ritorno, sia perché ragazze e ragazzi si divertono a giocare, sia perché possono coinvolgere i genitori, anche se non sono giocatori abituali, colmando la frattura tra generazioni rispetto al tema dei videogiochi.
Nasce Villa Gabanel, da bene confiscato a Bike Hostel
In un bene confiscato alla mafia in provincia di Verona sta nascendo un Bike Hostel sociale con 17 posti letto, una piscina, sale comuni e una cucina attrezzata, per promuovere un turismo più a contatto con il territorio e coinvolgere la comunità locale. L’ostello darà opportunità di inserimento lavorativo ai giovani in difficoltà.
Tra il lago di Garda e Verona, a ridosso della Valpolicella e della Lessinia c’è Gabanel. Un bene confiscato alla mafia, di proprietà del comune di Bussolengo, nel 2018 è stato dato in comodato d’uso alla cooperativa sociale Hermete, che potrà usufruire del bene per 19 anni. “È stato uno dei primissimi beni confiscati a Verona alla fine degli anni Novanta – racconta Simone Perina, presidente di Hermete – Il comune di Bussolengo l’ha utilizzato per diversi anni come Casa Famiglia. Poi la casa è stata chiusa e la villa abbandonata. Quando abbiamo fatto richiesta per prendere il gestione il bene avevamo ben in testa come trasformare questo spazio di 120mq: da segno negativo – come era l’attività criminale svolta nella villa requisita dalla magistratura e divenuta proprietà dal Comune di Bussolengo – a segno superpositivo. Un luogo aperto a tutta la comunità, con un’attenzione particolare ai giovani. Vogliamo restituire alla collettività questo spazio per incontri, manifestazioni, scambi con altri Paesi. Un luogo dove poter fare corsi di formazione, stage professionali, e innanzitutto un nuovo riferimento per la generazione cosiddetta Neet, ragazzi spesso invisibili, che non vanno a scuola e non lavorano, in seria difficoltà nell’immaginare un proprio futuro professionale”.
I lavori di ristrutturazione finiranno per la fine della primavera del 2021, “sarà anche – spiega Perina – il primo bike hostel sociale sul territorio con 17 posti letto, la piscina, sale comuni e una cucina attrezzata, per promuovere un turismo più a contatto con il territorio, che coinvolga la comunità locale, i suoi servizi e le sue offerte. Gabanel ospiterà ragazzi coinvolti in progetti sociali ed educativi». Il primo progetto realizzato qui ha riguardato la parziale ristrutturazione della casa e la costruzione degli arredi, costruzione che ha seguito i principi dell’autoprogettazione del designer Enzo Mari che rispecchia a pieno la metodologia Hermete dell’imparare facendo, dell’autoimprenditività e del protagonismo giovanile. infatti dallo scorso settembre il Polo della Fondazione Exodus di Verona ha stretto una partnership educativa con la cooperativa Hermete con l’obiettivo di allargare la comunità educante sul territorio. I ragazzi della cooperativa insieme ai ragazzi del Donmilani2: Ragazzi Fuoriserie nato per contrastare la povertà educativa e finanziato dall’impresa sociale Con i Bambini, stanno lavorando alla realizzazione del Bike Hostel. I Ragazzi Fuoriserie del Donmilani2 sono coinvolti nella costruzione degli arredi interni degli spazi sempre seguiti da un esperto del settore tra cui designers, architetti e un educatore.
“Gabanel è un progetto a metà tra turismo e sociale – spiega Simone Perina – una volta aperto ad essere impiegati nelle varie mansioni saranno i ragazzi che hanno difficoltà a trovare lavoro. Tra i servizi offerti: noleggio biciclette e uscite esperienziali all’aria aperta alla scoperta dei luoghi semplici e autentici che arricchiscono il nostro territorio, con un approccio che abbraccia la lentezza. Le nostre proposte saranno a misura di tutti: bambini e adulti, locali e viaggiatori. Gabanel farà da casa a progetti sociali, educativi, scambi culturali e di mobilità transnazionale”.
UsAcli, Damiano Lembo confermato presidente nazionale
Il ruolo dello sport sociale: Damiano Lembo è stato confermato alla presidenza dell’UsAcli: sentiamo dalle sue parole le priorità del suo nuovo mandato.
Odiare non è uno sport: il flash mob in 10 città italiane
Domani alle 15 flash mob in contemporanea in 10 città italiane, nel rispetto del distanziamento fisico, per dire a gran voce che i linguaggi d’odio non appartengono alla pratica sportiva, ma anzi ne contraddicono i principi e il senso. L’iniziativa rientra nel progetto sostenuto dall’Agenzia italiana per la cooperazione allo sviluppo.
Secondo il Barometro dell’odio nello sport, ricerca realizzata dal Centro coder dell’università di Torino, che ha monitorato per 3 mesi i social network delle principali testate sportive italiane, l’hate speech è ormai una componente strutturale delle conversazioni sportive, potenziata dai meccanismi virali della comunicazione digitale. Su 4.857 post analizzati, per un totale di oltre 443mila commenti alle pagine Facebook delle cinque principali testate giornalistiche sportive nazionali (Gazzetta dello Sport, TuttoSport, Corriere dello Sport, SkySport, Sport Mediaset), emerge che tre post su quattro ricevono commenti che contengono una qualche forma di hate speech.
Lo sport, tradizionalmente terreno di inclusione e aggregazione sociale, che nel nostro paese coinvolge milioni di ragazzi acquista, purtroppo, anche un’altra faccia e può trasformarsi in fornace di discorsi e gesti d’odio, che nella dimensione digitale si potenziano e diffondono in maniera esponenziale. Per questo è nato “Odiare non è uno Sport”, progetto educativo di prevenzione e contrasto all’hate speech nello sport sostenuto dall’Agenzia italiana per la cooperazione allo sviluppo e promossa dal Centro volontariato cooperazione allo sviluppo, con fitta rete di partners su tutto il territorio nazionale. Si sono mobilitati anche personaggi dello spettacolo, che hanno dato il loro supporto alla campagna, come Giovanni Storti, del famoso trio Aldo, Giovanni e Giacomo, che sostiene in questo video ironico la mobilitazione del 19 marzo.
Il progetta culmina proprio con i presidi del 19 marzo a Torino, Cuneo, Milano, Padova, Rovigo, Gorizia, Verona, Roma, Catania. Attraverso brevi performances sportive nel rispetto del distanziamento fisico, e la presentazione di materiali informativi nelle diverse città italiane rilancerà la scritta Odiare non è uno sport ripresa e fotografata dagli uffici comunicazione dei diversi enti partners per realizzare in contemporanea un “Flash mob online” coinvolgendo le scuole e associazioni sportive già precedentemente contattate dalle attività del progetto. In vista del 21 marzo, Giornata internazionale contro il razzismo, l’obiettivo dell’azione è tutelare il diritto ad una comunicazione pacifica e inclusiva e stimolare una riflessione sul tema aumentando la consapevolezza dei giovani sugli impatti devastanti dell’hate speech tanto online che offline, nonché ribadire il valore aggregativo e socializzante di una pratica sportiva rispettosa delle regole.
di Pierluigi Lantieri