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Una palestra all’aperto e per tutti nel parco cittadino: l’idea nel bellunese


Spazio comune: a Sedico, in provincia di Belluno, ci si prepara alla stagione sportiva con la creazione di una nuova palestra attrezzata all’aperto e gratis per tutti. Infatti nel parco cittadino verrà allestita una “sala” allenamenti con undici attrezzi professionali, che saranno disponibili per gli utenti da fine settembre.

È l’idea del Comune di Sedico, che ha già acquistato l’attrezzatura per trasformare una sezione del parco in una “sala” allenamenti. Undici gli attrezzi professionali che saranno montati a Bribano: una macchina “free squat”, una rower machine e una lat machine, che gli appassionati di palestra conoscono molto bene; e poi una ellittica, una bodyweight station e perfino una handbike fissa, per allenare i muscoli delle braccia e i pettorali; e ancora una thai chi spinner, una panca da addominali, una step machine e una barra per le trazioni. In totale, un investimento da 26.400 euro.

«Salvo ritardi dell’ultima ora, tutta la strumentazione dovrebbe arrivare a settimane, ed essere pronta all’uso da fine settembre – spiega Sebastiano Casoni, assessore allo sport del Comune di Sedico -. Da tempo pensavamo di ampliare l’offerta sportiva e abbiamo deciso di mettere a disposizione dei cittadini una palestra a cielo aperto, gratuita e senza vincoli orari. Potrà essere usata da tutti, perché i macchinari saranno adatti a diverse fasce d’età».

In più, tutta la strumentazione è dotata di Qr Code, con link diretto alle istruzioni per l’uso e anche a eventuali schemi di allenamento. «Si tratta di un progetto pilota, lanciato dalla ditta che fornisce i macchinari e che sta coinvolgendo diverse zone d’Italia. A Belluno siamo i primi – continua Casoni -. Sono attrezzi adatti a stare all’aperto, aspetto non trascurabile in questo periodo. Ovviamente, speriamo che non ci siano altri lockdown, ma in ogni caso, a Sedico ci si potrà allenare come in palestra».

“Vacciniamoci”: la maglia speciale del Seregno Calcio


Un calcio al Covid. Il Seregno di Davide Erba è tornato in Serie C dopo 43 anni e il 28 agosto, a Trieste il club brianzolo ha deciso di indossare una maglia speciale con un «Vacciniamoci» sul petto: un invito chiaro ai tifosi e cittadini.

24 ore del donatore: a Verona si scende in vasca con Fidas


24 ore del donatore. Questo fine settimana più di duecento volontari scenderanno in vasca a Verona per promuovere il dono di sangue ed emocomponenti grazie alla staffetta di nuoto organizzata da Fidas. L’iniziativa vuole incentivare questa pratica e promuovere i corretti stili di vita.

Paralimpiadi, la forza della judoka sordocieca Matilde Lauria


La forza dello sport: la judoka napoletana sordocieca Matilde Lauria è l’unica atleta della sua categoria con le due disabilità ai Giochi di Tokyo. “Sono alle Paralimpiadi – ha detto – per dimostrare che anche con delle disabilità si possono fare grandi cose”. Domenica 29 agosto la sua prima gara.

Sisma 2016, l’impegno di U.S. Acli per “ricostruire le comunità”


 

 

Ricostruire le comunità. Arriva al quinto anno il progetto dell’U.S. Acli che utilizza lo sport come strumento di ripartenza dopo il sisma del 2016. Il servizio è di Pierluigi Lantieri.

Tutto cominciò con quella tragica scossa del 24 agosto 2016: polvere e macigni riempirono le aree del Centro Italia colpite dal terremoto. 5 anni dopo il ritorno alla normalità prosegue, anche con il supporto del terzo settore. È in questo sfondo che va inquadrato il progetto “Ricostruire le comunità”, che nel 2021 l’Unione Sportiva Acli ha realizzato nel territorio di 8 Comuni.

Manifestazioni, eventi, corsi sportivi di vario genere: attività che non si sono mai fermate in questi 5 anni, accompagnando migliaia di persone verso l’uscita dal tunnel delle macerie. Al centro la gratuità e la speranza di un futuro migliore.

La giusta onda: corsi di surf per persone con disabilità a Santa Marinella


La giusta onda: a Santa Marinella, sul litorale laziale, i corsi di surf per persone con disabilità della Ong Seeds of Hope. Insieme alle potenzialità terapeutiche dell’esercizio in acqua e della vita in comune, i ragazzi che partecipano al workshop imparano a rispettare la natura dell’ambiente marino.

Tokyo 2020: domani il via ai Giochi Paralimpici


Lo sport di tutti. Domani al via i Giochi Paralimpici di Tokyo: la delegazione azzurra, che con 113 atleti è la più numerosa di sempre, punta a superare le 39 medaglie conquistate a Rio.
Secondo Luca Pancalli, presidente del Comitato Italiano, occorre “continuare ad alimentare quella rivoluzione culturale che sta contribuendo a cambiare la percezione della disabilità”.

Sport e inclusione: skateboarding per tutti a Ponte Mammolo (Roma)


Giochi in periferia. Fino a domani a Ponte Mammolo, periferia est di Roma, sarà disponibile un maxi schermo per assistere alle gare di skateboarding dei giochi olimpici di Tokyo 2020. Lo schermo è stato allestito nel primo impianto italiano strutturato per ospitare ogni disciplina sportiva su rotelle, e rivolto anche ad atleti con mobilità ridotta.

In viale Kant, a Ponte Mammolo, lo skateboarding è per tutti: sport e inclusione sociale al BNKR Toyota Wheel Park, il progetto europeo che punta a una società sempre più sostenibile. Si tratta del primo impianto in Italia, allestito su un’area riqualificata da Toyota, strutturato per ospitare ogni disciplina sportiva su rotelle, dedicato ad atleti, o semplici appassionati, anche con mobilità ridotta. È in partnership con i Comitati dei Giochi Olimpici e Paralimpici. Fino al 6 agosto un maxi schermo offrirà la possibilità di assistere alle gare di skateboarding dei giochi olimpici di Tokyo 2020.

Lo scorso 26 luglio il BNKR Toyota Wheel Park ha ospitato un evento per celebrare lo storico debutto dello skateboarding ai Giochi Olimpici e Paralimpici di Tokyo 2020. Presente anche Ilaria Naef, prima atleta italiana di WCMX (Wheel Chair Motocross).

“La nostra associazione crede fermamente che sport come lo skateboarding e nuove discipline come il WCMX possono alimentare un sano sentimento di rispetto di tutte le mobilità, facilitando la capacità di muoversi di tutti – ha detto Marco Del Moro, Presidente ASD Bunker. Siamo oggi tutti più abituati a vedere scooters, skateboard, longboard, biciclette nelle nostre città e diventa sempre più necessario, e interessante, imparare a guidare e gestire questi mezzi, a rispettare un codice di mobilità, forse più slow, ma senza dubbio più integrato, in cui si passi dallo stare fuori allo stare dentro un abitacolo, con consapevolezza globale e rispettando l’ambiente”.

Donne e violenza: la protesta degli schermidori del team Usa con una mascherina rosa


Neanche con un fiore. Una mascherina rosa per protestare contro la presenza in squadra di un atleta sotto accusa per molestie sessuali e mostrare solidarietà con le vittime. I tre spadisti titolari del team Usa hanno voluto prendere così le distanze dal compagno che era stato escluso dalla squadra a giugno rientrato vincendo il ricorso in tribunale.

Arriva anche a Tokyo, alle Olimpiadi, la protesta in solidarietà delle donne vittime di abusi. E’ il caso dei tre atleti statunitensi Jake Hoyle, Curtis McDowald e Yeisser Ramirez che si sono presentati in pedana, in occasione della sfida degli ottavi di finale del torneo di spada a squadre, indossando una mascherina di colore rosa per protestare per la presenza della riserva del loro stesso team, Alen Hadzic, che invece ne portava una nera. Alan Hadzic, lo scorso 2 giugno, venne sospeso da tutte le attività sportive dall’US Center for Safe Sport, l’agenzia indipendente che indaga sugli abusi sessuali negli sport olimpici, a seguito di tre denunce sporte da tre donne per fatti risalenti ai tempi in cui lo schermidore, ora 29enne, era studente alla Columbia University, tra il 2013 e il 2015.

Accuse di abusi sessuali completamente rigettate dall’atleta. Tuttavia, lo spadista statunitense ha presentato ricorso e ha vinto, “perché le indagini sono ancora in corso e non si è ancora arrivati a una sentenza definitiva”, come dichiarato dal suo avvocato, Michael Palma. E così Alan Hadzic è stato reintegrato nel Team Usa come riserva. A quel punto, però, sono insorti i compagni e soprattutto le compagne di squadra di Hadzic, che avevano detto di “sentirsi in pericolo” e scritto al Cio per far sapere di sentirsi “offese e umiliate” per la presenza del collega. Così allo spadista, arrivato in Giappone su un volo diverso da quello degli altri, era stata imposta una “zona di contenimento” e quindi imposto di non alloggiare al villaggio olimpico, in quanto presenza non gradita.

Ma nulla gli ha impedito di andare in pedana, seppure da riserva, nella sfida contro il Giappone, poi persa dai compagni che non lo volevano con loro e che, in ogni caso, hanno voluto prendere le distanze. Il comitato olimpico statunitense e la federazione scherma dello stesso Paese non hanno ancora voluto fare commenti su quanto successo.