Si giocherà domani alle 17.30, oltre i cancelli della Casa circondariale femminile di Empoli, il primo match dell’Use Pallavolo Empoli e del Cascine Volley con le detenute. L’evento, promosso dal Comune, per rendere lo sport strumento di integrazione, rieducazione ed inclusione sociale.
Graziano Pujia, direttore dell’Istituto, ha affermato con entusiasmo che finalmente lo sport torna a varcare le porte della Casa Circondariale femminile di Empoli. “Le ragazze della nostra Società che prenderanno parte alla partita hanno disputato nella stagione appena conclusa il campionato di II Divisione FIPAV conquistando la promozione in I Divisione. – dichiara il Presidente dell’USE Pallavolo, Giuseppe Valenti -. Quando l’assessore ci ha proposto di partecipare a questa partita, sia da parte della Società che delle ragazze interpellate la cosa è stata accolta con tantissimo entusiasmo, consapevoli non solo di andare a portare all’interno del carcere un semplice evento sportivo, ma soprattutto la gioia e la passione con le quali pratichiamo la pallavolo, che speriamo di trasmettere, per le due ore che ci vengono concesse, anche alle ospiti ed al personale del carcere. Ci auguriamo di poter ripetere nel tempo l’esperienza, e magari arrivare ad organizzare con le altre Società del nostro territorio un piccolo torneo all’interno della struttura”.
Andrea Batistini del Cascine Volley Empoli, ha affermato: “Speriamo che tale esperienza, segni l’inizio di una collaborazione per evidenziare che lo sport oltre la competizione può avere anche una valenza di recupero e solidarietà. La nostra società aveva in passato aderito ad iniziative nel carcere fiorentino Sollicciano, nell’ospedale psichiatrico di Montelupo Fiorentino e ad altre iniziative di inserimento di bambini diversamente abili dando così un valore aggiunto agli sforzi sportivi”.
Felici in bici
Inaugurate oggi a Imola con una biciclettata le nuove piste ciclabili casa-lavoro, realizzate da BeniComuni Srl. Si tratta di un progetto di mobilità integrato, in linea con gli interventi compiuti dal Comune negli ultimi 15 anni sulla mobilità sostenibile: la rete passa da 50 a 80 chilometri.
Quattro gruppi di ciclisti, ai quali chi vorrà potrà aggregarsi, sfileranno lungo i percorsi da poco ultimati, per ritrovarsi all’impianto sportivo Ortignola “Enrico Gualandi”, dove ci sarà un aperitivo e sorprese per i partecipanti. Per tutti inoltre sarà disponibile la maglietta ufficiale “Felici in Bici”, da indossare durante il percorso. L’iniziativa si svolgerà in collaborazione con la Uisp Imola-Faenza e con lo staff dell’Ortignola. In caso di maltempo, sarà rimandata al giorno successivo, 22 giugno 2016, stessa ora e stesso programma. Il 22 e 23 giugno poi, sempre nell’ambito di Felici in Bici, un team di rilevatori di Cras (Centro ricerche applicate per lo sviluppo sostenibile) svolgerà lungo i nuovi percorsi interviste ai ciclisti per la campagna di monitoraggio sull’utilizzo delle opere realizzate. I lavori di realizzazione delle piste ciclabili sono partiti il 25 gennaio 2016, con la previsione di finire al più tardi il 22 luglio. Grazie anche al clima favorevole della stagione invernale, tuttavia, i cantieri si sono conclusi assai più velocemente, rendendo possibile l’inaugurazione nel giorno del solstizio d’estate. I tratti realizzati sono: 1) in fregio a via Montericco, davanti all’ospedale nuovo, fino a via Belvedere; 2) in fregio alle vie Vittorio Veneto e via Primo Maggio fino a via del Lavoro; 3) a Pontesanto, in fregio alle vie Correcchio e Mazzanti. Inoltre, sono stati completati recentemente anche due tratti di collegamento della rete ciclabile: il primo in fregio a via Carducci, da via Emilia a via Vittorio Veneto; il secondo in fregio a via Di Vittorio, tra il semaforo di via Primo Maggio e le vie Fanti e Ortignola, realizzato in parte sul marciapiede esistente, in parte sul nuovo percorso in sede propria. Tutti i nuovi percorsi sono in sede propria e dunque protetti rispetto al transito delle automobili.
Calcio per tutti
È iniziata ieri e si concluderà il 2 luglio a Salerno la terza edizione del Campionato mondiale di calcio per sordi. Partecipano 22 squadre, 16 maschili e 6 femminili, provenienti da 18 paesi del mondo.
Il campionato è promosso da dal Comitato organizzatore locale sotto l’egida della Federazione sport sordi Italia (Fssi), con il supporto della Figc-Lnd, la collaborazione dei Comuni di Agropoli, Capaccio-Paestum ed Eboli, e il patrocinio del Coni e del Comitato italiano parilimpico (Cip). Un evento di eccezionale rilevanza sportiva, turistica e sociale, cui partecipano 22 squadre (16 maschili e 6 femminili) provenienti da Italia, Usa, Russia, Ucraina, Giappone, Argentina, Germania, Inghilterra, Belgio, Svezia, Grecia, Polonia, Turchia, Iran, Iraq, Arabia Saudita, Egitto. Le finali (maschili e femminili) e le relative cerimonie di premiazione e chiusura si svolgeranno sabato 2 luglio a partire dalle 15.30 presso lo stadio comunale di Eboli “Josè Guimaràes Dirceu”.
Impegno sportivo
Ancora pochi giorni per partecipare al progetto “B Solidale – Piattaforma per la Responsabilità Sociale”, che le squadre di calcio del campionato cadetto dedicano al terzo settore. Il servizio di Elena Fiorani.
Il bando seleziona in ogni stagione sportiva cinque organizzazioni non profit, che hanno diritto a sette giornate di campionato durante le quali svolgere attività di sensibilizzazione e raccolta fondi, in diversi modi: all’interno dello stadio comparendo su maglie, spot nei maxischermi e nei messaggi audio del prepartita e dell’intervallo, oppure nel corso di trasmissioni televisive dedicate alla Serie B. A disposizione, inoltre, una pagina Facebook dedicata, e spazi web nel sito ufficiale e sui social network della Lega. La Lega nazionale professionisti di B, sin dalla sua costituzione – si legge sul sito – ha dedicato “particolare attenzione alla valenza sociale del calcio, intesa come strumento di sensibilizzazione e divulgazione di messaggi positivi”. Destinatarie le associazioni di aiuto all’infanzia, alla terza età, alle persone con disabilità, alla ricerca e al disagio. Le domande vanno presentate entro il 22 giugno.
Mare accogliente
È il progetto promosso dal Comune di Messina in collaborazione con lo stabilimento balneare “Sea’s Sport” e lo CSEN. L’iniziativa è partita ieri e proseguirà fino al 30 agosto. L’obiettivo è favorire la vita di relazione delle persone con disabilità, che potranno fruire gratuitamente dei servizi balneari e praticare attività sportive dedicate in presenza di istruttori qualificati.
Il Comune di Messina ha aderito alla richiesta dell’Associazione “Amici di Edy Onlus” per l’importante iniziativa che durerà fino al 30 agosto. Incentivando spazi e luoghi e contrastando le condizioni di isolamento sociale, l’obiettivo è favorire la vita di relazione a tutti i soggetti disabili, che potranno fruire gratuitamente durante la stagione estiva di servizi balneari e, nel contempo, praticare attività sportive dedicate. Il Comune garantirà il servizio di trasporto giornaliero da e verso il lido (per prenotarsi è necessario contattare, negli orari d’ufficio, la segreteria del dipartimento Politiche Sociali ai seguenti numeri telefonici 090/774333 e 090/673918); l’associazione Amici di Edy Onlus donerà uno spogliatoio accessibile con servizio WC e doccia ed una sedia JOB; lo stabilimento balneare metterà a disposizione gratuitamente i suoi servizi (ombrelloni, sdraio e campi sportivi); inoltre lo CSEN assicurerà la presenza di istruttori sportivi qualificati.
Un canestro cambia la vita
Da cinque anni in Afghanistan è attivo un movimento di basket in carrozzina che, partito con trenta giocatori, ora ha un proprio campionato, una nazionale A e una B e oltre 250 praticanti. Una proposta fondamentale in un Paese che, a causa di una guerra che dura da oltre trent’anni, conta un altissimo numero di persone con disabilità.
“È incredibile cosa può fare lo sport, può davvero cambiare la vita. Ho visto persone migliorare psicologicamente e fisicamente, acquistare fiducia in se stessi e quindi vivere meglio”. A parlare è Alberto Cairo, direttore del centro ortopedico di Kabul per la Croce Rossa Internazionale che, insieme a Jess Markt, coach americano professionista, è stato tra i promotori, ormai cinque anni fa, del progetto per costruire una nazionale di basket in carrozzina dell’Afghanistan.
Uno sport del genere è fondamentale in una nazione che, per via di uno stato di guerra permanente che dura da oltre trent’anni, conta un numero di disabili enorme: non solo per gli effetti diretti della guerra, ma anche per le patologie a essa correlate, unite da condizioni di vita difficili. E i risultati vanno appunto al di là dello sport: “Credo che praticare una disciplina sportiva sia un diritto inalienabile al pari di tutti gli altri. Questi ragazzi, una volta iniziato a giocare, hanno compreso che si poteva continuare a vivere, hanno ripreso la scuola o il lavoro e sono diventati anche degli esempi per tutta la popolazione”.
Costruire un movimento praticamente da zero non è sicuramente stato facile, ma i risultati e la crescita esponenziale della visibilità di questo sport sono incredibili: l’Afghanistan ora ha un proprio campionato, una nazionale A e una B e il movimento, partito con trenta giocatori, conta oltre 250 persone. Il progetto è raccontato passo dopo passo dal coach della nazionale sul suo blog personale. Il quarantenne Jess Markt è diventato un vero e proprio globetrotter, con la missione di insegnare il basket in carrozzina.
Jess era una podista, prima che un incidente automobilistico gli facesse perdere l’uso delle gambe e, dopo anni come atleta professionista, ha iniziato ad allenare. Oltre alla nazionale afghana infatti tiene molti clinic per l’avviamento a questo sport. Nei giorni scorsi è stato a Gaza, dove da oltre un anno sta lavorando alla costruzione di un movimento che comprenda una squadra maschile e femminile: “Proprio in questo ultimo viaggio mi sono focalizzato sulla sezione femminile: non è facile fare sport per una donna a Gaza, figuriamoci per le disabili”, ha raccontato a Fox News. Anche la situazione a Gaza non è facile e le persone che sono rimaste disabili per via della guerra è molto alto. L’inclusione, lì come in Afghanistan come ovunque, è fondamentale e lo sport in questo aiuta moltissimo: “Per ora a Gaza il movimento deve ancora crescere, l’unico modo per farlo è giocare, più giocheranno e più diventeranno bravi, il resto poi, verrà da sé”.
Calcio senza frontiere
In contemporanea agli Europei 2016, si svolge un’iniziativa per il diritto allo sport per tutti i giovani, in particolare gli stranieri e i più svantaggiati, che attraversa Italia, Turchia, Ungheria e Francia. Dopo l’esordio a Milano, ci si sposta ad Ankara. Tappa finale il 30 giugno nel campo profughi di Calais.
“Gli ultimi in prima linea”
Così Vittorio Bosio dopo essere stato eletto nuovo presidente del Centro sportivo italiano. Ascoltiamolo ai nostri microfoni. (sonoro)
Sailing Campus
È il nome della scuola itinerante di vela, partita da Desenzano del Garda rivolta a persone con disabilità e non, tutti insieme a bordo delle imbarcazioni australiane della gamma Hansa. Fino a domenica si svolgerà la tappa di La Spezia, dove si coinvolgono volontari anche tra gli studenti e tra i detenuti con pene alternative.
Ogni Campus dura quattro giorni, con lezioni teoriche e pratiche in acqua, tenute da istruttori professionisti, e si svolge in località diverse, nello spirito stesso di uno degli obiettivi dell’iniziativa, che è appunto quello di espandersi il più possibile, andando a rafforzare centri di vela già esistenti o di crearne di nuovi, il tutto appoggiandosi a realtà già operative sul territorio. I destinatari sono fino a un massimo di dieci persone con disabilità prevalentemente motoria, ma non solo. Dopo l’avvio a Desenzano, con l’Associazione Sailability, ci si sposta dal 9 al 12 giugno a La Spezia, con l’Associazione Vivere Insieme; dall’11 al 12 giugno e dal 18 al 19 giugno a Duino (Trieste), con l’Associazione Easy Action; dal 30 giugno al 3 luglio a Savona, con la locale Lega Navale; dal 4 all’8 luglio a Orta San Giulio (Novara), new entry di quest’anno, con il Circolo Velico Orta; dal 21 al 24 luglio sul Lago di Caldonazzo (Trento), con la Cooperativa Sociale Arché. Detto che con il sito spezzino è in atto da parte dello Spirito di Stella un interessante progetto congiunto, per raccogliere volontari tra gli studenti delle scuole e la sezione del carcere che si occupa di pene alternative, ulteriore fatto non certo trascurabile, è che gli iscritti al Campus vengono supportati anche nella ricerca di strutture accessibili per la notte.