Archivi categoria: Sport

“Il prezzo da pagare”: lo sport come strumento di emancipazione nel libro di Stefano Tamburini


Il prezzo da pagare

E’ il titolo del libro di Stefano Tamburini, con prefazione di Rosy Bindi. Il servizio di Elena Fiorani

Trenta ritratti di uomini e donne ribelli, dall’inizio del Novecento fino ad oggi, che hanno scelto lo sport come strumento di emancipazione e rivendicazione. Ogni tanto infatti, lo sport accelera, va più veloce della società annunciando importanti trasformazioni in arrivo. Ce lo ricordano nomi come Tommie Smith e John Carlos, con i loro pugni chiusi in alto nel guanto nero o, più recentemente, Asra Panahi, sedicenne nuotatrice iraniana che rifiuta di cantare un coro in onore dell’ayatollah e viene picchiata dalla «polizia morale». Il sottotitolo del libro, quando lo sport diventa lotta per i diritti umani e civili, illustra l’intento di recuperare queste vite esemplari per passarle alle prossime generazioni, e sostenere l’impegno di tutti per la difesa di diritti che sono stati conquistati con lotte impervie.

Sport, ambiente e educazione civica: presentato a Urbino il progetto “Pedaliamo in sicurezza”


“Pedaliamo in sicurezza”

Presentato il progetto che ad aprile e maggio coinvolgerà nove istituti scolastici e circa 400 bimbe e bimbi. In quattro comuni della provincia di Pesaro Urbino operatori sportivi affronteranno, attraverso il gioco, temi come l’educazione stradale, il rispetto per l’ambiente e la conoscenza e uso delle bici.

La scuola ciclismo Uisp Pedalo Sicuro ha sviluppato il progetto “Pedaliamo in sicurezza”: l’affiliata Uisp Pesaro Urbino ha coinvolto nove plessi scolastici con 400 alunni, nei comuni di Urbino, Petriano, Sassocorvaro Auditore e Montecalvo in Foglia. “Da 10 anni formiamo tecnici e organizziamo corsi di guida sicura per adulti, così abbiamo deciso di portare tali attività anche a scuola – ha spiegato Piergiorgio Guelpa, di Pedalo Sicuro, alla presentazione del progetto – Il programma si articolerà in quattro moduli, con attività sia in aula, sia fuori. Tratteremo di educazione stradale, rispetto per l’ambiente e conoscenza e uso delle bici, che spiegheremo attraverso il gioco. Al termine, consegneremo un attestato di partecipazione e un kit. Accanto ai nostri, saranno coinvolti altri trenta tecnici di ciclismo e agenti della polizia locale associata”.

Secondo Simone Ricciatti, presidente Uisp Marche, è “un progetto completo, che comprende ambiente, educazione civica, sport e divertimento e si connette alle nostre dinamiche. Da una ricerca fatta nel 2022 con Svimez, sono emersi dati drammatici su sedentarietà e obesità giovanile, quindi l’opportunità cade bene. E poi si tratta di coscienza ambientale, che si lega agli obiettivi dell’Agenda 2030 dell’Onu da noi perseguiti”.

Gli incontri si svolgeranno tra aprile e maggio e “tutte le attività saranno basate sul gioco educativo – spiega Piergiorgio Guelpa, responsabile Ciclismo Uisp Pesaro Urbino – con l’obiettivo di dare maggiore consapevolezza ai partecipanti e far conoscere loro le scuole di ciclismo dove praticare il nostro sport. Sono stati coinvolti diversi partner disposti a supportare il progetto, che prevede l’acquisto di alcune bici, del materiale necessario alla costruzione dei percorsi con giochi di abilità e dei kit contenenti l’attestato di partecipazione, la t-shirt e omaggi che verranno consegnati ai ragazzi e alle ragazze al termine dell’attività formativa”.

Saranno coinvolti nelle attività anche gli agenti di polizia locale, che illustreranno ai giovani ciclisti alcune norme del codice della strada, che poi gli istruttori faranno mettere in pratica fuori dall’aula. Alla presentazione del progetto hanno preso parte anche rappresentanti delle amministrazioni comunali: “Progetti del genere gratificano – afferma la vicesindaco di Urbino, Marianna Vetri – Ringrazio i sindaci, perché si sta muovendo qualcosa e le iniziative che passano per lo sport e per la valorizzazione del territorio vissuto in sicurezza tramite esso sono importanti. Grazie anche alle scuole, a Uisp, alla polizia locale associata e a tutti i sostenitori del progetto”.

Sport e riscatto sociale: da oggi su Rai Gulp “La storia di Tamina”, tredicenne afghana fuggita dai talebani


“Crush – La storia di Tamina”

Da oggi su Rai Gulp è disponibile la fiction sulla tredicenne afghana fuggita dal suo paese dopo il ritorno al potere dei talebani. Una vicenda di riscatto sociale e personale che comunica con il linguaggio dello sport più amato, il calcio.

Lo sport come strumento di integrazione e crescita personale è il tema al centro della serie “Crush – La storia di Tamina” che racconta la vicenda di riscatto sociale e personale di una ragazza afghana fuggita con la famiglia dal suo paese e rifugiatasi in Italia al momento del ritorno al potere dei talebani. In 8 episodi da 25 minuti e attraverso il linguaggio tipico delle serie kids & teen, la serie prodotta da Stand By Me in collaborazione con Rai Kids pone al centro della narrazione un personaggio femminile come quello di Tamina (Ludovica Porreca), una ragazza afghana di 13 anni con la passione per il calcio, che ha dovuto lasciare improvvisamente il suo Paese, la sua vita e la sua amica del cuore per ritrovarsi in un mondo lontano e diverso. Grazie allo sport, alle nuove amicizie e alla nuova scuola, Tamina avrà modo di rivendicare quei diritti che in Afghanistan le erano stati vietati e, allo stesso tempo, si troverà a fare i conti con un’altra cultura, sperimentando un modo di relazionarsi con gli altri – in particolare con i ragazzi – diverso da quello a cui era abituata.

Non solo: Tamina deve affrontare le prepotenze di un gruppo di bulli capeggiato da Frank (Manfredi Orfei Nones), che non vuole farla entrare nella squadra di calcio della scuola. Con la stessa tenacia e determinazione del suo idolo Farkhunda Muhtaj, capitana della nazionale di calcio femminile afghana di cui ha un poster nella sua cameretta, Tamina non si arrende e dopo inciampi, peripezie e ostacoli, riesce a formare una squadra mista di calcio, i “Golden Eagles”, composta dagli “esclusi” della scuola, ragazzi come lei che in un modo o nell’altro sono stati sradicati dalle proprie origini o che per qualche motivo non si sono mai sentiti accettati fino in fondo e sono alla ricerca del proprio posto nel mondo. In questo percorso Tamina scopre anche l’amore, quello per il suo compagno di scuola Roberto (Alessandro Giovanni Cartenì), e stringe nuove amicizie, come quella con Elena (Federica Pala), Marie Jeanne (Nathalie Gabrieli), Jacopo (Filippo Romano), Giorgia (Eleonora Simonelli) e Sabrina (Lucilla Caliciotti).

“Crush – La Storia di Tamina” fa parte della collana “Crush”, ideata da Simona Ercolani, che riflette sui cambiamenti profondi provocati nei preadolescenti dalla prima cotta, una vera tempesta emotiva e un’altalena di emozioni con cui si trovano a fare i conti mentre cercano di affermare la propria identità e conoscere sé stessi. La serie, già in anteprima su RaiPlay, andrà in onda anche su Rai Gulp da mercoledì 1 marzo tutti i giorni alle ore 14.10 e 19.10.

Sport senza barriere: Figc e Special Olympics Italia firmano protocollo d’intesa


Senza barriere

La pratica sportiva come moltiplicatore di opportunità, il calcio come strumento privilegiato per garantire diritti e favorire l’inclusione delle persone con disabilità intellettive e relazionali: sono questi i punti focali del protocollo d’intesa firmato tra la Federazione Italiana Giuoco Calcio e Special Olympics Italia.

Un accordo che consentirà a Figc e Special Olympics di concordare specifiche collaborazioni per organizzare eventi sportivi e promozionali, con l’intento di condividere le proprie esperienze e di allargare sempre più il raggio d’azione delle rispettive attività.

Si rende così ufficiale un rapporto di collaborazione ventennale, sbocciato il 20 novembre 2002 in occasione della partita amichevole Italia–Turchia, durante la quale la Nazionale Italiana di calcio, per la prima volta nella sua storia, scese in campo con una maglia, quella di Special Olympics, a sostegno di una campagna di promozione sociale legata all’attività per le persone con disabilità intellettiva. Una condivisione di valori che si è tradotta, costantemente negli anni, nel sostegno alle attività di Special Olympics (in particolare, con il patrocinio della “European Football Week”, evento europeo dedicato al Calcio Unificato) e proseguito sino a oggi nel comune intento di sensibilizzare l’opinione pubblica sul tema del rispetto della diversità.
La Figc, prima Federazione al mondo ad istituire nel 2019 una specifica Divisione per concorrere, attraverso la pratica sportiva, a migliorare la vita delle persone con disabilità intellettive, implementerà questa collaborazione con la Divisione Calcio Paralimpico e Sperimentale (DCPS), presieduta da Franco Carraro, che oggi annovera 105 società e più di 2000 calciatori tesserati.

Un forte messaggio che evidenzia l’obiettivo di questa convenzione è arrivato dal Presidente della Figc Gabriele Gravina: “Siamo felici di aver finalmente istituzionalizzato il rapporto con Special Olympics, una realtà che si è sempre distinta nelle azioni concrete a favore dell’inclusione sociale attraverso lo sport. La Figc è impegnata in questo campo con convinzione e responsabilità, siamo un’istituzione aperta a collaborazioni sinergiche che travalicano l’ambito federale perché crediamo fortemente nella straordinaria multidimensionalità del calcio. Grazie alla DCPS ci siamo messi a servizio della collettività per favorire la pratica del calcio al maggior numero di persone possibile, vogliamo abbattere tutte le barriere che impediscono ad una ragazza o a un ragazzo di vivere la propria passione”.

Soddisfazione e obiettivi condivisi dal Presidente della Divisione Calcio Paralimpica e Sperimentale, Franco Carraro: “Il protocollo che abbiamo appena siglato è un ulteriore passo per lo sviluppo della strategia della FIGC-DCPS, e moltiplicherà le opportunità che vengono offerte agli atleti con disabilità. Siamo davvero contenti di poter lavorare con Special Olympics, sicuri di proseguire un percorso innovativo, che creerà nuove modalità per la pratica dello sport senza barriere”.

Il Presidente di Special Olympics Italia, Angelo Moratti, ha sottolineato: “Non molti anni fa le persone con disabilità intellettive venivano esonerate dalla pratica sportiva. Oggi queste stesse persone possono avere accesso a ogni disciplina, possono gareggiare in eventi nazionali e mondiali. Sono diventati Atleti, protagonisti e promotori di un cambiamento che va oltre lo sport. Crediamo che da collaborazioni virtuose come questa possano nascere iniziative di interesse collettivo che contribuiscono in maniera concreta alla crescita del Paese ed alla promozione di un sistema sociale più inclusivo”.

Il protocollo di intesa tra la Federazione Italiana Giuoco Calcio e Special Olympics Italia si colloca proprio in questa direzione: favorire e accrescere le opportunità, connesse alla pratica del calcio, per gli atleti con disabilità intellettiva. E, allo stesso tempo, promuovere anche il Calcio Unificato, attraverso il quale calciatori con e senza disabilità intellettiva giocano insieme nella stessa squadra, per favorire l’inclusione sociale e la crescita culturale in grado di abbattere le barriere ancora oggi fortemente esistenti, quali stereotipi e pregiudizi.

Piano per lo Sport Sociale: aperte le iscrizioni per i 4 Avvisi pubblici


Promuoviamo lo sport

Aperte sul sito di Sport e Salute, le piattaforme per le candidature agli Avvisi pubblici “Inclusione”, “Quartieri”, “Carceri” e “Parchi”. Il Piano per lo Sport Sociale, promosso insieme al Ministro per lo Sport e i Giovani e al Dipartimento dello Sport, mira ad abbattere le barriere di accesso all’attività sportiva.

Un piano da 595 progetti finanziabili e destinato a 12mila tra ASD/SSD, Enti del Terzo Settore di ambito sportivo e Comuni che, a partire da oggi, avranno un mese di tempo per candidare il proprio progetto al link https://www.sportesalute.eu/sportditutti.html. Al link https://www.sportesalute.eu/primo-piano/4281-sport-di-tutti-piano-per-lo-sport-sociale.html trovate l’illustrazione dei quattro progetti. I progetti sono quattro: Inclusione (2,4 milioni), Quartieri (3,7 milioni), Sport nei Parchi (3,3 milioni) e per la prima volta Carceri (3 milioni). Si stima che in totale saranno coinvolte 12 mila associazioni sportive e potenzialmente oltre un milione di cittadini.

Calcio e diritti umani, in Arabia Saudita i Mondiali per club: la denuncia di Amnesty


Sbagliando non si impara

“La Fifa sta ancora una volta abbandonando la propria politica sui diritti umani”. Lo ha detto Steve Cockburn di Amnesty International sulla scelta dell’Arabia Saudita come come sede della prossima Coppa del Mondo di calcio per club.

Il capo della giustizia economica e sociale di Amnesty International, Steve Cockburn, afferma che è stata presa “senza alcuna considerazione della libertà di espressione, discriminazione o diritti dei lavoratori”. E ancora: “La Fifa ha ancora una volta ignorato l’atroce situazione dei
diritti umani dell’Arabia Saudita -ha detto Cockburn-. La Fifa sta ancora una volta abbandonando la propria politica sui diritti umani ed è complice del palese ‘sport washing”. Cockburn ha affermato che le autorità dell’Arabia Saudita hanno recentemente “intensificato la loro brutale repressione della libertà di espressione” e ha sottolineato che 81 persone sono state giustiziate in un solo giorno lo scorso anno.

Amnesty nella nota ha anche puntualizzato come la Fifa non abbia ancora raggiunto un accordo su un fondo di compensazione per i lavoratori
migranti in Qatar.

Calcio in Brasile: entra in vigore la nuova normativa antirazzista


“No” al razzismo allo stadio

Entra in vigore oggi, data di inizio della Copa do Brasil, la nuova normativa prevista dalla federazione calcistica brasiliana: sarà la prima al mondo ad applicare penalizzazioni in classifica in caso di razzismo all’interno di uno stadio.

È una decisione storica. La nuova normativa entrerà in vigore dal prossimo 22 febbraio, data di inizio della Copa do Brasil. La nota ufficiale recita: “Si ritiene gravissima l’infrazione di carattere discriminatorio praticata da dirigenti, rappresentanti e professionisti delle Società, atleti, tecnici, componenti della Commissione tecnica, tifosi e squadre arbitrali”. Una piena assunzione di responsabilità del mondo del calcio brasiliano. Non più solo parole, ma fatti. E fatti che potrebbero incidere sulla classifica finale delle competizioni. Un passo coraggioso che finora nessun organismo del calcio, nel mondo, aveva avuto la forza di intraprendere.

Ma il Presidente della CBF, da sempre impegnato nella lotta contro ogni forma di razzismo, precisa anche che la norma non si esaurirà nella sanzione sportiva: “il resoconto della partita”, afferma Rogèrio Caboclo “sarà trasmesso anche al Pubblico Ministero e alla Polizia Civile affinché il processo non avvenga solo in ambito sportivo e i trasgressori siano puniti anche dalla legge”.
I fenomeni discriminatori sono frequenti nel mondo del calcio e nel mondo sportivo in generale. Il calcio in particolare assorbe e ripropone le contraddizioni della società all’interno degli stadi, spesso amplificandole per l’enorme impatto mediatico che genera. E non è un caso che le curve, specie in Italia, siano diventate anche terreno di proselitismo politico di frange razziste, fasciste e xenofobe.
L’ aggettivo “gravissima” applicato dalla federazione brasiliana all’ “infrazione di carattere discriminatorio” assume un particolare rilievo culturale. Il calcio non può tollerare zone franche all’interno dei propri impianti se non rinnegando se stesso e i suoi valori. Lo sport è terreno di inclusione, e più forte in ambito sportivo deve essere il richiamo ai valori fondanti.
Non basta più una fascia sul braccio dei capitani con l’impegno contro ogni razzismo. Non basta ad eliminare il problema. Accanto alle campagne di sensibilizzazione occorrono strumenti in grado di perseguire i razzisti mascherati da tifosi per riconsegnare gli stadi a chi vuole davvero godere la bellezza di una partita.
È un tema centrale, insieme a quello della sostenibilità economica del movimento. Se il calcio vuole avere un futuro ha bisogno di eliminare le sue tossine. E tra le più insidiose ci sono quelle del razzismo.

“Vai male a scuola? Non giochi a pallone”: la ricetta della società torinese Vanchiglia


In campo con la pagella

“Vai male a scuola? Non giochi a pallone”. Ecco la soluzione della storica società torinese Vanchiglia per abbinare educazione, scolarizzazione e sport. La ricetta è semplice: verificare anche le pagelle, nella valutazione globale di un giovane calciatore, oltre alla capacità di stoppare il pallone. Il tutto, ovviamente, con il consenso delle famiglie.

L’obiettivo del Vanchiglia consiste proprio nell’accostarsi al ruolo delle famiglie a proposito di condotta a scuola e correttezza nei comportamenti. Tanto da poter arrivare anche alle conseguenze estreme di escludere un ragazzo dai convocati della domenica qualora le risposte della scuola risultassero al di sotto delle aspettative.

Sui social network sono arrivati molti plausi all’iniziativa voluta dall’allenatore Vincenzo Manzo, compresi quelli di altre società che raccontano a loro volta di qualche mister che, anni fa, a sua volta chiedeva conto del rendimento scolastico ai suoi atleti. Lo stesso Manzo racconta di essersi ispirato a quando lui stesso giocava nelle giovanili della Juventus e la società era molto attenta ai voti dei giovani calciatori. Ma sul Vanchiglia è piovuta anche qualche critica: “Se vanno alle finali dei regionali fanno stare a casa il più talentuoso perché va male a scuola?“, domandano gli scettici.

Sport per la cura: la Lilt inaugura a Palermo il “Dragon Boat”


Mareterapia

A Palermo la Lega per la lotta contro i tumori ha inaugurato il ‘Dragon Boat’, una disciplina sportiva che, emersa dall’ambito puramente sportivo, da anni è impiegata per supportare la ripresa e il benessere psicofisico delle donne operate per un cancro al seno.

Venti atlete che pagaiano insieme al ritmo di un tamburo su un’imbarcazione con testa e coda di drago. È il Dragon Boat, una disciplina sportiva che, grazie alle sue peculiarità, è uscita dall’ambito puramente sportivo e da anni è impiegata per supportare la ripresa e il benessere psicofisico delle donne operate per un cancro al seno e per promuovere la prevenzione cardiovascolare. Proprio per questo, Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori (Lilt), sabato 18 febbraio alle 10,30 presso lo Yacht club del Mediterraneo alla “Cala” di Palermo ha inaugurato una imbarcazione.

“La LILT con la squadra delle Aquile Rosa LILT Palermo, coronando il sogno di avere la propria imbarcazione, ha avviato un percorso aperto al sociale di mareterapia. Lo Yacht club Mediterraneo ha creduto in questo progetto e, grazie ad una condivisione di intenti e di attività, stiamo iniziando una nuova entusiasmante collaborazione. L’emozione è grande, siamo impazienti di poter pagaiare e riprendere il contatto benefico col mare“, afferma Francesca Glorioso, presidente della LILT Palermo.

Della stessa lunghezza di pensiero, Giuseppe Galantino presidente dello Yacht club Mediterraneo: “Lo Yacht club del Mediterraneo della Cala di Palermo ha scelto di navigare insieme al progetto della LILT Palermo, mettendo a disposizione spazi ed esperienze legate al vivere il mare. Siamo sempre convinti che la condivisione di tali esperienze, può contribuire a farci vivere assolutamente meglio”.