Salendo le scale della metropolitana vengono in mente i ricordi di infanzia. Nei pomeriggi estivi dopo estenuanti partite di calcio su campetti sterrati capitava fare scherzi.
Anche quando tutto sembra regolare improvvisamente spunta un ritardo. Come ieri il treno che si pianta fuori la stazione termini o cambia percorso verso Napoli cumulando 20 minuti di ritardo. Siamo il Paese del “ci scusiamo per il disagio” ma non facciamo nulla per eliminare il disagio. E siamo anche il Paese del fraintendimento.
Come nel caso della scuola di Roma dove da 9 anni campeggia la frase che distingue i plessi “alto-borghesi” da quelli “popolari”: “siamo stati fraintesi”, la risposta. O come nel caso di Amadeus che durante la conferenza stampa per il Festival di Sanremo ha apostrofato solo con “bellissime” e “simpatiche” perché “sa stare un passo indietro al suo uomo”, ha detto che è “stato frainteso”.
Quindi c’è un problema di lingua nel nostro Paese? Avanzano problemi di capacità di espressione e di comprensione del testo? Forse è più probabile che avanzano solo problemi in Italia che ogni giorno fa i conti con una crisi non solo economica ma anche culturale.
Giuseppe Manzo giornale radio sociale
Il treno è pronto per partire e un titolo balza agli occhi. Non c’erano gli elementi per imporre la misura coercitiva dell’obbligo di dimora nei confronti del sindaco Pd di Bibbiano Andrea Carletti nell’ambito delle indagini – per abuso d’ufficio e falso ideologico – sui presunti affidi illeciti in Val d’Enza.
Il lunedì consegna l’inizio di una nuova settimana pendolare. Il treno che avvicina Napoli a Roma mette in collegamento due città che hanno in comune tante cose ma una in particolare. Quasi dieci anni fa un libro inchiesta di Nello Trocchia titolava “Roma come Napoli”: al centro c’era il business dello smaltimento rifiuti.