Il suono del silenzio degli appennini innevati: il maltempo sta creando disagi in tutta Italia soprattutto con la neve.
Oggi torniamo a parlare della “Great resignation”, le grandi dimissioni. In Italia non è della stessa portata degli Usa ma, dopo la pandemia, il fenomeno delle dimissioni dal lavoro si fa sempre più spazio. Sono oltre 1,6 milioni, infatti, le dimissioni registrate nei primi nove mesi del 2022, il 22% in più rispetto allo stesso periodo del 2021 quando ne erano state registrate più di 1,3 milioni.
La fotografia arriva dagli ultimi dati trimestrali sulle comunicazioni obbligatorie del ministero del Lavoro, ed il numero indica i rapporti di lavoro cessati per dimissioni, e non il numero dei lavoratori coinvolti. Per capirne di più ascoltiamo il giornalista Stefano Milani, direttore di Collettiva.it
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Donna vita libertà: i numeri e le voci della rivoluzione in Iran
Le sirene della polizia in California dove dieci persone sono state uccise Monterey Park in un locale: 10 morti e altre 10 persone sono rimaste ferite.
Oggi parliamo della lotta delle donne e di tanti giovani in Iran contro il regime. Il movimento per i diritti umani nel Paese ha fornito i numeri dall’inizio delle proteste dallo scorso 17 settembre. Sono stati uccisi al 21 gennaio secondo gli attivisti 525 persone di cui 71 minori. Sono stati arrestati 19.546 persone, di queste i minori in carcere sono 168 e gli studenti sono 768. Le vittime tra le forze del regime sono 68.
I numeri servono a capire la portata di un movimento rivoluzionario contro un regime come quello degli Ayatollah iniziato con l’uccisione di Masha Amini che non aveva il velo. Dalla lotta al grido “donna vita libertà” il movimento si esteso in una rivendicazione politica di impatto internazionale più ampio nel nome dei diritti delle persone con le donne in prima fila. Per capire questa portata ascoltiamo le parole di Rozita Shoaei del Movimento 𝘥𝘦𝘪 𝘤𝘪𝘵𝘵𝘢𝘥𝘪𝘯𝘪 𝘪𝘳𝘢𝘯𝘪𝘢𝘯𝘪 𝘳𝘦𝘴𝘪𝘥𝘦𝘯𝘵𝘪 𝘢 𝘕𝘢𝘱𝘰𝘭𝘪 intervenuta lo scorso 20 gennaio a una iniziativa promosso dal Centro culturale Chikù di Scampia
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Un sostegno psicologico per vittime di incidenti sul lavoro e loro familiari
La voce di Giuseppe Cimarosa, nipote di Matteo Messina Denaro: ha ripudiato lo zio boss e ha partecipato a una manifestazione a Campobello di Mazara.
Oggi parliamo di incidenti sul lavoro e delle conseguenze per le vittime e le loro famiglie, soprattutto quelle psicologiche. Ieri è stato presentato il Protocollo d’Intesa tra la Fondazione ANMIL “Sosteniamoli subito” ed l’Ordine degli psicologi.
L’accordo nasce con l’intento di fornire le cure psicologiche necessarie, troppo spesso inadeguate, a chi abbia patito traumi psicologici a seguito di shock lavorativi e ha l’obiettivo di cercare di trattare in modo adeguato i disturbi emotivi e relazionali che ne conseguono per la ripresa di una vita dignitosa “normale” e felice.
Parliamo di un tema attuale e di un servizio che, secondo gli ultimi dati Inail disponibili, al 1 gennaio 2021, si rivolge ai circa 570mila disabili con inabilità permanente da lavoro, di cui 490mila uomini e 80mila donne, circa 300mila con disabilità motoria, 120mila con disabilità psico-sensoriali, circa 30mila con disabilità cardiocircolatoria e i restanti 120mila con altre disabilità. Ascoltiamo le parole del presidente nazionale Anmil Zoello Forni.
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Inflazione, situazione drammatica per i redditi bassi: “governo non dà risposte”
Il suono di una tromba d’aria a Valmontone, vicino Roma: da giorni il maltempo sta causando danni, disagi ed esondazioni di fiumi da nord a sud.
Oggi parliamo di crisi, quella economica e sociale. L’Istat aggiorna le stime del tasso di inflazione che, a dicembre 2022, si attesta al +11,6%. Confermato al +8,1% il tasso del 2022. Mediamente, il tasso di inflazione a questo livello determina ricadute per ogni famiglia di 3.456,80 euro annui. Un dato già di per sé allarmante, che incide, come sottolinea lo stesso Istituto di Statistica, soprattutto sulle fasce più deboli e sui nuclei meno abbienti: nel 2022 l’impatto dell’inflazione è più ampio sulle famiglie con minore capacità di spesa, attestandosi al +12,1% per queste ultime, contro il +7,2% per quelle con maggiore capacità di spesa.
“La corsa all’inflazione, che in questo momento, già molto delicato, rischia di impoverire ulteriormente le famiglie e i più fragili, è un problema molto grave a cui il Governo non sta dando ancora risposte concrete. – Così le Acli nazionali in una nota diffusa ieri a margine della direzione nazionale dove hanno ribadito la situazione critica per il lavoro di cura nel rinnovo del contratto per le colf e badanti tra i due diritti legittimi di chi lavora e delle famiglie che sono provate dal carovita. Ascoltiamo il vicepresidente nazionale delle Acli Stefano Tassinari.
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Dopo 40 anni il momento di pretendere la verità su Emanuela Orlandi
Il momento in cui la polizia tedesca preleva Greta Thunberg che era tornata a partecipare a una protesta insieme ad altri attivisti vicino a Lützerath, il villaggio che sarà abbattuto per far spazio a una miniera di carbone.
Oggi parliamo di un altro caso su cui si cerca la verità da 40 anni e che dopo la morte di Papa Ratzinger trova una nuova speranza di sapere cosa sia accaduto il 22 giugno 1983: 40 anni fa Emanuela Orlandi spariva nel nulla.
Finalmente la Santa Sede ha deciso di aprire un’inchiesta e in questi giorni si stanno rispolverando tutte le ipotesi investigative già battute in questo infinito lasso di tempo. Numerose sono le piste ma tanti sono i depistaggi e altrettanti gli attori presumibilmente coinvolti nella vicenda. La vicenda è tornata prepotentemente all’attenzione dell’opinion pubblica anche grazie alla serie Vatican Girl su Netflix: un docufilm che ha lasciato troppe domande e troppi sospetti senza risposta.
L’unica certezza è che se ancora se ne parla è soprattutto per l’ostinata e combattiva ricerca della verità della famiglia, soprattutto del fratello Pietro Orlandi che ascoltiamo ai microfoni dei giornalisti durante il sit-in del 14 gennaio.
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Ora l’unica vittoria è conoscere le verità nascoste di Matteo Messina Denaro
La voce del prestanome dei fratelli Graviano che a Massimo Giletti il 13 novembre prevedeva, in modo sinistro, l’arresto del capo della mafia Matteo Messina Denaro avvenuto ieri.
Oggi parliamo del fatto che ieri è rimbalzato in tutto il mondo: l’arresto del capo dei capi di Cosa Nostra, latitante da 30 anni, Matteo Messina Denaro. Dopo questi 3 decenni il capomafia è stato trovato a Palermo, in fila in una clinica per le terapie dovute a una patologia in corso come un qualsiasi persona anziana. Cappello di lana e occhiali, giubbotto di pelle imbottito, i video hanno immortalato l’uomo che custodisce informazioni e segreti della stagione stragista.
Sono arrivate tante reazioni come per un giorno di festa non solo dalle alte cariche dello Stato ma anche dalle associazioni antimafia e giornalisti impegnati in prima linea. E sarà davvero festa se questo boss capace di essere invisibile per 30 anni a casa sua tra coperture, appoggi e oscure alleanze possa raccontare ciò che sa. Ascoltiamo in merito il giornalista Aaron Pettinari, caporedattore di Antimafiaduemila.
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Un appello per i servizi di Salute mentale: mancano risorse e personale
Le parole dell’edizione straordinaria del Tg1 del 15 gennaio 1993: nel bel mezzo delle stragi di mafia i carabinieri del Ros arrestano il boss Totò Riina.
Oggi parliamo di salute mentale. È stata inviata una lettera appello da 91 direttori dei Dipartimenti di salute mentale alle più alte cariche dello Stato, tra cui il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, e il ministro della Salute, Orazio Schillaci.
Da una parte l’aumento del disagio mentale soprattutto tra gli adolescenti, dall’altra la carenza di personale e di risorse per fornire risposte adeguate e quelle prestazioni che dovrebbero essere garantite dai Livelli essenziali di assistenza. È, insomma, un “grido di allarme” quello dei firmatari dell’appello per denunciare una situazione drammatica, che si è aggravata con la pandemia e con le sempre più complesse problematiche sociali ed economiche.
“Siamo di fronte a una situazione di impoverimento delle risorse dei servizi pubblici per la salute mentale, che rientra nell’ambito di un impoverimento più generale della sanità – commenta Massimo Cozza, direttore del Dsm Asl Roma 2”. Ascoltiamo sulla questione il segretario di Psichiatria Democratica Salvatore Di Fede.
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La giusta attenzione per evitre allarmismi sulle nuove varianti Covid
Le voci al porto di Ancona dove ieri è sbarcata la nave Ong Geo Barents con 73 migranti a bordo: ha navigato per 3 giorni con il mare in tempesta prima di raggiungere il porto assegnato dalle autorità italiane.
Oggi torniamo a parlare di Covid, in particolare sulle varianti che dalla Cina e dagli Usa hanno alzato nuovi allarmi. In Italia la situazione Covid non desta particolari preoccupazioni, con gli indicatori ospedalieri stabili o in calo, e l’allarme per la diffusione di quella conosciuta come Kraken «non è un rischio per l’Italia» così come non lo è per l’Europa. In una lettera all’editor del Journal of Medical Virology un gruppo di scienziati italiani ridimensiona la «pessima deriva sensazionalistica» sui pericoli legati all’ultima variante finita nelle cronache di mezzo mondo. I dati parlano soltanto della sua capacità di diffondersi, osservata in recenti analisi.
Secondo la valutazione del rischio fatta dallo European centre for disease prevention and control (Ecdc) nelle ultime due settimane dell’anno scorso, la sottovariante Kraken è stata responsabile di meno del 2,5% dei contagi nel Vecchio Continente. La sua rapida corsa per gli autori dello studio non implica che diventi dominante in Europa.
Sulla situazione della pandemia nel nostro Paese ascoltiamo il virologo Fabrizio Pregliasco che ieri è intervenuto nella trasmissione Sud Reporter.
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Caro carburanti, le accise non si tagliano più: le richieste dei consumatori
Le parole di Pietro Orlandi, fratello di Emanuela a Rainews dopo la notizia dell’apertura di un’inchiesta da parte del Vaticano sulla 15enne scomparsa il 22 giugno 1983.
Oggi parliamo del caro-carburanti dopo l’intervento video su Twitter da parte della presidente del Consiglio Giorgia Meloni. Nei distributori si registrano andamenti discordanti dei prezzi. Alcuni, infatti, forse anche per effetto dell’annuncio di controlli della GdF, hanno deciso di ridimensionare un poco l’aumento eccessivo dei prezzi che avevano praticato dopo l’abolizione dello sconto sulle accise, decisa improvvidamente e unilateralmente dal Governo, altri, invece, proseguono imperterriti ad applicarli al di sopra del livello tollerabile.
Secondo i dati riportati da Quotidiano Energia, la benzina si attesta mediamente a 1,82 euro al litro per il self, il diesel a 1,877. Stando alle segnalazioni ricevute, non mancano, soprattutto lungo la rete autostradale, distributori che applicano per la benzina prezzi al di sopra di 1,95 euro al litro e di 2,30 euro al litro per il diesel.
Secondo i dati dell’O.N.F. – Osservatorio Nazionale Federconsumatori, tenendo conto sia dell’andamento delle quotazioni dei prodotti petroliferi, sia dell’andamento del cambio Euro/Dollaro, la benzina oggi dovrebbe costare almeno 8 centesimi di meno al litro e il gasolio ben 19 centesimi in meno.
L’impatto per le famiglie è imponente di fronte al già generale carovita e il ministro Urso ha convocato le associazioni: ascoltiamo Fabrizio Ghidini, responsabile Energia di Federconsumatori.
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Dissenso e repressione: il “sorvegliato speciale” dovrebbe essere solo il clima
Gli spari dei terroristi che il 7 gennaio 2015 fecero irruzione nella sede del giornale satirico Charlie Hebdo: 20 morti, 12 erano giornalisti e disegnatori. Otto anni dopo una nuova fatwa che arriva dall’Iran.
Oggi parliamo di diritti e repressione anche per il nostro Paese. In questi giorni tiene banco il caso di Simone Ficicchia, attivista di Ultima Generazione che si batte contro la crisi climatica ed è protagonista di azioni eclatanti come quella della vernice rossa sulla parete del Senato a Roma. Il pm di Milano ha rinviato di 30 giorni la richiesta della Questura di Pavia per una “sorveglianza speciale” nei confronti del giovane.
Contro questa ipotesi si è scagliato anche il portavoce di Amnesty Italia Riccardo Noury che su Domani giornale scrive: “Non è un mafioso, sebbene quelle misure siano previste dal Decreto legislativo 159 del 2011, che ha proprio questo titolo: Codice delle leggi antimafia e delle misure di prevenzione. Non è il capo di un’impresa criminale: caso mai è, suo malgrado, un esponente di un’impresa criminalizzata”.
Ieri davanti al tribunale di Milano la mamma di Ficicchia ha parlato ai giornalisti dopo l’udienza, ascoltiamo lei e anche le parole di Simone.
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