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Storia di Hope


Protagonista una giovane nigeriana costretta a prostituirsi in Italia. E’ stata salvata grazie ad una cooperativa di Milano e a una rete europea. Il servizio di Paolo Andruccioli.

La sua è un’avventura tragica, che per fortuna ha un finale positivo, grazie all’impegno di 5 enti che costituiscono la rete del progetto Win, Trafficked Women Integration, finanziato dal Fondo dell’unione Europea finalizzato a favorire l’integrazione socio-economica di donne vittime di tratta a scopo di sfruttamento sessuale. Hope era partita all’età di 15 anni, da un piccolo villaggio della Nigeria.

Aveva dovuto sottoscrivere un debito di 30.000 euro a copertura delle spese del viaggio. Giunta a destinazione è stata consegnata nelle mani della “Madam” di turno, la sua sfruttatrice che l’ha costretta a prostituirsi, 7 giorni su 7, su una statale dell’hinterland milanese per risarcire il debito. Dopo due anni di questa vita, Hope è riuscita alla fine a scappare ed è stata accolta dalla Cooperativa Lule, che l’ha salvata grazie anche a Win.

Il vaccino secondo Francesco


“Sul piano etico, se c’è la possibilità di curare una malattia con un farmaco, questo dovrebbe essere disponibile per tutti, altrimenti si crea un’ingiustizia. Troppe persone, troppi bambini muoiono ancora nel mondo perché non possono avere quel farmaco che in altre regioni è disponibile, o quel vaccino”.

Lo ha detto sabato papa Bergoglio in occasione di un evento organizzato dal Banco Farmaceutico Onlus che celebra i suoi primi 20 anni. Sarebbe scandaloso, dice il papa, se il vaccino anti Covid andasse solo ai ricchi. Lo aveva già detto in una udienza d’agosto.

Sentiamo le sue parole.

Alla deriva


“È necessario e urgente che vengano messi a punto protocolli di ricerca e soccorso strutturali e che le autorità competenti proteggano e difendano l’integrità fisica e psichica dei profughi e garantiscano loro l’approdo in un porto sicuro come previsto dalle Convenzioni internazionali, dal diritto del mare, e dalle nostre Costituzioni democratiche”.

Lo chiedono le associazioni umanitarie Emergency e Open Arms, che hanno dato notizia degli ennesimi salvataggi in mare: “276 persone in condizioni di estrema vulnerabilità, in tre differenti operazioni. Molti di loro erano alla deriva da 3 giorni senza cibo né acqua”.

Raccomandazioni speciali


Consentire agli studenti e alle studentesse cieche, ipovedenti e con pluridisabilità di conoscere preventivamente i nuovi spazi rimodulati della classe; avere cura per l’adattamento funzionale degli ambienti con particolare riguardo alla illuminazione; evitare l’adozione di banchi a ruote e monoposto perché troppo piccoli per contenere la strumentazione speciale e troppo pericolosi perché inadatti ad accogliere persone con difficoltà fisiche e comportamentali aggiuntive. Sono alcune dei suggerimenti contenuti in una lettera inviata ai dirigenti scolastici da Mario Barbuto, presidente dell’Uici, Unione italiana dei Ciechi e ipovedenti. Il testo integrale sul sito del giornale dell’associazione.

La ricerca, bene fondamentale


“Tra i diritti umani da tenere sotto stretta osservazione affinché vengano protetti e promossi c’è anche quello alla scienza”. È quanto sostengono Filomena Gallo, segretario dell’Associazione Luca Coscioni e Marco Perduca, coordinatore di Science for Democracy, dopo le dichiarazioni ampiamente condivisibili dell’ambasciatore Gian Lorenzo Cornado. Il rappresentante permanente d’Italia all’Onu aveva parlato della lotta al covid non solo come questione sanitaria globale ma in quanto sfida per i diritti umani, in particolare nei confronti di coloro che vivono in situazioni di maggiore vulnerabilità.

Parola di magistrato


“I centri dove vengono concentrati i migranti che giungono in Europa non possono essere luoghi di sospensione dei diritti, di sopraffazione violenta di matrice razzista, di cattiva amministrazione burocratica”. Lo afferma Area, l’associazione delle toghe progressiste, riferendosi in particolare alle condizioni del campo profughi di Moria sull’isola di Lesbo.

Secondo i giudici, la negazione della dignità è stata aggravata dalle aggressioni dei militanti di estrema destra. È necessario che le istituzioni europee, che hanno creato questi campi e li finanziano, provvedano a ricollocare i migranti, a iniziare dai minori non accompagnati.

Fuori dalle classi


Una delle conseguenze drammatiche dell’emergenza coronavirus riguarda gli oltre 4 milioni di cittadini italiani con disabilità, tra cui tanti ragazzi e ragazze che  frequentano le scuole. La pandemia ha messo in evidenza, tra le tante cose, anche l’arretratezza di questa istituzione e la sua capacità di inclusione. Lo vediamo in queste ore di riapertura. Eppure le associazioni dei genitori avevano lanciato decine di appelli.

Ascoltiamo le parole di Stefania Stellino dell’Associazione nazionale genitori soggetti autistici. (sonoro)

Ci vediamo per un caffè


Una piazza virtuale a sostegno delle persone con demenza e dei loro familiari. L’iniziativa nata in Calabria viene ora estesa al resto del Paese: il progetto è stato presentato oggi a Catanzaro. Tre gli enti promotori: la cooperativa sociale “Co. Ri. S. S.” e le associazioni “PerLe Demenze. Famiglie Unite Calabria” e “Ra.Gi.”. Gli Alzheimer caffè online partiranno entro l’autunno. In parallelo, il progetto guarda anche ai territori. In programma, infatti, l’attivazione entro ottobre di “punti di ascolto”, uno per ogni comune partecipante.

Nessuno rimanga fuori


Con un webinar organizzato questa mattina dal Centro Clinico NeMo e da Famiglie Sma, associazione di genitori che si impegnano per sostenere la ricerca sull’atrofia, è stato presentato il progetto “Le avventure della SMAgliante ADA”, kit dedicato alle scuole elementari per promuovere l’inclusione delle persone affette da malattie neuromuscolari

Progettazione sociale


La Tavola Valdese – massimo organo esecutivo delle chiese metodiste e valdesi – ha pubblicato l’elenco dei progetti da realizzare con i fondi otto per mille 2020. Le risorse saranno utilizzate per finanziare 452 progetti all’estero e 791 in Italia.  I più numerosi riguardano il miglioramento delle condizioni di vita di soggetti affetti da disabilità fisica e mentale, ma ce ne sono molti altri per altri problemi sociali e per l’accoglienza dei migranti. “Il terzo settore guarda sempre di più a noi per un sostegno del proprio lavoro e noi ne siamo ben consapevoli”, ha dichiarato Alessandra Trotta, a nome della Tavola.