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Cancelli chiusi


Oltre 120 milioni di bambini e studenti sono fuori dalla scuola in Africa Occidentale e Centrale, perché quasi tutti i paesi hanno chiuso scuole e università per contenere il Covid-19, ma il numero è destinato ad aumentare man mano che il virus si diffonderà. Lo afferma Save the Children, l’Organizzazione internazionale che da oltre 100 anni lotta per salvare i bambini a rischio e garantire loro un futuro.

Liberiamoli


Ci sono una sessantina di “piccoli galeotti” nelle carceri italiane insieme alle loro madri. Sarebbe proprio questo il momento giusto per farli uscire. Lo propone Luigi Manconi, secondo il quale servirebbe uno stanziamento di circa un milione di euro per collocarli nelle case famiglia, ma le risorse non ci sono. Ascoltiamolo. (sonoro)

Troppe diseguaglianze


Con la chiusura delle scuole aumentano le distanze e l’isolamento di bambini e ragazzi più vulnerabili. Tra gli studenti delle scuole primarie e secondarie di primo grado che partecipano al progetto Fuoriclasse di Save the Children, il 46% si è ritrovato a casa senza un pc o un tablet per la didattica a distanza e il 51% senza l’accesso a internet.

Salvavita per tutti


Gli esperti dell’Alto Commissariato Onu per i Diritti Umani hanno diffuso un importante comunicato che si apre così: «La crisi legata al coronavirus non può essere risolta solo con misure di emergenza e di sanità pubblica; anche gli altri diritti umani devono essere affrontati. Tutti, infatti, senza eccezioni, hanno il diritto a interventi salvavita e questa responsabilità spetta ai Governi dei vari Paesi.

Oltre Eboli


Un welfare anche per la Calabria. La nuova giunta regionale era partita male. Al momento dell’investitura aveva fatto intendere di non voler procedere con l’applicazione della riforma. Poi la marcia indietro. Il servizio di Paolo Andruccioli.

Le associazioni del Terzo settore della Calabria e la Consulta delle autonomie locali hanno firmato un comunicato stampa congiunto in cui si dicono disposte a riprendere il dialogo con la Regione per applicare finalmente la riforma del Welfare. Un ruolo importante nella mediazione lo ha avuto don Giacomo Panizza, fondatore di “Progetto sud”, una comunità autogestita insieme a persone con disabilità che collabora con la Caritas. Gli abbiamo chiesto che cosa sta succedendo in Calabria. (sonoro)

Sostegni per junior


Sono già 20 mila le persone, tra minori, famiglie vulnerabili e docenti, raggiunti sinora in tutta Italia grazie al programma  “Non da soli” promosso da Save the Children. In considerevole aumento le famiglie in difficoltà economica, che non riescono a permettersi la spesa. Molti i bambini e adolescenti ancora esclusi dalla scuola per mancanza di strumentazione tecnologica. Ascoltiamo una breve presentazione del progetto. (sonoro)

Possiamo uscirne più forti


“Abbiamo superato ogni ostacolo rappresentato dalle difficoltà personali – scrivono da Special Olympics Italia, il movimento dello sport praticato da persone con disabilità intellettiva e/o relazionale – ma anche dalle difficoltà di una società dura a comprendere che il valore di ognuno va oltre l’apparenza”. Nella campagna pubblicata sul proprio sito web: “Lo abbiamo fatto stando insieme, lottando, e anche ora che siamo lontani continueremo a lottare nell’unico modo che conosciamo, insieme, mantenendo alta l’attenzione sulle tematiche legate all’inclusione sociale, per ripartire, quanto prima, con nuove forze e nuove consapevolezze”.

Trattamenti diseguali


Paradossi di una situazione di crisi. In attesa che l’INPS produca la Circolare definitiva e che il Decreto “Cura Italia” venga convertito in legge, i lavoratori con disabilità rischiano di finire nel limbo della burocrazia e alla fine di essere perfino danneggiati dalle nuove norme soprattutto nell’ambito di permessi e congedi dal lavoro.

Tutti uguali


Il Forum Diseguaglianze e Diversità ha organizzato per oggi pomeriggio dalle 17,30 una diretta Facebook alla quale parteciperanno varie associazioni. Il tema è come combattere il peggioramento della situazione sociale a causa della pandemia.

L’assunto di partenza è imprescindibile: la crisi sanitaria in atto non deve creare nuove disuguaglianze e far crescere risentimento nelle persone. In poche parole, non deve trasformarsi in un’emergenza umanitaria. Anzi. Come già dimostrato durante questo brutto periodo da numerosi esempi di solidarietà e inclusione, l’Italia può accrescere la propria coesione sociale. Bisogna reagire all’impatto causato dal Coronavirus e farlo nella maniera appropriata. Sotto questa spinta il Forum Disuguaglianze Diversità promuove in data odierna il confronto “Disuguaglianze nell’epoca delle crisi. Un anno di vita e più utili che mai: le nostre 15 proposte”, con l’obiettivo di disegnare il tracciato ideale da percorrere per uscire dal tunnel della crisi. Infatti un solido blocco di partenza è stato costruito dal Forum grazie ai quindici punti che aveva presentato per la prima volta a Roma nel marzo 2019. Ispirato dal “Program for action” del grande economista britannico Anthony Atkinson che sosteneva come le disuguaglianze fossero il risultato non di forze incontrollate ma di scelte politiche, il Rapporto “15 proposte per la giustizia sociale” individua tre processi da cui dipendono la formazione, la distribuzione e l’accumulazione della ricchezza: il cambiamento tecnologico; la relazione fra lavoro e impresa; il passaggio generazionale. Tutti passaggi cruciali per disegnare una strategia complessiva che permetta di invertire radicalmente le tendenze attuali. Soprattutto adesso, che l’allarme sociale risuona ancora più forte, il Forum rilancia le sue proposte per restituire potere e opportunità alle persone. Lo ha fatto anche nei giorni scorsi, quando lunedì 16 marzo il coordinatore Fabrizio Barca insieme a Cristiano Gori, docente di politica sociale all’Università di Trento, hanno redatto una nota contenente “Proposte costruttive per il confronto in parlamento e nel Paese. In breve, si tratta di uno schema concettuale che sintetizza i settori sui quali bisogna agire e definisce gli interventi da mettere in campo per scongiurare un’espansione delle disuguaglianze. “Le proposte – si legge nel documento – che il Governo sta per sottoporre in queste ore al Parlamento e al paese potranno essere valutate alla luce di due criteri. Primo, abbracciare con lo sguardo l’intera popolazione e distinguere al suo interno le diverse categorie di persone colpite: da un lato, minori, inoccupati e pensionati, a seconda delle differenti condizioni di partenza di ciascuno; dall’altro, gli occupati, ma cogliendo anche qui i loro assai diversi gradi di vulnerabilità”. In questo modo il Forum intende dapprima proteggere le fasce di popolazioni più fragili, ancora più esposte alla discesa nella scala sociale in questa fase di emergenza. Il rischio infatti è che i provvedimenti nell’agenda governativa agiscano solo a tutela di alcune categorie d’individui, magari di quelli che hanno una voce più forte.
Nel secondo punto della nota invece Barca e Gori provvedono ad elencare gli strumenti di protezione sociale da adottare, selezionando misure assistenziali già a disposizione. In questo modo si potrà agire in modo semplice e tempestivo. “Considerate le categorie individuate in precedenza – prosegue il testo nel suo secondo punto – occorre individuare gli strumenti di welfare esistenti più adatti, modificandoli ed espandendoli in modo da adattarli alla situazione emergenziale. Per il lavoro saltuario e irregolare (oltre 4 milioni di persone) solo l’espansione del Reddito di Cittadinanza appare in grado di impedire l’impoverimento delle persone che perderanno il lavoro, esplorando così le ipotesi che prefiguriamo. Per il lavoro dipendente o autonomo di piccole e medie imprese (oltre 3 milioni di persone) appare necessario valutare sia l’adattamento della NASpI – Nuova assicurazione sociale per l’impiego, che ancora l’estensione del Reddito di Cittadinanza”.
Con queste ultime raccomandazioni “per la protezione sociale universale a misura delle persone”, stilate nella nota del 16 marzo scorso, il Forum Disuguaglianze Diversità ha dato seguito alle “15 proposte per la giustizia sociale” presentate esattamente un anno fa, ma che in questo momento diventano ancor più attuali. E l’incontro, che si terrà oggi rigorosamente per via digitale, nasce proprio dall’esigenza di approfondire gli spunti evidenziati da questi lavori. I temi al centro del dibattito, in programma dalle 17.30 saranno dunque: salute (sanità in Italia e mancata cooperazione tra stati); attivismo civico in queste ore; misure di protezione sociale universale affinché nessuno resti indietro per colpa dell’emergenza determinata dal coronavirus. Ne parleranno numerosi ospiti provenienti da terzo settore, mondo accademico e realtà associative.

di Pierluigi Lantieri

Digital divide


«L’emergenza e la conseguente chiusura delle scuole hanno messo in luce le disuguaglianze educative del nostro Paese che investono anche l’uso delle tecnologie informatiche”. È l’allarme di Save The Children. Il servizio di Paolo Andruccioli.

Secondo l’organizzazione umanitaria impegnata da anni nella difesa dei bambini e degli adolescenti, “di fronte all’annunciata proroga della chiusura delle scuole, è indispensabile mettere ogni bambino e ragazzo nelle condizioni di esercitare il diritto allo studio e non aumentare le diseguaglianze educative”, che già sono profonde soprattutto tra Nord e Sud del Paese. C’è in particolare da ricordare una norma del Decreto Legge “Cura Italia”, che prevede un fondo per le scuole di complessivi 85 milioni di euro, per mettere a disposizione degli studenti meno abbienti, in comodato d’uso, dispositivi individuali come i tablet, oltreché per attrezzare le scuole e formare i docenti in questo tipo di attività. È urgente quindi attivare la distribuzione delle strumentazioni e  dare la priorità a queste consegne da considerare al pari dei beni essenziali».