Presentato il nuovo Rapporto Euricse sulla cooperazione. Il servizio di Giuseppe Manzo. “Più occupati, più lavori stabili, più fisco. Questi sono i principali risultati del Terzo rapporto Euricse sulla cooperazione italiana. Presentato oggi a Roma con la presenza dei vertici dell’Alleanza delle cooperative e con il sottosegretario alle Finanze Baretta, il dossier ha aggiornato l’impatto delle cooperative sull’economia italiana: con un valore di produzione pari a 108 miliardi si arriva al 76% di contratti stabili per gli occupati in costante aumento. Tra le nuove frontiere della cooperazione ci sono il working buyout per riattivare imprese fallite, le coop di comunità e la gestione di beni, terreni e aziende confiscate alle mafie.”
Qua la mano
Il credito cooperativo italiano in Palestina per far crescere l’economia. Una recente missione della federazione del settore, Federcasse, ha cercato di aiutare le autorità locali per favorire la nascita di coop e piccole aziende familiari. Ascoltiamo il direttore generale Sergio Gatti. “I primi segnali ci confermano che c’è bisogno di credito, anche di credito specializzato in alcuni settori, e la possibilità di far nascere delle associazioni cooperative può aiutare in due sensi. Primo è quello di educare al risparmio e quindi mettere da parte le risorse dei territori e delle comunità e investire nelle stesse comunità in attività patrimoniali per creare valore, sia dal punto di vista dei posti di lavoro, dell’occupazione, sia dal punto di vista della generazione di reddito.”
Illegalità diffusa
Aumenta in maniera esponenziale il numero di estorsioni e delitti legati all’usura tra le piccole e medie imprese. La diffusione del fenomeno, presente soprattutto nelle regioni del Sud, è causata da una forte contrazione dei prestiti bancari avvenuta negli ultimi anni.
Partita aperta
Forte preoccupazione per l’annuncio del Governo intenzionato a modificare il regime Iva per le cooperative sociali. L’impatto negativo del passaggio all’esenzione si aggira intorno al 3,5% di aumento di costi. Per Legacoopsociali “si mette in discussione la tenuta dei bilanci, con un grave effetto anche sull’occupazione e il pericolo di chiusura di molti servizi”.
Minori diritti
Oltre la metà delle mamme e dei papà ritiene che le difficoltà economiche possano giustificare almeno in parte l’abbandono scolastico e l’ingresso nel mondo del lavoro di un figlio che non abbia compiuto i 16 anni. L’allarme è stato lanciato dall’associazione Paidòss e dall’Anmil in occasione del secondo Forum Internazionale dell’infanzia.
Un orto nella rete
Ad Arezzo un bel progetto di lavoro e integrazione. Ce ne parla Giovanna Carnevale. “A Terranuova Bracciolini, in provincia di Arezzo, la società leader in Italia nel trasporto di gas naturale e la cooperativa sociale Betadue diventano partner nella promozione del territorio e nell’integrazione di persone svantaggiate. “Un orto nella rete” è il nome del progetto che vede impiegati, tra i soci della coop, lavoratori con disagi fisici e mentali nella produzione di ortaggi a chilometro zero, destinati alle mense degli asili del Valdarno. Il lavoro si realizza su un terreno di oltre tre ettari di proprietà della Snam, affidato a Betadue in comodato d’uso gratuito. Oggi, presso l’impianto di compressione di gas nella città toscana, la presentazione dell’iniziativa con una mostra fotografica di Christian Sinibaldi e la performance culinaria di Simone Rugiati.”
Prove di (buona) riforma
La Fish guarda con attenzione il superamento della Legge Fornero sulle pensioni. “Ma questa dovrebbe essere anche l’occasione – sottolinea il presidente dell’associazione Antonio Falabella – per prestare attenzione anche ai caregiver familiari. A queste persone va assicurata una maggiore flessibilità in uscita senza che ciò li sanzioni dal punto di vista economico”.
Sguardo al futuro
Sviluppo e legalità sono le sfide lanciate da Federsolidarietà e Confcooperative nel contrasto del sommerso. “Appalti e mercati pubblici – dicono le due organizzazioni – sono una leva per la crescita, ma serve semplificare per rendere più trasparente l’intero sistema”.
Botta e risposta
Dopo le dure parole del prefetto di Roma Gabrielli alla legge 381, arriva la replica di Legacoopsociali. “Migliaia di cooperative sociali, di soci, di lavoratori sono criminogeni? – si legge in una nota – Questo attacco generalizzato e sconsiderato, talora prossimo alla diffamazione, non è più comprensibile né accettabile”.
Boom degli empori solidali, raddoppiati nel 2012
Si fa spesa come in qualsiasi altro supermercato, ma una volta arrivati in cassa non si mette mano al portafogli: il pagamento avviene scalando punti da un budget mensile, assegnato in base al reddito e alla grandezza del nucleo familiare.
È così che si comprano beni e generi di prima necessità negli empori solidali, luoghi ideati ad hoc per i cosiddetti “nuovi poveri” italiani, quelli che ormai non possono più permettersi di fare acquisti nei normali supermarket. E la solidarietà a chi si trova in stato di bisogno si unisce alla lotta agli sprechi, tramite il recupero alimentare.
Quella degli empori solidali è una realtà in aumento in Italia. Nati nel 2008, i supermercati per i più poveri sono oggi sessanta e sono distribuiti su tutto il territorio nazionale, con una maggiore concentrazione al Centro e al Nord. La crescita è guidata dall’Emilia Romagna, dove sono presenti quattordici empori, seguita, subito dopo, da Umbria e Toscana con sei e Lombardia con cinque.
Negli ultimi tre anni, sono stati aperti ben venticinque nuovi empori, e tra questi risalgono al 17 ottobre 2014 quelli di via Abba e via Capo di Lucca, a Bologna. La tendenza all’aumento di queste realtà è facile da spiegare: a risentire maggiormente gli effetti della crisi economica del 2008 sono state, e sono ancora, le persone più svantaggiate, con la conseguenza che nel tessuto sociale italiano si ritrovano oggi sia vecchie che nuove povertà.
Gli empori solidali sono una delle forme di contrasto alla povertà alimentare che vede l’impegno congiunto del privato sociale, del volontariato e delle amministrazioni locali. Nel portare avanti i supermercati per i nuovi poveri, infatti, sono impiegati oltre duemila volontari in tutta Italia, mentre a beneficiarne sono circa in 60mila. A questi, poi, andrebbero aggiunti tutti coloro che hanno usufruito del programma di aiuti nei precedenti sette anni e che oggi , fortunatamente, non ne hanno più bisogno.
Proprio dei supermercati solidali e della lotta allo spreco alimentare si è parlato il 17 settembre a Expo 2015, durante un incontro organizzato da CSVnet (Coordinamento nazionale dei centri di servizio per il volontariato) al quale hanno partecipato, tra gli altri, il coordinatore della rete Empori Caritas Marco Pagniello, il vicepresidente dell’associazione Trentino Solidale Giorgio Casagranda e il vicepresidente dell’Emporio Parma Giacomo Vezzani.