Archivi categoria: Economia

Più luci che ombre


Sostanzialmente positivo il giudizio del Forum del Terzo Settore alla Legge di stabilità. Il portavoce Pietro Barbieri confida ora nella discussione parlamentare “per migliorare – dice – alcuni passaggi che rischiano di colpire i cittadini con più alto tasso di marginalizzazione”.

Senza risparmio


Una famiglia su quattro non reggerebbe ad una spesa imprevista. I dati nel servizio di Giuseppe Manzo. “Ha rinunciato al trapianto per dare priorità a chi ha famiglia ed è morto. È la storia di un agricoltore piemontese al tempo della crisi. Questi anni hanno ridotto le riserve di denaro di molte famiglie. Nonostante piccoli miglioramenti, oggi quasi 1 famiglia su 4 dice che non riuscirebbe a far fronte a una spesa imprevista di 1.000 euro con risorse proprie. Se la spesa imprevista fosse di 10.000 euro, potrebbe farvi fronte poco più di 1 famiglia su 3.  Lo rivela l’indagine “Gli italiani e il risparmio”, realizzata ogni anno da Acri – associazione che rappresenta le Fondazioni di origine bancaria e le Casse di Risparmi – e Ipsos. E ora la speranza è che, per aiutare la famiglie, il Paese abbia politiche concrete e non abbia più bisogno di martiri.”

Mezzogiorno di crisi


Presentato oggi a Roma il rapporto Svimez sulla precaria situazione del Sud. Ce ne parla Giovanna Carnevale. “Per il Mezzogiorno d’Italia il 2014 è stato il settimo anno di crisi ininterrotta e, a differenza delle regioni settentrionali dove l’economia è in lenta ripresa, al Sud non si vedono ancora segni di miglioramento. A dirlo è il rapporto 2015 della Svimez, l’associazione che si occupa dello studio dell’economia del Meridione, presentato oggi alla Camera dei deputati. In particolare, si legge nel rapporto, dal 2008 al 2014 si è registrata una riduzione di oltre il 13% nei consumi delle famiglie meridionali, mentre nello stesso arco di tempo gli investimenti nel settore industriale sono crollati di quasi il 60%. La situazione economica del Mezzogiorno si inserisce in un contesto nazionale che vede l’Italia essere l’unico grande paese in Europa che nel 2014 ha presentato una crescita ancora negativa, con un divario cumulato con l’area Euro pari a oltre 13 punti percentuali.”

Invisibili tra gli invisibili


Sono i senza dimora, persone in grande difficoltà e che non rientrano nemmeno nelle statistiche ufficiali sulla povertà. Il perché dalla voce di Eleonora Romano, ricercatrice dell’Osservatorio Nazionale sul Disagio e la Solidarietà nelle Stazioni Italiane. “E’ difficile intercettare queste persone nelle analisi ufficiali perché in genere le analisi sulla povertà e sulla disuguaglianza prendono come base di campionamento e di riferimento le abitazioni, quindi per definizione una persona senza dimora non rientrerà in queste indagini. Da qui deriva l’importante contributo che può dare il terzo settore, che in qualche modo rappresenta un testimone privilegiato e ha la possibilità di intercettare questa popolazione proprio nei luoghi a cui queste persone si rivolgono per cercare aiuto.”

Novomodo


Fino a domenica la Fondazione Culturale di Banca Etica organizza a Firenze tre giorni di dialogo su come disegnare un futuro di equità e giustizia. Saranno presenti, tra gli altri, Vandana Shiva e Don Luigi Ciotti. Leonardo Canestrelli, dell’organizzazione. “Saranno proprio dei momenti nei quali ci si guarda in faccia e si prova a capire che un diverso modello di sviluppo è obiettivamente possibile, un modello di sviluppo che non può partire solo e soltanto da temi separati, ma deve mettere insieme tutti quelli che sono gli argomenti che quotidianamente dovrebbero interessarci, dall’ambiente alla giustizia, passando per la legalità, passando per un modo proprio diverso di intendere l’economia che non sia solo e soltanto profitto.”

La carica delle 22mila


Più slot e meno welfare nella legge di stabilità targata Matteo Renzi. Il servizio di Giuseppe Manzo. “La legge di stabilità è un po’ come il gioco delle tre carte. Si finanzia il taglio della Tasi facendo più debito, si tolgono 3 miliardi di fondi alla sanità si rilasciano ben 22.000 nuove licenze per i concessionari di slot machine e videolottery. Carta vince e carta perde nell’ipocrisia di Palazzo Chigi che da un lato denuncia la crescita della ludopatia e dall’altro continua ad incentivare chi gioca e fomenta chi su quel gioco ci butta lo stipendio o la pensione. E intanto il Fondo per il sociale e per la non autosufficienza langue, la cooperazione riceve solo elemosine e i servizi per i cittadini peggiorano ogni giorno. Rivedere le priorità economiche del Paese, quello sì sarebbe il vero azzardo.”

 

Trame criminali


Ad Avellino spari contro il Maglificio 100 Quindici Passi, l’opificio nato all’interno di Villa Alta Chiara, bene confiscato al clan Graziano. La condanna di Confcooperative Campania: “La malavita ha sempre paura dell’integrazione e del lavoro sui territori”.

Microcredito e ambulatorio per i poveri nel centro storico di Napoli


fondazione banco napoliNella sede dell’Istituto Banco di Napoli – Fondazione (via dei Tribunali, 213), in occasione della giornata europea della microfinanza, è stato diffuso l’accordo stipulato tra PerMicro (il primo intermediario finanziario in Italia dedicato esclusivamente al microcredito e partecipato anche dall’Istituto banco di Napoli – Fondazione), Istituto Banco di Napoli – Fondazione e Fondazione di Comunità del Centro storico di Napoli. Un’intesa che ha l’obiettivo di abbattere i tassi di concessione del microcredito per persone non bancabili ma con buone idee imprenditoriali. In pratica, le due fondazioni, grazie alla costituzione di un fondo di garanzia di 70mila euro, determineranno un abbattimento dei tassi attualmente praticati di quasi il 60% (si passerà dal 17% all’8% circa), per sostenere piccole iniziative imprenditioriali nel centro storico di Napoli: nascita di start up, ma anche ampliamento di un’attività già in essere (ad esempio l’acquisto di un nuovo frigorifero per un bar, piuttosto che una ristrutturazione del negozio).
Alla conferenza stampa hanno partecipato: Adriano Giannola (presidente della Fondazione di Comunità del Centro storico di Napoli), Daniele Marrama (presidente dell’Istituto Banco di Napoli – Fondazione), Andrea Limone (amministratore delegato di PerMicro) e Gustavo Minerva, direttore area retail Regione Sud Bnl – gruppo BNP Paribas.
 

Per Marrama “l’Istituto è un azionista convinto di PerMicro Spa perché ritiene questa iniziativa particolarmente importante per creare opportunità a favore di persone che non hanno ordinariamente accesso al credito, e difficilmente potrebbero avere occasioni per sviluppare un proprio progetto di vita. Quella messa in campo da PerMicro, inoltre, è un tipo di attività che si basa sul contatto personale con chi si rivolge alla banca e non su una valutazione meramente quantitativa della situazione economica e patrimoniale di chi chiede credito”.

E Giannola ha aggiunto: “Si tratta di un’iniziativa che è importante anche per evitare che commercianti in difficoltà, senza i requisiti per accedere al credito bancario, possano finire nelle mani degli usurai”.

La stessa fondazione ha promosso un’altra iniziativa di sostegno a chi è in condizioni di povertà. Sabato 17 è stato inaugurato uno studio medico associato che sarà totalmente gratuito e a servizio esclusivo dei poveri della città. Un’iniziativa alla quale hanno aderito, prestando il proprio lavoro, circa 30 professionisti delle principali branche mediche.

Lo studio è  aperto nella chiesa di San Tommaso a Capuana, sarà anche l’unica struttura dell’area ad essere dotata di un defibrillatore. La gestione dello studio sarà in capo all’associazione Sisto Riario Sforza.

 

Qua la mano


In Italia 620mila anziani devono ringraziare gli immigrati: sono loro a “pagargli” la pensione. Nell’ultimo anno infatti i lavoratori stranieri hanno versato oltre dieci miliardi di euro in contributi alle casse previdenziali. È quanto emerge dal nuovo rapporto di Fondazione Moressa.

Zero in matematica


I conti non tornano per gli alunni con disabilità di molte scuole italiane. I 30 milioni di euro stanziati dal Governo per garantire i servizi di trasporto e assistenza copre solo il 26% del fabbisogno nazionale. Serve, dicono le associazioni, un piano più strutturale.