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Oltre gli 80 euro


Adiconsum chiede al governo di estendere il bonus anche a tutte le altre categorie di lavoratori. Il servizio è di Giuseppe Manzo. Estendere e stabilizzare gli 80 euro in busta paga. Questa è la richiesta di Adiconsum che lancia alcune proposte al Governo: “Gli 80 euro hanno rappresentato un primo segno tangibile – afferma il presidente nazionale Pietro Giordano – segno che se non seguito, però, da una sua stabilizzazione ed estensione anche ai pensionati, alle famiglie monoreddito e agli incapienti, non sarà in grado di portare all’auspicata ripresa dei consumi. Gli 80 euro non possono nulla se non si provvede subito all’abbattimento della tassazione attuale”. E tra le richieste di Adiconsum ci sono il taglio del cuneo fiscale con abbattimento della tassazione sui lavoratori dipendenti e sulle imprese e la defiscalizzazione degli investimenti delle aziende che creano lavoro per i giovani e le donne.

Italiani low cost


È un carrello della spesa vuoto l’immagine simbolo della crisi. Secondo un’indagine pubblicata da Unimpresa, il 71% affolla i discount e punta solo su offerte e prodotti a basso costo per far quadrare i conti. Una tendenza che fa diminuire ulteriormente gli acquisti in supermercati e piccoli negozi.

Passi giusti


Liberare 1.000 miliardi di dollari di investimenti per affrontare le emergenze sociali. È l’invito rivolto ai governi dei Paesi G8 dalla Investment Task Force. Secondo Giovanna Melandri, responsabile del Board italiano “bisogna lanciare una sfida all’esecutivo: accogliere nel programma dei 1.000 giorni l’Agenda Impact Italia per innovare e rafforzare il welfare italiano”.

Giustizia sociale, quella sconosciuta


L’Italia è in zona retrocessione nell’Unione europea. A pesare il gap generazionale e la cattiva gestione dei tagli che i Paesi più colpiti dalla crisi hanno messo in atto. Ad incidere anche i drammatici dati sulla povertà assoluta che da noi sono raddoppiati negli ultimi tre anni.

Buone pratiche


Approvata all’unanimità in commissione Lavoro al Senato, la norma che introduce la possibilità di cedere parte delle ferie a colleghi con figli minori malati gravi. Si tratta di un emendamento al testo del Jobs act e ripreso da una legge in vigore in Francia.

L’atelier dell’ausilio


Carrozzine e protesi per persone con disabilità rimesse a posto e pronte a funzionare grazie al lavoro dei detenuti della casa circondariale di Lucera, in provincia di Foggia. Il progetto è finanziato dalla Fondazione con il Sud e promossa dalla cooperativa sociale L’obiettivo.

Con l’acqua alla gola


Rimane drammatica la situazione in Campania sui fondi da destinare al welfare. Il servizio è di Giuseppe Manzo: La Campania esclusa dal welfare. A lanciare l’allarme è il presidente della Regione Stefano Caldoro alla vigilia della Conferenza Stato-Autonomie locali. La questione nasce dai tre decreti attuativi sul Federalismo Fiscale che definiscono i criteri con i quali ripartire le risorse agli enti locali per asili nido, mense scolastiche, assistenza a disabili e anziani. Eppure molte critiche giungono proprio nei confronti dello stesso governatore campano. Michele de Angelis, presidente della cooperativa sociale Prisma, spiega che “Campania, Calabria, Sicilia, Puglia e Basilicata sono già destinatarie di circa 450 milioni di euro; la Campania è stata beneficiaria di circa 180 milioni di euro. Eppure i dati Istat certificano che al Sud si sono persi, dal 2009 al 2013, 2962 posti nido; in Campania per il 2012/13 i posti sono scesi a quota 4486.

Buone pratiche


Il governo Renzi ha inserito nel Jobs Act una legge simile alla francese Mathys. L’idea oltr’Alpe è nata da un padre che ha dovuto affrontare la lunga malattia del figlio. I colleghi gli avevano ceduto i loro giorni di riposo. Ora anche in Italia sarà possibile la donazione delle ferie.

Cresce il made in Italy degli immigrati


Prodotto in Italia, sì, ma da orafi bengalesi, cavatori macedoni o sarti cinesi. Sempre più aziende infatti sono di proprietà di uomini e donne nati all’estero, oltre 50.000, e operanti anche nei distretti manifatturieri tradizionali.

Imu e Tasi, no grazie


Il mondo dell’associazionismo contro le regole decise dal ministero dell’Economia Secondo l’Arci sono criteri incerti e vaghi per definire le attività svolte con “modalità” commerciali, errori grossolani di calcolo e percentuali che si gonfiano. Tutte difficoltà, aggiunge, scaricate sul volontariato.