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Trattati male


Nel silenzio generale, il governo italiano ha dato via libera al Jefta, accordo di libero scambio tra Europa e Giappone che abbassa gli standard sulla sicurezza alimentare. Ma la critica di associazioni e ong è anche sulla poca trasparenza dei negoziati, come sottolinea una delle portavoci della Campagna Stop Ttip Italia Elena Mazzoni. (sonoro)

Nuova meta


Dopo otto anni di arresti domiciliari senza aver commesso alcun reato, la vedova del Nobel per la pace e dissidente Liu Xiaobo ha finalmente potuto lasciare la Cina. La poetessa, che viveva in isolamento e stretta sorveglianza e per cui si erano mossi intellettuali e scrittori di tutto il mondo, potrà ora raggiungere Berlino.

Foto: The Guardian

Nessuna differenza


Entrata in vigore, in Islanda, la legge che impone a istituzioni pubbliche e private di assicurare uguale retribuzione alle donne a pari qualifica con gli uomini. La nuova norma prevede multe fino a 450 euro per ogni caso di violazione dell’obbligo.

Lieto fine


Non verrà demolita la scuola in Cisgiordania della ong Vento di terra. Il servizio di Giovanna Carnevale.

 

Non verrà demolita, per ora, la “scuola di gomme” in Cisgiordania, edificio costruito con pneumatici dove studiano bambini palestinesi realizzato da Cooperazione italiana, l’ong Vento di terra, Cei e una rete di comuni italiani. La Corte suprema israeliana ha accolto l’appello di diplomatici europei, tra cui quello di Italia, Germania, Francia, Spagna e Gran Bretagna che hanno sostenuto le proteste degli attivisti locali. La scuola di gomme, diventata un simbolo per i residenti, sorge a sud di Gerusalemme, in un’area sotto il controllo militare e amministrativo israeliano. In base alla decisione della Corte, la demolizione è rimandata, ed Israele avrà tempo fino all’11 luglio per spiegare perché ha rifiutato di esaminare un piano di “regolarizzazione” del villaggio proposto dai residenti.

Senza Aquarius


L’imbarcazione di Sos Mediterranée e Medici senza frontiere per il momento sospende le missioni di soccorso, mentre il primo gruppo di migranti della Lifeline, sotto sequestro a Malta, ha lasciato l’isola diretto in Francia. Il Consiglio d’Europa si scaglia contro le politiche migratorie degli Stati: “Basta con la retorica ostile, il numero di nuovi arrivati è diminuito”.

Lieto fine


Attracca nel porto di Barcellona la nave della Ong Proactiva Open Arms dopo che le autorità di Malta e quelle italiane hanno negato l’acceso all’imbarcazione. Oltre quattro giorni di navigazione per i 60 migranti recuperati al largo della Libia che sono stati visitati dai medici della Croce Rossa.

Senza futuro


Un bambino yemenita muore ogni dieci minuti e un minore ogni quattro soffre di malnutrizione acuta. È quanto denunciato dall’Unicef, dopo una visita di quattro giorni nel Paese mediorientale. Secondo il Fondo delle Nazioni Unite per l’infanzia, lo Yemen sarà come la Siria, dove una generazione sarà cancellata dalla guerra, che ha già ucciso oltre 2000 bambini.

Porti chiusi


È ancora in stato di fermo a Malta l’imbarcazione di Sea watch, che non ha ricevuto l’autorizzazione a lasciare la capitale La Valletta. Non è una questione legata alla registrazione della nave ma a una campagna politica per fermare i soccorsi in mare mentre la gente continua a morire nel Mediterraneo, sottolinea la ong.

L’Europa oltre Dublino


Il vertice di Bruxelles non ha risolto le divisioni tra gli Stati. Resta la linea dura su migranti e ong. Il servizio di Giovanna Carnevale.

 

Sulla questione migranti, dal Consiglio europeo esce un accordo debole dal punto di vista degli impegni dei 28 Stati membri per l’accoglienza e un approccio che punta ancora all’esternalizzazione delle frontiere, con hotspot in Paesi terzi e l’aumento del sostegno alla Guardia costiera libica. Ma “l’inferno esiste ed è in Libia. La decisione del Consiglio europeo è tra le più rischiose possibile”. Così ActionAid, che critica il delegare il controllo delle frontiere a un Paese in cui i migranti subiscono torture, sfruttamento sessuale e condizioni di trattamento disumane. La protezione delle persone, continua la ong, è dovere di ogni Stato e tratto che dovrebbe contraddistinguere un’Europa davvero solidale. Nel documento europeo, inoltre, manca una visione del fenomeno migratorio come strutturale e globale e “qualsiasi riferimento al pieno diritto a una libera circolazione delle persone”.

In fuga


In tre giorni 20.000 bambini siriani e le loro famiglie sono stati sfollati dalle regioni in cui abitavano verso il sud ovest del Paese. In quattro sono morti mentre molti altri sono feriti. I recenti attacchi, fa sapere Unicef, hanno gravemente danneggiato le infrastrutture civili, tra cui un ospedale da campo, ora inutilizzabile.