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Cimitero Mediterraneo


Meno sbarchi ma più morti. L’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni rende noti i dati degli arrivi dalle coste del nord Africa direzione Europa. Nonostante il calo dei flussi, nei primi mesi dell’anno il numero delle vittime è aumentato del 75%.

Infanzia negata


Per sfuggire alla fame vanno incontro a traffico di essere umani, rischi sanitari e reclutamento da parte di gruppi armati. È ciò che accade ai 300.000 minori che lasciano il Venezuela per raggiungere la Colombia, secondo l’ultima denuncia di Save the children. Nel Paese guidato da Maduro, che si appresta alle elezioni presidenziali, ogni settimana muoiono per malnutrizione cinque/sei bambini.

Confini minati


80 milioni di euro dell’Unione europea sono stati usati da Ankara per l’acquisto di mezzi militari blindati, apparecchi per la sorveglianza e navi per il pattugliamento delle frontiere per evitare l’arrivo dei migranti. A rivelarlo è un’inchiesta dei media danesi a due anni dalla firma dell’accordo, fortemente criticato dalle ong, tra l’Ue e Turchia per stabilizzare la rotta migratoria dei Balcani.

Bombe silenziose


Tre anni fa iniziava la guerra in Yemen. Tra le più crudeli e meno conosciute al mondo. Il servizio di Giovanna Carnevale.

 

A tre anni dall’inizio della guerra civile in Yemen il conflitto non dà segni di regressione e tutte le parti continuano a infliggere enormi sofferenze alla popolazione civile. Lo denuncia Amnesty International, che riporta i dati dell’Ufficio per il coordinamento degli aiuti umanitari delle Nazioni Unite: oltre 20 milioni di persone nel Paese hanno bisogno di assistenza ed è stato registrato oltre un milione di casi di colera. L’associazione per i diritti umani denuncia le violazioni del diritto internazionale da parte di tutti i partecipanti al confitto e i trasferimenti di armi alla coalizione a guida saudita. Oltre a Stati Uniti, Regno Unito, Francia e Spagna, c’è anche l’Italia, da cui continuano a partire bombe prodotte nello stabilimento in Sardegna.

Unione d’intenti


“Un grande passo in avanti per la crescita umana e civica dei giovani”. Così il Forum Terzo Settore commenta il Servizio europeo di solidarietà e volontariato presentato ieri a Roma. Tra le novità: l’apertura a tutti i residenti nel vecchio continente e norme più stringenti sugli enti.

“È positivo”, si legge nella nota del Forum, “che le attività di tirocinio e lavoro siano state limitate (dal 15% al 5%), e che potranno essere realizzate solo da realtà non profit. Bene anche il rafforzamento del carattere transnazionale dell’ESVS, che assicura che le iniziative locali vedano protagonisti giovani di diversa provenienza.  Il Servizio, poi, sarà aperto non solo ai cittadini europei, ma anche ai residenti nel territorio europeo. I progetti di solidarietà, infine, dovranno essere ispirati dai bisogni concreti delle comunità: per questo è fondamentale valorizzare il ruolo delle organizzazioni della società civile”.

Acqua, un diritto per pochi


Nella Giornata mondiale, le ong denunciano le difficoltà di accesso ad un bene primario. Per Save the children, entro il 2025 metà della popolazione mondiale vivrà in aree dove è scarsa la risorsa idrica. Secondo l’Unicef: ogni giorno oltre 700 bambini muoiono per malattie legate alla contaminazione delle falde acquifere.

Accolgo, ma non posso


Svolgono un ruolo guida a livello mondiale per i diritti dei bambini, ma non riescono a fornire piena protezione e servizi ai minori richiedenti asilo. Sono i Paesi nordici, la cui lacuna è evidenziata nel rapporto dell’Istituto di Ricerca Innocenti dell’Unicef. Nel 2015, Danimarca, Finlandia, Islanda, Norvegia e Svezia hanno accolto quasi 46.000 minori non accompagnati su un totale di 88.000 in tutta l’Unione europea.

Goccia a goccia


La carenza d’acqua potrebbe interessare, per almeno un mese all’anno, circa cinque miliardi di persone entro il 2050. Lo afferma l’Onu, nel rapporto sulle acque mondiali a Brasilia. Tra le cause principali, il cambiamento climatico, l’aumento della domanda di risorse idriche e l’inquinamento.

Senza arcobaleno


Il Forum mondiale sociale si è appena concluso in Brasile. Un appuntamento importante funestato però dall’omicidio, a Rio, dell’attivista e consigliera Marielle Franco. Il servizio di Giovanna Carnevale (sonoro)

 

Resistere è creare, resistere è trasformare. Con questo motto si è svolta nei giorni scorsi la XIV edizione del Forum sociale in Brasile, un summit sui temi dell’ambiente, del lavoro, delle migrazioni e sulla critica al sistema finanziario organizzato dal basso, con 150 organizzazioni e movimenti di tutto il mondo. Ma proprio durante lo svolgimento, l’uccisione in circostanze ancora da chiarire di Marielle Franco, nota attivista per i diritti umani brasiliana, ferisce il cuore del Forum. Quasi contemporaneamente, un altro agguato a un ambientalista che si batteva per i diritti delle popolazioni indigene locali, rimasto a terra colpito da tre sicari nella foresta.

Più trasparenza e qualità


La Corte di giustizia europea ha sancito il diritto delle organizzazioni ambientaliste e della società civile a presentare casi legali relativi ai rischi per la salute derivanti dagli ogm. La sentenza ha origine nella richiesta, portata avanti da una ong tedesca, di rivedere l’autorizzazione alla soia transgenica.