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Senza arcobaleno


Il Forum mondiale sociale si è appena concluso in Brasile. Un appuntamento importante funestato però dall’omicidio, a Rio, dell’attivista e consigliera Marielle Franco. Il servizio di Giovanna Carnevale (sonoro)

 

Resistere è creare, resistere è trasformare. Con questo motto si è svolta nei giorni scorsi la XIV edizione del Forum sociale in Brasile, un summit sui temi dell’ambiente, del lavoro, delle migrazioni e sulla critica al sistema finanziario organizzato dal basso, con 150 organizzazioni e movimenti di tutto il mondo. Ma proprio durante lo svolgimento, l’uccisione in circostanze ancora da chiarire di Marielle Franco, nota attivista per i diritti umani brasiliana, ferisce il cuore del Forum. Quasi contemporaneamente, un altro agguato a un ambientalista che si batteva per i diritti delle popolazioni indigene locali, rimasto a terra colpito da tre sicari nella foresta.

Più trasparenza e qualità


La Corte di giustizia europea ha sancito il diritto delle organizzazioni ambientaliste e della società civile a presentare casi legali relativi ai rischi per la salute derivanti dagli ogm. La sentenza ha origine nella richiesta, portata avanti da una ong tedesca, di rivedere l’autorizzazione alla soia transgenica.

Senza tregua


Continua, da parte dell’esercito turco, l’assedio del centro urbano di Afrin, l’enclave curda nel nord-ovest della Siria contro cui conduce un’offensiva militare dallo scorso 20 gennaio. Ma tutto il Paese è allo stremo dopo sette anni di bombe. Come racconta Filippo Agostino della ong Terre des Hommes che abbiamo raggiunto al telefono a Damasco. (sonoro)

Bufale al bando, ma non troppo


No a misure obbligatorie per chi pubblica fake news, ma autoregolamentazione delle singole piattaforme online. Questa la posizione della Commissione europea per evitare il rischio censura nel contrasto alla disinformazione in rete. Insoddisfatta l’associazione dei consumatori del vecchio continente.

Un altro mondo è possibile


Reti, ong, associazioni animeranno il Forum sociale mondiale in programma da oggi a sabato a Salvador de Bahia, in Brasile. Al centro degli incontri temi decisivi: dalla difesa dell’ambiente al contrasto allo sfruttamento lavorativo, dall’impegno per la giustizia ai diritti delle donne.

Senza futuro


Per l’Unicef sono insufficienti i progressi degli Stati verso un futuro più sostenibile entro il 2030. Il servizio di Giovanna Carnevale.

 

Quali progressi per l’infanzia nell’era degli obiettivi di sviluppo sostenibile? Se l’Agenda dell’Onu fissa per il 2030 17 traguardi da raggiungere a livello globale su salute, giustizia sociale, benessere, istruzione e ambiente, una prima valutazione dell’Unicef riguardo giovani e bambini fa emergere in alcuni casi una grave carenza di dati, in altri progressi insufficienti. Le proiezioni infatti mostrano che tra oggi e il 2030 altri 10 milioni di bambini potrebbero morire per cause prevenibili prima di aver compiuto 5 anni, 31 milioni potrebbero soffrire di malnutrizione cronica, 150 milioni di ragazze potrebbero sposarsi ancora minorenni e 670 milioni di persone potrebbero non avere ancora accesso di base ad acqua potabile.

Passo indietro


La Bulgaria non ratificherà la convenzione internazionale di Istanbul contro la violenza domestica, che contiene misure per difendere bambini e donne maltrattate dai coniugi. La decisione, in contrasto con i principi dell’Unione europea, viene presa nel periodo di presidenza del Paese balcanico del Consiglio dell’Ue.

Una brutta aria


A sette anni dall’incidente nucleare, la situazione a Fukushima è ancora molto grave, con alcune aree che presentano valori di contaminazione radioattiva fino a cento volte superiore alle norme. Lo fa sapere Greenpeace Giappone diffondendo un’analisi relativa alla situazione delle aree contaminate.

Foto: Russia Today

Guerra ai bambini


Nel mondo 1 minore su 6 vive in zone colpite da conflitti, un numero cresciuto del 75% rispetto agli inizi degli anni ‘90. La Siria è il Paese in cui le conseguenze della guerra sono più gravi per i più piccoli. È quanto emerge dal rapporto di Save the Children. Michele Prosperi della ong. (sonoro)

Un po’ di ossigeno


Dopo un mese di bombardamenti da parte del regime siriano, entra nella Ghouta ribelle il primo convoglio Onu di aiuti umanitari con medicine e cibo per oltre 27mila persone. Lo conferma la Croce rossa internazionale dopo il via libera di Damasco all’ingresso nella regione assediata.